BREVISSIME
Vi ricordate la
vecchia Democrazia Cristiana? Vinceva sempre le elezioni, ma se si chiedeva
a qualcuno se l'avesse votata, la risposta era sempre negativa, con
l'eccezione dei preti e delle suore. Per Forza Italia, ora PDL, la Storia si
ripete, bocche cucite. La maggioranza (relativa) in Italia è sempre
silenziosa. Sa di averla fatta grossa. Difficile scovare un
berluscones, quasi impossibile portarlo in piazza. Mi riferisco ai
berluscones autentici, che credono in diosilvioonnipotente, non a quelli da
cento euro, un pullman, una botta e via.
La manifestazione di piazza San Giovanni a Roma è stata un'occasione unica
per studiare da vicino una razza in estinzione, ma ancora ben presente. E'
vero, la piazza era semivuota, mancava Fini, Bossi ha detto che lui i soldi
da Berlusconi non li prende, come invece tutti gli altri, Zaia
il prossimo Doge della Repubblica Veneta Indipendente ha evitato il viaggio
nella Roma Ladrona. E' stato un evento dimesso e anche le
berlusconate dal palco non erano più quelle di una volta. Ma nulla
può scalfire la fede di un berluscones. L'entusiasmo per chi ha fermato i
comunisti, per l'uomo che si è fatto da sé, per il perseguitato dalle toghe
rosse è rimasto immutato. Un caso da studio antropologico.
I panda della libertà vanno salvaguardati. Le prossime
generazioni per credere alla loro esistenza avranno bisogno di toccarli,
vederli, ascoltarli quando affermano che: "Una cosa è la burocrazia,
un'altra la democrazia" nel caso non si presentino le firme per le
elezioni. I nostri nipoti non crederanno mai ai berluscones senza uno
straccio di prova.
L'ecosistema storico in cui i berluscones si aggirano da
anni ne giustifica più che ampiamente l'esistenza. L'alternativa è infatti
il dalemus erectus o il fassinus fessinus. E' una scelta impossibile, o ci
astiene o si vota per chi ci prende meglio per il culo. E così è stato per
tre lunghi lustri.
Il berluscones è un fondamentalista della televisione, senza di essa la sua
esistenza sarebbe minacciata. Le balle televisive sono l'alfa e l'omega
delle sue sinapsi. E' un avatar con il Fede dentro. Uno che
sogna e cammina. Il berluscones è di solito una persona di una certa età.
Sabato, Piazza San Giovanni dall'alto era canuta, bianca come i petali di
melo. Il berluscones vede in Silvio un anziano di successo
che è riuscito a sconfiggere l'età, la giustizia, le puttane. Un vecchio su
un milione ce la fa, gli altri sono solo dei berluscones.
IL NUOVO LISTONE
ACERBO DI MERDA
Partiamo dal nord,
partiamo dal Piemonte, dove il PDL schiera l’ex Assessore regionale al
bilancio della Giunta regionale Ghigo, Angelo Burzi, che è stato rinviato a
giudizio per tangenti nel ramo della sanità. Un
leghista che si chiama Grassano, che è stato Presidente del Consiglio
Comunale di Alessandria e che è rinviato a giudizio per truffa ai danni del
comune di cui era Presidente, rischia di diventare addirittura
parlamentare. Anche il PD non vuole essere da meno e conseguentemente
candida l’ex Presidente socialista della Provincia Luigi Sergio Ricca, che
ai tempi di tangentopoli aveva patteggiato una condanna per finanziamento
illecito, confessando lui stesso di aver ricevuto 120 milioni di
lire in contanti. In Regione Lombardia poi ci sono le candidature
altrettanto patetiche dell’éntourage di Berlusconi, che ha chiesto, nel
listino degli eletti assicurati, dei posti fissi, dei posti liberi per i
suoi boys e soprattutto le sue girls, quindi ci ha infilato il massaggiatore
del Milan Giorgio Puricelli, e, sempre nel settore sanitario, abbiamo anche
l’igienista dentale del Cavaliere Nicole Minetti, una bellissima ragazza che
è stata anche valletta di Colorado Cafè sulle reti Mediaset e quindi merita,
naturalmente, un posto d’onore nella Regione Lombardia.
E poi ci sono naturalmente le candidature un po’ discutibili dal punto di
vista non solo della politica, ma anche dell’etica pubblica: per esempio,
c’è Gianluca Rinaldin, Consigliere Regionale del PDL coinvolto in
un’inchiesta giudiziaria a Como per truffa aggravata e falso in atto
pubblico, poi c’è il famoso Giancarlo Abelli, che è un vecchio Ras
della sanità già democristiano, poi beccato a ricevere soldi in nero da
Poggi Longostrevi, il famoso medico delle truffe sanitarie alla
regione, assolto per questo, naturalmente non era reato, ma quei soldi in
nero li aveva presi per misteriose consulenze e poi sapete che,
recentemente, gli avevano arrestato la moglie, la signora Rosanna
Gariboldi, amministratrice pubblica nella Provincia di Pavia, è stata un po’
in galera, ha fatto la vittima, ha fatto la martire, dopodiché ha
patteggiato la pena e ha restituito una barcata di soldi che erano
accumulati su un conto a Montecarlo;
scendiamo, andiamo all’Emilia Romagna:
anche qua c’è un problema non penale, ma politico e anche giuridico,
perché il candidato del centrosinistra Vasco Errani non può, non potrebbe
essere candidato; sarebbe ineleggibile;perché
il centrodestra non strilla contro la candidatura dell’ineleggibile Errani?
Perché ha un candidato ineleggibile anch’esso, il centrodestra, ossia
Roberto Formigoni, che di mandati ne ha svolti addirittura tre, essendo
governatore della Regione Lombardia dal lontano 1995 e, se verrà eletto,
come purtroppo è probabile, sarà governatore per la quarta volta, farà un
ventennio in barba alla legge;abbiamo, per esempio, la Toscana, dove
il capolista a Prato per il centrodestra è un ex socialista, ex
Assessore alla sanità che patteggiò una pena per corruzione per una tangente
di 30 milioni di vecchie lire;il PD, per pareggiare il conto, candita il
Consigliere Regionale uscente Gianluca Parrini, che è indagato per abuso
d’ufficio nello scandalo degli appalti di Barberino del Mugello,
grandi opere, variante di valico, terza corsia dell’Autosole etc.Abbiamo poi
l’Umbria: in Umbria c’è con l’Udc l’ex Presidente della Provincia di
Perugia, che all’epoca stava nella Margherita, che si chiama Giulio Cozzari,
la cui Giunta fu praticamente travolta dallo scandalo degli appalti
truccati; Andiamo
avanti con il Lazio: nel Lazio naturalmente è candidato Francesco Storace,
che è ancora sottoprocesso per aver violato la legge elettorale, questa è
l’accusa per il famoso Lazio Gate, quando alcuni uomini del suo staff,
secondo l’accusa, si sarebbero introdotti abusivamente nell’anagrafe
computerizzata del Comune di Roma per infilare delle firme false nella lista
della Mussolini, all’epoca nemica acerrima del centrodestra, in modo da
farla invalidare e evitarne la concorrenza. Storace naturalmente è il
candidato capolista della destra, che è la lista che sostiene il PDL, che è
rientrato in coalizione dopo un po’ di fronda negli ultimi anni e è una
lista che potrebbe prendere molti voti, proprio perché la lista del PDL,
almeno per quanto riguarda Roma e Provincia, non è stata accolta, è stata
respinta ormai da sette verdetti della giustizia amministrativa nei vari
ricorsi e conseguentemente, chi vorrà votare per il centrodestra, o voterà
il listino Polverini, oppure dovrà votare per la destra di Storace, oppure
per l’Udc , che nel Lazio sostiene Renata Polverini, oppure anche Sgarbi,
che è stato recentemente riammesso e che, naturalmente, è inutile che vi
ricordi che è un pregiudicato per truffa ai danni dello Stato, per non
parlare di tutte le condanne che ha avuto per gli insulti lanciati contro
magistrati, giornalisti etc. etc.. Passiamo alla solare CAMPANIA:
quì la concentrazione di fogna è notevole:
: come dimenticare la
signora Mastella? Per fare delle liste pulite si prende una signora che è
Presidente del Consiglio Regionale della Campania, di centrosinistra, viene
indagata per tentata concussione etc., viene messa addirittura agli arresti
domiciliari e poi con l’obbligo di dimora a Ceppaloni per la famosa
inchiesta di Santa Maria Capua vETERE,inchiesta che farà cadere
PRODI che si rifiutò di spallegiare il di lei marito TESTA DI CAZZO
MASTELLA,quest’inchiesta è stata trasferita a Napoli ed è già giunta alle
imputazioni, per cui la signora Mastella è imputata, non più soltanto
indagata, c’è il processo. Ebbene, dopo è stata colpita e raggiunta da un
altro provvedimento giudiziario per un’altra inchiesta che riguarda altre
lottizzazioni: maneggi per sistemare gente sua, si è stabilito che le sue
capacità delinquenziali sono talmente alte che è meglio che per un po’ non
metta piede in Campania. Nonostante l’esilio è ugualmente candidata e quindi
fa campagna elettorale via Internet, nella speranza che le sue clientele si
ricordino di lei. Poi c’è il Sindaco di Pagani, che è stato sospeso
perché condannato per peculato: naturalmente si ricandida con il PDL;
ci sono i Consiglieri Regionali Pietro Diodato e Luciano Passariello,
indagati entrambi per uno scandalo di presunti rimborsi gonfiati; poi c’è
Roberto Conte: Roberto Conte, 43 anni, fu espulso dai verdi e poi dal PD
perché era stato inquisito per concorso esterno in associazione mafiosa e
allora è andato nel centrodestra, dove l’hanno accolto a braccia
aperte e è stato condannato meno di un anno fa in primo grado per concorso
esterno in associazione mafiosa, per avere acquistato dalla camorra la sua
elezione alle regionali del 2000; oppure anche Cosentino, che non è
candidato, ma diciamo che dà una grossa mano e è quello su cui pende un
mandato di cattura per camorra, la cui autorizzazione all’esecuzione è stata
negata dal Parlamento; Abbiamo ancora l’ex Sindaco di Villa Literno, comune
sciolto per mafia, Fabozzi: questo l’ha candidato il PD; come
dimenticarci di DE LUCA:questo
De Luca sapevamo all’inizio che aveva due rinvii a giudizio, di cui uno per
associazione a delinquere e concussione e l’altro per truffa e falso. Nel
prosieguo della campagna elettorale abbiamo scoperto anche delle altre cose:
abbiamo scoperto che ha pure la moglie sotto inchiesta per aver presentato
carte false per accedere a un concorso pubblico, credo di psichiatra, nelle
A.S.L. e pare che ci sia anche il figlio sotto inchiesta, quindi un’intera
famiglia sotto inchiesta, pronta a occupare la regione.
Come
Sindaco di Salerno, De Luca aveva autorizzato una discarica abusiva tra il
mare e l’autostrada Salerno /Reggio Calabria, discarica che non è stata
impermeabilizzata in quanto era abusiva, sulla quale sono state sversate
tonnellate e tonnellate, montagne di rifiuti, autorizzata pur essendo
abusiva con continue ordinanze del Sindaco per diverso tempo e, a un certo
punto, i liquami hanno cominciato a trasformarsi in percolato e a avvelenare
il territorio. Per due volte, un’estate questo cumulo enorme di rifiuti
abusivamente stoccati con l’autorizzazione del Sindaco De Luca ha preso
fuoco, provocando una nube tossica, diossina, intossicazione.
Questo è Il Mattino di Napoli: “
Casentino: ho fatto votare De Luca alle Comunali di Salerno” e quindi, se è
vero che Cosentino ha i voti del clan dei Casalesi, questi voti sono andati
a De Luca - lo dice Cosentino e De Luca non mi risulta l’abbia smentito -
tre anni fa.
MA E' DELLA CALABRIA IL RECORD NAZIONALE DI TUTTI I TEMPI !!!Si
tratta di sostituire un Consiglio Regionale dove, su 50 Consiglieri
Regionali, erano imputati o indagati o condannati in 35, diciamo più o meno
i due terzi. E’, per esempio, il caso di Antonio La Rupa, che è
figlio d’arte, perché suo padre Franco, Consigliere Regionale dell’Udeur nel
centrosinistra, è stato in carcere per concorso esterno in associazione
mafiosa e quindi stavolta tocca al figlio, per dare una chance anche al
frugoletto. Poi c’è un certo Tommaso Signorelli: lui l’hanno arrestato
per mafia a Amantea, si candida proprio lui personalmente, perché è
uscito e quindi ha la possibilità di candidarsi.Il candidato del
centrosinistra è il solito Loiero, altra vecchia conoscenza della politica:
era indagato in varie inchieste, è stato assolto anche nell’ultima, una
tranche di “Why Not?” di recente, la lettura degli atti di quelle
inchieste denota comunque un sistema di potere assolutamente incompatibile,
almeno secondo la mia valutazione, con una candidatura soprattutto nel
centrosinistra e soprattutto in una regione come la Calabria. Saviano
chiedeva addirittura l’intervento dell’?Ocse? oppure dell’O.N.U. per
garantire la regolarità del voto soprattutto in certe zone, dove parlare di
elezioni libere è una barzelletta.
Nelle otto liste che sostengono il PDL -
scrive Il Fatto Quotidiano - spunta tra gli altri il nome, nel nuovo PSI, di
tale Sergio Stancato, che fu arrestato quando era
Assessore per traffico di rifiuti e poi ne uscì per prescrizione.
Un avventuriero russo
acquista servi della gleba defunti, "anime morte", su cui i
proprietari devono pagare una tassa fino al prossimo censimento che ne
attesta il decesso. Un affare conveniente per i proprietari e anche per
Čičikov, il nome del truffatore. Čičikov vuole creare un elenco
di anime morte per ottenere una somma rilevante dalle autorità che
finanziano chi sposta la sua forza lavoro nelle aree del sud spopolato della
Russia. Ottenuti i soldi, si dileguerà. Epidemie e carestie che portano
nella tomba un grande numero di contadini sono per lui liete notizie. Più
anime morte da comprare e da rivendere. Business.
Le animemorte italiane muoiono in anticipo pur di farsi comprare. Lo sentite
il silenzio della Confindustria? Dei sindacati? Dei
professori e dei rettori universitari? Degli artisti? Dei
campioni sportivi? Degli esponenti della classe borghese come Mario Monti?
Dei capi delle grandi aziende come Bernabé e Montezemolo? Delle istituzioni?
Dove sono tutti? Morti, ma non ancora censiti.
Tutto è in vendita e quasi tutto è stato comprato. La responsabilità di
questi struzzi della democrazia è enorme. Godono dei
benefici del loro ruolo senza rispettarne i doveri. Le animemorte non hanno
pentimenti. Hanno ceduto la loro coscienza in cambio di promozioni sociali,
visibilità, sicurezza, potere. Imprenditore è diventato sinonimo di ladro
come Tanzi, come Scaglia. Direttore di giornale, una parola oscena che
equivale a verme. Chi non è ancora morto dentro non è in vendita, chi non è
corrotto non può fare parte del Sistema che è diventato un immenso
club con posti in prima, seconda e terza classe. L'importante è
esserci, per avidità o per paura, e salire a bordo. Costi quel che costi,
anche la propria dignità. Chi è fuori dal Sistema può vedere questo esercito
di anime morte come l'Eden, e molti lo pensano, o come un
sudario insopportabile. Più il Paese va allo sfascio, più sono le anime
morte sul mercato e più il loro prezzo diminuisce. E' la legge della domanda
e dell'offerta. Più sono i servi, meno costano.

Un povero vecchio si aggira per l'Italia.
Ieri
a Napoli non
c'era neppure la claque ad aspettarlo. Il comizio semideserto lo ha
intristito, non è riuscito a mandare giù un boccone e ha disertato la cena.
Sabato 20 marzo è il suo giorno della riscossa a Roma. Per sicurezza ha
spedito qualche milione di
sms abusivi
con implorazioni strappalacrime. I pullman da tutta Italia convergeranno con
geometrica potenza a Roma. Piazza San Giovanni non fa inganni soprattutto a
cento euro a testa.
Potrà ripetere a una folla oceanica i suoi cavalli di battaglia: le toghe
rosse, il nucleare sicuro, gli eroi Mangano e Bertolaso, il comunismo che
non trionferà. Forse canterà qualche vecchio cavallo di battaglia da: "E
Fooorza Italia" a "Meno male che Silvio c'è". Il suo canto
dello psicocignonano prima di dare il becchime ai piccioni al parco insieme
a Fede. Domani è un'occasione unica per la democrazia. Una retata mai vista.
Circondiamoli e chiamiamo la Polizia.
Per l'accusa l'ex vice di Vendola avrebbe ricevuto
un "mensile" da 12 mila euro
BARI - L'ultima volta aveva parlato per lui il suo avvocato,
Michele Laforgia: "Sandro Frisullo ha formalizzato da settembre la sua
disponibilità a chiarire ogni aspetto dei suoi rapporti con Tarantini. A
tutt'oggi, non ha ricevuto alcuna convocazione e non gli è stato
contestato nessun reato". Era la fine di gennaio. Meno di due mesi dopo,
l'ex presidente della giunta regionale pugliese è finito in manette.
Frisullo, 55 anni, leccese, ex Ds, ora Pd, si era dimesso subito prima del
rimpasto di giunta completato da Nichi Vendola lo scorso luglio. Già
allora era trapelato il suo presunto coinvolgimento nel giro di escort
messo in piedi dall'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. Lo stesso
delle feste con il premier a Villa Certosa e a Palazzo Grazioli.
Tarantini raccontò ai pm di aver offerto a Frisullo escort e denaro (che
il politico avrebbe accettato) in cambio di vantaggi per le sue società
nell'aggiudicazione di appalti presso la Asl di Lecce. Secondo Tarantini i
soldi e le donne servivano perché Frisullo sbloccasse i mandati di
pagamento per le forniture sanitarie che Tarantini gestiva. Secondo le
accuse il vice di Vendola riceveva un "mensile" di 12.000 euro.
Praticamente uno stipendio che Tarantini gli avrebbe versato per 11 mesi
nel 2008. E poi una tranche di 150mila euro insieme a costosi capi di
abbigliamento, buoni benzina, regali di vario genere e incontri con alcune
delle escort della scuderia Tarantini: Maria Teresa De Nicolò, Vanessa Di
Meglio e Sonia Carpentone. Infine, anche un'auto con autista e un servizio
di pulizia settimanale per la casa barese di Frisullo in via Giulio
Petroni, proprio dietro la sede del Consiglio regionale pugliese.
Sono pesanti le accuse contenute nell'ordinanza emessa dalla procura di
Bari contro l'ex vicepresidente della Regione Puglia. Frisullo avrebbe
beneficiato delle mazzette per favorire Tarantini e l'imprenditore barese
Domenico Marzocca (indagato a piede libero) per l'aggiudicazione di
appalti per un milione di euro per la fornitura di materiale sanitario da
parte delle società di Tarantini. Non solo: a Tarantini sarebbe andato
anche un altro appalto per quattro milioni di euro per la "gestione
dinamica dei documenti cartacei e cartelle cliniche" bandito dalla Asl di
Lecce e aggiudicato a Tarantini e alla società "Prodeo spa" di Marzocca.
Gli arresti di questa mattina (insieme a Frisullo è finito in carcere
Vincenzo Valente, direttore amministrativo dell'Asl di Lecce, ai
domiciliari, invece, Antonio Montinaro, primario di Neurochirurgia del P.
O. Vito Fazzi di Lecce e Roberto Andrioli, funzionario dell'Area gestione
patrimonio dell'Asl di Lecce) sono stati una doccia fredda per gli
accusati. "Prendiamo atto, con sconcerto e stupore, della misura cautelare
in carcere eseguita nei confronti di Sandro Frisullo", affermano gli
avvocati Michele Laforgia e Federico Massa, legali dell'ex vicepresidente
della regione Puglia. I reati contestati a Frisullo vanno
dall'associazione a delinquere alla corruzione fino alla turbativa d'asta.
I legali di Frisullo segnalano inoltre come il loro assistito, "da mesi e
per propria scelta non ha più alcun incarico né politico né
istituzionale".
Unicredit, scontro al vertice
Fondazioni in pressing su Profumo
MILANO
- E' scontro, al vertice di Unicredit, sul progetto di
riassetto del gruppo sul tavolo del Cda di domani. Le Fondazioni grandi
azioniste della banca - a quanto scrive l'Ansa - sono in pressing
sull'amministratore delegato Alessandro Profumo affinché domani chieda,
nel Cda, di rinviare il piano di "banca unica". Se non lo farà -
sostengono le stesse fonti - saranno il presidente Dieter Rampl e alcuni
dei consiglieri a domandare il rinvio del progetto.
L'aspetto più rilevante del piano consiste nella definitiva scomparsa
degli altri marchi delle banche che sono entrate a far parte del gruppo
Unicredit, come Banca di Roma e Banco di Sicilia. Ovviamente il problema
non riguarda solo le insegne, ma comporta una riorganizzazione con le
difinitiva unificazione di settori e servizi e quindi il taglio di
posizioni di potere nella struttura della banca. Questo, come si può
immaginare, ha generato un largo fronte di opposizione, soprattutto da
parte delle Fondazioni ex proprietarie che temono di perdere i propri
punti di riferimento all'interno del colosso del credito. La partita si
presenta dunque aperta e di esito incerto.
E DOPO IL
CROLLO DE IL SOLE 24 ORE E' IL TURNO DEL "MITICO" CORRIERE DELLA SERA: 130
MILIONI DI ROSSO. EPPURE ANCHE LORO, COME IL SOLE 24 ORE, STACCANO OGNI ANNO
DAI 30 AI 40 MILIONI DI EURO DI SOVVENZIONAMENTO PUBBLICO....
MILANO -
Un esercizio 2009 in sonora perdita, quasi 130 milioni
di euro, più delle attese degli analisti finanziari che si aspettavano
un'ultima riga dei conti in rosso per un centinaio di milioni.
E, forse per rilanciare una situazione non brillante, i grandi nomi
dell'azionariato che sbarcano armi e bagagli nel cda della Quotidiani.
Queste le principali novità a valle del patto di sindacato e del cda della
Rcs Mediagroup, la holding di Rcs Quotidiani che annovera tra le sue
edizioni il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.
Anche se negli ultimi mesi la società vede l'attenuazione dei segni della
crisi, non ritiene ci siano le condizioni per redigere un piano
industriale triennale, che sembra sarà messo in cantiere in corso d'anno.
I ricavi consolidati dello scorso esercizio sono scesi del 17% a 2,2
miliardi, principalmente a causa della contrazione settoriale dei ricavi
pubblicitari, calati a 709,7 milioni da 942 nel 2008. Il risultato finale
sconta, riporta la nota, "una serie di elementi negativi tra cui oneri e
proventi non ricorrenti per 112 milioni, svalutazioni di immobilizzazioni
immateriali per 19,3 milioni e un risultato negativo delle attività
dismesse (relative prevalentemente alla cessione delle attività di stampa
spagnole) per 6 milioni. Il margine operativo lordo, prima degli oneri e
proventi non ricorrenti, è dimezzato a 133 milioni. La flessione "è
strettamente correlata alla decisa riduzione della raccolta pubblicitaria,
in parte compensata dal forte intervento sui costi operativi, scesi
complessivamente di 317,5 milioni (13,4%)". Il piano di interventi posto
in essere dal gruppo sia in Italia sia all'estero per contrastare la crisi
generale e settoriale, ha portato nel 2009 "a benefici pari a circa 158,7
milioni, superiori rispetto all'obiettivo prefissato di 130 milioni". Il
titolo a Piazza Affari ha reagito alle notizie con un calo di poco
inferiore all'1%, in un listino fiacco.
Grandi novità nel consiglio della Quotidiani. Sono stati confermati il
presidente Piergaetano Marchetti e l'ad Giorgio Valerio alla guida
operativa, mentre cambiano i consiglieri che l'assemblea di aprile
eleggerà per il prossimo triennio. La consuetudine degli ultimi tempi, di
nominare nella società editrice dei quotidiani degli esponenti della
società civile, sembra venuta meno. Presto entreranno negli organi sociali
della Quotidiani i massimi rappresentanti degli azionisti del gruppo:
Giovanni Bazoli (Intesa Sanpaolo), Luca Cordero di Montezemolo (Fiat),
Diego Della Valle (Dorint), Cesare Geronzi (Mediobanca), Giampiero Pesenti
(Italcementi) e Marco Tronchetti Provera (Pirelli), oltre ad Antonello
Perricone, che è l'amministratore delegato del gruppo Rcs. A questi nomi,
indicati dal patto parasociale che vincola il pacchetto di controllo di
Rcs, saranno verosimilmente da aggiungere i manager (attualmente sono
Giorgio Valerio per l'Italia e Antonio Fernandez-Galiano), oltre ai
consiglieri indipendenti. Nel consiglio oggi in carica siedono, oltre ai
manager Marchetti, Perricone, Valerio e Fernandez-Galiano, anche Anna
Maria Artoni, Giulio Ballio, Maurizio Barracco, Vittorio Coda, Angelo
Ferro, Valerio Onida, Gianfelice Rocca e Riccardo Stilli.
Un'ultima indicazione uscita dal cda di Rcs finito verso pranzo è che la
quota del 10% di Poligrafici Editoriale (che pubblica Il Resto del
Carlino, La Nazione, Il Giorno), sarà ceduta ad Andrea Della Valle,
fratello di Diego, l'imprenditore e socio di Rcs. L'acquisto dovrebbe
perfezionarsi entro un mese al prezzo di 9,5 milioni, e farà dei Della
Valle i maggiori azionisti di Poligrafici dopo Maria Luisa Monti Riffeser
che detiene il 61%.
SOLE 24 ORE: UN BUCO
SPAVENTOSO
di WSI
La combinazione esplosiva di recessione
e pessima gestione aprono una voragine "ufficiale" di 52.6 milioni di euro
nei bilanci del quotidiano di Confindustria. Crollano diffusione (-18.6%
in 12 mesi) e pubblicita'. Costi alle stelle.
Il Gruppo Sole 24 ore
ha chiuso il 2009 con una perdita netta di 52,6 milioni di euro, rispettto a
un utile di 16,1 milioni nell'anno precedente. E' quanto si legge in una
nota diffusa al termine del Cda che ha anche conferito i poteri di gestione
all'amministratore delegato Donatella Treu.
Nonostante il "buco" di dimensioni senza precedenti in Italia e nel mondo
per un'azienda editoriale (quanti anni ci vorranno per tornare al pareggio?)
il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, proporra', nella sua
qualita' di azionista di controllo, la riconferma di Giancarlo Cerutti come
presidente del Sole 24 ore Spa per il prossimo triennio.
La perdita record di bilancio e' da attribuirsi al crollo delle vendite in
edicola e al parallelo tracollo della raccolta pubblicitaria sia cartacea
che online. I ricavi sono scesi da 244,6 milioni del 2008 a 187,6 milioni
del 2009. Motivi: 1) la combinazione esplosiva di recessione e pessima
gestione aziendale (qualche testa tra i manager sta per saltare); 2)
l'infelice scelta da parte di Emma Marcegaglia di Gianni Riotta come
direttore, un giornalista serio ma senza alcun background
economico-finanziario; 3) infine, per l'intero Gruppo editoriale di Via
Monterosa ha pesato la zavorra di costi fissi astronomici.
Nei 12 mesi dal dicembre 2008 al dicembre 2009 "Il Sole 24 Ore" ha accusato
una discesa a picco della diffusione pari a -18.6%, da 324.221 a 263.803
copie (parliamo di diffusione, non di vendita effettiva). Soltanto tre anni
fa le copie diffuse erano oltre 400.000. Alla luce di questa drammatica
situazione, dall'8 marzo "Il Sole 24 Ore" ha proclamato formalmente con
tanto di accordo firmato dalle controparti (azienda e sindacati) lo "stato
di crisi" per la durata di 2 anni.
COPIE DIFFUSE DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI ITALIANI
Dicembre 2009 / Dicembre 2008 / variazione %
1) E-Polis 499.500, 497.160, 0%
2) Corriere della Sera 485.203, 578.879, -16,2
3) la Repubblica 479.805, 460.574, + 4,2
4) La Stampa 291.000, 297.400, -2,2
5) Gazzetta dello Sport 289.481, 329.263, -12,1
6) Il Sole 24 Ore 263.803, 324.221, -18,6
7) Il Messaggero 186.800, 190.000, -1,7
8) Il Giornale 186.655, 167.791, + 11,2
9) Avvenire 105.405, 103.315, + 2,0
10) Libero 102.866, 115.908, -11,3
11) Il Secolo XIX 85.184, 91.956, -7,4
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Peggiorano i conti del gruppo Sole 24 Ore che chiude il 2009 con una perdita
di 52,6 milioni, dopo aver realizzato un utile di 16,1 milioni nell'anno
precedente. In calo anche i ricavi, soprattutto quelli pubblicitari, passati
da 244,6 milioni del 2008 a 187,6 milioni dello scorso anno. I ricavi
consolidati sono invece scesi da 573 milioni a 502,7 milioni di euro. In
peggioramento poi la reddivita', con l'Ebitda che mostra un valore negativo
per 24,7 milioni di euro.
La posizione finanziaria netta del gruppo al 31 dicembre e' positiva per
98,8 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 149,0 milioni di euro al 31
dicembre 2008, come conseguenza dell'andamento della gestione operativa
dell'esercizio cui si aggiungono la distribuzione di dividendi per 10,2
milioni di euro e investimenti netti per 20,4 milioni di euro.
Il Cda che ha approvato il bilancio ha deciso di sottoporre all'Assemblea
degli azionisti, convocata per il 14 Aprile, la proposta di non distribuire
alcun dividendo e di ripianare la perdita dell'esercizio della Capogruppo Il
Sole 24 Ore pari a oltre 46 milioni mediante utilizzo di alcune poste del
patrimonio netto.
ECCO COME
FANNO VENIRE LA DIARREA: DA UNA PARTE QUELLI CHE C'ENTRANO IN UN GABINETTO E
DALL'ALTRA QUELLO CHE LI INCULA...IN MEZZO LA PUTREFAZIONE DI UNA INTERA
NAZIONE
« - Ecco i vostri
nomi: Mr. Brown, Mr. White, Mr. Blonde, Mr. Blue, Mr. Orange e Mr.Pink!
- Perché io sarei Mr. Pink?
- Perché tu sei un frocio, va bene?
- Perché non ci scegliamo noi il colore?
- Non se ne parla neanche. Ci ho provato una volta, non funziona... quattro
ragazzi, tutti a litigare per chi si doveva chiamare "Mr. Black"! »
(Joe Cabot a Mr. Pink nel film: "Le iene" di Quentin Tarantino)
Le Iene si stanno per divorare tra loro. I segnali non mancano. E' l'atto
finale della spoliazione del Paese. Le risorse sono sempre più limitate, ma
l'appetito è aumentato. Le iene si sono riprodotte e ingrassate per anni in
mancanza di una opposizione, come in una grande riserva. Mr Black non è più
in grado di controllare Mr.Pink, né Mr. Green che
ha detto: "Ne
abbiamo piene le scatole di una Regione che non riesce a decollare. La
Lombardia è in crisi, manca il lavoro, è senza un progetto. Da noi chi viene
preso a rubacchiare viene mandato subito via"... (e trasferito agli
alleati, come
Pier Gianni Prosperini).
Le iene percepiscono la presenza d'una carogna o di sangue fresco a
centinaia di metri e osservano il volo degli avvoltoi per individuare le
carcasse d'animali morti. E in attesa della carcassa di Mr.Black si
preparano. Mr Brown sta creando un nuovo clan:
Generazione Italia.
Mr. White e Mr. Blue, il
Partito del Sud.
Mr. Pink è da tempo in volo a larghi cerchi, lui è meglio di Nostradamus
per l'odore di carogna, come ogni ex democristiano li prevede almeno un
lustro prima. Mr. Pink
lancia i suoi
stridii: "L’impasto di populismo leghista di Berlusconi, che più diventa
anziano e più si incattivisce nei difetti". Mr. Orange ha anticipato
tutti con la sua
dichiarazione:
"Mr. Black e Mr. Blue referenti della mafia". Il nervosismo per le
spoglie del più grande partito degli ultimi 150 anni rende tutti nervosi.
Piccoli mister crescono e
si picchiano tra loro.
Il buttafuori di Mr. Black ha minimizzato: "Saranno state mezze sberle",
nulla in confronto a olio di ricino e manganello.
Le iene hanno denti e mascelle formidabili e uno stomaco che digerisce
tutto, tranne le corna ed i peli, quelli li lasciano agli italiani insieme
al debito pubblico più grande della UE. Digerito il Paese si sbraneranno tra
di loro. Loro si sbranano e nel frattempo, dall'inizio della così detta
crisi, DODICI PERSONE SI SONO UCCISE NEL TREVIGIANO DI FRONTE ALLA
PROSPETTIVA LICENZIAMENTO, A BREMBATE ( BERGAMO) UN TRENTASEIENNE SI E'
COSPARSO DI BENZINA E SI E' DATO FUOCO, AD IMOLA UN OPERAIO SI E' IMPICCATO
ALLA NOTIZIA DELLA MOBILITA', A COMO UN NEGOZIANTE HA TAGLIATO CON UNA
TRONCHESA LA TESTA DELA SUO SOCIO IN AFFARI E L'HA MESSA NEL FORNO A
CUOCERE...
Si sente dire
spesso, dalle parti dei centristi di Casini, che l’opposizione si fa in
Parlamento, e non in piazza. Argomento opinabile, ma certamente legittimo.Si
fa però fatica a capire come si possa fare opposizione moderata e
istituzionale se poi in Parlamento non ci si va, nemmeno a votare le proprie
iniziative.E’ successo oggi, alla Camera, dove è in corso l’esame del famoso
e ormai sostanzialmente inutile decreto salva-liste. A Montecitorio le
pregiudiziali di incostituzionalità, che avrebbero affossato il tanto
discusso provvedimento, non passano per pochi voti. Decisiva, l’assenza di
Casini, Buttiglione e altri 15 deputati Udc.Le cronache parlamentari
raccontano di un Franceschini infuriato, e di un diffuso sconcerto tra i
banchi dell’opposizione. L’occasione, dicono i democratici, era ghiotta. Si
poteva mandare sotto l’esecutivo alla vigilia delle elezioni, e assieme
ridare un po’ di fiato simbolico a un Parlamento maltrattato dall’ossessione
decretista del governo.E invece niente.Con la beffa finale di scoprire che
perfino uno dei firmatari delle pregiudiziali, Michele Vietti, anche lui
Udc, era anche lui assente. Chi invece E' SEMPRE PRESENTE, ECCOME, LA' DOVE
C'E' UN TROJAIO, UNA POZZA PUTRESCENTE, E' TESTA D'ASFALTO:
Annozero e
Michele Santoro per mesi non fanno dormire sonni tranquilli al
presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che schiera tutte le
sue truppe, dentro e fuori l'Agcom (l'Autorità Garante per le
comunicazioni) per bloccare quelle trasmissioni.
E la violenza verbale con i suoi uomini all'Agcom e con il
direttore generale della Rai, Mauro Masi, aumenta ogni giorno di
più perché ci sono difficoltà a bloccare Santoro, Floris e le
altre trasmissioni non gradite al premier. E, come emerge dalle
numerose intercettazioni tra Berlusconi e Giancarlo Innocenzi
(entrambi indagati insieme al direttore del tg1 Augusto Minzolini),
il presidente del Consiglio comincia a delineare gradualmente la
necessità di far tacere non solo Annozero, ma di "chiudere tutto",
tutti i talk show sull'informazione politica. Cosa che poi avverrà
grazie al regolamento sulla par condicio approvato dalla Vigilanza
e alla sua applicazione da parte del Cda Rai.
"Aprire il fuoco". In una conversazione con
Innocenzi Berlusconi ordina di "aprire il fuoco" "non solo su
Santoro, apritelo su tutte le trasmissioni di questo tipo".
Innocenzi risponde: "Santoro continua a sbattersene, allora l'idea
nostra è che da martedì, noi, cominciamo ad aprire il fuoco a
tutto spiano". Innocenzi continua a rappresentare al premier tutto
quello che stanno facendo insieme al direttore della Rai, Mauro
Masi, per bloccare Santoro. Berlusconi lo interrompe bruscamente e
gli ripete: "Ecco, fammi finire, quello che adesso bisogna
concertare è che l'azione vostra (di Innocenzi e di Masi ndr) sia
un'azione che consenta alla Rai per dire "chiudiamo tutto"".
Innocenzi continua a dire che Berlusconi ha ragione e gli spiega:
"In più c'è un codice che abbiamo varato noi, che impedisce la
rappresentazione di processi in tv, per altro avallato dal Csm e
anche da Napolitano, con il plauso di Napolitano, oltre che del
Csm e lui (Miche-le Santoro ndr) in spregio totale continua a
sbattersene i co- glioni". "Grave il processo a
Cosentino". Innocenzi aggiorna Berlusconi su quello che
ha fatto e su quello che farà: "Guarda io ti dicevo che avevo
fatto già una riunione con Gorla (cda della Rai), con Cosimo Ferri
(magistrato del Csm) con Romani... Cosimo ha messo in piedi questo
tipo di giuristi e lunedì io ho già detto al segretario generale,
a Calabrò (presidente dell'Agcom) che i quattro nostri fanno
subito una denuncia all'autorità e noi chiediamo l'apertura
dell'istruttoria, non solo per l'aspetto specifico di Cosentino
(sottosegretario del Pdl per il quale la magistratura aveva
chiesto l'arresto per camorra, richiesta respinta dal Parlamento
ndr) ma per tutto il seguito delle trasmissioni che abbiamo
analizzato, quindi ormai è un crescendo continuo da parte sua (di
Santoro ndr)". E Berlusconi punta a difendere Cosentino e dice ad
Innocenzi: "Ecco è grave anche il fatto che facciano (ad Annozero
ndr) un processo ad uno (Cosentino ndr), è gravissimo che qua non
ci sia nessuno che lo difenda che quindi non ci possa essere
nessun contraddittorio, è grave che facciano interpretare a degli
attori delle cose che risalivano l'altro a dieci anni fa".
"Bisogna che tu chiami Casini". Innocenzi spiega
al premier che si sta adoperando anche per il sottosegretario
informandolo che sta tentando di convincere anche Gianluigi Magri
(componente dell'Agcom vicino all'Udc ndr) anche se "è titubante,
gli ho già parlato ma è molto titubante". Ed il voto di Magri,
dice Innocenzi, potrebbe essere utile per bloccare Santoro:
"Bisogna che tu chiami il Pier, perché mi ha detto Magri...".
Berlusconi dice ad Innocenzi che vedrà Casini e che aspettava di
incontrarlo. Ed Innocenzi: "Ecco però fai una cosa con lui, fagli
capire che ci tieni molto al suo giudizio in genere". E
Berlusconi: "Io volevo fare l'indignato e mandarlo a fare in culo
(a Casini ndr)", ma Innocenzi gli dice che sarebbe meglio non
farlo. "Va bene ciao" conclude Berlusconi. E dalle carte
dell'inchiesta non emerge se poi abbia incontrato Casini per il
"caso Santoro".
"Volevano farmi un attentato". Berlusconi non ha
un attimo di tregua, informa Innocenzi di avere parlato con il
direttore generale della Rai Masi "e con tutti i nostri uomini
perché ho fatto uno studio sulle televisioni europee, non c'è
nessuna televisione europea in cui ci sono questi pollai e allora
perché noi dobbiamo avere queste fabbriche di fango e di odio.
Sono dovuto stare un giorno chiuso a Palazzo Chigi, dormirci la
sera prima e la sera dopo perché - rivela il premier ad Innocenzi
- è venuto fuori che volevano farmi un attentato accostando una
macchina alla mia nel percorso da casa mia a Palazzo Chigi... e
oggi Ghedini ha ricevuto una cosa con cinque pallottole in cui gli
dicono che lo aspetta un caricatore intero, che sarà per lui, per
sua moglie, per sua sorella, per suo figlio, che sanno dove va a
scuola suo figlio che sanno dove va a giocare e gli hanno
praticamente rovinato la vita...". E allora, conclude Berlusconi
"non si può piu vedere Di Pietro che fa quella faccia in
televisione, alla Rai, perché queste trasmissioni fanno sì che la
gente dica "io non pago più il canone perché non voglio che i miei
soldi vadano a Santoro e Floris"".
"Il pm e i danni alla Rai". E con tutte queste
attività, tutte queste "pressioni" nei confronti dei suoi uomini
alla Rai ed alla Agcom, per il pm che l'ha indagato, Berlusconi ha
provocato "danni" alla televisione di Stato. "Pressioni" che
Innocenzi, pluri-intercettato, quando viene interrogato dal pm di
Trani, nega di aver ricevuto: "Assolutamente no". E quando il
magistrato fa una domanda specifica, se avesse ricevuto pressioni
per i "processi in televisione" Innocenzi risponde ancora:
"Assolutamente no". "Ne è sicuro?". "Assolutamente
si..
Un robusto carteggio interno
alla Rai, una lunga ricostruzione di tutte le pressioni subite
dalle origini di Annozero ai giorni nostri, lo stucchevole
tiramolla aziendale sul contratto di Marco Travaglio e il
capitolo dei rapporti kafkiani tra i giornalisti “sgraditi” e
l’occhiuto Garante per le comunicazioni. Ieri, nelle due ore e
un quarto trascorse con i pm di Trani che indagano su Silvio
Berlusconi per la vicenda Rai-Agcom, Michele Santoro è stato un
fiume in piena. Tanto che in più di un’occasione, secondo quanto
risulta al “Secolo XIX”, i pubblici ministeri hanno
faticato a mantenere l’audizione dell’anchorman campano negli
stretti binari di un’inchiesta nata per una presunta truffa
sulle carte di credito Amex e che nel suo filone ora più
popolare poggia su intercettazioni telefoniche disposte tra
l’ottobre del 2009 e lo scorso mese di febbraio. Proprio su
questi nastri sbobinati dalla Guardia di Finanza di Bari, che
conterrebbero almeno una ventina di telefonate del presidente
del Consiglio e centinaia di conversazioni di politici al
direttore del Tg1 Augusto Minzolini, si giocherà la partita
giudiziaria più delicata: quella della loro distruzione per la
parte che non sarebbe penalmente rilevante. Al suo arrivo sulla
piazza del Palazzo di giustizia di Trani, pochi minuti prima
delle 11 di mattina, Santoro ha trovato ad attenderlo decine di
telecamere e una cinquantina di pensionati incuriositi da un
“circo mediatico” – per dirla con gli avvocati del premier – che
a quaggiù non vedevano dal Natale del 1980, quando per stroncare
una rivolta brigatista nel supercarcere dovettero piombare da
Roma i Nocs. Questa volta da Roma sono piombati i furgoncini
delle tv e gli ispettori di Angelino Alfano, a caccia di errori
formali in quelle intercettazioni che il ministro ha già
defininito “a strascico” per stigmatizzarne la presunta
pretestuosità. Quello di Santoro, giacca di velluto, camicia
bianca e pantaloni scuro, è stata un mezzo trionfo. Prima di
farsi interrogare ha stretto un bel po’ di mani e si è limitato
a proferire un eroico “Vado avanti”. Sotto braccio aveva una
bella cartellina zeppa di carte con sopra la farfallina della
Rai. All’uscita non ha potuto raccontare nulla della propria
audizione, perché anche a lui i magistrati hanno imposto il
vincolo del segreto come avevano fatto il 17 dicembre scorso con
Minzolini. Il direttore del Tg1 però si fece beccare subito dopo
l’interrogatorio mentre chiamava sul cellulare uno dei più
stretti collaboratori del premier e oggi si ritrova indagato per
rivelazione del segreto istruttorio. Il conduttore di Annozero,
invece, si è cucito la bocca ma aveva tutta l’aria di chi s’era
ampiamente sfogato a verbale.Tra i documenti che Santoro ha
messo a disposizione dei pm coordinati dal procuratore capo
Carlo Maria Capristo, spiccano carte non proprio
riservatissime, ma che possono aiutare i magistrati a
contestualizzare meglio le presunte “pressioni” di Silvio
Berlusconi sull’ex dipendente Fininvest Giancarlo Innocenzi,
commissario dell’Agcom più volte insultato al telefono per non
aver saputo, o potuto, bloccare puntate scomode come quella sul
pentito Gaspare Spatuzza o sul processo all’avvocato Mills. In
particolare, ai pm pugliesi sarebbe stata consegnata una serie
di lettere delll’Agcom al cda della Rai per presunte
“violazioni” commesse da Santoro e Travaglio. Istruttorie
sfociate in nulla e condotte senza che i giornalisti potessero
difendersi, ma che per esempio sono tornate utili ai dirigenti
di Viale Mazzini al momento di inchiodare per mesi la trattativa
per il rinnovo del contratto di Travaglio. Contratto che
in una prima stesura, bocciata dal fondatore del Fatto
Quotidiano, prevedeva non solo il controllo preventivo
dell’editore Rai sul testo dei suoi interventi da leggere ad
Annozero, ma anche la responsabilità diretta ed esclusiva del
giornalista su eventuali multe dell’Agcom.
Congedata
la “celebrità” Santoro, i pm sono poi scesi a Bari per
incontrare gli ispettori ministeriali guidato da Arcibaldo
Miller. Qui non c’è stato spazio per troppe divagazioni. Il pm
Michele Ruggiero ha spiegato ai giornalisti che non verranno
mostrate loro «carte che non siano consultabili anche dai legali
degli indagati». Il che per ora significa lasciare agli
ispettori la possibilità giusto di verificare che i timbri siano
regolari e che le date sui registri siano coerenti con le
richieste di intercettazioni. Anche per questo il ministro
Alfano, ieri è stato protagonista di un durissimo“scambio di
vedute” con il Csm. L’organo di autotutela dei magistrati ha
aperto un fascicolo sulla sua decisione di spedire a Trani gli
ispettori e in serata il guardasigilli ha bollato il tutto come
un’iniziativa “inaccettabile” e che “viola la Costituzione”.
IL FINALE
E' TUTTO SUO: "Voglio
tra le 500mila ed IL MILIARDO DI PERSONE in piazza".
COLPO DI
STATO?? MA NON DICIAMO CAZZATE !!
La sinistra
che va in piazza contro Berlusconi, i pidimenoellini alla riscossa, sono il
vero segnale del cambiamento in atto. Infatti se persino loro si dissociano
dallo psiconano, vuol dire che per lui è finita veramente. Prossimamente
aspettiamo a Roma, in piazza del Popolo, anche i mafiosi, i piduisti, i
clericali,QUELLI dell'opus dei, i fascisti, i leghisti, le mignotte,
il Papa, il cardinal Bertone, Gheddafi, Putin e gli evasori totali (di certo
i più numerosi). Tutti dissociati, a prendere le distanze da un relitto
umano. Cosa resterà di lui? Solo alcuni versi di Bondi:"Ei fu. Siccome
immobile,dato il mortal sospiro...". Facile prendersela con chi non può più
difendersi, un povero vecchio che va curato, circondato suo malgrado da
esseri ripugnanti di giorno e da puttane stagionate di notte. Provate voi a
vivere con Gasparri, Ghedini, Cicchitto, Bonaiuti e Capezzolone. Tutto
quello che ha fatto è stato per il bene del Paese e per non finire in
galera. E' sfuggito al carcere e ha sgovernato grazie alla peggiore
opposizione d'Europa che gli ha consentito qualunque porcata per tre lustri.
E, ora, quegli stessi che gli hanno regalato l'Italia in cambio delle
briciole e di una solida poltrona: Bersani, Veltroni,Franceschini, Dalema(più
o meno dato che dopo il fallimento della scalata Unipol, dopo il fallimento
della scalata a Mister PESC d'Europa,dopo il doppio fallimento nella sua
Puglia delle primarie (2005-2010), è stato "premiato" con la carica a
comandante in capo del COPASIR, Bonino, la monaca spogliata, (che con lui ha
governato) lo accusano in pubblico. Per una volta, questa fatiscente
controfigura di statista ha ragione quando dice: " Sinistra in piazza per la
libertà? Grottesco!".
COLPO DI
STATO ALL'ITALIOTA, 5 MARZO 2010
Da
questa notte l'Italia non è più, ufficialmente, una democrazia.
Napolitano ha firmato il decreto della legge interpretativa del Governo che
rende alcuni italiani più uguali degli altri. Le leggi d'ora in poi saranno
interpretate, ogni volta che converrà a loro, da questi golpisti da
barzelletta e, alla bisogna, interverrà un presidente della Repubblica che
dovrebbe essere messo sotto impeachment per alto tradimento.
Napolitano ha firmato di notte, di fretta, mentre gli italiani dormivano
(forse per una volta si vergognava anche lui). Le liste
elettorali senza firme, con firme non autenticate, liste neppure
presentate, le liste porcata sono state interpretate, riverginate.
Formigoni e Polverini sono stati
riammessi. Una qualunque lista dell'opposizione con il più piccolo vizio di
forma sarebbe stata respinta. Siamo in dittatura. Sembra strana questa
parola detta all'inizio di una nuova primavera: "dittatura".
La magistratura è fuori gioco. Il
Parlamento è fuori gioco. Le leggi, anzi i decreti legge del
Governo, sottratti alla discussione parlamentare, sono la norma. La firma di
Morfeo Napolitano è sempre scontata. E ora, persino l'interpretazione delle
leggi è soggetta a Berlusconi, è compito del Governo. Io Berlusconi, io La
Russa, io Cicchitto, io Maroni, io Gasparri, io Napolitano... io sono io e
voi, cari italiani, miei sudditi, non siete un cazzo. Io emano le leggi, le
interpreto e regno.
I ragazzi del
MoVimento 5 Stelle
hanno raccolto firme per la strada, valide, autenticate per mesi durante
questo gelido inverno. Senza un soldo di finanziamento, tutto di tasca loro.
E sono stati ammessi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna,
Campania. Formigoni e la Polverini se venissero eletti,
non avrebbero nessuna legittimità
e i primi a saperlo sono proprio loro. Nessuna legge regionale in Lombardia
e nel Lazio potrebbe essere ritenuta valida dai cittadini. Il lombardo e il
laziale a questo punto avranno il diritto sacrosanto di interpretare le
leggi come cazzo gli pare.
Da oggi inizia una nuova Resistenza, l'Italia non è proprietà privata di
questi scalzacani. Questa legge porcata in un certo senso è un
bene. Ora è chiaro che il Paese si divide in golpisti e
democratici. Noi e loro. La Grecia è vicina e forse ci darà una mano. Tloc,
tloc, tloc. Girano le pale. Tloc, tloc, tloc. Si scaldano gli elicotteri.
Di
Pietro attacca il Colle. Il leader dell'Idv, parlando della
firma del decreto, accusa il presidente di comportamento "pilatesco". Non
solo. "Dalla lettura dei giornali - dice - ho appreso che il Quirinale
avrebbe partecipato attivamente alla stesura del testo. Se così fosse
sarebbe correo visto che, invece di fare l'arbitro, avrebbe collaborato per
cambiare le regole del gioco mentre la partita era aperta". In base a ciò,
insiste Di Pietro, "c'è la necessità di capire bene il ruolo di Napolitano
in questa sporca faccenda onde valutare se non ci siano gli estremi per
promuovere l'impeachment nei suoi confronti per aver violato il suo ruolo e
le sue funzioni".
Formigoni è
presidente della Lombardia dal 1995. Si crede insostituibile e si candida
per la quarta volta. Non potrebbe, infatti
la legge 165/2004 articolo 2
lo proibisce. Si può essere eletti solo per due mandati consecutivi. Lo ha
riportato il 21 gennaio anche il “Fatto Quotidiano”, ma nessuno ha
fatto una piega. Formigoni tira dritto come ha fatto dopo l'avviso di
garanzia per l'inquinamento a Milano. Era persino contento, pensava peggio.
E ha sventolato con fierezza l'avviso di garanzia (vedi
video). "Formigoni uno di noi" è
tempo che tolga il disturbo, mi dicono che si stia allenando in bicicletta a
scopo dimostrativo. Formigoni, se eletto, potrebbe essere destituito se
qualcuno facesse ricorso. Perché rischiare?
Ricapitoliamo:BECCATO AL TELEFONO, COME AL SOLITO,AD IMPORRE AD ORGANISMI DI
"GARANZIA" DI CHIUDERE LA BOCCA A PERSONAGGI INDESIDERATI ( COME SANTORO,
TRAVAGLIO, DANDINI...),CON I SUOI SCHIAVI INDAFFARATI AD INCASINARE LISTE ELETTORALI CHE
POI NON DEPOSITANO NEI TERMINI DI LEGGE,LA CREAZIONE DI UN DECRETO
INCOSTITUZIONALE PER EVADERE REGOLE CHE INVECE VALGONO PER TUTTI GLI ALTRI,
I BERTOLASO BERLUSCONES INDAFFARATI A FARE LA CRESTA SU TERREMOTI E SCIAGURE
SENZA ALCUN LIMITE ALL'INDECENZA, IL NUMERO DUE DEL PARTITO DEI LADRONI,
VERDOLINI-MINCHIOLINI, INTENTO A RUBARE SOLDI ATTRAVERSO TELECOM-FASTWEB, IL
SENATORE DI GIROLAMO, ELETTO CON VOTI TAROCCATI NEL PDL GRAZIE ALLA N'DRANGHETA,
ANCHE LUI COINVOLTO NELLA CRESTA TELECOM-FASTWEB, LE PUTTANE A PALAZZO GRAZIOLI, LA CORRUZIONE DI SENATORI PER
LA CADUTA DEL GOVERNO PRODI ATTRAVERSO LE "VELINE" DI SACCA' UN SUO fideles
magnaccia IN RAI, IL SUO COMMERCIALISTA MILLS CONDANNATO A 4 ANNI DI
RECLUSIONE PER AVER TESTIMONIATO IL FALSO NEI PROCESSI ALL-IBERIAN CHE LO
VEDEVANO COINVOLTO, I 750 MILIONI DI EURO DA DARE ALLA CIR PER IL FURTO
DELLA MONDADORI, LA PEDERASTIA CONCLAMATA A CASORIA, IL PENTITO MAFIOSO
SPATUZZA CHE PARLA DEL SUO COINVOLGIMENTO CHIAVE NELLE STRAGI DEL 1992-1993
(ED ECCO CHE AL BRACCIO ARMATO DEI GRAVIANO VIENE TOLTO IL 41 bIS COME
REGIME CARCERARIO PERCHE' "MUTO DEVE STARE"), IL SUO COMPAGNO DI MERENDE
DELL'UTRI CONDANNATO A 9 ANNI PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA,
L'EVASIONE FISCALE DELLA SUA MONDADORI ,RUBATA come di cui sopra, PER OLTRE 200 MILIONI DI EURO,
I SUOI PROCESSI MEDIATRADE, LA CRESTA MILIARDARIA NEL GIRO DI COMPRAVENDITE
DI FILM DALL'ESTERO ATTRAVERSO SOCIETA' OFF SHORE OCCULTE E FUORILEGGE, LA
SUA BANCA SVIZZERA ARNER PIENA ZEPPA DI DANARO COLEGATO A STRANI CONTI
CORRENTI MAFIOSI, ora abbiamo IL CASO POLLARI/POMPA-SISMI-TELECOM,A CUI E'
STATO APPOSTO IL SEGRETO DI STATO, LE INTERCETTAZIONI DI TRANI CHE LO VEDONO
COINVOLTO A FAR PRESSIONI A "DIRETTORISSIMI" DELLA TELEVISIONE PUBBLICA ED
ALL'AGENZIA CHE SI OCCUPA DELLA TUTELA DELL'INFORMAZIONE PER FAR CHIUDERE LA
BOCCA A TRASMISSIONI RITENUTE LESIVE DELLA SUA PERSONA.
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La Grecia si arrende
Atene rinvia l’emissione del
nuovo debito e si affida alla clemenza delle banche tedesche
"La Grecia è andata”, dicono gli
operatori finanziari. Tradotto: ormai è quasi sicuro che non riuscirà a
vendere i suoi titoli di debito a investitori che hanno sempre meno fiducia
nelle capacità del governo di Atene di avviare il piano di risanamento
promesso all’Unione europea. Il Wall Street Journal di ieri ha
rivelato che questa settimana era previsa un’asta di titoli di Stato, ma il
governo l’ha rinviata all’ultimo minuto per timore che lo sciopero generale
di mercoledì scoraggiasse i potenziali investitori. L’asta dovrebbe
quindi tenersi la prossima settimana ed è considerato l’ultimo test per la
Grecia: se non vende i bond sarà la bancarotta.
L’APPELLO. “Le nostre peggiori paure
hanno trovato conferma nell'economia, la Grecia non deve pensare ai costi
politici ma concentrarsi sulla sua sopravvivenza”, ha detto ieri il primo
ministro greco George Papandreou, in un discorso che era in realtà un
appello alla Germania.
Perché ormai il destino della Grecia si
gioca in una partita a due con Berlino, l’Unione europea ha abdicato e
ha lasciato alla cancelliera Angela Merkel la responsabilità di decidere se
abbandonare Atene al collasso (così l’euro si svaluterà e i prodotti
tedeschi ritroveranno competitività, ma al prezzo di una nuova crisi
bancaria e forse una recessione).
La posizione tedesca oscilla: il
Financial Times Deutschland scrive che le banche tedesche hanno fatto sapere
di non essere interessate a comprare bond greci, posizione che equivale a
una sentenza di morte finanziaria per Atene. Ma Papandreu è stato invitato a
Berlino il 5 marzo, per discutere con la Merkel il destino del suo Paese.
Per guadagnare consenso in patria
annuncia di reclamare "le riparazioni di guerra" che la Germania non ha mai
pagato dopo il 1945. Ma in realtà il dossier da discutere è una
sottoscrizione dei titoli di debito greci fatta da banche tedesche con il
governo che si accolla la garanzia dei prestiti. Un’associazione dei
consumatori greca ha lanciato una campagna per il boicottaggio dei prodotti
tedeschi dopo la copertina della rivista Focus su cui era rappresentata la
Venere di Milo con il dito medio alzato.
I DUBBI. I mercati non sanno bene a chi
credere, perché nel frattempo continuano le scommesse al ribasso sull’euro,
fatte dai fondi speculativi che puntano sul collasso della Grecia. Il nove
marzo Papandreu poi andrà da Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti
lo ha invitato per discutere della situazione finanziaria e valutare anche
le conseguenze dei un eventuale default.
Chi scalpita per intervenire è il Fondo
monetario internazionale guidato da Dominique Strauss-Khan. Ieri il
direttore del Fmi ha detto che "se ci sarà chiesto di fare di più, lo
faremo", visto che l’Unione europea non sembra in grado di risolvere da sola
il problema nonostante le rassicurazioni del Lussemburgo che, con il suo
ministro delle Finanze del Lussemburgo, Luc Frieden, ricorda come "l’Europa
non permetterà che la Grecia diventi un pericolo per la zona euro".
Strauss-Khan pensa anche alla campagna
elettorale del 2012 in Francia, dove è l’unico candidato del Partito
socialista che potrebbe contendere l’eliseo a Nicholas Sarkozy (che nella
crisi non è riuscito a imporre una reazione coordinata dell’Europa).
Strauss-Khan deve però vincere le resistenze culturali europee: nessuno
vuole che la crisi greca sia risolta da un organismo internazionale che,
anche se guidato da un francese, ha una chiara matrice americana.
L'Istat specifica
che nel quarto trimestre 2009 il Prodotto interno lordo è a -0,3% rispetto
al trimestre precedente
e a -3 per cento nei confronti del quarto trimestre del 2008. E' il maggior
calo tra i Paesi dell'area euro
Pil ancora giù, nel 2009 crolla a -5,1 per cento
Allungamento
Cig, no del governo
Sacconi: "E' inutile, daremo parere negativo"
Dure critiche delle opposizioni ma anche di Moffa (Pdl):
"Si rispettino anche le prerogative del Parlamento". Ma anche la Ragioneria
generale diffonde un giudizio negativo
Stop ai processi
Mills e Mediaset
più difficile bloccare Mediatrade
MILANO - Nuovo stop al processo
Mills, identico destino per quello sulle presunte frodi fiscali Mediaset.
Più complicato bloccare immediatamente il nuovo troncone Mediatrade, in
cui il premier è indagato di appropriazione indebita e frode fiscale.
La
legge sul "legittimo impedimento" approvata ieri dal
Senato, avrà comunque ripercussioni
pesanti sul destino processuale del presidente del consiglio.

«Grande successo della manifestazione
di oggi pro-Polverini a Piazza Farnese. Erano almeno in venti»
Regionali Lazio e Lombardia,
centrodestra nel caos
Polverini: "Continueremo la nostra corsa"
"Sono ottimista, anche Berlusconi lo è" ha detto la
candidata dopo l'incontro con il presidente del Consiglio
Maroni: "Non c'è spazio per un provvedimento d'urgenza. Non si possono
cambiare le regole"
ROMA
- Dopo quella del Pdl resta fuori anche la lista di Renata Polverini. Si
profila come un vero disastro politico-organizzativo quello del
centrodestra alle prese con le Regionali del Lazio. Il listino della
sindacalista, mancante di una della firma di uno dei rappresentanti di
lista, non sarebbe stato ammesso alle elezioni regionali dall'ufficio
centrale elettorale della Corte d'Appello. La lista, invece, sarebbe
stata bocciata avendo un simbolo troppo simile a quello di Fabio
Polverini, candidato di una lista collegata a Forza Nuova di Roberto
Fiore. Mentre la lista di Renata Polverini ha un simbolo rosso con il
tricolore sotto, quello di Fabio Polverini ha la scritta Fabio in rosso e
Polverini in bianco con la dicitura candidato per la regione Lazio. La
lista con la candidatura di Fabio Polverini è stata
presentata prima.
Il Cavaliere sfida
Gianfranco
"Se insiste farò io un nuovo partito, IL PARTITO DELLE LUNGHE INCULATE,
TANTO AGLI ITALIOTI PIACE......"
ROMA
- Una provocazione. In piena campagna elettorale, "proprio
mentre il Pdl è sotto attacco". Il premier Berlusconi prende malissimo
anche l'ennesimo affondo del cofondatore Gianfranco Fini sulla gestione
del Pdl. Un logorio quasi quotidiano al quale però il Cavaliere ha
deciso che si sottrarrà, e in fretta, già all'indomani delle regionali,
raccontano i dirigenti che lo hanno sentito nel pomeriggio.
Il redde rationem, LA NOTTE DELLE LUNGHE INCULATE, scatta alla chiusura
delle urne, vada come vada, il 29 marzo. "Se continua così, dopo il voto
faccio un nuovo partito E ME LO INCULO TUTTO GIANFRANCA. È venuto il
momento di contarci, voglio proprio vedere su quanti parlamentari può
fare affidamento, stavolta, l'amico GianfrancA, quanti siano davvero i
finiani" è sbottato il presidente del Consiglio. Una pugnalata alle
spalle, quest'ultimo "così com'è il Pdl non mi piace", spedito dalla
Sardegna proprio nelle stesse ore in cui lui stava ricevendo a Palazzo
Grazioli la "finiana" Renata Polverini. Alla candidata governatrice alle
prese con l'imprevista corsa a ostacoli non ha lesinato promesse di
sostegno: "Vai avanti serena, vedrai che tutto andrà per il meglio, ti
darò una mano io E NON SOLO UNA MANO...CAPISCI A ME......". Al
responsabile elettorale Pdl, Ignazio Abrignani, ha chiesto invece una
dettagliata relazione scritta sull'"incidente" del Lazio. Con tanto di
nomi dei responsabili. Ancora Berlusconi non si capacita dello scivolone
che anche ieri ha dato il destro all'amico-avversario (nelle regioni del
Nord) Umberto Bossi, di sbeffegiare il Pdl a modo suo. Sono altri voti
che traballano dalla Lombardia al Veneto.
Rifiutata l'istanza presentata
dall'imputato Berlusconi, oggi in riunione del Consiglio dei ministri
Le motivazioni: "Impegno preso a udienza già fissata. Funzione giudiziaria
non può essere svilita"
Mediaset, no a legittimo impedimento
Ghedini: "Processo da annullare"
L'avvocato del premier: "E' un fatto gravissimo, una
decisione fuori dal sistema"
ROMA - I giudici
del Tribunale di Milano hanno respinto la richiesta di legittimo
impedimento avanzata da Silvio Berlusconi per l'udienza di oggi nel
processo Mediaset. Nell'istanza, presentata venerdì scorso dai legali del
premier, si sosteneva l'impossibilità di presenziare all'udienza da parte
dell'imputato Berlusconi a causa della riunione del Consiglio dei ministri
fissata per oggi. I giudici, però, hanno spiegato che l'udienza odierna
era stata decisa tenendo conto degli impegni del presidente del Consiglio.
Immediata è arrivata la reazione di Niccolò Ghedini, avvocato del premier,
secondo il quale ci sono gli elementi per un "annullamento del processo".
Processo Mills, la Cassazione. MILLS E' STATO CORROTTO DAL
PEZZO DI MERDA
"Condanna PRESCRITTA, il reato è prescritto"
ROMA
- "Il reato di corruzione in atti giudiziari a carico dell'avvocato Mills
è prescritto". La decisione della Corte di Cassazione arriva dopo circa
quattro ore di camera di consiglio e dopo che lo stesso procuratore
generale aveva chiesto l'estinzione del reato. Che, in sostanza è
stato consumato (tanto che la stessa corte ha condannato Mills a risarcire
alla presidenza del Consiglio 250mila euro per il danno di immagine) ma la
condanna non può essere comminata. L'avvocato inglese era stato condannato
a 4 anni dal tribunale di Milano
in un processo
in cui è stata stralciata la poisizione di Silvio Berlusconi che, secondo
l'accusa
avrebbe corrotto il legale inglese
per fargli dire il falso.
"Le Sezioni Unite della Cassazione hanno annullato senza rinvio per
estinzione del reato la condanna a 4 anni e sei mesi di reclusione per
l'avvocato David Mills, accusato di corruzione in atti giudiziari, fatte
salve le statuizioni civili a favore della Presidenza del Consiglio, così
come stabilito dalla Corte di Appello di Milano il 27 ottobre 2009".
Questo il dispositivo della sentenza letto in aula dal presidente Torquato
Gemelli. In pratica vengono accolte le richieste del Pg Gianfranco Ciani,
"Non vi sono i presupposti per il proscioglimento nel merito di David
Mills", aveva detto nella sua arringa. In pratica, si confermerebbe ,
secondo il pg,
la responsabilità dell'avvocato inglese
nel reato di corruzione in atti giudiziari che sarebbe, però, prescritto.
L'estinzione del reato ci sarebbe perché
l'atto di corruzione
va fatto risalire non al febbraio 2000 ma al novembre 1999. Da allora
andrebbe conteggiato il periodo di dieci anni, dopo il quale il reato va
in prescrizione. Il termine, perciò, sarebbe già scaduto. "Non sembra
essere in dubbio - ha spiegato il procuratore - che il reato corruttivo è
avvenuto con la comunicazione da parte di emissari di Bernasconi nei
confronti di Mills della disponibilità della somma". Quella comunicazione,
ha precisato Ciani, avvenne l'11 novembre 1999. La sentenza di appello,
invece, aveva individuato come momento dell'atto corruttivo il febbraio
2000, quando circa 600mila euro in titoli furono effettivamente versati
sul conto di Mills per il tramite del finanziere Bernasconi. Dal
processo è stata stralciata, per effetto del lodo Alfano, la posizione del
premier: il procedimento nei suoi confronti è ripreso dopo la bocciatura
da parte della Corte Costituzionale della legge che prevedeva uno 'scudo'
dai processi penali per le quattro più alte cariche dello Stato, e la
prossima udienza è prevista per sabato prossimo. La sentenza odierna della
Cassazione non potrà che avere conseguenze sul processo che riprenderà tra
due giorni a Milano a carico di Berlusconi.
"Tuttavia il processo di Berlusconi - fanno notare fonti della difesa di
Mills - è stato sospeso per un anno, quindi per lui, la prescrizione
maturerebbe il prossimo novembre, se venisse accolta la tesi sostenuta
dalla procura della Suprema Corte". In pratica, il processo a Berlusconi
potrebbe andare avanti per un altro anno ma difficilmente eviterà di
finire in prescrizione.
"Una colossale truffa allo Stato"
Chiesto arresto per Scaglia e Di
Girolamo
Il senatore del Pdl è coinvolto nell'indagine per
via della sua elezione in un collegio all'estero favorita dalla 'ndrangheta
E il gip punta il dito contro Telecom Italia Spa: "O c'è stata omissione di
controlli o piena consapevolezza"
ROMA - "Una delle più colossali frodi poste in essere nella
storia nazionale". Così il gip di Roma nelle 56 ordinanze di custodia
cautelare emesse su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia,
definisce l'operazione di riciclaggio di denaro sporco per un ammontare
complessivo di circa due miliardi di euro scoperta dai carabinieri del Ros
e dalle Fiamme Gialle. Tra gli ordini d'arresto anche quelli per Silvio
Scaglia, il fondatore di Fastweb e per
il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl),
eletto nella circoscrizione Estero-Europa. Indagato anche Stefano Parisi,
amministratore delegato di Fastweb a partire dal primo novembre 2004. Il
filone principale dell'indagine riguarda, oltre Fastweb, anche alti
funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia Sparkle. E il
gip punta il dito contro Telecom Italia Spa: "O si è in presenza di una
totale omissione di controlli all'interno del gruppo Telecom Italia Spa
sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio o vi è stata una piena
consapevolezza delle stesse", dice il magistrato. La società risponde
dicendo di essere "parte lesa" nella vicenda.
Scaglia latitante. Il provvedimento restrittivo per
Scaglia, però, non è stato ancora eseguito perché l'imprenditore non è
stato rintracciato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza.
Scaglia, che in una nota inviata alle agenzie di stampa si dice estraneo a
qualunque reato, ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo
interrogatorio nei tempi più brevi per chiarire tutti i profili della
vicenda.
Telecom Italia Sparkle e Fastweb. Il filone principale
dell'indagine riguarda alti funzionari ed amministratori delle società
Telecom Italia Sparkle e Fastweb accusati, con riferimento a un arco
temporale che va dal 2003 al 2006, di falsa fatturazione di servizi
telefonici e telematici inesistenti, venduti nell'ambito di due successive
operazioni commerciali dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard srl
nonchè da I-Globe e Planetarium, che evadevano il pagamento dell'Iva per
un ammontare complessivo di circa 400 milioni di euro, trasferendoli poi
fraudolentemente all'estero, dove i soldi venivano reinvestiti in beni
come appartamenti, gioielli e automobili. Associazione per
delinquere. Le accuse per tutti gli indagati sono di associazione
per delinquere finalizzata al riciclaggio e al reimpiego di ingentissimi
capitali illecitamente acquisiti attraverso un complesso sistema di frodi
fiscali. In manette anche un ufficiale della guardia di Finanza, Luca
Berriola, attualmente in servizio al comando di tutela finanza pubblica,
che avrebbe incassato una cospicua tangente su una delle operazioni di
riciclaggio.
Il senatore Di Girolamo. Richiesta d'arresto anche per il
senatore Di Girolamo. L'esponente del Pdl sarebbe collegato con alcuni
degli indagati, che avrebbero favorito la sua elezione in un collegio
all'estero. In particolare gli inquirenti fanno riferimento a una riunione
tenuta dallo stesso Di Girolamo da Gennaro Mokbel (uno dei 56 arrestati) e
da esponenti della famiglia Arena, nel corso della quale si concordò di
sostenere la sua elezione, facendo confluire su di lui i voti dei
calabresi in Germania. La 'ndrangheta riuscì a venire in possesso di
moltissime schede elettorali, che compilò direttamente con il nome di Di
Girolamo (circostanza che era già emersa da una precedente inchiesta:
l'arresto di Di Girolamo era già stato chiesto nel 2008 alla Giunta delle
autorizzazioni a procedere). In base alle accuse l'elezione di Di Girolamo
doveva servire all'organizzazione criminale per spostarsi, senza problemi
nell'ambito delle attività transnazionali di riciclaggio.
Di Girolamo: "Roba da fantascienza". "Stanno cercando di
mettermi sulla croce. E' roba da fantascienza. Mi sento paracadutato in
territorio di guerra. Mi sento nel frullatore", ha commentato il senatore
all'Ansa. Appena rientrato in Italia Di Girolamo ha potuto leggere le
notizie: "Domattina terrò una conferenza, probabilmente in Senato. Sono
trasecolato", ha detto.
Di Girolamo ha replicato anche alle accuse di contatti con la 'ndrangheta.
"Sono stato in Calabria, durante la campagna elettorale, a Pasqua, una
sola volta, invitato dall'avvocato Colosimo per un incontro elettorale -
ha detto - Se si vanno a consultare gli elenchi dei voti da me raccolti
stilati dal ministero dell'Interno ci si accorgerebbe che io a Stoccarda,
ho preso gli stessi voti che sono stati da me raccolti in altre città
europee. Mi accusano anche di contatti con una realtà che ignoro
completamente come quella della telefonia. Io, sì e no, so accendere il
cellulare. Nulla di più. Mi sembra una situazione assurda, incredibile, al
limite della realtà. Domattina risponderò punto per punto".
Richiesta di commissariamento. Sono indagate anche le
società coinvolte, e la procura di Roma ha fatto richiesta formale di
commissariamento di Fastweb e Telecom Sparkle. La richiesta di
commissariamento è motivata dalla "mancata vigilanza" ed è stata fatta
sulla base della legge 231 del 2001 che prevede sanzioni per quelle
società che non predispongono misure idonee ad evitare danni all'intero
assetto societario.
"Sapevamo delle accuse". "Swisscom sapeva delle accuse di
riciclaggio e frode fiscale contro Fastweb quando la comprò nel 2007 e
sapeva dei rischi a cui andava incontro", ha detto il capo ufficio stampa
Josef Huber, aggiungendo che le accuse contro la società italiana erano di
"dominio pubblico".
La struttura. Alcuni indagati sono raggiunti da un
provvedimento restrittivo in Usa, Gran Bretagna (Scaglia) e Lussemburgo.
Per realizzare la colossale operazione di riciclaggio, il sodalizio si è
avvalso di società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense,
finlandese, lussemburghese ed off-shore, controllate dall'organizzazione
indagata.
Il danno per lo Stato. Stando ai carabinieri del Ros e
alla polizia valutaria della Guardia di Finanza, lo Stato avrebbe subito
un danno per oltre 365milioni di euro derivanti dal mancato versamento
dell'Iva, attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per
più di 1.800.000.000 euro da parte delle società di telecomunicazione, che
hanno ottenuto fittizi crediti Iva, oltre che un utile pari a quasi
96milioni di euro.
I beni sequestrati. Tra i beni sequestrati 247 immobili
per un valore dichiarato di 48 milioni di euro; 133 autovetture e 5
imbarcazioni per un valore complessivo di 3.700.000 euro; 743 rapporti
finanziari; 58 quote societarie per un valore di 1.944.000 euro; crediti
nei confronti di Fastweb e Telekom Italia Sparkle per complessivi 340
milioni di euro circa; due gioiellerie (il valore degli immobili è
calcolato in base a quanto dichiarato negli atti di compravendita). Il
valore dei beni localizzati all'estero e colpiti dallo stesso
provvedimento, ammonta a circa 15 milioni di euro.
L'ordinanza del gip. Secondo il gip è "una delle più
colossali frodi poste in essere nella storia nazionale". Nell'ordinanza il
magistrato arriva a questa conclusione valutando "l'eccezionale entità del
danno arrecato allo Stato, la sistematicità delle condotte la loro
protrazione negli anni e la qualità di primari operatori di borsa e
mercato di Fastweb (Fweb) e Telecom Italia Sparkle (Tis)". L'obiettivo
principale era creare "ingenti poste passive di bilancio dovute alle
apparenti uscite di centinaia di milioni di euro in favore delle società
'cartiere'. Le ingenti somme di denaro apparentemente spese per pagare
l'Iva in favore delle 'cartiere' consentivano a Fweb e Tis di realizzare
'fondi neri' per enormi valori". In sostanza, le somme sembravano spese
per attività commerciali legittime e venivano riportate nelle uscite
registrate nei bilanci societari ma questo movimento "serviva solo ad
utilizzare liberamente il denaro incassato attraverso il pagamento
dell'Iva versata dai clienti di Fweb e Tis che non era mai stato versato
all' erario".
Il ruolo di Di Girolamo. Il gip sottolinea che il gruppo
ha "realizzato un salto di qualità" riuscendo a far eleggere il senatore
Nicola Di Girolamo, il quale "oltre ad essere uno dei promotori
dell'associazione per delinquere, diveniva così un suo diretto esponente
all'interno del Parlamento".
"L'estrema pericolosità del sodalizio criminale - scrive il gip - risulta
evidente se si considera che esso disponeva di associati che svolgevano
funzioni pubbliche, sia all'interno dell'amministrazione civile dello
Stato che della polizia giudiziaria, e che ha realizzato un salto di
qualità giungendo perfino a determinare l'elezione in Parlamento di uno
dei promotori dell'associazione". Il tutto con l'ausilio del clan Arena.
"Terzo livello di associati". L'adesione al sodalizio di
esponenti delle forze di polizia costituiva "l'ulteriore passo verso un
'terzo livello' di associati, che fosse rivestito delle pubbliche funzioni
indispensabili ad assicurare i profitti dell'associazione". Questo
avveniva sia con "attività di intralcio alle indagini che con diretta
attività di collaborazione in cambio di elevatissime somme di denaro che
costituivano il prezzo della corruzione". L'organizzazione, anche per
l'abituale collaborazione con appartenenti alla 'ndrangheta (cui venivano
intestati beni di lusso e attività economiche degli associati come nel
caso di Franco Pugliese) è giudicata dal gip, nell'ordinanza di custodia
cautelare, "tra le più pericolose mai individuate".
Telecom Italia Spa. Le modalità operative di Telecom
Italia Sparkle (Tis) "pongono con solare evidenza il problema delle
responsabilità degli amministratori e dirigenti della società capogruppo
alla quale appartiene Tis, ossia Telecom Italia Spa". Nell' ordinanza il
gip spiega che dal momento che Tis era la proprietaria dell' intera
dorsale della rete di cui si avvale Telecom Italia ed è sostanzialmene la
'cassa operativa' del gruppo "è evidente che o si è in presenza di una
totale omissione di controlli all' interno del gruppo Telecom Italia Spa
sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio o vi è stata una piena
consapevolezza delle stesse".
La Borsa. L'indagine della procura di Roma ha provocato
pesanti strascichi in Borsa. Il titolo della società fondata da Scaglia ha
ceduto il 7,55% a 15,05 euro dopo aver toccato un minimo infraday di 14,2
euro. Vorticosi i volumi con 1 mln di pezzi passati di mano (pari
all'1,26% del capitale) rispetto ad una media mensile di 57 mila. Telecom
Italia ha ceduto invece il 2,87% a 1,083 euro con volumi inferiori alla
media mensile. Sono infatti stati scambiati 106,2 mln di pezzi rispetto ad
una media di 131,8 mln.
Mokbel,
Colosimo, Andrini
La galassia di estrema destra
ROMA
- C'è una galassia nera che ruota attorno agli affari oscuri del
senatore Nicola di Girolamo, alla truffa da 2 miliardi delle compagnie
di telefonia e al riciclaggio di capitali dell 'ndrangheta.
Imprenditori, manager e avvocati con alle spalle una militanza nelle
file dell'estrema destra e un presente "ripulito" grazie alle amicizie
nel Popolo della Libertà, vicine al sindaco Gianni Alemanno, e sponsor
di Renata Polverini nelle regionali nel Lazio. C'è innanzitutto Gennaro
Mokbel, 50 anni, imprenditore della Camilluccia "già esponente
dell'organizzazione eversiva di destra Terza Posizione" amico degli ex
Nar, Francesco Mambro e Giusva Fioravanti. Tra le sue vecchie
frequentazioni figura Antonio D'Inzillo, killer della Banda della
Magliana e dei Nar. Per gli inquirenti è la mente dell'organizzazione
criminale. Di lui, i pm dell'Antimafia Giancarlo Capaldo, Giovanni
Bombardieri e Francesca Passaniti ne sottolineano la "straordinaria
capacità di proporsi nei circuiti legali dell'economia con interessi nel
settore dei diamanti estratti in Uganda".
Con le sue società produce i film del regista Stefano Calvagna e
promuove i match del pugile Vincenzo Cantatore. Qualcuno giura di averlo
visto in compagnia dell'ex avvocato di Berlusconi, Cesare Previti. I pm
scrivono che Mokbel vanta di "disporre di finanzieri "affittati" e di
essere stato "braccio destro" del generale della finanza Francesco
Cerretta, consulente della commissione Telekom Serbia". Il presente di
Gennaro Mokbel lo vede al fianco del senatore Di Girolamo. È lui a
reclutare i voti dei calabresi in Germania vicini ai clan di Fabrizio
Arena e Franco Pugliese. Una persona di sua fiducia con cui fa affari è
Paolo Colosimo, avvocato vicino alla destra, difensore di Niccolò Accame,
figlio dell'ex deputato Falco ed ex portavoce di Francesco Storace, nel
processo Laziogate. Anche per Colosimo, ex legale anche
dell'immobiliarista Danilo Coppola, viene chiesto l'arresto.
Ma Mokbel conosce
molto bene anche Stefano Andrini, manager dell'Ama sotto la giunta
Alemanno, con un passato pesante di picchiatore. Nel 2006,
un'informativa della Digos sugli "Irriducibili" della Lazio se ne occupa
perché è lui a registrare il sito del gruppo di ultrà formato da tanti
militanti di Forza Nuova. "Andrini è conosciuto per la sua pregressa
appartenenza - scrive la Digos - ai gruppi d'estrema destra "Movimento
Politico Occidentale" e "Alternativa Nazionale Popolare"".
Nel '94 era stato arrestato per l'aggressione ad alcuni studenti di
sinistra alla Sapienza. E 4 anni prima aveva ridotto in fin di vita due
ragazzi al cinema Capranica. Fuggito in Svezia, era stato poi condannato
a 4 anni per tentato omicidio. La svolta avviene nel 2008: Andrini è
l'uomo che fa eleggere l'avvocato Di Girolamo, nella liste di Berlusconi
in Senato, con i voti degli italiani all'estero. Secondo i pm Andrini e
Gianluigi Ferretti, ex segretario dell'onorevole Mirko Tremaglia, sono
proprio quelli che con Mokbel scelgono Bruxelles come residenza fittizia
di Di
ruffa viene scoperta
dai pm di Roma che chiedono invano l'arresto del neosenatore.
Il 20 ottobre 2008 la Giunta delle Elezioni ordina l'annullamento
della nomina. Ma la decisione è sospesa grazie all'intervento del
senatore del Pdl, Andrea Augello, uomo ombra delle politiche del
Campidoglio ora grande sponsor di Renata Polverini. Nel 2009 Andrini
diventa ad di Ama servizi. La nomina scatena polemiche. A sua difesa
si schiera il sindaco Alemanno che ieri lo ringrazia "per la sua
sensibilità" quando rassegna le dimissioni.
Girolamo. Andrini,
firma la dichiarazione al consolato di Bruxelles che attesta la
residenza di Di Girolamo in Belgio. Nessuno controlla: il console è un
suo amico.
Lambro,
dietro quel sabotaggio
appalti e un progetto milionario
Quasi
200mila metri quadri di superfici, piste ciclabili ed edifici
ecosostenibili: così dovrebbe cambiare il volto dell'antico complesso
industriale di Monza da cui qualcuno ha fatto uscire gli ottomila
metri cubi di petrolio che hanno avvelenato il Lambro e il Po. La
Procura indaga sul sottobosco degli appalti
La
raffineria della Lombarda Petroli
È un
affare da mezzo miliardo di euro, un progetto faraonico da 187mila metri
quadrati su un terreno di 309mila. Ed è previsto proprio sui terreni
della Lombarda Petroli, l´ex raffineria di Villasanta a Monza da cui
qualcuno, nella notte tra lunedì e martedì, ha fatto uscire gli ottomila
metri cubi di petrolio che hanno avvelenato il Lambro per poi riversarsi
nel Po.
GUARDA
Il rendering del progetto
Su quell´impianto, e sui terreni che lo circondano, dovrebbero sorgere
appartamenti, negozi, capannoni industriali, un grande centro
direzionale. In una parola, Ecocity: così lo ha battezzato la Addamiano
Engineering di Nova Milanese, che vuole realizzare tutto ciò. Un
progetto che da qualche tempo sembra segnare il passo, frenato da una
serie di difficoltà economiche, e sul quale ora la catastrofe del Lambro
si abbatte con la forza di un ciclone. E le indagini dei carabinieri,
della polizia provinciale e del Noe, il nucleo ecologico dell´Arma,
sembrano avere già imboccato una direzione precisa: quella del
sottobosco dei subappalti.
Le belle
notizie dall'Italonia. Nel giorno del lancio dell'esercito della libertà del
cazzo di quella merda a capo del governo, che si inventa le liste pulite,
avete capito bene, le liste pulite di sto cazzo, grazie anche agli auto gol
eterni della merdosa sinistra che fa vomitare anche peggio di chi merda è al
governo, ecco la nuova star alla ribalta:Di
Girolamo smentito dalle foto
Verbali: diamanti ed eversione.
Quell'unica, perentoria, affermazione "non ho mai avuto contatti con mafia,
camorra e 'ndrangheta" viene tuttavia smentita da un servizio fotografico
pubblicato in esclusiva nel prossimo numero de "L'espresso" e che qui
anticipiamo. Il servizio documenta una cena elettorale svoltasi nell'aprile
2008 durante la quale il senatore Di Girolamo è ritratto in atteggiamento
amichevole insieme al boss Franco Pugliese e questi, a sua volta, con
Gennaro Mokbel (considerato l'ambasciatore delle famiglie mafiose calabresi
nel potere politico romano): tutti coinvolti nella maxi inchiesta che vede
implicati i vertici di Fastweb e Telecom.
Tutti gli uomini della galassia di estrema destra
di MARINO BISSO. E
questo è niente:
Processo Mills, oggi l'ultimo atto. Arriva la
sentenza della Cassazione. Ma
Bertolaso che fine ha fatto?? Le sue massaggiatrici, il numero due del PDL
in tangente con il ginnico delle emergenze, tutta sta merda in prima pagina
solo una settimana fa che cazzo di fine ha fatto?? Un
articolo del "The New York
Times" del 13 febbraio è passato quasi inosservato in Italia. Eppure
è la campanella che segna la fine della
ricreazione per l'economia italiana. Il titolo "Wall
St. helped to mask debt fueling Europe 's crisis"
(Wall Street ha aiutato a nascondere il debito pubblico europeo) riassume la
tesi dei tre autori, L. Story, L. Thomas, N. Schwartz. Le banche americane e
tra tutte la Goldman Sachs
hanno permesso ad alcuni Paesi europei di nascondere il deficit
di bilancio alla UE. La più esposta è la Grecia che
ha sottoscritto con Goldman almeno due contratti di derivati "swaps"
dai nomi mitologici
Arianna e
Eolo nel 2000 e
nel 2001 per fare subito cassa in cambio di ipoteche sugli incassi futuri
dalle tasse aeroportuali e dalle lotterie. Il governo greco classificò i
contratti come vendite
e non come prestiti (rischiosi) a lunga scadenza. Nessuno sa quanti di
questi contratti sono stati stipulati e per quale entità.
Angela Merkel ha dichiarato che sarebbe uno scandalo
se la Grecia avesse occultato il suo debito. Secondo l'agenzia
Bloomberg sono
almeno 15 le banche che hanno accordato prestiti sotto forma di swap nei
quali il rischio di controparte è a carico della Grecia. Con gli swap in
sostanza vengono anticipate dalle
banche delle somme di denaro in funzione di un evento che può o
non può manifestarsi e (di solito) non si manifesta. Il cliente si ritrova
quindi a dover ripagare il prestito con corposi interessi come sta avvenendo
per molti Comuni italiani che si sono indebitati in questi anni. Lo swap
serve a spostare più in avanti un debito che però, prima o poi, va pagato.
E' come una carta di credito. Il problema si aggrava
quando il debito non è dichiarato come tale e emerge all'improvviso dai
bilanci degli Stati. La stessa cosa che avvenne con i subprime
per le banche può avvenire con i derivati swap con gli Stati.
Le banche sono sempre alla ricerca di ottimi affari e gli Stati in procinto
di affogare lo sono. Lo scorso novembre, con la Grecia in piena crisi, la
Goldman Sachs è tornata ad Atene sul luogo del delitto per proporre di
spostare con l'ennesimo strumento finanziario il debito della
sanità nel futuro. La Grecia non ha accettato o, forse, non ha
potuto accettare.
L'articolo cita anche l'Italia... "Gli
strumenti sviluppati da Goldman Sachs, JP Morgan e da altre banche hanno
permesso ai politici di mascherare i prestiti in Grecia, Italia e forse
altrove" ... "Stati come l'Italia e la Grecia entrarono
nella UE con un deficit superiore a quello permesso dal trattato che creò
l'euro. Piuttosto che aumentare le tasse o ridurre la spesa, questi governi
ridussero artificialmente il loro deficit con i derivati". Il debito
pubblico della Grecia è di 298,5 miliardi di
euro a fine 2009, un default greco trascinerebbe con sé anche molte grandi
banche. L'economia greca vale comunque solo il 3% del PIL
europeo. Un piano di intervento è possibile. La
vera minaccia
alla stabilità economica europea secondo
Robert Mundell,
premio Nobel per l'Economia, è l'Italia. L'Italia ha circa 1.800 miliardi di
euro di debito, sei volte la Grecia,
un quarto dell'intero debito europeo e potrebbe essere
oggetto di attacchi speculativi. I nodi stanno venendo al
pettine, purtroppo per gli italioti di merda. Nel frattempo, tanto per
RINCOGLIONIRE TUTTI, IL MERDOSO AL GOVERNO SI RUBA ANCHE LE PARTITE DI
CALCIO....la
decomposizione del sistema che sta accelerando. La Protezione Civile e
Fastweb/Telecom sono solo l'inizio. E' una vecchia generazione di ladri e di
personaggi senza valori che ci sta lasciando aggrappata alla zattera delle
leggi ad castam, delle omissioni e dei silenzi dei
media, degli inciuci. I partiti sono arrivati a destinazione e non lo sanno
ancora. Avranno un brutto risveglio. Ogni appiglio è buono per ritardare gli
elicotteri, anche copiare (ma solo a parole) il Programma del MoVimento 5
Stelle. Dall'UDC di Cuffaro che vuole "onestà
e trasparenza", agli impuniti del PDL che parlano di "liste
pulite", alle anime morte del PDmenoelle con il no al nucleare e
alle rinnovabili (con Bersanertor sponsor dell'acqua privatizzata e degli
inceneritori).
VERSO L'EURO2, VERSO
LO SCISMA MONETARIO. MERCATI IN FIBRILLAZIONE PER L'AUMENTO DEI
TASSI AMERICANI, LA GERMANIA GUARDA CON PREOCCUPAZIONE AD UN
INDEBOLIMENTO DELLA VALUTA EUROPEA.
"Oggi tenterò di fare un quadro su
quella che è una delle più contestate teorie di natura monetaria
circa l’avverarsi di un cosiddetto Euro 2, di una
spaccatura valutaria all’interno dell’area monetaria in Europa che
porti all’emersione di una seconda divisa che
consentirà un tenore di doppia circolazione all’interno di
determinati Paesi.
Chi ha letto il mio primo saggio economico nel 2006: “Duri e
puri, aspettando il nuovo 1929”, si ricorderà che in
copertina c'era una moneta da un Euro che si spezzava in due.
Molti lettori mi hanno chiesto: "Ma perché non hai messo il
dollaro al posto dell’Euro, non sarebbe stato più giustificato
visto quello che è accaduto dopo?"
No perché l’idea originale era proprio quella che all’interno
dell’area Euro si potesse creare un Euro 2, una cosiddetta baby
moneta, secondaria che venisse utilizzata all’interno di alcuni
Paesi, quali sono questi Paesi? I cosiddetti
PIGS
(Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) a cui aggiungerei
Malta e Cipro. Per quale motivo un Euro 2? Perché a distanza di 10
anni dalla nascita dell’Euro, ci si rende conto di come l’Unione
Europea sia nata attraverso pressioni e forzature insensate e
quasi scellerate perché alcuni Paesi, tra i quali anche il nostro,
debbono scontrarsi con deficienze strutturali che sarà difficile
nel lungo termine riuscire a livellare.
I famosi parametri di Maastricht, che ormai sono
parametri scritti nei libri di storia, perché negli ultimi due
anni solo saltati per quasi tutti, dalla Germania alla Grecia, a
cosa serve un’Europa in cui i processi di armonizzazione economica
avrebbero dovuto pretendere un allineamento in termini di debito
pubblico rapportato al Pil e poi di ricorso al deficit di bilancio
per tenere in piedi i Paesi, quando ci troviamo con un grande
punto di domanda per la Grecia: "La Grecia si
autosalverà attraverso una ridefinizione della fiscalità diffusa,
oppure verrà salvata dalla Germania in concertazione con altri
Paesi?". Questa è la vera preoccupazione dei mercati
finanziari, vi è di più, se la Grecia venisse salvata, a quel
punto si creerebbe un precedente, si dovranno
salvare più avanti la Spagna e forse anche l’Irlanda e non
dimentichiamoci dell’Italia, solamente che la Grecia pesa in
maniera ridicola dal punto di vista economico, l’Italia, la Spagna
sono un grande punto di domanda perchè non ci sarebbero le risorse
per intervenire e mettere un tappo alla falla. Ecco perché i
mercati finanziari hanno un particolare nervosismo
sia sulla negoziazione dei titoli di Stato, che
sullo stesso andamento del rapporto Euro - Dollaro, ormai il vero
driver trainante i motori finanziari e che è stata la
giustificazione della cosiddetta ripresina che abbiamo conosciuto
fino a un mese fa, dovuta proprio al rapporto di cambio tra Euro e
Dollaro. Dopo quello che è accaduto (alla Grecia, ndr), il cambio
Euro - Dollaro si è contratto pesantemente, è passato a 1,50 e si
sta proiettando a 1,30, forse anche a 1,25. I mercati finanziari
vivono con maggior ansietà il futuro dell’Europa rispetto agli
Stati Uniti d’America a causa della disomogeneità strutturale in
termini di deficit, di crescita e di credibilità dei Paesi
europei.
L'Euro è un marco travestito, una moneta che
hanno preteso e voluto i tedeschi perché la Germania
era un Paese con potenzialità in termini di export rivolte
soprattutto ai Paesi europei, quindi aveva la necessità di una
valuta forte e di un rapporto di cambio fisso che consentissero
stabilità negli scambi commerciali.
Paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia hanno potenzialità
diverse da quelle della Germania, pensiamo all’Italia che esporta
molto di più rispetto alla Germania, al di fuori dei confini
europei e avrebbe la necessità di una valuta competitiva, un po’
quello che sta facendo la Cina nei confronti
delle altre divise, tenendo lo Yuan svalutato per rendere
appetibili le esportazioni cinesi.
In questi termini dovremmo ripensare alla politica monetaria per
alcuni Paesi europei, ed è per questo motivo che comincia a
emergere l’ipotesi del cosiddetto Euro 2, una spaccatura
all’interno dell’Euro che faccia nascere una seconda
divisa.. Ricordiamoci però che proprio per questa ragione uno dei
primi Paesi che si dovrebbe opporre sarebbe la Germania che si
ritroverebbe a avere partner con potenzialità e appeal valutari
che la metterebbero in difficoltà. L’emergere dell’Euro ha creato
molti più benefici a alcuni Paesi e messo a dura prova la tenuta
dei conti di altri, ecco perché in questo momento i mercati sono
dubbiosi sul futuro dell’Europa e dell’Euro. La Grecia con 0,3
trilioni di euro fa ridere, può essere salvata attraverso un
intervento in concertazione di più Stati, ma un Paese come la
Spagna? L’Italia? Chi li salverà?"
NOI LICENZIAMO,
SMANTELLIAMO, DELOCALIZZIAMO,FACCIAMO CADERE PRODUTTIVITA', PERO'
CI MERITIAMO...UN BELL'AUMENTO!!!
Le reazioni dei
sindacati agli aumenti dei compensi dei dirigenti Fiat
Il segretario Fiom: "Per loro non c'è il mercato, ma il miglior
socialismo possibile"
Cremaschi: "Ai manager bonus più alti
per i dipendenti premi giù del 30-40%"
LA MERIDIONALIZZAZIONE DELL'ITALONIA
Tra Roma,
L'Aquila e Firenze piccole "mosche del capitale"
ronzano sulla gelatina della Protezione civile.
Intanto, a Nord, i pezzi grossi del capitalismo si
riorganizzano. Nel silenzio discreto dei salotti
buoni, l'establishment continua a lavorare alla
sua blindatura. Al centro dei giochi, ancora
una volta, Cesare Geronzi.
cesare geronzi:cacciato
nel 1982 DAL BANCO DI NAPOLI PER TRUFFA, approda
ALLA CASSA DI RISPARMIO DI ROMA che si lega a
doppio filo alle manovre dell'IRI di PRODI per la
liquidazione DEL PATRIMONIO PUBBLICO ALLA FINE
DEGLI ANNI OTTANTA.Tra queste proprietà c'è il
BANCO DI SANTO SPIRITO. La Cassa di Risparmio di
Roma NON HA I SOLDI NECESSARI PER ACQUISIRLA,
quindi Prodi permette a Geronzi di prendersi la
VENDITA DEGLI SPORTELLI DELLA CASSA DI RISPARMIO
ALLA SANTO SPIRITO. Con i soldi della vendita
Geronzi (!!!) acquisirà IL BANCO. nEL 1990 alla
Cassa di Risparmio di Roma si unisce IL BANCO DI
ROMA, che aveva aquisito la BANCA NAZIONALE
DELL'AGRICOLTURA. Alla fine dei novanta è il turno
DEL BANCO DI SICILIA,nel 2000 DELLA CASSA DI
RISPARMIO DI REGGIO EMILIA E DI BRESCIA. Da tutte
queste banche impastate Geronzi crea nel 2002
CAPITALIA. Come capo di Capitalia, Geronzi è
coinvolto nell'emissione di bond FRAUDOLENTI CIRIO
E NEL TRACOLLO ITALCASE (2006). Con la fusione nel
2007 di CAPITALIA CON UNICREDITO, GERONZI DIVIENE
PRESIDENTE DI MEDIOBANCA SPA,L'EX BANCA DI CUCCIA.
Della corrente andreottiana, Geronzi vanta
partecipazioni ne IL TEMPO, IN CLASS, NELL'UNITA',
NE IL MANIFESTO, NELLA DISASTROSA CONCESSIONARIA
PUBBLICITARIA MMP, liquidata nel 1997 per il 70% a
carico dello stato.
Nel 1996 VERSA AI DEMOCRATICI DI SINISTRA UN
GETTONE DI PRESENZA DA 502 MILIARDI DI LIRE. Dal
2000 scattano invece i suoi IMPEGNI CALCISTICI:
Nel
2004
ha acquisito tramite Capitalia il 49% di
Italpetroli,
la società che controlla l'AS
Roma con una
quota del 67%, sfruttando la conversione in azioni
di crediti per 35 milioni di euro. La banca
deteneva inoltre un'opzione a salire al 51% nel
caso il piano di risanamento della squadra non
avesse successo ma, nel 2008, tale opzione è stata
cancellata. Inoltre Capitalia è uno dei creditori
della
S.S. Lazio,
dopo esserne stata anche azionista e averla
salvata con un
aumento di capitale.
Accusato da Gaucci di essere stato responsabile
del fallimento del PERUGIA DEL 2004.
LE BEGHE GIUDIZIARIE
- Parmalat - Eurolat: Nell'ambito del processo
per il
crac Parmalat
è indagato per usura aggravata e concorso in
bancarotta fraudolenta. Per l'accusa Geronzi
avrebbe costretto Tanzi ad accollarsi la società
Ciappazzi, appartenenti al gruppo Ciarrapico.
L'investimento sarebbe stato finanziato da
Capitalia
con tassi da usura.[5]
Per il filone Eurolat, Geronzi è stato rinviato
a giudizio per estorsione e bancarotta
societaria il
5 aprile
2008.[6][7]
Secondo l'accusa, Geronzi avrebbe imposto a
Tanzi l'acquisto di Eurolat, società del Gruppo
Cirio di Sergio Cragnotti ad un prezzo gonfiato,
minacciando di chiudere gli affidamenti bancari.
Gli atti del processo sono stati trasferiti da
Parma
a
Roma
il
20 giugno
perché il reato contestato (estorsione in
relazione alla vendita di Eurolat dalla Cirio
alla Parmalat) sarebbe stato compiuto a Roma.[8][9]
- Crac Cirio: il banchiere è indagato di frode
riguardo l'emissione e collocamento dei 'bond'
Cirio tramite Capitalia.[10]
Caso Telecom: frode
fiscale operata dalla lussemburghese Bell
(controllata da
Hopa,
la merchant bank di
Emilio Gnutti
partecipata anche da Geronzi).[13]
La fusione CAPITALIA/UNICREDITO da il via a BANCA
UNICREDIT, la banca piu' grossa d'Italia.
Unicredito e' la fusione negli anni novanta DEL
CREDITO ITALIANO, ROLO BANCA, CASSA DI RISPARMIO
DI MODENA, BANCA DEL MONTE DI BOLOGNA E RAVENNA,
CASSA DI RISPARMIO DI VERONA,CASSA DI RISPARMIO DI
TORINO, TRENTO E TRIESTE. Tutte queste banche si
fondono nel 2002. Nel 2005 il Gruppo Unicredito
lanciò l'OPA sulla tedesca HVB che a cascata prese
l'austriaca BANK AUSTRIA che a sua volta
controllava la polacca BHP,il maggiore istituto di
credito polacco. L'amministratore delegato PROFUMO
DI UNICREDITO nel 2006 firmava un accordo con il
governo polacco per l'acquisizione di 200
sportelli Bhp. Nel 2007 la fusione con Capitalia
con un rapporto di 1,12 azioni Capitalia per ogni
azione Unicredito. Nasce UNICREDIT BANCA.
MEDIOBANCA. Era la banca di Cuccia, un istituto di
credito industriale nato nel 1946 come
finanziatore a medio termine, posseduto da credito
Italiano e Banco di Roma. Banca con Cuccia per
quasi 60 anni al centro di tutti i principali
movimenti finanziari italiani, nel 2000 vede alla
sua presidenza l'erede di Cuccia Maranghi. Come
visto Banco di Roma confluì in Capitalia ed il
Credito Italiano nel gruppo Unicredito. Questi due
colossi finirono per esautorare il patto di
sindacato che reggeva Maranghi che nel 2003 fu
buttato fuori. Con la fusione del 2007 Unicredit
prendeva oltre al suo 9% di Mediobanca anche la
dote del 9% di Capitalia.
Il nuovo patto sindacale vedeva Geronzi alla
presidenza con Unicredit che cedeva ai nuovi
"sindacalisti"il 9% della dote Capitalia.
Mediobanca ha una rilevante partecipazione in
GENERALI.
Ieri, a Milano, è stata una vorticosa giornata di
incontri. Il presidente di Mediobanca ha
ricevuto il ceo del Montepaschi Siena Giuseppe
Mussari, appena designato al vertice Abi. Poi
ha visto Diego Della Valle, patron del gruppo
Tod's, membro del patto di sindacato di Piazzetta
Cuccia e consigliere delle Generali. Subito dopo,
nel suo ufficio è entrato il costruttore romano
Pierluigi Toti, patron della Lamaro e titolare di
un 5% della controllata Rcs. Nelle stesse ore,
in attesa del faccia a faccia tra lo stesso
Geronzi e Giovanni Bazoli (annunciato ieri da
Repubblica e poi rinviato) il direttore generale
di Mediobanca Renato Pagliaro (che è anche
consigliere di Telecom) ha varcato la soglia di Cà
de Sass, per un incontro con il ceo di Intesa
Corrado Passera.
Che sta succedendo? Le partite in corso sono due.
La prima riguarda Telecom, ed è la più complicata
viste le difficoltà tecniche sorte intorno alla
già decisa fusione con Telefonica, soprattutto a
proposito del destino della rete che, se
scorporata, ridurrebbe il gruppo italiano a una
mezza scatola vuota e renderebbe meno conveniente
l'operazione per gli spagnoli. La seconda
partita riguarda il futuro prossimo della Galassia
del Nord, cioè del centro di potere che ruota
sull'asse Mediobanca-Generali, crocevia delle
partecipazioni (incrociate e non) tra i maggiori
gruppi industrial-finanziari del Paese: da Intesa
a Rcs, da Telecom a Unicredit, da Fiat a Pirelli,
da Fininvest a Ligresti. Su questo fronte, in
queste ore si va consolidando il progettato
"arrocco" di Geronzi. Il banchiere di Marino è
sempre più in difficoltà per le sue vicende
giudiziarie: mercoledì scorso l'ex direttore
finanziario di Parmalat Fausto Tonna ha dichiarato
in tribunale che il gruppo di Collecchio subì
forti pressioni dalla Banca di Roma e dallo stesso
Geronzi per acquistare Eurolat dalla Cirio di
Sergio Cragnotti. A questo punto il suo
trasloco a Trieste, sulla plancia di comando delle
Generali, viene dato quasi per sicuro. Il
tentativo dell'83enne Antoine Bernheim di
resistere ancora per un anno è fallito. Persino
Francesco Gaetano Caltagirone, sabato scorso, gli
ha dato un "benservito" pubblico. È il segnale che
l'operazione Geronzi è partita. In questa chiave
vanno letti gli incontri di ieri a Piazzetta
Cuccia: il sempiterno Cesarone della finanza
nazionale ha avviato la sua "campagna elettorale"
con i soci di Mediobanca.
Ma mentre per Geronzi alla guida delle Generali
non ci dovrebbero essere problemi, qualche
problema c'è per la "subordinata" che i Poteri
Forti avevano in mente: Marco Tronchetti Provera
presidente di Mediobanca. Su questo ulteriore
giro di poltrone c'è più di un intoppo. Il
primo intoppo si chiama Alessandro Profumo: il ceo
delegato di Unicredit, socio principale con l'8,7%
del capitale, ha detto a Milano Finanza sabato
scorso che se ci fossero cambiamenti in Piazzetta
Cuccia "non staremmo certo a guardare e faremmo
valere il nostro ruolo di azionisti". Il
secondo intoppo si chiama Mario Draghi: il
governatore di Bankitalia non vede con favore il
moltiplicarsi dei conflitti di interesse che si
produrrebbe con il passaggio del controllato
Tronchetti al vertice del controllante Mediobanca.
Il terzo intoppo si chiama proprio Tronchetti:
interrogato sul tema e fiutata l'aria non proprio
favorevole per lui, dice lapidario "sto bene in
Pirelli, altre ipotesi non esistono". Così Geronzi,
che come dice un'autorevole fonte milanese "non
può trasferirsi in Generali e poi prendere ordini
da chi lo sostituirà in Mediobanca", avrebbe già
preparato un "piano B". Il suo candidato per la
poltrona che fu di Cuccia e di Maranghi sarebbe
proprio Pagliaro, suo attuale direttore generale a
fianco all'amministratore delegato Alberto Nagel
nella complessa governance dell'istituto.
Ma anche questa candidatura non è così agevole da
far ingoiare a tutti i soci del patto, e più in
generale ad un sedicente Gotha finanziario
abituato a considerare Mediobanca una
"istituzione", che dunque richiede al suo vertice
(con tutto il rispetto dovuto a Pagliaro) una
figura "di più alto profilo". Così, secondo i
rumors, i dubbi del "rito ambrosiamo" sarebbero
superati dalle certezze del "rito romano". Se
Pagliaro non superasse l'esame dei Poteri Forti,
l'alternativa sussurrata in un orecchio allo
stesso Geronzi dal suo storico padrino politico
Gianni Letta sarebbe Lamberto Cardia. L'attuale
presidente della Consob è amico intimo del Gran
Ciambellano del berlusconismo. Scade nella
prossima primavera, e stavolta gli sarà
impossibile farsi allungare ulteriormente il
mandato. Sarebbe perfetto, per presunta
autorevolezza e per sicura tempistica, per un
passaggio a Mediobanca. Chi meglio dell'ex
controllore della Borsa italiana, per guidare un
gigantesco ircocervo che riassume su di sé il
controllo di mezzo listino azionario del Paese?
Un'operazione del genere suggellerebbe quella
marcia del potere romano sulle roccaforti del Nord
della quale si parla da settimane. Ma come
sempre, quando si palesa un'avanzata capitolina
del già onnipotente Gianni Letta si innesca subito
una resistenza uguale e contraria nella truppa
padana del governo. Giulio Tremonti, infatti, sta
cercando un posto per Vittorio Grilli, stanco di
guerra alla direzione generale del Tesoro. Gli
aveva promesso la poltrona di governatore di
Bankitalia, in caso di vittoria di Draghi nella
corsa per la Bce. Ma non appena l'ipotesi è
trapelata Lorenzo Bini Smaghi, membro del board
della Banca centrale europea, ha fatto sapere che,
semmai SuperMario raggiungesse l'ambita méta a
Francoforte, il soglio di Via Nazionale
spetterebbe a lui per ovvie ragioni: dal consiglio
Bce, per statuto, non ci si può dimettere se non
in presenza di un altro e più alto incarico
istituzionale. Per questo, al Divo Giulio di Via
XX Settembre sarebbe venuta in mente la
suggestione: "dirottare" Grilli su Mediobanca. Il
che, per questo capace grand commis dello Stato,
sarebbe un fior di dirottamento.
Le manovre sono in pieno corso. Non è ancora certo
quale sarà l'esito di questa guerra di posizione.
Ma qui, nel campo di Agramante dell'anomalia
italiana, si sta consumando l'ultimo, grande
scontro di potere che mescola interessi economici
e rendite politiche. Comunque vada a finire,
sembra chiaro l'"utilizzatore finale": Silvio
Berlusconi.
Non si
capisce molto l'ottimismo di Giannini de LA REPUBBLICA, anche lui, come
Bonaiuti a decantare la tenuta dell'Italia: la "i" di PIGS è riferita
all'Irlanda,non all'Italia e questo attraverso un contorsionismo lessicale
finanziario: "Il debito estero
di Dublino è pari a nove volte il Pil, quello pubblico (sull'estero) è oltre
il doppio delle entrate, le riserve della Banca centrale coprono solo un
460mo del debito a breve, il cambio reale si è apprezzato del 13 per cento
dal 2005 e il Pil è crollato del 7,5 per cento" Tuttavia NON SI CAPISCE, E
GIANNINI NON LO SPIEGA, PERCHE' I CDS IRLANDESI SONO LONTANI ANNI LUCE DA
QUELLI ITALIOTI, NON SI CAPISCE PERCHE' IL DEBITO DI 9 VOLTE MAGGIORE DEL
PIL IRLANDESE SIA LONTANO ANNI LUCE DAI 2000 MILIARDI DI EURO ITALIOTI. In
proporzione l'Irlanda non è 9 volte più piccola dell'Italia, è più piccola
solo di 4 volte. Eppure l'Italia HA IL DOPPIO DEL DEFICIT Irlandese nel
rapporto Debito/PIL che Giannini dice essere a sua volta 9 volte maggiore.
Il presidente dell'Eurogruppo,
Jean-Claude Juncker lancia l'allarme sulla deriva che rischiano di prendere
alcune economie dell'Eurozona. "Dobbiamo stare attenti - dice Juncker al
giornale Sueddeutsche Zeitung - che le attuali divergenze non si amplino.
Un'unione monetaria non puo' durare a lungo se le attuali divergenze nei
conti pubblici diventeranno troppo grandi".
L'Italia e' proprio tra i paesi
a cui allude, senza nominarli, il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude
Juncker, quando afferma che "un'unione monetaria non puo' durare a lungo se
le attuali divergenze nei conti pubblici diventeranno troppo grandi".
Ripetiamo quanto scritto qui su WSI: "La Grecia e' sotto attacco perche' ha
un deficit al 13% del Pil; bene, ma che senso ha, a questo punto, quel
parametro del 3% fissato dal Trattato di Maastricht? Il debito pubblico
greco e' al 125% del Pil (quello dell'Italia al 118%) mentre le griglie
europee parlano di un limite massimo del 60%. Allora: rivediamo tutti gli
schemi e regole UE, oppure preferiamo salvare quei paesi "deboli" del Club
Med oggi viziati e "drogati" dal loro finto benessere? Diciamo l'ovvio:
sara' impossibile ottenere dalla Grecia e dagli altri stati
P.I.I.G.S.
il rientro nei parametri entro tempi rispettabili. Per questo
l'euro
e' una moneta ipervalutata mentre vale di fatto tanto quanto valgono i
fondamentali del piu' tenue anello della catena, in questo momento la
Grecia. Ogni catena si spezza sul suo link debole anche se gli altri anelli
sono fatti di titanio indistruttibile. Crediamo quindi ci pensera' il
mercato finanziario a smascherare l'ipocrisia dei nostri burocrati europei,
nelle settimane che verranno.(
La volontà
dell'ottimismo dello psiconano e le balle economiche in libertà sono
l'ultima frontiera per il rilancio del Paese. Il PIL 2009 è
in calo del 4,9%.
Il dato peggiore dal 1971, da TRENTANOVEANNI. In realtà è il calo peggiore
da sempre. Il confronto, infatti, è fatto sulle serie storiche che iniziano
solo dal 1971. Prima il buio. Gli analisti si sono stupiti del
calo della produzione avvenuta nell'ultima parte dell'anno. Pensavano a una
ripresina, a un rimbalzo positivo. Non frequentano, come è palese, le
fabbriche chiuse e nulla sanno delle multinazionali in fuga. I
telegiornali
evitano ormai di parlare di economia (vedi
video). E'
diventata una brutta parola, da non pronunciare per rispetto del pubblico a
casa."il
Paese vive forse uno dei periodi più bui della sua storia. Non si vede uno
straccio di politica economica. La riforma fiscale, annunciata in pompa
magna dal Cavaliere, è già finita nel solaio di Tremonti e nel dimenticatoio
dei contribuenti. La riforma del Welfare, auspicata solennemente da Sacconi,
giace in un limbo inafferrabile. Non si vede, soprattutto, un barlume di
politica industriale. La Fiat delocalizza in Brasile e in Messico e chiude
Termini Imerese, e Scajola non trova di meglio da fare che giocare al gatto
col topo sugli incentivi e smerciare ogni giorno improbabili piani di
riconversione. Le multinazionali pesanti come Alcoa e Glaxo se ne vanno,
lasciando per strada operai e impiegati, le grandi industrie della ricerca
come Motorola e Italtel chiudono, licenziando ingegneri e personale
qualificato. "
La deindustrializzazione
dell'Italia (espandi
|
comprimi)
Quello che stiamo pagando adesso, in termini di diminuzione della
produttività industriale, non è altro che l'effetto collaterale di scelte
industriali assolutamente scellerate, in Italia quanto la destra, quanto la
sinistra, passando per il centro, hanno abbracciato la scelta della
progressiva deindustrializzazione, aiutando imprenditori e grandi
industriali a chiudere gli stabilimenti d’Italia e aprirli altrove, fuori
frontiera, o addirittura fuori Comunità Europea, consentendo il famoso "ponte
commerciale" che conosciamo tutti che crea sperequazioni economiche,
arricchendo i soggetti che riescono ad attuare
questo tipo di trasformazioni, cosiddette industriali e chi invece le
subisce. Non abbiamo avuto una forza politica per non chiamarla farsa
politica, che si sia fatta portavoce della difesa di quelli che sono i reali
punti di forza del nostro Paese, il Made in Italy, il turismo e i distretti
industriali che rappresentano il vanto del nostro Paese ovunque in tutto il
mondo. Vi è recentemente un fenomeno economico che rappresenta la capacità
di altri Paesi di clonare, copiare sfruttando la consonanza vocale
determinati prodotti tipici italiani, andandoli a ricreare dove non sono
oggetto Doc o Dop, per esempio il formaggio Asiago fatto nello Stato del
Wisconsin, oppure il Limonciello (con la i) realizzato in Cina. Se qualcuno
pensa che nei prossimi anni potremo essere in grado di riprendere la
competitività che caratterizzava 10 anni fa la maggior parte delle aziende
italiane, sfruttando i benefici della svalutazione sul tasso di cambio,
ahimè temo che siamo veramente molto distanti.
Nello specifico abbiamo un crollo della produttività industriale che ci
porta oltre 20 anni indietro, sono posti di lavoro che non saranno mai più
recuperabili, chi pensa di clonare il modello inglese puntando sui servizi o
sul terziario avanzato, purtroppo non ha capito bene quello che è accaduto
in Inghilterra, un Paese che ha ancora, più di 20 anni fa, scelto il modello
cosiddetto tatcheriano volto alla svendita dei gangli vitali dello Stato,
privatizzando all’inverosimile tutto e adesso a distanza di tempo
l’Inghilterra piange quelle scelte politiche scellerate, continuano a
parlarci che l’anno prossimo ci sarà una ripresa, se nel 2009 abbiamo
perduto 6 punti percentuali di Pil e per il 2010 si ostenta una ripresa con
un + 0,10, + 0,20% di Pil, più che una ripresa secondo me, questa è una
grande presa per il culo! Ad esempio
la
svendita di Telecom Italia iniziò con il merchant banker D'Alema che la
cedette a debito ai capitani coraggiosi (sic) Colaninno e Gnutti, poi
proseguì con il tronchetto dell'infelicità che vendette tutto il vendibile,
da Telespazio a Finsiel. Per quello che è rimasto dell'azienda (poco a dire
il vero) sono cominciati i saldi. Su
eBay è in
offerta una centrale Telecom vicino a Cagliari in buone condizioni. L'operazione
è curata da Pirelli Real Estate, l'azienda immobiliare del tronchetto.
"PULA s.s.195, complesso immobiliare
costituito da n°2 corpi di fabbrica cielo terra di cui un edificio a 1 piano
fuori terra destinato a centrale telefonica ed un basso fabbricato destinato
a cabina ENEL. E' presente area esterna di pertinenza con traliccio ponte
radio e stazione di traffico ITALSTAT. Il complesso che si presenta in
discrete condizioni generali, attualmente risulta occupato da TELECOM Italia
S.p.a. ad eccezione di un fabbricato di circa mq. 15 destinato a cabina
ENEL. Ottima rendita".
CROLLO
PARTE TERZA: NON APRITE QUELLA PORTA
Non è un
film dell'orrore purtroppo:
Il
rischio sovrano di alcuni Paesi della fascia meridionale
dell'Eurozona torna a spaventare i mercati azionari europei, che
chiudono la seduta con i principali indici in forte ribasso:
Madrid è crollata del 5,9% e Lisbona del 4,9%. Dopo la decisione
del ministero del Tesoro portoghese di ridurre l'importo di
un'emissione di titoli di Stato a 12 mesi per contenere
l'impennata dei rendimenti lordi annui, gli spread sui Cds (Credit
default swaps, un contratto swap che viene utilizzato come polizza
assicurativa per il sottoscrittore di un'obbligazione, REPUBBLICA
OMETTE LA SPIEGAZIONE ESATTA: IL CDS E' UNA ASSICURAZIONE SUI
TITOLI DI STATO REALIZZATA IN RELAZIONE ALLO STATO DI INSOLVENZA.
OVVERO, PIU' UNO STATO E' IN CRISI E PIU' AUMENTANO GLI INTERESSI
SOPRA QUEL TITOLO. SI PARLA DI SPAGNA, PORTOGALLO E GRECIA E CI SI
DIMENTICA DELL'ITALIA....) relativi al Portogallo hanno raggiunto
livelli record. Non migliora il clima generale il dato
sulle richieste dei sussidi di disoccupazione negli Usa nella
settimana chiusa il 30 gennaio, peggiore delle attese, cui e'
seguito l'avvio negativo di Wall Street. Cosi' le Borse d'Europa
chiudono tutte in forte calo. Oggi inoltre il presidente della
Bce, Jean-Claude Trichet,
ha ricordato
che diversi Paesi in Eurolandia devono confrontarsi con deficit di
bilancio sempre piu' ampi. Un'allusione che ha fatto pensare alla
Spagna, alla Grecia e al Portogallo, facendo tremare i rispettivi
listini azionari. Tuttavia Trichet ha anche sottolineato che la
Bce "approva gli obiettivi di medio termine fissati dal governo
greco per portare il deficit sotto il 3% del Pil nel 2012",
aggiungendo che le misure annunciate "sono un passo nella giusta
direzione", ora occorre che "gli obiettivi vengano raggiunti". A
fine giornata Wall Street ha chiuso in forte: il Dow Jones ha
ceduto il 2,61% a quota 10.002,18. Peggio il Nasdaq che ha perso
il 2,99% finenso a 2.125,43 punti.
Oggi l'Istituto Centrale
europeo ha lasciato i tassi di interesse invariati all'1%,
spiegando che continuano ad essere ad un livello appropriato.
Tutti fattori che hanno avuto l'effetto di far scivolare l'euro
sotto la soglia di 1,38 dollari, toccando i minimi sul biglietto
verde da circa otto mesi a questa parte. Si tratta della
quotazione più bassa nei confronti del dollaro dal 16 giugno
scorso. Dall'inizio dell'anno la moneta unica europea ha perso il
3,5% sulla divisa statunitense. E anche il petrolio quotato
a New York e' tornato a scendere scivolando a 75 dollari al
barile: pesano le preoccupazioni sulla domanda debole, collegata
alla crescita a passo lento nei paesi industrializzati.Tornando ai
mercati azionari del Vecchio Parigi (-2,75%), Francoforte (-2.45%)
e Londra (-2,17%) hanno perso tutte oltre il 2%, ma è andata
peggio alla Borsa di Madrid (-5,94%), a quella di Lisbona (-4,98%)
e a quella di Atene (-3,89%). A Piazza Affari invece l'indice Ftse
Italia All-Share ha lasciato sul campo il 3,34% a quota 21.938
punti, mentre l'Ftse Mib il 3,45% a 21.404 punti.I cali
piu' accentuati hanno riguardato i titoli finanziari tra cui
Intesa Sanpaolo (-5,33%) e Mediobanca (-5,24%); calo di oltre il
5% anche per Unicredit (-5,01%) che oggi ha annunciato il successo
dell'aumento di capitale da 4 miliardi, con le nuove azioni
sottoscritte al 98,23%. Realizzi anche sulle popolari, come Bpm
(-4,83%) e Banco Popolare (-3,8%) e sugli assicurativi tra cui
Generali (-4,66%) e Unipol (-3,07%). In rosso anche il comparto
energetico dopo la presentazione dei conti di Shell: Eni ha perso
il 2,59% ed Enel il 2,36% nel giorno della riunione del cda per i
dati preliminari 2009. Tra gli automobilistici, Fiat ha lasciato
sul terreno il 4,54% mentre prosegue il tira e molla sugli
incentivi; male anche la controllante Exor (-2,11%), mentre nel
comparto limita le perdite Pirelli (-1,43%), in rialzo in
mattinata grazie a un report positivo. E anche Telecom Italia
(-1,8%) che in attesa dell'esito dell'incontro tra il ministro
Scajola e l'ad del gruppo Franco Bernabe' era arrivata a
guadagnare oltre il 3%, ha chiuso in negativo per colpa dei guai
della Spagna che potrebbero influenzare anche quelli del suo primo
singolo azionista,
ovvero Telefonica.Le
preoccupazioni sul deficit di alcuni paesi europei (Spagna,
Grecia, Portogallo) continuano a indebolire i mercati mondiali.
Dopo la chiusura in rosso di New York (Dow Jones -2,61%, Nasdaq
-2,99%), la giornata non e' stata migliore in Asia. La Borsa di
Torkyo ha chiuso con una perdita del 2,89%. Hong Kong lascia sul
terreno un 2,91%. In calo anche Shanghai (-1,78%), Sydney
(-2,46%), Bombay (-2,26%), Taipei (-4,48%), Kuala Lumpur (-0,99%)
e Bangkok (-1,65%).
Il mercato giapponese risente anche della situazione della Toyota
colpita dalla class action avviata in Colorado per il
malfunzionamento dell'acceleratore degli otto modelli richiamati,
oltre che dal richiamo di 270 mila Prius negli Stati Uniti e in
Giappone per i problemi ai freni. Ma la casa nipponica ha tentato
il rimbalzo grazie ai conti trimestrali migliori delle attese e
del rialzo delle previsioni sull'intero esercizio: i titoli della
compagnia di Nagoya si sono allontanati dai minimi degli ultimi 10
mesi e sono saliti dello 0,45%, a 3295 yen.
Era tutto finito, la
crisi era passata, invece non è passato niente, anzi: le banche
responsabili addirittura si sono trasformate in STATI POTENTISSIMI
ENTRO STATI DEBOLISSIMI.
D’accordo,
Massimo Ciancimino dira' pure
“minchiate”così come ha fatto,per la stampa vicina al centrodestra, il
pentito Gaspare Spatuzza. E' vero, finora nessuno e' riuscito a capire
se il figlio di don Vito, quando afferma che suo padre finanzio' la
costruzione di Milano 2, assieme ai grandi imprenditori
mafiosi Buscemi e Bonura, sia in grado di produrre documenti a sostegno
delle accuse. E' indiscutibile poi che sulle ragioni per cui Ciancimino
junior ha deciso di parlare pesino
ancora molti interrogativi: punta a sconti di pena? Vuole salvare il tesoro
di famiglia? Tutto giusto. Tutte domande e obiezioni legittime. Ma
se non si vuole ridurre l’intera storia di questo paese a un processo, da
cui per mille motivi si può uscire colpevoli o innocenti, una riflessione
andrebbe fatta. E soprattutto una cosa andrebbe ricordata: il presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi, non ha mai voluto spiegar
l’origine delle sue fortune. Non
che le occasioni gli siano mancate, intendiamoci.
L’ultima risale al 26 novembre del 2002. Quel giorno il tribunale, che stava
processando Marcello Dell’Utri, si sposto' a Palazzo Chigi per ascoltarlo.
Berlusconi pero' si avvalse della facolta'
di non rispondere. Il codice glielo consentiva, certo. Ma glielo
puo' consentire il decoro istituzionale, la politica e la stampa? Anche
perche',in questo caso, gli interrogativi non seguono le inchieste. Le
precedono. Nel 1976 Giorgio Bocca, per esempio,
scriveva: “Un certo Berlusconi costruisce Milano 2, cioe' mette su un
cantiere che costa 500 milioni al giorno. Chi glieli ha dati? Non si sa. Chi
gli da' i permessi e dirotta gli aerei dal suo quartiere? [...] Noi saremmo
molto curiosi, molto interessati a sapere dal signor Berlusconi la storia
della sua vita”. Di risposte ovviamente nessuna. O meglio una
arriva. Ma tre anni dopo, nel ‘79 quando l’attuale deputato Pdl,
Massimo Maria Berruti, allora capitano della Guardia di finanza, conduce una
verifica sull’Edilnord. I militari vogliono chiedere al Cavaliere cosa ci
sia dietro a due fiduciarie svizzere che hanno
pompato miliardi nella sua citta' satellite. Ma lui ribatte: non so niente,
l’Edilnord non è mia, “sono solo un
consulente esterno”. Salvo Berruti, che pochi giorni dopo lascia la
divisa per diventare un suo avvocato, tutti
pensano alla balla. Ma oggi, dopo anni di silenzi e aver ascoltato
Ciancimino junior, il dubbio viene. Forse, almeno quella volta, Berlusconi
ha detto la verità.
Riassunto della situazione
italiana. I partiti non rappresentano piu' i cittadini.( Alla prossima
tornata elettorale abbiamo in Lombardia un inquisito per danno ambientale ed
inquinamento - il vicere' Formigoni - in Campania era stato candidato dal
PDL un personaggio -Cosentino - che la procura vuole arrestare con l'accusa
di concorso esterno in associazione mafiosa; nella stessa regione il PD
candida il sindaco di Salerno imputato in DUE processi, altresi' il vicere'
uscente e' imputato in un processo per truffa aggravata allo stato
-Bassolino -....) I deputati non rappresentano piu' il popolo
italiano, ma sono al servizio di chi li ha nominati. Le risorse pubbliche
sono diventate private attraverso cessioni o con la concessione dello
sfruttamento delle autostrade, dell'acqua, dello smaltimento rifiuti.(
Oggi, 2 febbraio 2010 parte la scalata della spagnola Telefonica al maggiore
operatore italiano, Telecom,spolpato in 10 anni dal trio
Provera-Colaninno-Gnutti, questi ultimi due gia' protagonisti della svendita
di Alitalia ai francesi di Air France; i libici hanno poi quote consistenti
in Telecom, Banca Unicredit, Mediaset (lo sceicco Al-Mansour proprietario
del Manchester City che offrì 120 milioni di euro allo stesso Mediaset per
Kaka nel gennaio 2009...), ENI...)(
Ci
dicono che la fusione tra Telecom e Telefonica non è più
evitabile". Fino a poche settimane avevano resistito. Avevano
anteposto il principio dell'"italianità" a quello delle
compatibilità aziendali. Ma alla fine gli uomini del governo e di
Palazzo Chigi hanno deciso di scendere a patti. Accettando il
progetto di "matrimonio" tra il colosso telefonico spagnolo e
quello italiano.
Controllo agli spagnoli ma gestione italiana per la rete Dando il
via libera all'Offerta pubblica di Scambio che la società di
Madrid è intenzionata a formulare in tempi piuttosto brevi. Nel
"contratto di convivenza", però, i rappresentanti del premier
esigeranno una "farcitura" di condizioni e paletti. Tutti
concentrati su unico aspetto: la gestione e lo sviluppo della
rete. L'infrastruttura strategica che rappresenta il valore
principale dell'azienda guidata da Franco Bernabè.Nei prossimi
giorni, allora, (i contatti inizieranno forse già oggi ma i
colloqui si dovrebbero svolgere al ritorno di Scajola da Israele),
l'esecutivo convocherà i vertici di Telecom Italia. Il ministro
per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, insieme al
sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, e al
viceministro, Paolo Romani, chiamerà l'ad Bernabè e il presidente
Gabriele Galateri, per spiegare la posizione del governo. Un
incontro, solo formalmente di cortesia - i ministeri non hanno
ormai alcuna competenza diretta nella governance di Corso d'Italia
- ma che costituisce un passo pesante: nessun imprenditore
straniero può investire in un settore così delicato e "sensibile"
senza il via libera di Palazzo Chigi. E in questo faccia a faccia
gli uomini del presidente del consiglio annunceranno a Bernabè la
disponibilità ad accettare la "fusione". Un orientamento fino ad
ora negato. Il Cavaliere non ha mai nascosto la sua contrarietà a
perdere il controllo sulla telefonia nostrana e soprattutto sulla
rete che amministra tutte le comunicazioni sull'intero territorio.
Nell'ultimo anno sono state valutate una serie di opzioni per
allontanare lo spettro iberico: dallo scorporo della rete
all'ingresso di un socio italiano in grado di sostituire il
partner spagnolo. Alternative che si sono rivelate impraticabili.
Nelle settimane scorse era stato esaminato addirittura uno scambio
azionario tra Telefonica e Mediaset: scartato per una questione di
opportunità "politica" ma anche per la difficoltà a reperire i
finanziamenti sufficienti per il conguaglio in grado di compensare
un concambio paritario. "Adesso - ripetono allora a Palazzo Chigi
- ci dicono che la fusione tra Telecom e Telefonica non è più
evitabile".Gli uomini di Berlusconi stanno dunque predisponendo un
pacchetto di richieste per "vincolare" la fusione e blindare il
futuro della rete che necessita fondi poderosi per ammodernarla e
farla approdare alla "Infrastruttura di Nuova Generazione". In
sostanza l'esecutivo italiano vuole che l'operazione venga
accompagnata da "garanzie" sulla governance della nuova società e
sulla "gestione" della rete. In particolare vorrebbero la
previsione di una circostanziata serie di "patti parasociali" in
grado di fornire le "garanzie" richieste. I soci italiani
(Generali, Mediobanca, Intesa) dovranno quindi essere coinvolti ai
massimi livelli nell'amministrazione apicale del "colosso" e nelle
scelte strategiche, a partire dal Consiglio di amministrazione. A
Palazzo Chigi gradirebbero addirittura la costituzione di una
società ad hoc per la gestione della rete (controllata
integralmente da Telefonica) affidata a management italiano. In
più suggeriranno una clausola di "lock up" per evitare che i
partner italiani rinuncino in tempi troppo brevi al loro pacchetto
azionario.Sta di fatto che Palazzo Chigi è pronto ad accendere con
Bernabè il "disco verde". Un segnale, del resto, che a Madrid è
già in parte arrivato. A dicembre scorso Piersilvio Berlusconi e
Fedele Confalonieri incontrarono il primo ministro spagnolo
Zapatero per discutere dell'affare Prisa. E in quell'occasione -
forse non a caso -, contestualmente all'ingresso di Mediaset nel
mercato televisivo di Madrid, il capo del governo iberico sfiorò
il tema Telefonica assicurando il suo impegno sulla difesa della
"italianità" della rete Telecom.Da qual momento l'esecutivo di
Roma ha sospeso le risorse da impegnare per la ristrutturazione
della rete e il presidente della compagnia telefonica spagnola,
Cesar Alierta, ha iniziato a predisporre una Offerta pubblica di
scambio per la totalità della ex Sip. Sul tappeto intende poi
stendere - se Palazzo Chigi darà l'avallo finale - un percorso di
questo tipo: costituire una Holding (Telecom Europa) che
controllerà le due società. Criteria (finanziaria controllata dal
gigante bancario Caja Ahorros), secondo azionista di Telefonica
con il 5,1% - il primo è il Banco Bilbao con il 5,3% - si fonderà
con Telco per costituire il "nocciolino" di controllo di Telecom
Europa. Certo, le preoccupazioni nel governo italiano persistono.
Sulle linee telefoniche "corrono" dati sensibili: difesa,
sicurezza, intercettazioni, protezione civile. E in futuro sugli
stessi "binari" correrà la televisione, settore tanto caro al
Cavaliere. Per di più lo scambio azionario proposto da Alierta non
potrà certo essere vantaggioso per i soci nostrani. Basti pensare
che la compagnia italiana conta su una capitalizzazione di 14,5
miliardi e quella spagnola di 83 miliardi. Senza dimenticare che i
"patti parasociali" hanno una durata triennale. Tant'è che a
Palazzo Chigi c'è anche chi non esclude che questo possa essere il
momento per concentrare gli sforzi per la costruzione di una nuova
rete "pubblica" a fibra ottica. )
La produzione e' in
caduta libera insieme all'occupazione.(
Disoccupati e cassintegrati al Nord, scoraggiati e sommersi al
Sud. L'onda montante della distruzione dei posti di lavoro ha
colpito le regioni italiane in modo diverso aggravando le
situazioni preesistenti, ma anche generando reazioni
differenziate. Le regioni del Centro e del Nord hanno avuto
l'aumento più marcato dei disoccupati: il Nord Ovest ha visto
crescere il tasso di disoccupazione nel terzo trimestre 2009 al
5,5% dal 3,8% di un anno prima, il Nord Est dal 2,9% al 4,6%. Una
tendenza confermata dai dati dell'Istat riferiti a dicembre: gran
parte delle 392 mila persone che nel corso del 2009 hanno
ingrossato le file dei disoccupati (ora a quota 2 milioni e 138
mila) vengono dalle regioni più industrializzate. Il tasso record
di disoccupazione arrivato all'8,5% ha ancora "margine" per
crescere preventivando che almeno una parte dei lavoratori al
momento in cassa integrazione dovranno cercarsi un nuovo lavoro.
La Cgil ha stimato che con i lavoratori in Cig la percentuale dei
disoccupati è già sopra al 10%. La Cgia di Mestre, che ha
analizzato la situazione del lavoro per regione, stila una
classifica (dati settembre 2009) in cui sono Lombardia, Emilia
Romagna e Veneto a subire l'aumento maggiore dei disoccupati,
mentre Puglia, Lazio, Molise e Calabria vedono diminuire in
maniera consistente i propri. Il tasso complessivo del Mezzogiorno
è passato da 11,1% a 11,7%. Sono rimasti stabili, seppur su
livelli allarmanti, in Puglia (10,8%) e Sicilia (13,3%), fanno
comunque male Campania (12,2%) e Sardegna (12,7%) con un
peggioramento superiore alla media nazionale. La maggior tenuta
delle regioni meridionali è solo un effetto statistico: la
diminuzione degli occupati effettivi nel corso del 2009 è
paragonabile al resto del paese: 195 mila i lavoratori in meno nel
Mezzogiorno contro i 150 mila del Nord Est e i 130 mila del Nord
Ovest. L'illusione ottica della riduzione dei disoccupati al Sud è
già stato inquadrato dalla Banca d'Italia che ha segnalato
l'aumento degli "scoraggiati", ovvero delle persone in età
lavorativa (15-64 anni) che non cercano più un impiego: in Italia
sono 14,8 milioni, il 37,6% del totale, una zavorra storica del
nostro paese da sempre con il tasso di attività al livello più
basso in Europa. Gli inattivi sono per lo più giovani, meridionali
e donne. L'altro fenomeno che spiega la contrazione dei
disoccupati "ufficiali" nel meridione è legata ad un aumento
esponenziale del lavoro nero. Le occupazioni dell'economia
sommersa funzionano da vero e proprio ammortizzatore sociale,
fornendo sostegno al reddito ai senza lavoro e facendo sparire una
parte dei disoccupati meridionali tra gli inattivi. Una funzione
"speculare" a quella realizzata dalla Cig per le aziende del
Centro e nel Nord.Dal punto di vista dell'economia ufficiale,
preoccupa anche il tipo di aziende colpite dalla crisi, dove
pagano soprattutto il settore manifatturiero (-386 mila gli
occupati dell'industria in un anno) e tra queste le aziende che
traggono gran parte del loro fatturato dall'export, vale a dire la
parte che negli anni scorsi ha più contribuito alla crescita del
Pil: "Al Nord ed in particolare lungo la dorsale Adriatica si è
risentito in maniera molto forte della contrazione dell'export di
queste regioni che ha investito soprattutto il settore
manifatturiero tradizionale (tessile, abbigliamento, calzatura,
metalmeccanica, legno e mobilio)" spiega il segretario della Cgia
di Mestre Giuseppe Bortolussi. Migliaia di aziende in una crisi
molto più ramificata di quanto i casi-simbolo dei grandi gruppi
riescano a raccontare. )
La Fiat chiude le
fabbriche. La multinazionale Alcoa lascia l'Italia. Un numero sterminato di
aziende e' fallita come Phonemedia, 7.000 dipendenti, o sta licenziando come
Italtel.( Anche il comparto
petrolifero nei guai:Il
calo dei consumi e delle esportazioni porterà "alla chiusura di 4 o 5
raffinerie, che sono di troppo". Lo ha rilevato il presidente dell'Unione
Petrolifera, lanciando l'allarme su 7.500 posti che sono quindi a rischio:
"Ogni raffineria - ha spiegato Pasquale De Vita - dà lavoro, con l'indotto,
a circa 1.500 posti di lavoro". Le chiusure riguarderanno dunque almeno un
quarto delle 16 raffinerie presenti in Italia.Al 2009, ha ricordato De Vita,
la raffinazione ha perso in cinque anni 15 milioni di tonnellate. "Se
inoltre - ha aggiunto - sarà applicato il sistema europeo '20-20-20' si
perderanno altri dieci milioni di tonnellate e quindi si passerà da 90 a 60.
Questo è il vero problema che abbiamo davanti e dobbiamo risolvere. Sono
cambiati alcuni equilibri: le raffinerie dell'Estremo Oriente, ad esempio,
hanno costi molto bassi perché non hanno nessun vincolo ambientale e dunque
siamo di fronte a una competizione sbilanciata". Per De Vita bisognerà fare
un piano, un progetto "e vedere cosa mantenere e cosa no". A pesare è sia il
calo delle esportazioni sia soprattutto il calo dei consumi della benzina
che ha perso in cinque anni il 27%.L'Unione Petrolifera chiede pertanto al
governo innanzitutto regole certe che non penalizzino gli investimenti che
saranno necessari anche per quelle raffinerie che rimarranno sul mercato e
dovranno riconvertirsi producendo meno benzina e più gasolio. "Bisogna
cercare dei paracadute che non ci penalizzino più di altri. Ad esempio da
noi ci sono difficoltà nelle autorizzazioni. Chiediamo regole più semplici
possibile". "Vogliamo - ha concluso De Vita - che l'industria abbia
l'attenzione giusta e non sempre negativa come è stato finora perché i conti
non tornano, il settore si ridimensionerà per forza e bisogna
realisticamente prenderne atto".)
Il debito pubblico e' fuori controllo, non e' un
modo di dire, nel 2009 ci siamo indebitati di 140 miliardi di euro in piu'.
Siamo arrivati a 1.800 miliardi di debito, nel 2010 raggiungeremo i 2.000 e
pagheremo circa 80 miliardi di interessi.(Il disastro del debito
pubblico genera la mancanza di copertura finanziaria. Cosi' scompaiono IL
PIANO CASA sventolato da Testa d'Asfalto ed IL CONDONO EDILIZIO...
Nessun condono edilizio e nessun piano casa all'interno del
decreto Milleproroghe. Ad escludere le norme, che pure erano state
proposte attraverso alcune emendamenti al provvedimento, è stato
il presidente della Commissione affari costituzionali, Carlo
Vizzini che oggi ha annunciato che sulle oltre 650 proposte di
modifica presentate, più di 300 sono state da lui giudicate
inammissibili e quindi espunte dalla norma. 'Si tratta di una
percentuale che supera notevolemente quella di altri provvedimenti
- ha ammesso Vizzini - ma abbiamo strettamente rispettato i
criteri richiesti di omogeneità e conformità delle proposte
emendative al testo ed alla natura della proroga dei termini.
Abbiamo insomma dichiarato inammissibili anche questioni che i
gruppi parlamentari credo dovranno affrontare, perché di rilievo,
ma in separata sede, con altri provvedimenti, allo scopo di
evitare che il dl diventi una sorta di omnibus con ingresso
libero''. Vizzini ha quindi precisato che ad esempio l'ipotesi di
condono edilizio ed il piano casa di cui tanto si è occupata anche
la stampa, non rientrano tra gli emendamenti ammessi, come pure
l'emendamento Pd per Eutelia, mentre al contrario rientra nella
norma la proroga degli sfratti. Sui tempi Vizzini ha infine
ricordato che ora il decreto passa all'esame della commissione
Bilancio per il necessario parere sulle coperture finanziarie, poi
''entro mercoledì avvieremo i lavori in notturna per
l'approvazione, perché la settimana prossima dovrebbe essere
calendarizzato per l'Aula. Dovevamo essere in Aula già questa
settimana ma non ce l'abbiamo fatta''. )
Non esportiamo piu', ma le
importazioni sono stabili. In un anno il saldo verso l'estero e' peggiorato
di circa un miliardo e mezzo di euro. Non esiste un piano industriale per il
futuro, per recuperare competitivita'. Progettiamo grandi opere per
trasportare merci che non produciamo. La Tav, il Ponte di Messina, l'Alta
Velocita' sono business per chi li realizza, ma all'Italia non servono,
drenano decine di miliardi di euro dal bilancio dello Stato che potrebbero
essere investiti nell'innovazione. Gli italiani hanno le tasse piu' alte
d'Europa, ma stipendi inferiori del 32% alla media di quelli europei.
Tremorti ha applicato l'aliquota del 5% ai capitali occultati al Fisco, di
origine mafiosa, derivanti da traffici illegali o di evasori totali. I
contribuenti onesti che lavorano per il fisco almeno sei mesi all'anno non
hanno gradito, dopo questo esempio se possono diventeranno evasori. (
PALERMO - Parla del padre Vito, potente sindaco
di Palermo, e dell'amico complice di sempre, Bernardo Provenzano.
Parla soprattutto degli affari di Cosa nostra, che avrebbe
investito molti capitali a "Milano 2", la grande operazione
immobiliare da cui presero il via le fortune di Silvio Berlusconi.
Al processo Mori, nell'aula bunker del carcere palermitano dell'Ucciardone,
Massimo Ciancimino racconta le trame del padre: "Con Provenzano si
vedeva spesso - dice - anche a Roma, fra il 1999 e il 2002. Con
altri mafiosi che avevano una grande capacità imprenditoriale
faceva investimenti. Con i fratelli Buscemi e con Franco Bonura
vennero investiti soldi anche in una grande realizzazione alla
periferia di Milano che è stata poi chiamata Milano 2".La
trattativa. Massimo Ciancimino parla soprattutto della
trattativa che il padre avrebbe intrattenuto con l'allora
colonnello del Ros Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno:
"Prima della strage Borsellino - dice il testimone - il
colonnello incontrò più volte mio padre, nella nostra casa romana
di via San Sebastianello. Almeno due volte prima del 29 giugno,
quando il dottore Antonino Cinà (il medico di Riina - ndr) mi
consegnò a Palermo il cosiddetto papello, che io portai subito a
Roma. Dopo il 29 giugno, ci fu un altro incontro fra Mori e mio
padre". Ciancimino non usa mezzi termini. "La richiesta dei
carabinieri era chiara, così mi spiegò mio padre dopo quegli
incontri: volevano stabilire un canale privilegiato per
interloquire con i vertici dell'organizzazione mafiosa. Mio padre
riteneva quella strategia uno sbaglio da parte delle istituzioni,
era come accreditare la linea folle di Riina". Il pm Nino Di
Matteo chiede a Ciancimino: "Cosa chiedevano esattamente i
carabinieri?". Il figlio dell'ex sindaco spiega: "Volevano la resa
incondizionata dei capimafia, in cambio di un trattamento di
favore per i familiari dei boss". Su tutta l'operazione, dice
Ciancimino, avrebbe vigilato Bernardo Provenzano, che autorizzò la
trattativa. "Mio padre seppe poi dal signor Franco, suo referente
nei servizi segreti, che di quella trattativa erano informati gli
onorevoli Mancino e Rognoni. Mio padre ne parlò con i carabinieri.
E dagli stessi ebbe conforto in tal senso". Il signor Lo
Verde. Il racconto di Ciancimino comincia da lontano. "Me
lo ricordo da bambino - dice Massimo Ciancimino - Bernardo
Provenzano, che io conoscevo come il signor Lo Verde, veniva a
trovarci spesso nella nostra casa di villeggiatura di Baida, alle
porte di Palermo. Solo molto tempo dopo, a fine anni Ottanta, vidi
per caso l'identikit di un capomafia sulla rivista Epoca, mentre
ero Dal barbiere con mio padre. Era Provenzano, riconobbi l'uomo
che veniva a casa mia. Chiesi a mio padre di quell'uomo. Mi
rispose: stai attento al signor Lo Verde, da questa situazione non
può salvarti nessuno". "Il signor Lo Verde - spiega il
testimone - continuò a venirci a trovare anche quando mio padre
era agli arresti domiciliari, nell'appartamento di via San
Sebastianello, vicino a piazza di Spagna, a Roma. Dal 1999 al
2002. Mi incuriosiva quella situazione. Dissi a mio padre: ma non
sono pericolosi questi incontri? Lui mi rispose senza
tentennamenti. Disse che Provenzano poteva girare tranquillamente
per Roma o in qualsiasi altra città, perché godeva di una sorta di
immunità territoriale, basata su un accordo che anche mio padre
aveva contribuito a stabilire. Un accordo che sarebbe stato
stipulato fra il maggio 1992 e il dicembre dello stesso anno".
Ciancimino senior e Provenzano. Ciancimino
risponde alle domande dei pubblici ministeri Nino Di Matteo e
Antonio Ingroia. Nella prima parte della sua deposizione, iniziata
alle 10, ha rievocato l'attività politico-mafiosa del padre.
"Aveva creato un vero e proprio sistema - spiega - suo compito
era quello di spartire le tangenti dei grandi lavori pubblici di
Palermo fra i politici e fra Cosa nostra, sempre tramite
Provenzano". Per i contatti più delicati, Vito Ciancimino
utilizzava una linea telefonica riservata, installata nella sua
casa di Palermo. "Spesso - aggiunge il teste - ero incaricato
di consegnare buste chiuse a Provenzano"."Il rapporto fra mio
padre e Provenzano era nato a Corleone - racconta Ciancimino
junior - Abitavano nello stesso stabile: di tanto in tanto, mio
padre dava lezione di matematica al giovane Bernardo. Molti anni
dopo, si stupiva che lo chiamassero il ragioniere. In matematica
non era stato mai bravo". Ad ascoltare Massimo Ciancimino c'è
l'imputato principale di questo dibattimento, il generale Mario
Mori, seduto accanto ai suoi legali, gli avvocati Piero Milio ed
Enzo Musco. Sugli spalti del pubblico sono presenti numerosi
studenti. Una lunga deposizione. La deposizione
davanti alla quarta sezione del tribunale si preannuncia lunga.
Nei 23 verbali d'interrogatorio di Massimo Ciancimino già
depositati dalla Procura in vista dell'udienza di oggi si parla
della trattativa che sarebbe avvenuta fra Cosa nostra e
l'entourage del generale Mori, nel 1992, durante la stagione delle
stragi Falcone e Borsellino. L'accordo avrebbe previsto la
cessazione della strategia stragista, in cambio di alcuni benefici
per i boss: a mediare il misterioso dialogo sarebbe stato il
padre di Massimo, Vito Ciancimino. Secondo la Procura di Palermo,
in quei giorni sarebbe nato un vero e proprio patto fra il vertice
mafioso e una parte delle istituzioni: ecco perché, secondo i pm,
Provenzano avrebbe proseguito indisturbato la sua latitanza (fino
all'11 aprile 2006).Il figlio di Vito Ciancimino continua a
rispondere senza tentennamenti alle domande dei pubblici
ministeri. Ritorna sugli affari del padre: "Dopo le inchieste e le
denunce della commissione antimafia e il caso della sua querela al
capo della polizia, mio padre decise di spostare i suoi
investimenti lontano da Palermo". Correvano gli anni Settanta.
Massimo Ciancimino spiega: "Alcuni suoi amici di allora,
Ciarrapico e Caltagirone, ma anche altri costruttori romani gli
dissero di investire in Canada dove erano in preparazione le
Olimpiadi di Montreal. C'erano dei mutui agevolati per gli
investitori stranieri". Con i boss Salvatore e Antonino Bonura,
con il costruttore mafioso Franco Bonura sarebbe nato in seguito
un altro investimento: "Una grande realizzazione alla periferia di
Milano che è stata poi chiamata Milano 2", dice Ciancimino junior.I
rapporti con i servizi. Un altro capitolo della
deposizione nell'aula bunker è quello dei rapporti fra l'ex
sindaco di Palermo, Bernardo Provenzano e i servizi segreti.
Massimo Ciancimino dice che il tramite sarebbe stato un "uomo che
vestiva sempre in modo molto elegante, non siciliano". Lui lo
conosceva solo come il nome: "signor Franco o Carlo". "Era legato
all'ambiente dei servizi", spiega il testimone. "Lo contattavo
tramite due numeri conservati nella Sim del mio telefonino. Avevo
un'utenza fissa, con prefisso 06 Roma e un'utenza cellulare". Il
signor Franco torna nel racconto di Ciancimino già dagli anni
Settanta. "Lo rividi il giorno dei funerali di mio padre -
spiega - venne al cimitero dei Cappuccini di Palermo per
portarmi un biglietto di condoglianze del signor Lo Verde. Disse
che se n'era andato un grande uomo". Il signor Franco.
Vito Ciancimino avrebbe incontrato spesso il signor Franco: "Lui,
mio padre e il signor Lo Verde avevano le chiavi di un
appartamento, nella zona di via del Tritone, a Roma". All'ex
sindaco di Palermo sarebbero stati chiesti dai Servizi diversi
"interventi": anche in occasione del disastro di Ustica ("Per non
fare diffondere certe notizie", dice Ciancimino junior) e del
sequestro Moro ("Per trovare il covo").Ghedini: tutto
falso "Le dichiarazioni di Ciancimino su Milano 2 sono
del tutto prive di ogni fondamento fattuale e di ogni logica, e
sono smentibili documentalmente in ogni momento". Così Niccolò
Ghedini, avvocato del premier e parlamentare Pdl ha commentato le
dichiarazioni rese da Massimo Ciancimino: "Tutti i flussi
finanziari di Milano 2 - ha detto Ghedini - , operazione
immobiliare che ancor oggi è da considerarsi una delle migliori
realizzazioni nel nostro paese, sono più che trasparenti e sono
stati più volte oggetto di accurati controlli e verifiche. Tutte
le risultanze hanno dimostrato la provenienza assolutamente lecita
di tutto il denaro impiegato". L'avvocato del premier annuncia
azioni legali perché parlare di "finanziamenti mafiosi è
evidentemente diffamatorio".) (La
nostra criminalita' organizzata non conosce crisi e puo'
permettersi di incrementare il personale e di assumere i
licenziati o di comprarsi direttamente le fabbriche. La mafia e'
la prima industria del Paese ed e' in grande crescita.
Nel 2009 ha aumentato i ricavi del 3,7% con
un giro di affari
di 135 miliardi di euro, il 10% del PIL italiano, e 70 miliardi di
utile. Le banche non danno piu' prestiti? Ci
pensa la mafia con l'usura (24 miliardi). Lo
spaccio di droga (60 miliardi) attraversa un ottimo momento.
Stabile l'ecomafia (16 miliardi). Solo 6,5 miliardi negli
appalti per le costruzioni e nella sanita', ma questo in attesa di
un prossimo rilancio con Tav, Expo 2015 e Ponte di Messina.
Il riciclaggio di denaro sporco ha toccato i 26
miliardi. La mafia dà lavoro anche agli avvocati, spende 800
milioni di euro in spese legali. Una mafia in grande salute
puo' comprarsi il Paese e rilanciare l'economia. Baciamo le mani.)
Il Governo non pensa
al Paese, è impegnato a varare leggi su leggi per la riforma della giustizia
per evitare la galera a Berlusconi.(
La
fabbrica delle leggi ad personam made in Berlusconi è riuscita a
sfornarne un'altra, stavolta addirittura sulla mafia e sui
pentiti. Per cancellarne anche l'esistenza e azzerare le loro
dichiarazioni.
Niente maxi processo
di Falcone. Niente Buscetta. Battezzarla anti-Spatuzza o salva
Dell'Utri? L'uno e l'altro. Perché il risultato dei due articoli
che il senatore Giuseppe Valentino, giusto il relatore del
processo breve, ha presentato il 27 novembre a palazzo Madama è
sicuramente uno: impedire che i pentiti si riscontrino
vicendevolmente. Tra la fine di ottobre e il 4 dicembre 2009,
quando cominciano a circolare le prime indiscrezioni sui verbali
di Gaspare Spatuzza che poi depone a Palermo al processo Dell'Utri,
sui giornali si scatena il tam tam di una possibile incriminazione
per mafia ai danni di Berlusconi. Ed ecco che, in chiave
preventiva almeno per lui, successiva ma salvifica per Marcello
Dell'Utri, comunque in anticipo rispetto a un'imputazione che in
quel momento sembra probabile, la macchina delle leggi salva
premier si muove. Entra in campo il senatore Giuseppe Valentino,
calabrese per nascita, di professione avvocato, avverso ai pentiti
per via di un'inchiesta che lo coinvolse nel 2004 per voti della
'ndrangheta, ex aennino finiano dato ormai per seguace del
Cavaliere, vice di Niccolò Ghedini nella consulta pdl per la
giustizia. Si produce in un ddl che a palazzo Madama porta il
numero progressivo 1.912, comunicato alla presidenza a fine
novembre, e che dal 26 gennaio figura tra quelli che saranno
esaminati, discussi, approvati in commissione Giustizia. Due
articoli, niente norma transitoria che regola l'applicazione ai
processi in corso, ma va da sé che trattandosi di norme più
favorevoli per l'imputato non possono che applicarsi
immediatamente. Dell'Utri compreso. Il relatore è Piero Longo,
avvocato di Berlusconi assieme a Ghedini. Una scelta che si
commenta da sola. Il titolo della proposta, di per sé, pare
anonimo: "Modifica degli articoli 192 e 195 del codice di
procedura penale in materia di valutazione della prova e di
testimonianza indiretta". Sono quelli che regolano per l'appunto i
mezzi di prova e stabiliscono quando una testimonianza può avere
valore oppure no in un processo. D'ora in avanti, se passa il
testo di Valentino, la regola sarà scritta così: "Le dichiarazioni
rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un
procedimento connesso assumono valore probatorio o di indizio solo
in presenza di specifici riscontri esterni". A Palermo, a Reggio
Calabria, a Napoli, quando i magistrati apprendono di una norma
del genere entrano in fibrillazione. Perché essa trasforma in
perentoria disposizione quanto scrive l'attuale articolo 192,
comma 3, del codice di procedura: "Le dichiarazioni sono valutate
unitamente agli altri elementi di prova che ne confermano
l'attendibilità". E se è vero che esiste una giurisprudenza ormai
acquisita della Cassazione sulla necessità dei cosiddetti
"riscontri obiettivi", tuttavia altra cosa è stabilire per legge
il valore probatorio "solo" in presenza di "specifici riscontri
esterni". Ma non basta. Perché la legge di Valentino aggiunge
altri due commi, il bis e il ter, all'articolo 192. Nel bis è
scritto: "Le dichiarazioni di più coimputati o imputati in
procedimenti connessi assumono valore probatorio o di indizio ove
sussistano le condizioni di cui al comma precedente". Quindi, al
di fuori di questa regola, è tutto da buttare via. Ma ecco
l'ultima botta, la più micidiale, il comma ter: "Sono
inutilizzabili le dichiarazioni anche in caso di riscontri
meramente parziali". Vale l'esempio che propone, nell'intervista
qui sotto, Gianrico Carofiglio a proposito di un pentito che parla
di cinque omicidi. Oggi si può condannare per le prove trovate per
i primi quattro e assolvere per l'ultimo. Con le regole di
Valentino le rivelazioni del pentito diventeranno carta straccia
per tutti. Non contento, il senatore va avanti e cambia l'articolo
195, allargando ulteriormente le maglie dell'"inutilizzabilità".
Se oggi le dichiarazioni di un testimone che ha appreso notizie
fondamentali per il processo da un altro si possono sempre usare
"salvo che l'esame risulti impossibile per morte, infermità o
irreperibilità", da domani solo "l'infermità temporanea" lascerà
campo libero. E quindi il poliziotto che raccoglie l'ultimo fiato
della vittima di un killer e che fa il nome del suo assassino non
potrà darne testimonianza, né tantomeno potrà farlo chi ha
raccolto le confidenze di un immigrato che nel frattempo è
scomparso nel nulla. Garantismo o morte della giustizia? Il
"processo" alla proposta di legge di Valentino è aperto. Ma tutto
si può dire tranne che giochi a favore della lotta alla mafia. )
La nostra immagine
internazionale e' distrutta, dopo lo psiconano e' l'ora dei replicanti, da
Bertolaso ad Haiti a Frattini ad Hammamet. La moralita' pubblica è ai
livelli di Bokassa e di Idi Amin, con il ladro Bottino Craxi portato a
modello di uomo di Stato.(
Bokassa tentò di giustificare la
sua azione con la scusa che creare una monarchia avrebbe aiutato il Centro
Africa ad elevarsi dal resto del continente e guadagnarsi il rispetto del
mondo. La sua mossa però ebbe solo conseguenze negative: ad esempio furono
spesi più di 20 milioni di dollari per l'incoronazione (che nelle forme
volle rispecchiare quella di
Napoleone, idolo di
Bokassa) e tale perdita gettò sul lastrico le già esigue risorse del povero
stato. Inoltre, nonostante fossero stati diramati moltissimi inviti, quasi
nessun leader straniero partecipò all'evento, pertanto il prestigio tanto
agognato non fu affatto raggiunto. Molti ritengono che Bokassa fosse malato
di mente e confrontano le sue stravaganze egoistiche con l'altro ben noto
dittatore
africano
Idi Amin. Come su
quest'ultimo, si hanno notizie non confermate che occasionalmente Bokassa
avesse
mangiato carne umana.Anche
se il nuovo impero era nominalmente una
monarchia costituzionale,
non vennero fatte riforme democratiche di rilievo, in compenso rimase
ampiamente praticata la soppressione con tutti i mezzi degli oppositori
politici. Le
torture erano
largamente praticate, con la precisazione che di tanto in tanto lo stesso
Bokassa partecipava ai maltrattamenti.Nonostante la nazione si dirigesse
verso la
dittatura, la
Francia rimase il
principale sponsor internazionale di Bokassa. Il presidente francese
Valéry Giscard d'Estaing
fu un alleato fedele dell'impero e supportò il regime con aiuti finanziari e
militari. In cambio Bokassa ospitò molte volte d'Estaing in
safari e lo
rifornì di
uranio, un minerale
vitale per il
programma nucleare militare
francese. Con il passare degli anni, comunque, crebbero le critiche al
presidente francese, specie quando venne rivelato che Bokassa gli regalava
frequentemente
diamanti. Amin
Dada e fu presidente dell'Uganda
dal
1971 al
1979.
La sua condotta in Uganda fu improntata alla più settaria violenza,
includendo la
persecuzione razziale
degli
Acholi,
Lango,
Indiani e altri
gruppi etnici inclusi induisti e cristiani dell'Uganda. L'ammontare delle
vittime causate dal regime di Amin non è mai stato quantificato in maniera
precisa. Una stima della International Commission of Jurists ha
stabilito che esse siano non meno di 80.000 e verosimilmente vicine ai
300.000. Un'altra stima, effettuata dalle organizzazione degli esuli con
l'aiuto di
Amnesty International,
pone il numero di vittime sui 500.000 morti[1]L'informazione
e' scomparsa, una volta era semilibera, oggi si e' dissolta. Per informarsi
e' rimasta la Rete, contro cui ogni mese c'e' una nuova legge, e la
televisione svizzera nel Nord Italia. Il territorio e' cementificato anno
dopo anno e le splendide 100 citta' d'Italia trasformate in camere a gas.
parcheggi e centri commerciali. Le Università italiane, che hanno
primeggiato per secoli, sono scomparse dalle classifiche internazionali. Il
nostro futuro sono centrali nucleari, inceneritori, bretelle, autostrade,
rigassificatori e parcheggi. Non dobbiamo dare la colpa a nessuno se non a
noi stessi. Ora possiamo cambiare. Una nuova societa' in cui ognuno conta
uno e i nostri figli contano più di ogni altra cosa e' possibile. Basta
una tua firma
questi sabato e domenica per la lista regionale del MoVimento Cinque Stelle.
Non sprecare questa occasione e spargi la voce. Loro non si arrenderanno mai
(ma si stanno decomponendo sotto i nostri occhi).
Verso il pdNr (Punto
di non ritorno)
Un
miliardo di ore di cassa integrazione (ordinaria e
straordinaria) autorizzato tra l'ottobre 2008 e il dicembre
2009. Sono queste le cifre rilevate dal rapporto sulla Cig del
2009 stilato dall'osservatorio sulla cassa integrazione della
Cgil. La colpa, della crisi che in poco meno di un anno avrebbe
portato all'autorizzazione di 634.699.339 ore di cassa
integrazione ordinaria e 370.384.779 ore di straordinaria: per
un totale di 1.005.084.118 ore complessive.
La crisi economica, e la crisi della disoccupazione.
Sono i due fattori, strettamente correlati, che concorrono a
spiegare l'ammontare di ore di cassa integrazione registrate per
l'anno 2008-2009, in Italia. Ore che hanno coinvolto un numero
di lavoratori che, colcolando un livello medio di ricorso alla
cassa pari a 25 settimane, ha superato il milione. E dal
rapporto della Cgil emerge anche che per questo milione di
lavoratori i riflessi della loro condizione sul reddito sono
stati molto pesanti. In altre parole "ogni lavoratore che ha
usufruito della cassa integrazione (ordinaria o straordinaria)
per 5 mesi, ha perso tra i 3.000 e i 3.500 euro". La
classifica per regioni. Nella classifica del
maggior ricorso alla cassa integrazione ordinaria vincono le
regioni del centro-nord: la Lombardia con 182.107.335 ore, per
un aumento del 627%, l'Emilia Romagna che registra un piu' 813%,
l'Abruzzo (piu' 618%), il Piemonte (piu' 532% ), il Veneto (piu'
567%) e le Marche che registra un più 482%. Ironia della
sorte, queste regioni - spiega il rapporto - "sono anche quelle
che hanno una struttura industriale piu' consistente, mentre
nelle altre, soprattutto per le regioni del mezzogiorno, lo
spessore della crisi si evidenzia con altri indicatori".I
sindacati alzano la voce. I dati destano la
preoccupazione dei sindacati, che alzano la voce. "L'alto
ricorso alla Cig - fa notare Susanna Camusso, segretaria
confederale della Cgil - ha rappresentato nello stesso tempo una
difesa dagli effetti della crisi produttiva ma anche il
risultato di una crisi profonda che ha investito il nostro
apparato produttivo". Una crisi che per la dirigente sindacale
"non e' affatto superata, anche se siamo in presenza di una
ripresa minima degli ordinativi almeno sulle esportazioni mentre
permane un forte segnale negativo dettato dall'assenza di
investimenti in macchine utensili e strumenti da parte delle
imprese". E c'e' di piu'. Nelle ultime settimane, infatti, si
registrano "aumenti indiscriminati delle richieste di
licenziamenti da parte di molte grandi aziende che, pur potendo
agire diversamente, approfittano invece della della situazione".L'allarme
di Confindustria. Anche il centro studi di
Confindustria lancia l'allarme disoccupazione: "A dicembre
infatti il tasso di disoccupazione in italia è stato dell'8,5%
contro il 10,0% nell'area euro". In altre parole, "includendo
tra i disoccupati l'equivalente di forza lavoro delle ore
erogate di Cig, il dato italiano sale a 10,1% in linea con
quello europeo". Il centro studi di Confindustria parla chiaro:
"Il trend resta ascendente: a dicembre la percentuale di imprese
che si attendeva una riduzione del numero di addetti (28,6%) era
ancora nettamente superiore a quella che prevedeva un incremento
(9,7%), benche' si fossero stabilizzate le opinioni sulle
condizioni operative aziendali". Niente di nuovo dunque. Gia'
ieri infatti i
dati dell'Istat e di Eurostat
segnalavano una crescita all'8,5% dei senza lavoro. Cifre record
dal 2004.Il colpo di grazia potrebbe arrivare anche DALL'EFFETTO
DOMINO:"
L'origine dei 2000 MILIARDI DI EURO DI DEBITI (4.000.000 DI MILIARDI DI
LIRE...)
A pagina 17 de Il Corriere della
Sera di giovedì 15 gennaio 2010, Salvatore Bragantini, economista molto in
gamba, molto esperto, ci ricorda che cosa ha fatto Craxi per il debito
pubblico e dice “ il caso Grecia ora tiene banco, ma e' solo l’inizio, tutti
i Paesi dell’Eurozone ad alto debito - si fa più presto a dire chi non c’e'
- sono condizionati dai vincoli di Maastricht , svuotare i quali vorrebbe
dire silurare l’Euro. Non e' loro preclusa solo la leva della politica
monetaria, anche lo spazio per quella fiscale si fa impervio, non c’e' una
lira, i soldi (pochi) vengono spesi per pagare gli interessi sul debito e
quindi non c’e' trippa per tagliare le tasse. Si puo' giostrare solo a
parita' di gettito e la manovra e' limitata dalle norme dell’Unione Europea,
per esempio per l’Iva. In questo frangente, cosa fare in concreto per
restare un grande Paese, senza farsi pian piano relegare nella serie
inferiore? Un’opinione pubblica disinformata potrebbe reagire prendendosela
con l’Europa, mentre in realta' ce la dobbiamo prendere con noi stessi e,
soprattutto, con chi oggi celebra Craxi.” E ricorda, Bragantini, che “ il
risanamento morale, utile in se', darebbe anche un robusto contributo a
quello economico”, perche' l’immoralità pubblica, la corruzione pubblica che
porta aumenti di spesa pubblica sono, in realta', all’origine del boom del
nostro debito punto di riferimento, che non e' sempre stato alle stelle: ha
cominciato a andare alle stelle a partire dal 1980, cioe' da quando impero'
sull’Italia per dodici anni il famoso Caf (Craxi, Andreotti, Forlani). Se ci
fosse ancora una classe dirigente degna del nome, anziche' assistere in un
silenzio forse non imbarazzato, ma certo imbarazzante alla rivalutazione di
Bettino Craxi, questa classe dirigente ricorderebbe al Sindaco di Milano,
che vuole dedicargli una via o un parco, alcuni fatti stranoti nelle
metropoli straniere che ama frequentare la signora Moratti. Lasciamo pure
stare i gravi reati per cui Craxi e' stato condannato e che paiono divenuti
trascurabili, c’e' molto di piu': sotto la guida politica sua e di De Mita,
che oggi non a caso ne canta le gesta, il nostro debito pubblico e' volato
dal 60 al 120% del Pil, in dodici anni e' raddoppiato il rapporto tra debito
e prodotto interno lordo; di qui il macigno che tutt’ora grava sulle spalle
del Paese e ne frena lo sviluppo, sapete che quel debito lo paghiamo con 80
miliardi di Euro all’anno di soli interessi. Nell’éscalation del debito ebbe
il suo bel peso l’aumento dei costi delle opere pubbliche dovuto alle
tangenti, scoperte grazie a Mani Pulite: quei costi, in seguito alle
indagini, crollarono di botto e chi allora accuso' il colpo ce lo
restituisce con gli interessi. Nel 1992, quando crollo' la Prima Repubblica
sotto i colpi delle tangenti e poi si travestì da Seconda Repubblica grazie
a quel grande gattopardo che e' Berlusconi, un chilometro di metropolitana a
Milano costava 192 miliardi, nello stesso periodo ad Amburgo un chilometro
di metropolitana costava 45 miliardi, meno di un quarto. In quel periodo il
passante ferroviario di Milano costava 100 miliardi a chilometro ed e' stato
realizzato in dodici anni; nello stesso periodo il passante ferroviario di
Zurigo e' costato la meta', 50 miliardi a chilometro, e ha richiesto la
meta' del tempo per i cantieri (sette anni, anziche' dodici). E’ così che
nasce il boom del debito pubblico che, nell’80, era il 60% del Pil, nell’83
era già il 70% del Pil, nell’83 Craxi diventa Presidente del Consiglio, ci
rimane quattro anni, e' il governo piu' lungo della Prima Repubblica, in
quei quattro anni il rapporto tra debito e Pil passa dal 70 al 92% e, in
termini liquidi, il debito pubblico passa da 400 e qualcosa mila miliardi a
un milione di miliardi in quattro anni (1.000.000 DI MILIARDI NEL 1987,oggi
siamo a 4.000.000 DI MILIARDI, quadruplicato in 20 anni...), gli anni del
governo Craxi. Dopodiche', negli anni dei governi Goria e De Mita, il
rapporto debito /Pil balza ulteriormente dal 92 al 118%, che e' il valore
che ha praticamente oggi, perche' abbiamo avuto qualche anno di risanamento
grazie alle politiche del centrosinistra, soprattutto dei Ministri Ciampi e
Padoa Schioppa e poi abbiamo avuto invece lo sfondamento del centrodestra
che, guarda caso, ha affidato l’economia nelle mani degli stessi che
collaboravano con Craxi ai tempi in cui veniva scavato il grande buco del
debito pubblico: oggi la nostra economia e' nelle mani dei Tremonti, dei
Brunetta e dei Sacconi, cioe' degli stessi consulenti economici di Craxi e
De Michelis, che all’epoca stavano scavando quel gigantesco buco che ancora
non siamo riusciti a riempire."
PALERMO, 23 GEN -
Il senatore Udc, Salvatore Cuffaro, condannato a 7 anni di
carcere per mafia annuncia di lasciare ogni incarico nel partito.
All'ex governatore della Sicilia i giudici hanno riconosciuto nel processo
di secondo grado il favoreggiamento aggravato e la rivelazione di segreto
istruttorio. 'So di non aver mai voluto favorire la mafia - dice Cuffaro - e
di essere culturalmente avverso a questa piaga, come la sentenza di primo
grado aveva stabilito. Prendo atto pero' della sentenza'.
DOPO IL
FALLIMENTO DEL SECONDO LODO ALFANO,SCATTA LO SCUDO STELLARE, GIUSTO IN TEMPO
PERCHE' "C'è anche Piersilvio
Berlusconi tra gli indagati nell'inchiesta Mediatrade-Rti sulla
compravendita dei diritti televisivi, per la quale oggi il pm di Milano
Fabio De Pasquale ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini. Il
figlio del premier - sotto inchiesta insieme al padre - E' stato consigliere
di amministrazione e vice presidente della societa' finita nel mirino dei
pm."
NON UNA
PAROLA DA QUELLA MERDA DEL PD SUGLI SCHIAVI DI ROSARNO, NON UNA PAROLA DA
QUELLA MERDA DEL PD SULLA MERDA CHE VOGLIONO INTITOLARE A MILANO, ED E' GIA'
INIZIATA L'INTOSSICATURA DI TESTA DI MERDA COME LORO!!! ALLE PROSSIME
ELEZIONI DEVONO SPARIRE !!!

L'Italia e' un
piccolo Paese, con poche risorse e
un tasso di disoccupazione da far paura.
Dobbiamo avere il coraggio di dirci
che gli immigrati sono
in prevalenza forza
lavoro sfruttata, merce per imprenditori senza scrupoli e per
politici e giornalisti con la erre moscia che cianciano di pozzi avvelenati.
Una risorsa preziosa per i politici che
li
lasciano al loro destino. E' in corso una guerra, che qualche volta
esplode, tra poveri: immigrati e cittadini italiani, entrambi presi per i
fondelli. Lo Stato si e' fermato a Rosarno. Mentre sprofondiamo ecco
l'annuncio salvifico: quello della doppia aliquota fiscale per un fisco piu'
"leggero". La solita puttanata pre elettorale tanto per rincoglionire la
merda italiota:"
Le riforme "condivise",
"volute dai cittadini" e che "interessano
al Paese" non si fermano. Anzi aumentano. Insieme alla
riforma della Giustizia per non
farsi processare e non finire in galera, e della Costituzione per farsi le
leggi anticostituzionali, Berlusconi ne ha pronta una terza: quella fiscale.
Una riforma fatta per i gonzi. Infatti non la faranno mai perche' riguarda
tutti i contribuenti e non gli evasori. E' uno spot elettorale. Due sole
aliquote, una al 23%, una al 33%
con minori entrate di qualche miliardo di euro per il Fisco. Per coerenza
Tremorti dovrebbe istituire una sola
aliquota al 5%, quella dello Scudo Fiscale.
A parole sono tutti vicini a chi paga le tasse. Tremorti vuole un Fisco "amico"
dei cittadini e "socio positivo" delle
imprese. Paolo Bonaiuti spiega che "il
governo intende disegnare un sistema che porti l'Italia alla modernit?
fiscale". L'opposizione del Pdmenoelle per bocca di
Bersanetor,il portavoce di
D'Alema, ha pero' precisato: "Proposta
sbagliata perche' aiuta i ricchi". Per chi, con la sua assenza dal
Parlamento, ha fatto approvare lo Scudo Fiscale, aiutato gli ultraricchi ed
evitato la caduta del Governo e' una presa per il culo galattica dei
cittadini.
LA GRAVITA' DELLA SITUAZIONE DI
UN DISASTROSO PRIMO MINISTRO BIZANTINO E' ANCHE RESPONSABILITA'
DELL'OPPOSIZIONE, CHE NEGLI ANNI TRA IL 1995 ED IL 2001 NON FECE ALTRO CHE
FAVORIRE QUESTA ESCRESCENZA MEDIOEVALE, QUESTO GIURASSICO SOPRAVISSUTO ALLA
SCOMPARSA DEI DINOSAURI: "...perche'
e' molto facile ricordare le leggi che si e' fatto Berlusconi, ma molti
preferiscono dimenticare le leggi che a Berlusconi, oppure agli amici propri
e anche a lui, sono state fatte dal centrosinistra, quando invece avrebbe
dovuto fare quello che aveva promesso ai propri elettori, ossia risolvere il
conflitto d'interesse, approvare leggi antitrust, rompere il monopolio
televisivo, sottrarre la RAI al controllo dei partiti etc..
La prima e' proprio quella della custodia cautelare nel 95, quando i
colletti bianchi vengono di fatto salvati, salvo casi eccezionali, dal
rischio di finire in galera in custodia cautelare e poi arriva, nel 96, il
governo di centrosinistra, sulla tv abbiamo visto che cosa e' riuscito a
fare e a non fare l'Ulivo, grazie soprattutto a D'Alema e ai suoi uomini
che, gia' all'epoca, erano gli azionisti forti di riferimento del
centrosinistra, previa visita di D'Alema, naturalmente, a Mediaset, dove
D'Alema disse che Mediaset era un grande patrimonio del Paese, confondendo
forse il patrimonio di Berlusconi con il patrimonio del Paese, Mediaset e'
patrimonio di Berlusconi, il patrimonio del
Paese sarebbero le concessioni che, infatti, lui non potrebbe
avere per tre televisioni, ma ha sempre ottenuto anche per la terza
abusiva....allora
fu approvata una serie di leggi intanto per rendere sempre pi?lenti i
processi e sempre pi?probabile la prescrizione: fu approvata una legge
che modificava l'articolo 513 del Codice di Procedura Penale, che cosa vuole
dire? E' una legge che cestina le prove: con il vecchio articolo 513
succedeva questo, l'imprenditore confessava di aver pagato una tangente a un
politico, dopodiche', dopo averlo confessato, patteggiava la pena, evitava
il carcere....nel processo rimaneva soltanto il politico corrotto, il
quale invece sceglieva il dibattimento, proprio perche' il politico ben
conosce che conviene tirare alle lunghe...con
il vecchio 513 il verbale valeva, ovviamente, anche nel processo a carico
del politico e il giudice che giudicava il politico aveva il diritto di
sapere che cosa aveva confessato l'imprenditore, visto che la tangente era
la stessa....Invece con il nuovo 513 APPROVATO DAL CENTRO
SINISTRA quello che ha detto l'imprenditore non vale piu', se non nel suo
processo e quindi nel processo al politico il giudice non puo' neanche
sapere quello che ha detto l'imprenditore....Ergo, il silenzio, la scena
muta o l'assenza dell'imprenditore che ha corrotto il politico, nel processo
al politico fa si' che il politico viene di solito assolto per insufficienza
di prove, ecco perche' tangentopoli e' finita nel buoio completo....Vi
rendete conto che quindi abbiamo una sentenza che dice che l'imprenditore ha
corrotto il politico e un'altra sentenza che dice che il politico non e'
stato corrotto dall'imprenditore. Questa
legge che cestina le prove viene dichiarata incostituzionale dalla Corte
Costituzionale, perch??una follia, e' un'ingiustizia clamorosa...La
Corte Costituzionale la boccia nel 1998 e che cosa fanno destra e
sinistra insieme nel 1999? Trasformano la legge che la Corte Costituzionale
aveva appena dichiarato incostituzionale in legge costituzionale, con la
maggioranza dei due terzi, con la doppia lettura Camera /Senato, Camera
/Senato e cos?prendono una legge incostituzionale e la infilano nella
Costituzione all'articolo 111, che viene ribattezzato ? giusto processo?. E'
quel giusto processo che vi ho detto prima, il corruttore ha corrotto il
politico, ma il politico non ?stato corrotto dal corruttore, cio?c'?una
tangente sicura, viene condannato chi l'ha pagata, ma chi l'ha presa no e
questo lo chiamano il giusto processo....
I
dipendenti della Fiat di Pomigliano occupano dal 16 il municipio
Oggi la messa con il vescovo di Nola. Presidiano la fabbrica anche i
dipendenti Eutelia
di ROSARIA AMATO

"Gli investitori si
sono assicurati maggiormente contro il
default
dell'Italia (attraverso il cosiddetto CDS (*) che esiste per ogni altro
Stato, secondo la societ?finanziaria
DTCC
" (**), che pone l'Italia al primo posto seguita a lunga distanza
da Spagna, Germania, Brasile e Grecia. L'Italia e' prima grazie al suo
enorme debito pubblico. I titoli italiani all'estero si fanno sempre
riconoscere...
(*) Il
CDS,
o Credit Default Swap, e' una polizza assicurativa che si contrae contro il
rischio di fallimento di uno Stato e quindi sulla possibile insolvenza dei
suoi titoli.
(**) Da: "The
Economist" L'Italia e' a rischio,
l'Italia e' a rischio ma incredibilmente e' la GRECIA a dichiarare
bancarotta con 300 miliardi di euro di debito.
In Italonia ci sono 15 milioni
di pensionati a vario titolo, 5 milioni di pensioni di invalidita' a vario
titolo, 5 milioni di disoccupati/scoraggiati/nene (*), all'interno dei 25
milioni di persone in eta' lavorativa, dobbiamo togliere 5 milioni di
dipendenti pubblici a vario titolo, 5 milioni di cassaintegrati a vario
titolo. Rimangono 15 milioni di persone per un rapporto di 1,5 contro 3,5
quando negli anni ottanta il rapporto era di 3 contro 2. Il tutto entro la
cornice di un tasso di natalita' sotto lo zero da decenni, con una
popolazione che aumenta solo grazie all'entrata dei "barbari". (*) I
disoccupati sono quelli tratti dalle stime ufficiali Istat, stime ormai
assolutamente inattendibili perche' non tengono conto di coloro che non non
provano nemmeno a cercare un lavoro e di coloro che un lavoro non lo hanno
mai fatto, ovvero i cos?detti ne-ne, ne studio ne lavoro, che in Italia
ammontano a circa UN MILIONE di persone. Ma non sono questi i problemi che
assillano chi sta al governo, non sono questi !!!
Se la Grecia con i suoi 11
milioni di abitanti e 300 miliardi di euro di debito pubblico e' fallita,
allora le domande sorgono spontanee, come Venere e la D'Addario dalle onde
del mare Egeo. Quale sara' il colore dell'elicottero che portera' in salvo
Tremorti? Chi rimborsera' i titoli di Stato? Il presidente greco George
Papandreou dichiara il rischio di default con soli 300 miliardi di euro di
debito pubblico. Per Capodanno l'Italia avra' superato il traguardo dei
1.800 miliardi di euro di debito. Sei volte quello greco. Ci sono quattro
milioni di disoccupati, inclusi quelli che non cercano pi?un lavoro: gli
"sfiduciati". I dipendenti pubblici italiani sommati ai pensionati sono
quasi il doppio degli abitanti della Grecia. Perche' la Grecia rischia la
bancarotta e la fine della sovranita' nazionale e noi no? Questo e' un
mistero gaudioso della Fede e delle balle dei giornalisti economici.
L'Italia non fallisce per un solo motivo. Gli italiani si ostinano a non
crederci. E' la forza immensa dell'ignoranza che tiene in piedi il Bel
Paese. Il crack verra' un mattino qualunque, forse della prossima primavera.
Lo leggeremo, inaspettato, sui giornali insieme alle previsioni del tempo e
alla nuova dieta mediterranea. Un pasto si e quattro no.
Bari, Fitto e Angelucci rinviati a giudizio
il capo di imputazione ?corruzione
Il ministro per gli Affari regionali e l'imprenditore
romano saranno processati. Tra le accuse quella del versamento di 500mila
euro ricevute dall'uomo d'affari
I partiti regnanti trasformano le risorse dello Stato
(nostre) in regalie e la democrazia in una barzelletta. Gli italiani sono i
nuovi
servi della gleba.
.
I leader del PD sempre
piu' avulsi ed antistorici, continuano a non
capire LA PORTATA DELLE NUOVE TECNOLOGIE E DELLA
SPONTANEITA' VIA INTERNET. Il neo pseudo
segretario di un partito di zombi, migliori
alleati di BerlusconiDay, continuano nella
politica dell'inciucio infinito ed insistono A
VOLER METTERSI D'ACCORDO CON UNA TESTA DI CAZZO
CHE UNA MILIONATA DI PERSONE VUOLE FUORI DAI
COGLIONI PER SEMPRE!! Berlusconi si sta
allenando alla fuga. E' andato a Torino per
inaugurare l'alta velocita'. In un altro Paese
ci sarebbero stati alcuni curiosi, qualche
contestatore e una folla sostanzialmente
indifferente. Per lui c'e' stata un'accoglienza
straordinaria. Centinaia di persone volevano
toccarlo con mano. Gridargli un po' piu' da
vicino: "Amico dei mafiosi", "Buffone",
"Corruttore". Queste, ormai consuete
per lui, manifestazioni di giubilo popolare non
sono state possibili.
Trecento
poliziotti antisommossa lo hanno impedito. E
allora via con la Freccia Rossa. Veloce come il
vento. La prossima volta al posto del treno
superveloce lo aspetta l'elicottero sui tetti di
Arcore. Da Milano i suoi leccaculo e troje ultra
fetish in subborg sventolano orgogliosi avvisi
di garanzia arrivati per inchieste su
un probabile genocidio orchestrato dalle loro
politiche fondate su parcheggi,cemento armato,
asfalto, inquinamento atmosferico, erosione dei
sottosuoli, devastazione delle falde acquifere:
"Formigoni e Mortizia Moratti hanno ricevuto un
avviso di garanzia.
Sono indagati per
l'inquinamento
a Milano.
La Moratti non ?stata ancora
indagata per lo studio sull'inquinamento della
Fondazione Lombarda per l'ambiente tenuto chiuso
in un cassetto per mesi. A Milano si muore
grazie all'indifferenza della politica. E mentre
centinaia di cittadini crepano di cancro ai
polmoni o di leucemia, Formigoni agita giulivo
l'avviso di garanzia ricevuto (vedi video). Come
fosse un premio. Il premio per l'untore
dell'anno." Non e' finita: "Per l'inquinamento
dell'aria, a Milano (e non
solo) i cittadini muoiono di tumore ai polmoni,
i bambini di leucemia infantile,
i vecchi di complicazioni ai bronchi. A Milano
(e non solo) centinaia di persone affollano i
pronti soccorso per i danni causati
dall'inquinamento. 73 persone al giorno
vengono ricoverate in ospedale OGNI GIORNO a
Milano per l'aria mefitica. L'inquinamento e' la
nuova peste e gli amministratori
comunali, regionali, provinciali fino all'ultimo
assessore per il traffico o per la salute
sono responsabili.
Mortizia Moratti, sindaco di
Milano per censo, e Formigoni,
presidente della Regione Lombardia per Comunione
e Liberazione, hanno ricevuto
un avviso di garanzia
per l'inquinamento a Milano. L'ULTRA TROJA FETISH CON
TACCHI A SPILLO E CATSUIT IN LATEX TUTTAVIA se n'?sbattuta altamente
dall'alto dei miliardi del maritino, GianMarco Moratti, ed ha premiato CON I
PUNTI DEL MULINO BIANCO, Marina Berlusconi dell'AMBROGINO D'ORO, e dopo una
bella scorpacciata di lusso sfrenato alla SCALA passando per VIA DELLA SPIGA
E MONTENAPOLEONE per il nuovo abbigliamento da dominatrix della politica
milanese (vedi seconda foto).

Mestizia MORTIZIA Moratti,
sindaco di Milano per censo, ha avuto oggi la sua giornata di gloria. Ha
santificato il giorno di Sant'Ambrogio con
l'assegnazione
dalle sue proprie mani dell'ambrogino
d'oro, la
massima onorificenza milanese. Per l'informazione ha premiato Maurizio
Belpietro di Libero, per l'imprenditoria Marina Berlusconi, la presidente
della Mondadori, azienda acquisita con la corruzione di giudici. Poi, tutti
insieme, alla prima della Scala a mostrare la toilette da gran signora sotto
il peso dei flash, dimentica dell'avviso di garanzia per l'inquinamento
dell'aria di Milano. "Milan l'?un gran Milan".
Roma,
1 dic. (Apcom) - La disoccupazione schizza a livelli record, con il numero
dei senza lavoro che a ottobre, per la prima volta dal marzo del 2004,
sfonda la soglia dei 2 milioni. A ottobre - comunica l'Istat - il tasso di
disoccupazione ?salito all'8% dal 7,8% di settembre (+1% rispetto allo
stesso mese dell'anno scorso), raggiungendo il valore massimo dal novembre
del 2004. Il numero delle persone in cerca di lavoro ?quindi 2.004.000, in
aumento del 2% (+39mila persone) rispetto a settembre e del 13,4% (+236mila)
su base annua. Il tasso di disoccupazione giovanile - aggiunge l'istituto di
statistica - a ottobre ?aumentato al 26,9% dal 26,2% di settembre, con una
crescita del 4,5% rispetto a ottobre dell'anno scorso.
Il
superamento della crisi e' identico al ritrovamento delle armi di distruzione
di massa di Saddam Hussein:
CRISI: GIAPPONE, BOJ INIETTERA' LIQUIDITA' PER 114 MLD
La Boj, la Banca del Giappone, iniettera' nuova
liquidita' per 10 mila miliardi di yen (114 miliardi di dollari) per
acquistare altre attivita' finanziarie.
La holding statale Dubai World, alle prese con un debito di 59 miliardi
di dollari
Chiesta una moratoria sul pagamento della "Palma". Vip tra azionisti e
acquirenti
Dubai, senza soldi l'isola dei ricchi
tremano le Borse di tutto il mondo
L'emirato assicura un'"azione decisiva" per
rassicurare i mercati
Il verbale del pentito Spatuzza. Il 4 dicembre
deposizione al processo Dell'Utri
La "rivelazione" attribuita a uno dei fratelli Graviano. Che ha rifiutato il
confronto

LA GRANDE NUOVA CAMORRA
ORGANIZZATA
E il boss dei Casalesi disse
"Cosentino il nostro candidato"
"Giuseppe Setola disse che l'onorevole era amico di
Bidognetti"
Nell'inchiesta spuntano i nomi di Bocchino e Landolfi
I NOSTRI PROBLEMI
IL CASO. Con la nuova legge resta in piedi solo l'inchiesta Mediatrade
Se passa il progetto ai giudici resta la sola arma del ricorso alla Corte
Costituzionale. Solo 24 ore prima i giornali ....
Stato-mafia, il
'papello' ai pm
ecco gli appunti di Ciancimino
Una fotocopia dell'elenco delle richieste dei boss
per interrompere la stagione delle stragi consegnato alla procura di
Palermo. E
l'espresso in
esclusiva pubblica un documento scritto da Vito Ciancimino con le
proposte e le modifiche ai 12 punti dettati dai corleonesi
di
LIRIO ABBATE
LE FOTO DI ALCUNE PARTI DEL DOCUMENTO
Dura presa di posizione della BCE contro gli aiuti
governativi per la rottamazione: "Avranno un impatto positivo
contenuto sull'attivit?nell'area dell'euro nel corso del 2009 ed ?
possibile che diventi negativo nel 2010". ?Alt ai supermutui, mai
sopra il 40%?
Ma l'Ue: nessuna direttiva allo studio.
Annozero, 7 milioni per la D'Addario
Schifani attacca: "Palese indecenza"
Ma Santoro esulta: "Il pubblico non vuole censure"
Gabanelli: "Per ora abbiamo tutela legale, ma si naviga a vista"
Il ministro: Meno corsi e professori a contratto (La
Stampa)
Il Cavaliere incontra Zapatero,
risponde con violenza a El Pais e minaccia la D'Addario: "Rischia 18 anni".
La replica: "Lo invito a confronto pubblico". Franceschini: "Meglio di lui
solo Mussolini...". D'Alema: "Machismo senile"
di C.MORGOGLIONE
FOTO
El Pais: "Il Cavaliere d?spettacolo"
REP TV Gianluca Luzi -
I VERBALI
"C'?la bionda..."
Il Times all'attacco: "Roma brucia"
di ENRICO FRANCESCHINI
FOTO
Carolina e le altre. Le 30 ragazze di Silvio
BEPPE GRILLO
LANCIA IL MOVIMENTO A CINQUE STELLE:
Il 4 ottobre 2009 nascer?il nuovo Movimento Nazionale a Cinque Stelle.
Nascer?in Rete. Ogni cittadino italiano incensurato e non iscritto a un
partito potr?aderire. Sono passati due anni dall'otto settembre 2007, dal
primo
V-day di Bologna e poco pi?di un anno dal secondo
V-day di Torino...(leggi
tutto)
"18 serate, 30 ragazze col Cavaliere"
Foto Carolina, Linda e le
altre
Stampa estera: "Fine di un'era"I
verbali degli interrogatori di Tarantini sul Corsera. "Portai da Berlusconi
delle escort, ma anche attrici come la Arcuri". "Il Cavaliere mi present?
Bertolaso". Favori sessuali anche a Frisullo (Pd).
Caso Boffo, aperte inchieste a Monza e Terni
Scontro (????) Fini-Berlusconi
Secolo: "Pdl ormai becero"Dopo
l'attacco di Feltri
e la retromarcia del Cavaliere, il presidente
della Camera: "Manovra disperata". Duro commento sul giornale ex An:
"Partito irriconoscibile". Avvenire: "Il direttore del Giornale chieda
scusa" di
C. LO PAPA
L'Aquila, "Staremo nella casa inagibile"Diario
di una famiglia. Sbaraccate le tende di Piazza d'Armi,
"all'improvviso, tutto ?diverso. Le persone che ti aiutavano hanno cambiato
faccia" di
JENNER MELETTI
VIDEO
Le
case non bastano
di GIUSEPPE
CAPORALE
L'Fmi: "Ripresa sar?senza lavoro"
e in Usa ?disoccupazione record
Il direttore
generale Strauss-Khan: il rilancio dell'economia sar?"fragile", ma i rischi
diminuiscono. Il nodo resta la disoccupazione. Negli Stati Uniti ?al 9,7%,
ai massimi dal 1983
La scossa avvertita
anche nella capitale Giakarta. 5000 sfollati. Allarme tsunami, rientrato.
Scene di panico e decine di case crollate
Bot non valgono quasi nulla
emissione al minimo storico: 0,55%Nuovo
record negativo per il il rendimento dei semestrali. Con una ulteriore
limatura dello 0,044% rispetto all'asta precedente
di
LUCA
IEZZI
Rapporto della Banca
d'Italia sulle economie regionali. "La maggiore presenza di stranieri non si
?riflessa in minori opportunit?occupazionali per gli italiani ma ha
evidenziato una complementarieta"
Alla vigilia delle
elezioni gli "studenti di Dio" colpiscono con i razzi la residenza del
presidente e il quartier generale della polizia. Attacco a convoglio Isaf a
Kabul: 7 vittime. Scontro con i militari italiani a Farah. Altri attentati
nel sud
Anche la Moratti nel Blitz nel fortino della droga
Controlli e perquisizioni a Milano nelle
case popolari in viale Sarca e viale Fulvio Testi. Si tratta di sei palazzi
alti nove piani, che sono considerati un vero e proprio fortino della droga.
L'Agenzia
delle Entrate sta svolgendo accertamenti su una somma
di circa un miliardo di euro, che sarebbe stata depositata in
Svizzera e mai dichiarata. L'indagine prende spunto dalle
dichiarazioni di Margherita Agnelli
(foto, col padre) in
guerra con la madre
L'azienda alla cordata
guidata dalla Camozzi di Brescia, garanzia del posto per i 49 dipendenti,
ammortizzatori. Dopo il s?del sindacato, finisce la protesta iniziata otto
giorni fa di D. CARLUCCI e I.
CARRA
CALCIO
Addio a Gian Maria Gazzaniga
volto popolare della tv

Josef Scheungraber, 91 anni, ?stato condannato dal
tribunale di Monaco di Baviera per il massacro di 14 civili a Falzano di
Cortona (Arezzo) il 26 giugno del '44
E' l'unico affitto che chi ?rimasto senza lavoro pu?
ancora permettersi. E il magazzino si trasforma in dormitorio. Ma gli orari
di entrata e uscita mettono in allarme la vigilanza che sorprende : tre
"abusivi" scoperti in pochi giorni. Ecco le loro storie
di
SANDRO DE RICCARDIS
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E i fan di Grillo corrono
a "Cinque stelle"
Dal web la sfida in cinque regioni
Nel programma energia, connettività, acqua,
rifiuti, economia e servizi sociali
SI candidano ad essere il partito della rete. Hanno un occhio
rivolto ad Obama e l'altro al Pirate Party svedese (CLAMOROSO
SUCCESSO ALLE EUROPEE DEL GIUGNO 2009). Sono il MoVimento Cinque
Stelle, i grillini. Età media trentacinque anni. Segni
particolari: per fare politica usano quasi esclusivamente il web.
E da internet lanciano la sfida a cinque consigli
regionali: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Campania.
Un partito senza sedi, con una struttura orizzontale. Che ha le
proprie cellule nei MeetUp, siti in cui si discute di problemi
legati al territorio. Un network la cui origine è il blog più
visitato d'Italia: quello di Beppe Grillo.
Tutto parte il 26 gennaio 2005, quando il comico genovese apre il
suo sito. E quando intorno alle campagne d'opinione che propone
iniziano a formarsi gruppi di cittadini che si organizzano dal web
alla piazza. Le più celebri restano il "Vaffanculo
Day" del 2007 a Bologna, DEL 2008 A TORINO e il "Monnezza Day" del
2008 a Napoli. Oggi i MeetUp sono quasi trecento, con una nutrita
rappresentanza all'estero. Dal marzo 2009 hanno un loro
manifesto fondativo, la 'Carta di Firenze'. Ed è nello scorso
autunno che nasce il MoVimento 5 stelle A MILANO, versante
politico dell'organizzazione.
Grillo altresì tentò di candidarsi alla
segreteria del PD durante le primarie dell'ottobre 2009,
candidatura respinta dai vertici gerontocratici del partito
attraverso bizantinismi regolamentari degni della peggiore Unione
Sovietica.
Le cinque stelle rappresentano i cardini del programma: energia,
connettività, acqua, rifiuti economia e servizi sociali.
Punti intorno ai quali si sviluppa una proposta
politica che mette insieme l'abolizione delle province e delle
prefetture con il divieto di cumulo delle cariche per i
parlamentari e l'introduzione del reato di strage per le malattie
causate da amministratori irresponsabili. E poi accesso gratuito
alla rete per tutti i cittadini e l'eliminazione dei contributi
governativi ai giornali. Passando per l'abolizione della legge
Gasparri e del canone Rai, per il blocco della TAV, del Ponte, del
nuccleare, delle scatole cinesi finanziarie, del project financing
farlocco italiota, dei finanziamenti a pioggia per scopi
elettorali....
Per le prossime regionali i grillini stanno affrontando la
competizione elettorale con determinazione.
Scontrandosi e polemizzando, in nome del
rinnovamento della classe politica, con i candidati di tutti gli
schieramenti. Scompaginando, con azione dimostrative, il copione
politicamente corretto del confronto pubblico. E allora i Flash
Mob invece delle affissioni selvagge, la diffusione di documenti
invece della brochure elettorale. E poi gli incontri dove
propongono che i politici siano considerati dei co. co. Pro,
dipendenti a progetto del Popolo Italiano.
Gli ultimi sondaggi li accreditano tra il due e il quattro per
cento delle preferenze. E la loro centrale operativa resta il web.
Su ogni sito è possibile guardare le videolettere con cui ogni
candidato espone il proprio programma. C'è il giovane avvocato e
la studentessa universitaria, la professoressa d'italiano e il
sociologo impegnato nel mondo del disagio giovanile. E poi
l'archivista, il manager d'azienda, l'artigiano e il veterinario.
Tutti "incensurati e senza carichi pendenti". Per lo più di
sinistra, ma "allergici ai partiti esistenti e ai politici di
professione".
In ogni sito del MoVimento 5 stelle c'è una pagina riservata alla
scrittura collettiva del programma. Un modo, "periferico e
democratico", che consente ad ogni cittadino di partecipare con
idee e punti specifici. In un'altra sezione si è costantemente
aggiornati sulle iniziative che si svolgono in ogni parte
d'Italia. Prossimo appuntamento il 20 marzo a Roma. Quando in
concomitanza con la manifestazione del Pdl, parteciperanno alla
manifestazione nazionale per l'Acqua Pubblica.
|
Verso il pdNr (Punto di non ritorno)
EURO
NELLA TEMPESTA: ATENE ACCUSA LA GERMANIA DI REMARE CONTRO
Intanto il bund e' arrivato
al massimo storico. E l'avversione al rischio contro l'euro cresce di
ora in ora: i ribassisti sul dollaro si ricoprono per sfuggire alla
tenaglia. Moneta europea in calo a 1.35.
Il
vice primo ministro greco Theodoros Pangalos non ci sta e punta il
dito contro la Germania, rea di aver tessuto trane segrete per vedere
Atene fare bancarotta. "Tanto piu' a lungo il sud dell'Europa resta
sotto pressione, tanto piu' l'euro ne subisce le conseguenze
diventando protagonista di scossoni e indebolendosi mentre migliorano
le condizioni che permettono a Berlino di aumentare le esportazioni
verso terzi". "Sono molto preoccupato - ha spiegato Pangalos -
perche' se una decisione non verra' presa al piu' presto...allora la
valuta europea non avra' piu' senso. Il fallimento dell'euro ci
portera' indietro di decenni sul fronte dell'integrazione europea".
Secondo il vice primo ministro greco le banche tedesche hanno un ruolo
specifico nella speculazione sui bond greci.
Intanto il prezzo del bund e' arrivato al massimo storico. E
l'avversione al rischio contro l'euro cresce di ora in ora, mentre i
ribassisti sul dollaro si ricoprono per sfuggire alla tenaglia. La
moneta europea e' in calo verso
quota 1.35.
Prosegue
la caduta verticale della moneta unica penalizzata dai sempre più
incerti sviluppi della situazione greca, in vista del vertice di
domani e venerdì a Bruxelles.
Il cross eur/usd,
ai minimi da dieci
mesi
abbandona anche la soglia degli 1,34 dollari senza trarre beneficio
dall'indice Ifo, importante barometro dell'industria tedesca, che ha
evidenziato un miglioramento a marzo attestandosi a 98,1 punti dai
95,2 di febbraio, superando i 95,9 punti indicati dagli analisti.
Al momento l'euro scambia a 1,3384 dollari dopo essere sceso fino al
bottom intraday 1,3351.
Riferendosi all'analisi tecnica,
FXCM
spiega che dopo settimane di lateralità, si sta assistendo ad una
potenziale rottura ribassista. Il livello di 1.3440 è stato infatti
oltrepassato e ci si trova al tentativo di rottura di 1.3400. Lo
scenario che si apre, ipotizzando una rottura definitiva, è totalmente
sbilanciato a favore del dollaro: la teoria ci dice che la fuoriuscita
da un canale laterale mantenuto per parecchio tempo abbia come
obiettivo l’ampiezza del canale stesso, in questo caso l’obiettivo
sarebbe a 1.3080.
Ma altri parlano anche di un
crollo dell'euro
verso quota 1,20 nei confronti del dollaro.


MILANO ?? NO, GIOIA TAURO..
TORINO???NO MERCEDES...
Video della Bresso
(senza un labiale), valutate voi.
La Bresso è andata ad Avigliana, in Val di Susa. In una sala comunale ha
parlato di fronte a venti persone (di numero). All'uscita ha incontrato
un gruppo di cittadini No TAV. Li ha trattati dall'alto in basso e con
disprezzo. Attila-Bresso poteva permetterselo, era attorniata da gente
in giacca-cravatta-braccia-conserte-pancia-in-fuori stile gerarchi e
circondata dalle Forze dell'Ordine. Un'anziana signora di ottanta anni
le ha detto: "Io muoio con l'angoscia di vedere la mia Valle
distrutta, con l'angoscia muoio...". La Bresso ha risposto. "Muoia
signora".
Fate girare questi video.
Scaricate il documento
delle ragioni dei valsusini e diffondetelo. Mentre la Regione è in mano
alla MERCEDES, Torino va svendendo la FIAT:quasi
cinquemila dipendenti in meno, riduzione di un quarto del numero dei
modelli prodotti (da 12 a 8) e aumento del 50 per cento
dell'attuale produzione italiana ( da 600 a 900 mila auto, soprattutto
grazie all'arrivo della Panda a Pomigliano).
Il piano strategico 2010-2014 che Marchionne presenterà il 21 aprile
comincia a prendere forma nelle analisi e nelle indiscrezioni che
circolano nei cinque stabilimenti di assemblaggio finale e nei tre
dedicati alla produzione dei motori e dei cambi.
Queste indiscrezioni parlano anche di sette modelli con marchio
Fiat, Alfa e Lancia realizzati negli Usa per il mercato d'Oltreoceano,
per una produzione complessiva che dovrebbe superare le 350 mila unità
sull'altra sponda dell'Atlantico. (GRAZIE OBAMA: la FIAT rileva CRYSLER
ma la produzione si fa negli USA, NON IN ITALIA )
Particolarmente critica, in base ai programmi, la situazione della
produzione motoristica in Italia.
Il piano prevederebbe dunque il taglio del 15 per cento degli organici
degli addetti al montaggio finale, quei 30.000 operai di linea che nei
mesi scorsi sono rimasti fermi per due settimane quando ha cominciato a
farsi sentire l'effetto dello stop agli incentivi.
Nel calcolo sono compresi i 1.500 dipendenti diretti di Fiat a
Termini Imerese (come è noto lo stabilimento siciliano chiuderà il 31
dicembre del 2011) e i 500 dipendenti che andranno in mobilità
volontaria a Cassino sulla base di un accordo sindacale firmato nei mesi
scorsi.
Sono una novità invece i 2.000-2.500 addetti in meno alle Carrozzerie di
Mirafiori e le 500 tute blu che il sindacato stima possano perdere
il posto a Pomigliano in seguito al passaggio dalle produzioni Alfa alla
Panda.
Dopo la presentazione del piano, il 21 aprile, toccherà ai sindacati
discutere, stabilimento per stabilimento, come raggiungere la
saturazione degli impianti senza ridurre gli organici.
È anche probabile che nelle prossime settimane dal Lingotto giungano
ancora aggiustamenti.
A preoccupare le organizzazioni dei lavoratori non è solo il futuro di
coloro che perderanno il posto (molti, nell'arco dei prossimi quattro
anni, matureranno i requisiti per la pensione) ma anche la riduzione
secca degli organici nel futuro: "Dobbiamo considerare chiusa la
fase in cui si identificava la Fiat con la produzione di auto in
Italia", dice Enzo Masini, responsabile nazionale auto della Fiom-Cgil.
E aggiunge: "Dovremo incalzare l'azienda perché aumenti il numero dei
modelli rispetto alle indiscrezioni di questi giorni. Dovremo anche
chiedere al Lingotto di portare in Italia produzioni di qualità e di
dare un futuro agli stabilimenti italiani di produzione dei motori".
Il futuro degli impianti motoristici sarà discusso il 30 marzo prossimo
al ministero dello sviluppo economico. Quanto a Termini, se ne parlerà
il 13 aprile: "In quella sede - chiede Masini - sarà necessario avere un
quadro completo delle proposte in campo". Mentre i sindacati
aspettano il quadro completo della situazione, la FIAT va scomparendo.
Nel 1979 IMPIEGAVA QUALCOSA COME 500.000 PERSONE. Poi, grazie alle
battaglie sindacali (EUFEMISMO), NEL GIRO DI TRENT'ANNI SI E' RIDOTTA A
50.000, CHE DIVENTERANNO 20.000 A PIANO DEL NAPOLEONE MARCHIONNE
ULTIMATO.
"Tu
devi votare Ignazio e Fidanza. Non facciamo cagate, quello sarà il
nostro futuro!". È il 31 maggio 2009. Alle elezioni mancano pochi
giorni. A Milano si vota, oltre che per le Europee, per le Provinciali.
Michele Iannuzzi parla chiaro. È consigliere comunale del Pdl a Trezzano
sul Naviglio, paesone alle porte di Milano, ma la sua attività
principale, si scoprirà, è quella di procacciatore d’affari per la
Kreiamo Spa: una società ritenuta il braccio finanziario della
’ndrangheta. Per questo è stato arrestato, il 22 febbraio 2010
scorso. Nella primavera del 2009, però, Iannuzzi è ancora un uomo libero
e molto indaffarato a tessere trame politiche per far eleggere al
Parlamento europeo un tris di candidati delle liste Pdl: Ignazio La
Russa, ministro della Difesa; Carlo Fidanza, consigliere comunale a
Milano; e Licia Ronzulli, infermiera all’ospedale Galeazzi, imposta in
lista da Silvio Berlusconi (era lei a smistare gli ospiti e le ospiti
alle feste di Villa Certosa)."Periodicamente le indagini e i
processi confermano che Milano e la Lombardia sono sempre più al centro
dell’attenzione dei diversi clan mafiosi". Umberto Ambrosoli, figlio
dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, fatto uccidere dal banchiere mafioso
Michele Sindona trent’anni fa, non si stupisce delle intercettazioni
della Dia pubblicate ieri dal Fatto Quotidiano. Quelle che rivelano i
vasti rapporti politici dell’immobiliarista Michele Iorio, vicino al
clan della ’ndrangheta Papalia-Barbaro, originario di Platì, ma
operativo a Buccinasco, hinterland sud di Milano. Da buon
avvocato, Ambrosoli non vuole entrare nel merito perché le indagini sono
in corso e perché non è affatto detto che l’assessore regionale alla
protezione civile, Stefano Maullu, il vice-coordinatore provinciale del
Pdl, Michele Colucci, il consigliere regionale del Pdl, Angelo Giammario,
e il capogruppo del Pdl al comune di Milano, Giulio Gallera, fossero
consapevoli del sostegno loro fornito da Iorio, imprenditore in odor di
mafia.Ma esprime una preoccupazione: "Il comune di Milano ha norme per
impedire a imprese mafiose o colluse di ottenere appalti. Eppure le
indagini attualmente in corso sono indicative di come gli appetiti
criminali non si fermano davanti agli ostacoli posti". Iorio,
intercettato nell’estate 2008 dalla Dia, dice (magari millantando): "Noi
abbiamo Stefano Maullu, abbiamo Colucci, abbiamo Giammario". E sul
capogruppo del Pdl al consiglio comunale di Milano, Giulio Gallera: "È
la persona più vicina alla nostra mentalità". Oggi Gallera risponde che
lo scenario raccontato ieri dal Fatto è "fuorviante": "Non sono
minimamente coinvolto nell’inchiesta milanese". Ma certo Gallera è
stato tra i più ostinati oppositori della commissione antimafia al
comune di Milano, definita "strumento inutile".Quando il 25 maggio
dell’anno scorso il centrodestra l’ha affossata, ha dichiarato: "Una
parte del consiglio voleva usare le parole mafia e antimafia come
semplice merce di attacco politico". Comunque, Iorio, di Gallera dice:
"Di famiglia sta bene ed è meno bisognoso". Di Maullu sostiene invece
che "ha fame e ha bisogno di imprenditori attraverso i quali pagarsi la
campagna elettorale". Dalle intercettazioni, il rapporto tra Iorio e
Maullu sembra essere consolidato, tanto che l’immobiliarista gli dice:
"Prima mi dai un fondo spese, poi ti servono la festa, la rielezione,
allora iniziamo a ragionare". Maullu partecipa a una cena elettorale
alla Taverna della Contea di Rozzano, hinterland milanese, dove tra gli
altri è presente Andrea Madaffari, vicepresidente della Kreiamo (anche
lui in carcere come Iorio): secondo gli inquirenti Madaffari è l’uomo
che ha il compito "di tenere i rapporti con i Barbaro-Papalia (LA N'DRINA
CHE DETIENE GLI APPALTI AL COMUNE DI MILANO, POI C'E' LA N'DRINA
CRISAFULLI-MORABITO CHE DETIENE SPACCIO,PROSTITUZIONE,BISCHE,TIFO
ORGANIZZATO SOPRATUTTO CON LA NUOVA CURVA SUD DEL MILAN)".Iorio
cita al telefono anche Angelo Giammario, consigliere regionale del Pdl.
Ne parla con Michele Iannuzzi, il consigliere Pdl di Trezzano sul
Naviglio arrestato nelle settimane scorse insieme all’ex sindaco Pds
Tiziano Butturini. "Volevo parlare con Giammario", dice, per trattare
gli appalti dell’Aler, l’azienda che gestisce le case popolari. Al Fatto
Giammario replica: "Sono millanterie. Non conosco il signor Iannuzzi, né
ho mai avuto con lui un colloquio telefonico. Non mi occupo di case
popolari, né di appalti in materia". Iorio vanta poi anche un’amicizia
con Michele Colucci: "Ci tiene a me e ieri è andato da lui uno dei miei
per dirgli: tu sei importante, ma ricordati che io sono importante
quanto te qua nella zona".
Umberto
Ambrosoli lancia un monito: "Al mondo politico tutto è affidata la
responsabilità di isolare nella maniera più radicale questi gruppi
criminali. Ai cittadini è affidata la responsabilità di pretendere con
forza che le realtà mafiose siano estranee al mondo politico. Oggi è la
giornata della memoria delle vittime delle mafie. La manifestazione è
proprio qui a Milano ed è un’occasione per esprimere la nostra
lontananza dalla cultura mafiosa e per far vedere a chi ci chiede il
voto quali sono i valori che mettiamo al primo posto".
Fallimenti a catena,
la Germania corre ai ripari
GERMANIA ALZA TONI: FUORI DA EURO CHI NON RISPETTA STANDARD BILANCIO
Il
premier tedesco Angela Merkel si è dichiarata favorevole
all’introduzione di un meccanismo che in futuro possa portare a
escludere i paesi in caso di ripetute violazioni degli standard di
bilancio richiesti. Intanto...
(WSI)
– Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi su
tutta la curva portando il differenziale 2-10 anni a 214pb da 213. I
listini azionari hanno chiuso la sessione in positivo sulla scia di
un allentamento delle tensioni in Grecia.
Questa mattina però alcune indiscrezioni di stampa insieme al
discorso di ieri della Merkel, stanno nuovamente riaprendo la
discussione sulla possibilità che l’aiuto alla Grecia possa arrivare
dal Fmi piuttosto che direttamente dai paesi dell’area.
In particolare il Wsj, riportando le dichiarazioni di un esponente
del governo greco, segnala come la Grecia sarebbe pronta a
richiedere l’aiuto del Fmi laddove non dovessero arrivare dettagli
del piano europeo entro la prossima Pasqua (4 aprile).
Non sarebbe infatti prevista l’ufficializzazione dei citati dettagli
nel corso del prossimo meeting dei ministri finanziari europei del
25 marzo.
Allo stesso tempo ieri il premier tedesco Merkel, in un discorso al
parlamento tedesco, si è dichiarata favorevole all’introduzione di
un meccanismo che in futuro possa portare fino all’esclusione di
paesi facenti parte attualmente dell’area in caso di ripetute
violazioni degli standard di bilancio richiesti.
Weber, presidente della Bundesbank, si è invece mostrato più aperto
all’ipotesi di aiuti direttamente dai paesi europei, dichiarando che
essi darebbero beneficio all’Europa stessa, aggiungendo inoltre che
il piano greco è credibile.
Allo stesso tempo Weber si è dichiarato possibilista sull’ipotesi di
modifica dei criteri di accettazione del collateral in Bce, aprendo
alla possibilità di revisione al ribasso del rating ammesso, a
fronte però di un incremento dello scarto applicato sui titoli
offerti in garanzia.
La Commissione europea ha avvertito che una dozzina di governi,
inclusa la Germania, rischiano di non raggiungere i target di
deficit di bilancio poiché stanno utilizzando favorevoli previsioni
economiche per delineare le loro proiezioni di riduzione dei
deficit. Ha inoltre chiesto a Francia, Spagna ed Irlanda maggiori
dettagli circa i loro piani di rientro.
In Germania l’asta sul titolo a 10 anni per 4,1Mld€ ha registrato
una buona domanda con un bid-to-cover all’1,67 dal precedente 1,45.
Oggi è attesa l’asta in Francia di titoli a 2, 4 e 5 anni per 7-8
Mld€ e di titoli indicizzati a 9 e 30 ani per 1,3-1,8 Mld€. In
Spagna è invece attesa l’asta sul 10 e 30 anni per 4,5-5,5 Mln€.
Negli Usa i tassi di mercato sono calati leggermente sul tratto
decennale e saliti sul breve comportando una riduzione dello spread
2-10 anni a 272pb. E’ proseguita la fase di rialzo delle borse, con
l’indice S&P500 guidato dai finanziari e dalle telecomunicazioni.
Bernanke si è dichiarato fermamente contrario all’ipotesi di
ridimensionamento del ruolo di supervisione della Fed, che, in base
alla proposta in discussione, sarebbe relegato al solo comparto
delle grandi banche.
Sul fronte macro il pomeriggio di oggi è ricco di dati. Sono attesi
i prezzi al consumo di febbraio, i consueti dati settimanali sul
mercato del lavoro, il Filadelfia Fed di marzo ed il superindice di
febbraio. Sul decennale il supporto si colloca al 3,58%.
Valute: dollaro in apprezzamento vs euro dopo il ritorno
dell’ipotesi del ricorso al Fmi come soluzione per la crisi greca.
Per oggi la resistenza continua a collocarsi in area 1,3850. I
supporti si collocano in area 1,36 e 1,3540. L’euro ha perso terreno
anche vs lo yen durante la notte. I supporti odierni si collocano a
122,80 e 121,50. La resistenza passa da 124.
Stabile lo yuan cinese anche se tra qualche mese potremmo assistere
ad una ripresa dell’apprezzamento vs dollaro. Il consiglio per la
promozione del commercio internazionale ha reso noto che la Cina sta
conducendo degli stress test su 12 settori industriali per valutare
gli effetti sulle aziende di una possibile rivalutazione dello yuan.
I risultati saranno annunciati entro il 27 aprile.
Materie Prime: positive la maggior parte delle materie prime. Tra
gli energetici in rialzo il greggio Wti (+1,5%). Alla luce
dell’elevato livello dei prezzi, l’Opec ha deciso di lasciare
invariate le attuali quote per la quinta volta da fine 2008.
Positivi i metalli industriali guidati da zinco (+1,8%) e rame
(+1,8%). Positivi anche i preziosi. Positivi anche gli agricoli
guidati dal mais (+2%) in seguito ai ritardi nella semina dovuti
alle inondazioni che hanno caratterizzato gli Stati Uniti.
Crisi,
in 2 anni nella Ue
persi 4 milioni di posti di lavoro
BRUXELLES - E' salato il costo della crisi. Le
economie dell'area euro nel 2009 hanno perso oltre 2,7 milioni posti
di lavoro a causa della recessione e l'emorragia continua anche se
l'ultimo trimestre dell'anno mostra un rallentamento. Secondo i dati
diffusi da Eurostat, in un anno il numero degli occupati nell'area
euro è sceso dell'1,8% dopo la crescita dello 0,9% dell'anno
precedente. Allargando il riferimento a tutta l'Unione Europa, i
posti di lavoro persi l'anno scorso hanno superato la cifra di 4
milioni di cui quasi 600 mila nell'ultimo trimestre.
Nel quarto trimestre del 2009 i posti persi nell'intera Ue sono
stati 583 mila con una diminuzione dello 0,3%, di cui 347 mila nella
zona euro (pari allo 0,2% annuale). Nel terzo trimestre
l'occupazione era caduta dello 0,5% nelle due zone con una perdita
di un milione di posti di lavoro.
In Italia la tendenza registra un miglioramento. Da ottobre a
dicembre 2009 il calo dell'occupazione è stato dello 0,1% (lo stesso
livello della Francia) contro un -0,6% del trimestre precedente. La
Germania ferma il calo registrando lo 0,0% di variazione nel quarto
trimestre del 2009 rispetto a quello precedente. Situazione critica
in Grecia e Spagna con entrambe -0,8%.
Da ottobre a dicembre 2009, secondo Eurostat, la perdita di posti di
lavoro è stata segnalata nella maggioranza dei settori economici con
l'eccezione dell'agricoltura (+0,5% in Eurolandia, +0,1 Ue-27), e
nei servizi legati all'amministrazione pubblica, sanità e istruzione
che segnano entrambe una crescita dello 0,2%. In leggera ripresa
anche i servizi finanziari nell'Ue-27 con +0,1%. Nelle costruzioni,
invece, il calo nel quarto trimestre è stato dello 0,4% nella zona
euro e dello 0,7% nell'Ue-27; nell'industria manifatturiera
dell'1,1% e dell'1%; nel settore finanziario dello 0,1 in Eurolandia;
nel commercio, trasporti e comunicazioni dello 0,5% in entrambe le
due zone.
L'ondata recessiva cominciò con l'insolvibilità dei titolari di mutui
subprime e la crisi di banche
grandi e piccole. S'innescò una reazione a catena che ne fece
chiudere centinaia nel mondo (più di 100 solo negli USA dove altre 400
sono sull'orlo del fallimento). La maggior parte di esse e
qualche industria, specie quelle "troppo grandi per fallire", furono
però salvate dagli Stati. Adesso gli stessi Stati, indebitati fino al
collo, rischiano il fallimento. Il mondo della finanza
anglosassone s'era inventato l'acronimo "Pigs" (maiali) per sfottere i
paesi mediterranei (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), ma la crisi
corre e incomincia a parlare anche inglese (Irlanda, USA e Regno
Unito) o altre lingue (Dubai, Giappone, Est Europa). Chi salverà gli
Stati? Al di sopra di essi non c'è altro, a meno di non pensare agli
extraterrestri...la crisi di oggi non è altro che una delle
oscillazioni entro un ciclo di crisi più lungo e cronicizzato,
databile dall'inizio degli anni '70 e da allora sempre uguale a sé
stesso. E' capitale reale la massa di valori che entra ed esce
dal ciclo produttivo, compresa quella che serve alla circolazione del
denaro e delle merci, e capitale fittizio la massa monetaria
derivata, cioè quella che si forma esclusivamente nella circolazione,
ad esempio una cambiale che, servita a una transazione materiale
(denaro contro merci o servizi), viene scontata in una banca che a sua
volta la adopera come mezzo di pagamento, cioè come denaro. E se è
capitale fittizio ogni sopravalore che apparentemente si formi nella
circolazione è capitale fittizio anche il reddito di un azionista
d'industria che venda la proprie azioni ricavandone, oltre ai
dividendi (plusvalore), anche un sopravalore di mercato. Quando
l'estensione della carta (oggi dei byte nella rete computerizzata) va
molto al di là del fabbisogno sociale, quando i pagherò derivati
incominciano a rappresentare ogni genere di attività finanziaria,
legale o truffaldina, la crisi è inevitabile."Una legislazione
bancaria insensata può peggiorare una crisi creditizia, ma nessuna
legislazione bancaria può eliminare le crisi". La
crescente autonomia del Capitale nei confronti dei suoi possessori
privati, ormai quasi completamente spodestati dalle loro funzioni, la
crescente socializzazione del lavoro sotto il comando del capitale
globale, non è altro che la soppressione del Capitale come proprietà
privata nell'ambito stesso del capitalismo. Nella storia del
capitalismo non si era mai verificato il collasso simultaneo del
credito, del valore degli immobili, dei mutui, delle azioni, delle
obbligazioni, dei fondi di investimento aperti e chiusi, con relativo
fallimento di banche e con l'esplosione dei prezzi delle materie prime
(speculazione sulla loro crescente scarsità effettiva) subito seguito
dal loro crollo (segno evidente di deflazione, molto
più temuta dell'inflazione perché sintomo di soffocamento nella sfera
della produzione industriale). Tutto ciò nella prospettiva di una
recessione, ormai data per scontata e durevole. Entro un mese le
società di rating potrebbero
abbassare l'affidabilità della Grecia di due o tre punti. L'Unione
Europea ha già stabilito di intervenire con qualche decina di miliardi
di euro, ma il piano di "risanamento" sarà elaborato dal Fondo
Monetario Internazionale, cioè dagli Stati Uniti, con il solito
criterio dei "sacrifici". Ciò è stato meravigliosamente recepito dal
proletariato greco che, prima ancora di
sapere quali saranno le misure adottate, è sceso in piazza con un
possente sciopero generale preventivo. Solo chi ha adottato il
motto secondo cui il lavoro nobilita, o santifica, o "rende liberi"
com'è scritto sul cancello di Auschwitz, crede che sia un paradosso
lottare contro il lavoro quando il lavoro manca. Più una società
è moderna, più libera forza-lavoro e la rende superflua. Nessuno può
impedirlo. E' un processo reale che relega economisti, sindacalisti,
preti e tutti i cultori del "diritto al lavoro" al rango di mediocri
utopisti, sacerdoti della Religione del Capitale. Essi contribuiscono
a castrare l'istinto di classe. Spostano il problema dall'uso della
forza dei milioni di proletari alle trattative avvocatesche caso per
caso. ( Anche perchè spesso l'istinto di classe cessa di esistere
anche nei milioni di lavoratori che vogliono diventare
"velini","calciatori" o "imprenditori avvelenatori del prossimo"...)
Dalla rivendicazione storica e inconfutabile del salario ai
disoccupati e della riduzione del tempo di lavoro, alla disperazione
di chi sale sui tetti o s'incatena sperando che ci sia in giro qualche
telecamera. C'è stato un nuovo suicidio tra i dipendenti della France
Telecom, il quarantaduesimo. E ce ne sono ovunque. Gli operai di un
secolo fa lottavano durissimamente e orgogliosamente contro il lavoro
e non si sognavano di far violenza a sé stessi, semmai riversavano il
loro furore sull'avversario. Sarebbe sempre più necessario, per
il capitalismo, un governo mondiale dell'economia globalizzata, e
invece si assiste a una regressione nel controllo dei capitali, al
consolidarsi di una gestione familistico-mafiosa di traffici. La
moderna forma di proprietà capitalistica non è più la vecchia, capace
e feroce oligarchia, bensì una melmosa
rete anonima di interessi che si esprime con la forma
fenomenica di cricche, o racket. Che oggi, tronfi della
propria impunità, diventano pasticcioni, incauti, rozzi, esposti
al reciproco ricatto. Quando nella società il valore totale
prodotto è scarso, si fatica non solo a distribuirlo keynesianamente
fra le classi, ma anche a farlo fluire nelle tasche dei pochi
capitalisti e dei tanti rentier
strappa-cedole nullafacenti. Come risultato del tutto naturale si
intensifica la lotta con ogni mezzo per l'accaparramento del poco che
c'è, lotta che ovviamente esula da ogni regola giuridica.
E in modo altrettanto naturale sboccia la schiera dei bofonchianti
moralisti, piazzaioli violacei o parlamentaristi in doppiopetto, ma
sempre paladini di un capitalismo senza effetti collaterali,
giustizialisti adoratori della Legge, anzi, sbirri del Potere Etico.
Mentre gli esecutivi nazionali (mai accoppiata sostantivo-aggettivo fu
così fuori luogo), si allineano passivamente alle aspettative del
mercato internazionale, i politici si dedicano all'intrattenimento
serale dei talk show. Sappiamo così che, accantonati i
discorsi sulle veline, nelle liste del Pdl appariranno il dentista di
Berlusconi, il fisioterapista del Milan e il geometra di Arcore. Nel
Pd la precaria di Alitalia, il ballerino e il ciclista. Per carità,
non faranno danni imputabili a dilettantismo, tanto le decisioni non
si sono mai prese nei parlamenti. Con buona pace dello stupido mito
democratico, come sottolinea da tempo persino un borghese come
Massimo Fini.
DALLO SPROFONDO AL SONNO
ETERNO

LA FARLOCCA ISTAT HA AGGIORNATO
IL DATO DEL PIL ITALIOTA AL DICEMBRE 2009: DA - 4,8% A - 5,1%. UN CROLLO
EPOCALE CHE CI RIPORTA AL 1971 SOLO PERCHE' E' DA QUELL'ANNO CHE
INIZIANO LE SERIE STORICHE, ALTRIMENTI IL GRAN BALZO ALL'INDIETRO
PROBABILMENTE CI RIPORTA AL SECONDO DOPOGUERRA. Nel mese di gennaio 2010
il debito pubblico è
aumentato di 26,7 miliardi di euro.
Quasi un miliardo al giorno. Tremorti non si ferma più, è in caduta
libera. Dopo una breve sosta nel mese di dicembre 2009, il debito
pubblico sta accelerando. Con questo ritmo a fine anno avremo 320,4
miliardi in più. Il 10 marzo 2010 il parlamento italiota approvava
un emendamento per l'aumento a 78 SETTIMANE DELLA CASSA INTEGRAZIONE ( E
QUESTO PERCHE' SECONDO TESTA D'ASFALTO LA CRISI E' PASSATA), EMENDAMENTO
A SUA VOLTA EMENDATO DAL GOVERNO CHE HA POSTO PARERE NEGATIVO.
( VEDI ARTICOLO) In realtà il parere negativo è soprattutto della
ragioneria di Stato, in QUANTO SEMPLICEMENTE NON CI SONO PIU' SOLDI. IN
BUROCRATICHESE QUESTA E' STATA LA MOTIVAZIONE: "La misura
che punta all'allungamento della Cassa integrazione ordinaria produce un
''effetto dicotomico che, in modo rigido e generalizzato per i settori
interessati, potenzia tutele già esistenti'' e sottrae invece
''risorse'' che possono servire a garantire i ''lavoratori dei settori
e/o tipologie di imprese (piccole e medie) che non possono pienamente
usufruire degli ammortizzatori ordinari''.
Sfonderemo i DUEMILA miliardi, arriveremo a 2.081,5 miliardi. Accumulare
in un solo mese circa cinquantunomila miliardi di vecchie lire di debito
è una cifra pazzesca, fuori dalla comprensione umana, da non credere.
Nel 2010 l'interesse sul debito aumenterà, più debito, più interessi.
più default per tutti.
Più elicotteri per
qualcuno.
In Italia il costo della vita è sempre più
alto. I Mondiali di ciclismo del 2008 (su cui
indaga la Procura)
sono costati OTTO volte di più di quelli svizzeri dell'anno dopo. E'
l'effetto della Bertolaso Tax, o forse non sapevate che la Protezione
Civile organizza anche le gare in bicicletta?
"A cosa serve Expo2015? Ehhhhh, caro Grillo, é un "grande evento" da non
perdere! :-) Proprio ieri qui a Lugano é stato reso noto il consuntivo
relativo ai
mondiali di ciclismo 2009
a Mendrisio. Ebbene sono stati spesi circa 8.8 milioni di euro e si é
chiuso in pareggio! Ai mondiali di ciclismo di Varese nel 2008 di
milioni di euro ne sono stati spesi ...... 71.4! Come mai quelli
organizzati in Italia son costati ben 8 volte tanto? Ahhhh ecco, anche
quello é stato considerato un "grande evento" dal governo e quindi se ne
é occupata la Protezione Civile!". Una Protezione Civile drogata,
senatori eletti con voti farlocchi che facevano creste immonde
sull'evasione fiscale di società telefoniche coinvolte in pesantissimi
scandali di dossieraggio illegale, una nazione che frana con la pioggia
e la neve grazie alla speculazione edilizia senza freni resa scomposta
con IL PIANO CASA DI TESTA D'ASFALTO, completamente storditi da
una informazione
INESISTENTE:Minzolini
in dolce colloquio con Berlusconi? Dov’è la novità? Un consigliere dell’Agcom
consigliato dal presidente del Consiglio di cancellare “Anno
Zero”? E allora? Non c’è bisogno di prove
per sapere che le televisioni (pubbliche e private) sono controllate e i
direttori sono burattini nelle mani dei politici. Berlusconi è solo più
sfacciato, più coglione (lo intercettano da 30
anni e ci casca sempre), più protervo, più abituato a mentire e a far
mentire. Televisioni e giornali sono farciti di direttorissimi,
di Umilio Fede e di Minchiolini e di Vespasiani. E’ una galleria della
lingua felpata, delle notizie scomparse, del palinsesto alla carta con
pietanze indigeribili.
Le voci del padrone sono ormai un coro indistinguibile, tutte uguali
nella prostituzione della verità. E i peggiori sono quelli meno
evidenti, con i cappotti di cammello e la cravatta con il nodo alla
Nuvoletti. I tappetini rossi alla De Bortoli della
notizia non data e gli stuoini alla Fabio Fazio senza seconda domanda.
Gli Scalfari che difendono le aberrazioni costituzionali di Napolitano e
i minorati mentali della politica come Veltroni, e i Riotta che premiano
motu proprio, ma a nome de Il Sole 24 Ore, Tremorti economista
dell’anno. Minzolini è innocuo, non gli crederebbe neppure Gasparri,
avrebbe dei dubbi persino Giovanardi. E' a prova di casalinga di
Voghera. Ha la faccia da “Natural
Born Killer” del telegiornale.
E’ un appuntamento serale della stronzata, aiuta la digestione meglio
del confetto Falqui, con lui basta la parola (la sua) per mandarlo a
cagare. Togliere Minzolini dallo schermo per ritrovarci Belpietro o
Giordano, Feltri o Rossella? Perché accontentarci di sostituti,
di portavoce, di ballerini di seconda fila? Berlusconi può
tranquillamente sostituire Minzolini, il tempo che passa al telefono con
lui lo può dedicare ai telespettatori. Sul Tg2 per par condicio Fini in
prima e seconda serata. Per il Tg3, a turno, una sera Bersani e una
D’Alema, che in sostanza sono la stessa cosa.
L’informazione di regime si è evoluta in un regime di
informazione. Il nulla per esistere ha bisogno dei
direttorissimi e di un numero considerevole di coglioni. In Italia non
ci facciamo mancare nessuno dei due.
Fastweb, la stangata : UN ALTRO CLAMOROSO
CASO DI PROJECT FINANCING ALL'ITALIOTA. SOLDI AI PRIVATI, DEBITI ALLA
COSA PUBBLICA
Quando
Silvio Scaglia beffò Milano con i soldi della città.
Oggi
Fastweb e il suo fondatore, Silvio Scaglia, sono alle prese con un
grande scandalo e una pesante inchiesta giudiziaria. Ma quando
tutto iniziò, tra il 1999 e il 2000, si sentivano solo gli applausi: per
l’impresa che prometteva di cablare Milano e poi l’Italia, portando il
futuro – cioè telefono e internet superveloce a banda larga –
nelle case degli italiani. Pochi, allora, osarono criticare il modo in
cui fu fondato l’impero. Tra questi, quel rompiscatole di Basilio Rizzo,
il consigliere comunale che fin dai tempi della Milano da bere fa le
pulci alle scelte dell’amministrazione. La gloriosa fondazione, lui la
chiamò così: “Quel pasticciaccio brutto di via della Signora”. In via
della Signora, a un passo dal Duomo, c’era allora la sede dell’Aem,
l’azienda energetica municipale, oggi diventata A2A. Lì vide la luce
Fastweb.
LA
STRANA COPPIA. Personaggi e interpreti: Silvio Scaglia, il
manager che dopo aver portato al successo Omnitel (oggi Vodafone), si
lancia nel business della banda larga (anche se, detto oggi, sembra
un’indelicata ironia). E Francesco Micheli, finanziere
musicofilo che non ne sbaglia mai una, dalla scalata Bi-Invest a MiTo.
I due, nel 1999, nel pieno della ubriacatura di massa per la new
economy, fondano e.Biscom, poi si presentano al Comune di Milano e fanno
il colpaccio. Tentano la Stangata, e ci riescono. A Milano nel 1999 c’è
già una azienda che senza tanti clamori mediatici ha cominciato a
cablare la città. Si chiama Citytel, è una società pubblica, interamente
controllata da Aem. Sviluppa una tecnologia messa a punto da
Nortel, un colosso canadese delle telecomunicazioni, e ha 80 chilometri
di fibra ottica già posata e 400 da posare, attraverso il piano
d’illuminazione pubblica della città: è previsto lo scavo delle strade
per posare i fili elettrici, accanto a questi si possono mettere le
canaline con le fibre ottiche. Ma a palazzo Marino piomba la
coppia della Stangata, Scaglia e Micheli. Promettono di diventare
“partner tecnologico” del Comune. E di cablare Milano, facendola
diventare «come Palo Alto e Stoccolma, le città più cablate del
mondo». L’enfasi, in quegli anni di ubriacatura tecnologica, pagava. I
buoni rapporti con gli uomini al vertice del Comune, poi, sono
determinanti, allora come oggi. La strana coppia conquista il sindaco,
Gabriele Albertini. Affascina il suo capo di gabinetto, Aldo Scarselli.
Convince il city manager, Stefano Parisi. Persuade il presidente di Aem,
Giuliano Zuccoli. E stringe rapporti speciali con un assessore, Sergio
Scalpelli.
FIBRA
OTTICA. La Stangata prende la forma di un complesso accordo tra i due di
e.Biscom e il Comune di Milano. Si formano due società miste: la
prima è Metroweb, trasformazione di Citytel, che dovrà posare i cavi; la
seconda si chiamerà Fastweb e venderà i servizi sulla rete. Scaglia e
Micheli sono minoranza in Metroweb (67 per cento Aem, 33 per cento
e.Biscom), ma maggioranza in Fastweb (60 per cento e.Biscom, 40 per
cento Aem). Non male, visto che la prima è la società che
spende: prevede d’investire 500 miliardi di lire in dieci anni, comincia
a stendere 3.200 chilometri di fibra ottica e s’indebita rapidamente per
200 milioni di euro. La seconda, invece, ingrassa.
IL COLPO
DEL SECOLO. Scarselli ,CAPO GABINETTO DEL COMUNE DI MILANO RETTO
DA ALBERTINI, diventa presidente di Metroweb, Zuccoli , PRESIDENTE DI
AEM OGGI A2A, di Fastweb, Scaglia amministratore delegato di entrambe.
L’investimento di Scaglia e Micheli è, tutto sommato, modesto: versano
17 miliardi di lire in Metroweb (per il 33 per cento) e 18 in Fastweb
(per il 60). Totale: poco più di 35 miliardi. Intanto la loro creatura,
e.Biscom, che in pancia di significativo ha solo le partecipazioni in
Metroweb e Fastweb, cresce fino a valere, secondo Merril Lynch, ben 12
mila miliardi. “Il colpo del secolo”, scrive Massimo Mucchetti.
Anche perché nella primavera del 2000 i due la quotano in Borsa. Non
quotano Fastweb (la società mista), ma la loro creatura e.Biscom. Con la
gente che s’accapiglia per poter partecipare al collocamento e fa la
fila per comprare le azioni, alla bella cifra di 160 euro l’una. Due
milioni e mezzo di richieste, con sorteggio per determinare i 114 mila
fortunati vincitori di una lotteria in cui i soldi non si prendono, ma
si danno. Con questo bottino, Scaglia e Micheli hanno le liquidità da
investire nel business che hanno promesso: rete a fibra ottica, per
telefonia, tv e internet ad alta velocità, direttamente a casa.
Negli stessi anni, nella Roma di Francesco Rutelli, la spagnola
Telefonica fa un accordo con Acea, la società del Comune di Roma omologa
di Aem. Ma paga ben di più, una settantina di miliardi, per una quota di
minoranza (il 49 per cento) della joint venture per la gestione della
rete. A questo punto, a Milano, in consiglio comunale c’è chi comincia a
sentire puzza di bruciato: il verde Basilio Rizzo chiede “se il
know how e la presenza di Aem abbiano avuto una valutazione congrua”.
Micheli risponde che non c’è problema: «Fastweb l’avremmo lanciata anche
da soli, e Aem avrebbe dovuto affittarci il cavo, dunque il 40 per cento
va bene».
I DEBITI
AL PUBBLICO. Come sia andata a finire, si sa. Nel 2003, Fastweb viene
acquistata tutta da e.Biscom, Metroweb tutta da Aem. I debiti al
pubblico, i soldi al privato. Non solo: a pagare lo scambio è di
fatto Aem, che sgancia 37 milioni di euro a Scaglia e Micheli per avere
Metroweb e poi versa loro altri 240 milioni, sottoscrivendo un prestito
obbligazionario convertibile in azioni e.Biscom. I due maghi prendono i
soldi così incassati (277 milioni) e li girano a Aem per impadronirsi di
Fastweb, che poi fondano con e.Biscom. Negli anni seguenti, anche
Metroweb, che nuota nei debiti, viene venduta: nel 2006, dal nuovo
sindaco, Letizia Moratti. Sottoprezzo, a una strana società
lussemburghese, la Stirling, che poi si scoprirà molto vicina agli
uomini Fastweb.
I
FEDELISSIMI. Premiati gli uomini del Comune che hanno fatto
l’operazione: Stefano Parisi (il city manager) nel 2004 diventa
amministratore delegato e direttore generale della società, e lo è
tutt’ora. E Scalpelli (l’assessore amico) già dal 2001 passa a Fastweb
come direttore delle relazioni esterne. Fastweb intanto cresce e
guadagna. Oggi ha una rete in fibra ottica di nuova generazione che
supera i 27 mila chilometri e nel 2008 ha dichiarato ricavi per 1.708
milioni di euro. Dal 2007 è passata a Swisscom. Scaglia ha fatto cassa,
vendendo a 47 euro azioni che oggi ne valgono 13. Micheli invece ha
divorziato da Scaglia subito dopo la Stangata: “Non ho litigato ma, come
diceva Cuccia, apparteniamo a giardini zoologici diversi”.
IL GRAN BALZO ALLO SPROFONDO
DEL LABORATORIO PUGLIA
BARI
- Nel laboratorio Puglia si vede oggi quello che forse domani sarà la
POLTIGLIA italiana. Qui la seconda repubblica è finita il 24 gennaio
scorso. Era la notte delle primarie. Con la vittoria di Vendola
IL FENOMENO, CAPACE DI DISTRUGGERE L'UNICO SEGGIO COMUNISTA IN
PARLAMENTO, e la nomina di Rocco Palese a sfidante, in poche ore è
crollata a sinistra l'egemonia di D'Alema e a destra è cominciato il
dopo Berlusconi CON IL DUO FITTO/CITO. Fuori gioco il Padrone e lo Stratega DELLE MILLE
SCONFITTE NONCHE' MIGLIOR ALLEATO DEL PADRONE, senza i quali in
Puglia, ancor più che nel resto d'Italia, non si muoveva foglia da
quindici anni, che cosa è rimasto sul campo? Una nuova
sinistra di PSEUDO guerriglieri mediatici OCCUPATORI DEL CAVO CATODICO, una vecchia destra di notabili
poco telegenici, un centro né nuovo né vecchio a fare da ago della
bilancia PERCHE' LORO "CENTRANO" IN UN GABINETTO SEMPRE. Sullo sfondo, un intreccio di affari,LA PRIVATIZZAZIONE
DELL'ACQUA, scandali, VENDOLA INQUISITO PER TRUFFA NEL SETTORE DELLA
SANITA' PUGLIESE,e regolamenti di conti fra potentati economici TRA
CUI SPICCANO FITTO E CITO. E il paradosso di una regione da sempre di
destra che rischia di finire per la seconda volta nelle mani del più
ROSA dei governatori.
"In Puglia almeno abbiamo presentato le liste, peccato non il
candidato" dicono che ripeta Berlusconi. Questo Rocco Palese, ombroso
braccio destro del ministro Raffaele Fitto, questo candidato in
grisaglia, noiosamente onesto e antitelevisivo, al premier non è mai
andato giù. "Rocco chi?!" aveva urlato in faccia a Fitto, durante un
consiglio dei ministri. "Palese, come l'aeroporto" aveva sussurrato
l'altro. "Ah, così la gente se lo ricorda" s'era calmato il Cavaliere.
Ma pochi giorni dopo, con i manifesti "Palese presidente" già
stampati GRAZIE AI CONTRIBUTI STATALI ETERNI, il premier era tornato alla carica, aveva convocato Fitto e
i maggiorenti del partito per dire che "con questo Rocco, come si
chiama?, non andiamo da nessuna parte. Per vincere dobbiamo allearci
con Casini e appoggiare la Poli Bortone". Ma Fitto si oppose al punto
di minacciare una scissione, cosi' come gia' accaduto in Sicilia con
Lombardo che governa con l'appoggio esterno del PD, e Berlusconi, per la prima volta, fece lui
un passo indietro.
E' partita così la strana sfida fra il Ragioniere e il Poeta, secondo
la reciproca definizione. Dove il Ragioniere sta per Palese e il Poeta
allude naturalmente a Vendola, il "poeta di Terlizzi", e ad altro.
Come si evince dalla greve traduzione del terzo incomodo, Adriana Poli
Bortone: "Vuoi vedere che fra un ragioniere e un diverso, stavolta ai
pugliesi può piacere una donna?". Tanto per dire del livello.
Il duello fra Vendola e Palese è lo spettacolare rovesciamento degli
stilemi che hanno dominato la seconda repubblica. E' la sinistra che
detta l'agenda e si diverte, sfrutta l'abilità mediatica, ricorre al
populismo, inventa una trovata dopo l'altra, ribalta le accuse in
punti di forza. La destra irride al Poeta di Terlizzi? E Vendola
risponde con una campagna fatta di slogan, una ventina, tutti in rima
baciata. "Si tratta di far mancare il terreno sotto i piedi alla
propaganda avversaria" spiega Giovanni Sasso, capo dei trentenni
creativi dell'agenzia ProForma, che cura la campagna di Vendola. Lo
stesso che ha inventato gli slogan poetici, le videolettere e
l'esilarante "mago pidiello" che spopola da settimane su Youtube.
UNA PACCOTTIGLIA DI CAZZATE SOPRA CUI la destra è costretta a inseguire, a dire "anche noi siamo contrari al
nucleare", "anche noi non vogliamo la privatizzazione dell'Acquedotto
pugliese". "Ma l'avete detto a Berlusconi, a Fitto e al governo?" è la
facile replica di Vendola.
Quando si va sul territorio, come si dice, sembra di assistere al
confronto non fra candidati, ma fra epoche storiche. Incrocio la
campagna di Vendola e Palese per la prima volta a Taranto, la più
cinica e indolente piazza politica d'Italia, un coacervo a metà tra
eredità borbonica e cattedrali industriali sorte a furia di fiumare di
danaro pubblico sperperato. L'arrivo del ciclone Nichi è una scarica d'adrenalina, si bloccano le strade del centro
nuovo e perfino della città antica, che è un deserto di palazzacci
disabitati, percorsi ormai soltanto da bande di spacciatori.
Il governatore stringe centinaia di mani, più che un comunista sembra
un senatore dell'Illinois. Nelle stesse ore la convention di
Palese si svolge nel lussuosissimo Hotel Histò a Mare Piccolo, in un
salone dove si raccoglie la vecchia nomenclatura cittadina, ampie
nuche democristiane avvizzite, età media sulla sessantina/settantina
NON SOLO NELLA MORFOLOGIA MA ANCHE NELLA TESTA. Al tavolo di
presidenza spicca la pittoresca figura di Giancarlo Cito, ex sindaco e
senatore, condannato per mafia, il proto Berlusconi di Taranto che già
negli Ottanta faceva politica con le tv e le squadre di proprietà.
E a Palese fa pure la lezione: "Ricordati che la battaglia politica si
vince sui media".
Scene simili a Foggia, a Barletta, a Brindisi. Nel Salento, dove la
macchina del Pd è ancora nelle salde mani di Baffino, i dalemiani
sfottono: "Stasera parla Vendola in piazza, portatevi i fazzoletti".
Ma poi le piazze sono piene e la gente piange davvero. Ironizzano pure
i berlusconiani sul loro candidato: "Stasera c'è Palese, portate le
calcolatrici". E alla sera, al centro congressi, la gente sbadiglia di
fronte all'alluvione di cifre da ordinanza regionale, "di cui al
comma...".
Il maggior vanto e merito di Palese sta proprio nell'opposizione
testarda, meticolosa, da ragioniere secchione ma galantuomo, che ha
guidato per cinque anni in consiglio regionale. Non senza ragione,
viste le inchieste della magistratura. Il guaio è che la vena
moralizzatrice della destra si è fermata al nome del candidato
presidente e all'epurazione delle escort, tornate a popolare le notti
di corso Vittorio. Per il resto le liste pulite qui non sono
pervenute. A destra spicca il nome di Tato Greco, genero dei
Matarrese, socio e amicissimo di Giampaolo Tarantini, già sponsor di
Patrizia D'Addario. Per proseguire con Francesco Pistilli, ex sindaco
di Acquaviva, condannato l'anno scorso per corruzione. Anche la Poli
Bortone vanta in lista nientemeno che il ripescaggio di Cosimo Mele,
l'ex deputato Udc sorpreso il 27 luglio 2007, in un albergo di via
Veneto, nel mezzo di un'orgia a base di cocaina con un paio di
prostitute. Oggi è in giro per le parrocchie del brindisino a spiegare
il valore della famiglia, MA D'ALTRA PARTE L'UDC E' ANCHE DI CUFFARO
APPENA CONDANNATO IN APPELLO PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE
MAFIOSA.
Nel centrosinistra ha fatto discutere, per opposti motivi, la
candidatura a capolista dell'Idv di Lorenzo Nicastro, magistrato
titolare per nove anni delle inchieste su Fitto e Angelucci. Attaccato
dalla destra come "evidente caso di barbara commistione fra politica e
giustizia". Difeso a spada tratta da Di Pietro, meno dal Pd e da
Vendola, quasi per niente dall'Associazione nazionale dei magistrati.
La civile idea che non si debbano candidare in lista delinquenti,
corrotti e inquisiti, ma neppure i magistrati che li hanno indagati
fino al giorno prima, pare minoritaria anche nei laboratori della
Terza Repubblica. "Come sembrano minoritari i problemi concreti"
obietta Alessandro Laterza, presidente degli industriali baresi. "In
fondo si parla molto della personalità dei candidati, di chi c'è e di
chi manca nelle liste. Ma che cosa vogliono fare nella sanità,
che rappresenta l'80 per cento del bilancio regionale e il 90 per
cento degli scandali, nessuno l'ha ancora ben chiarito. E alla
prossima puntata Vendola non potrà più dire che alla sanità ha dovuto
accettare l'assessore voluto da D'Alema. Stesso discorso per i
miliardi dei fondi europei, gli ultimi, l'ultima occasione per
rilanciare l'economia della regione".
Sono tutti d'accordo nel dire che la battaglia fra il rock Vendola e
il lento Palese si deciderà nel Salento, dove Poli Bortone rischia di
togliere molti voti al centrodestra, e soprattutto a Bari. Qui Vendola
e il sindaco Michele Emiliano hanno siglato sabato scorso una
spettacolare pace, dopo mesi di conflitti. Si vocifera di un accordo
già trovato fra i due per fare in modo che sia Emiliano il successore
di Vendola, in caso di vittoria. Fra cinque anni o forse molto prima.
Dipende da quando finirà la seconda repubblica anche nel resto
d'Italia.
grillo contro il POPOLO DELLA MERDA
VIOLA, L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA DEL POPOLO DELLE LIBERTA'.
Napolitano non si tocca, è
il padre di Bassolino, lo zio di D'Alema, il fratello gemello di
Scalfari e dei suoi editoriali presidenzialisti, il nonno degli
autoeletti rappresentanti del Popolo Viola. Per loro l'infallibilità di
Napolitano è pari a quella di Ratzinger. E' un mistero della fede.
Qualunque cosa firmi quest'uomo è eccezionale,Napolitano non è il
garante della Costituzione, dopo la sentenza della Corte Costituzionale
sul Lodo Alfano, un altro al suo posto si sarebbe dimesso. Lui invece
continua imperterrito a firmare. Chi difende il suo operato è in
evidente malafede o, meglio, del suo stesso partito sotto diverse forme.
Varenna...due
stronzi moderati scrivono a Napolimerda che risponde...tralasciando le
migliaia di mail di insulti che si è preso
Il
decreto interpretativo
secondo
Maroni:
"non porta alcuna modifica di norme di
legge", ma dà "una interpretazione
corretta" alle norme. Chi decide l'interpretazione corretta? Lui
e i suoi compari al Governo!
Napolitano è più incerto, infatti per lui il decreto: "non
ha presentato evidenti vizi di incostituzionalità". Vizio non
evidente di incostituzionalità detto da Morfeo significa
incostituzionalità certa. Al suo minimo dubbio in materia con lui non
c'è alcun dubbio.
Napolitano si è degnato di rispondere
sul
sito del Quirinale
a due cittadini in rappresentanza dei milioni che
lo hanno insultato. Un testo
tra il tragico e l'esilarante:
"Egregio signor Magni, gentile signora
Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite,
rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti
cittadini che in queste ore mi hanno scritto. Il problema da risolvere
era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque
alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi
schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non
parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente
e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori
nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente
costituito presso la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due
interessi o "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle
norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei
cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti
alternativi. Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente
preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico. (....)".
L'età gioca brutti scherzi. La legge e i diritti dei cittadini
sono la stessa cosa. Morfeo afferma che il
diritto dei cittadini (solo quelli del PDL) è più
importante delle "procedure previste
dalla legge". Ma dovrebbe sapere che, in democrazia, senza
l'applicazione certa della legge i cittadini perdono ogni diritto.
Belin, Napo, almeno l'ABC!
La Costituzione Italiana è
scritta in modo semplice e chiaro che la capirebbe anche lui.
L'articolo
72 dice:"
Ogni disegno di legge, presentato ad
una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una
Commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per
articolo e con votazione finale.
Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di
legge dei quali è dichiarata l'urgenza.
Può altresì stabilire in quali casi e forme l'esame e l'approvazione
dei disegni di legge sono deferiti a Commissioni, anche permanenti,
composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi
parlamentari. Anche in tali casi, fino al momento della sua
approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera, se
il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della
Commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa
oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole
dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità
dei lavori delle Commissioni. La procedura normale di esame e di
approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i
disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale
e per quelli di delegazione legislativa , di autorizzazione a
ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e
consuntivi".
In sostanza non si possono fare decreti in
materia elettorale. Ed è ovvio il motivo. Chi fa i decreti è il
Governo e può in questo modo favorire sé stesso
nei confronti delle opposizioni. Solo le dittature cambiano
(interpretano?) le leggi elettorali al di fuori del Parlamento.
Formigoni e Polverini partecipino pure. Se vinceranno il
MoVimento 5 Stelle
farà in modo che la Corte Costituzionale si
pronunci, tra un anno si vota di nuovo.

Anna Argento, presidente prima
commissione Corte di assise di Roma, è stata denunciata per abuso di
ufficio. Il giudice ha avuto il torto di applicare la legge elettorale.
Anna Argento ha spiegato che nessuna lista era stata presentata in
cancelleria e la successiva richiesta di integrazione del PDL per il
Lazio non poteva essere accettata "in
quanto non si può integrare qualcosa che non esiste". Prima il
decreto interpretativo incostituzionale e poi la denuncia a chi ha
applicato la legge senza interpretarla per il partito di governo. Anna
Argento non ha mai rilasciato interviste in vita sua. Lo ha fatto ieri "per
dimostrare di avere una coscienza" e spiegare la verità ai
cittadini.
MA CHI CAZZO E' QUESTA MERDA DI
NAPOLITANO....LO DIPINGONO COME DELLA CORRENTE "MIGLIORISTA" (DI NON SI
SA BENE CHE COSA) DEL DEFUNTO PARTITO COMUNISTA ITALIANO. UN MIGLIORISTA
COMUNISTA CHE PUBBLICAVA CON SOLDI DELLA PUBBLICITA' FININVEST. IL SUO
SOCIO IN AFFARI DALEMA POI FECE DI PIU': UNA VOLTA A CAPO DEL GOVERNO
CONCEDERA' QUASI A TITOLO GRATUITO LE CONCESSIONI TELEVISIVE FUORILEGGE
(1999).
Napolitano viene da lontano. Era
migliorista e berlusconiano. Gli articoli del suo settimanale "Il
Moderno" (con pubblicità Finivest anni '80) superano persino le poesie
di Bondi al "caro leader".
"Ad aprile del 1985 esce a Milano il primo numero de Il Moderno, mensile
(poi settimanale) della corrente “migliorista” del Pci (la destra
tecnocratica e filo-craxiana del partito, guidata da Giorgio
Napolitano). Animato da Gianni Cervetti… all’insegna dello slogan
“l’innovazione nella società, nell’economia, nella cultura” (p. 104)."
"Intanto a Milano il numero di febbraio 1986 de Il Moderno… scrive che
“la rivoluzione Berlusconi [è] di gran lunga la più importante, cui
ancora qualcuno si ostina a non portare il rispetto che merita per
essere stato il principale agente di modernizzazione, nelle aziende,
nelle agenzie, nei media concorrenti. Una rivoluzione che ha trasformato
Milano in capitale televisiva e che ha fatto nascere, oltre a una
cultura pubblicitaria nuova, mille strutture e capacità produttive” (p.
115)".
«Il numero di aprile 1987 ... esce con un’intera pagina pubblicitaria
della Fininvest. È la prima di una lunga serie di inserzioni
pubblicitarie dalla misteriosa utilità per l’inserzionista, dato che il
giornale è semi-clandestino e vende meno di 500 copie… Intanto uno dei
fondatori del Moderno, l’onorevole Gianni Cervetti, alla metà di aprile
è di nuovo a Mosca… E il 18 aprile l’agenzia Ansa da Mosca informa che
in Urss, insieme al compagno Cervetti, c’è anche Canale 5… (pp 126 --
127)".
"A giugno 1989 ... pubblica un megaservizio su Giocare al calcio a
Milano. Con un panegirico sul Berlusconi miracoloso presidente milanista
che “ha cambiato tutto: adesso la sua squadra è una vera e propria
azienda,” e così via. Il giornale della corrente di destra del Pci è
ormai un bollettino della Fininvest, e le pagine di pubblicità comprate
dal gruppo berlusconiano ormai non si contano (p. 148)".(*)
(*) Testi tratti dal libro: "Il Baratto" dal blog
www.dirittodicritica.com
Il
decreto legge interpretativo
è un piccolo passo indietro per la legge italiana, ma un grande passo
avanti per il PDL. La Russa "prontoatutto" si è detto convinto
che si troverà una soluzione per riammettere il PDL alle elezioni
regionali. E' in gioco la democrazia. Enrico Cuccia
diceva che
le azioni non si contano, ma si pesano. Per Berlusconi le leggi non si
applicano, ma si interpretano. Per gli amici e per gli amici degli amici
innanzitutto. Ignazio ha
tirato fuori il coniglio
dalla cappella: "Non c'è nessuna norma che indichi dove fisicamente
si debba entrare quando scadono i termini della consegna delle liste.
Bene un decreto interpretativo potrebbe specificare che, entro
quell'ora, basta trovarsi all'interno del palazzo ed è provato che a
Roma, i presentatori della lista Pdl, erano dentro". Un lampo di
genio che apre orizzonti sconosciuti. Per qualunque atto pubblico non
sarà più necessario presentare i documenti all'ufficio competente entro
i termini di legge, ma dimostrare di essere all'interno dell'edificio,
anche al cesso. Quando scappa, scappa. Cambiare le regole del gioco
mentre è in corso rende inutile il gioco e fa incazzare gli spettatori.
Chi guarderebbe una partita di calcio sapendo che il risultato è già
scritto e l'arbitro è venduto? La democrazia si basa sul rispetto delle
regole, senza questo non c'è più democrazia. Schifani (la seconda
scarica dello Stato)
dice che
la sostanza deve prevalere sulla forma. In altri termini, bisogna votare
senza se, senza ma e senza firme valide. Schifani dove sono le 350.000
firme di sostanza valide, molto valide, consegnate in Senato per la
legge popolare
Parlamento Pulito?
Erano sostanza e non forma e per ora le cosiddette istituzioni ci si
sono pulite il culo. Oggi "il popolino della Libertà" è sceso
in piazza a Roma
con la Polverini per difendere la sostanza di farsi i cazzi suoi. Erano
quattro gatti, facevano quasi pena. La Corte di Cassazione respinse le
firme per il referendum per una libera informazione. Un milione e mezzo
di persone chiedevano l'abolizione della legge Gasparri e dei
finanziamenti pubblici ai giornali. Non era forse sostanza? I processi a
Berlusconi sono stati tutti forma: cavilli, prescrizioni, leggi ad hoc,
legittimi impedimenti. Nessuna sostanza, nessuna condanna per un
corruttore accertato. La fune sta per spezzarsi e quello che verrà dopo
non lo può prevedere nessuno.
GRILLO SCATENATO
I candidati regionali della Lista 5
Stelle per Repubblica.it non esistono. Nello "Speciale
Elezioni" sono indicati i nomi dei
partiti, delle coalizioni e dei candidati. Per la Basilicata è presente
anche il nome di Magdi Allam per "Io amo la Lucania". Su
Repubblica.it si può cliccare sulla finestra di ogni regione per vedere
le schede dei candidati, votare i sondaggi e partecipare al gioco del "governometro".
Per un giornale che grida all'oscuramento dell'informazione un giorno si
e l'altro pure è l'ennesima riprova di mancanza di trasparenza. A
proposito, cari Mauro e Scalfari, quando avete intenzione di rinunciare
ai contributi pubblici e camminare con le vostre gambe imprenditoriali?
Inviate le vostre considerazioni elettorali al direttore di
Repubblica.it Giuseppe Smorto:
g.smorto@repubblica.it Un
indice della corruzione è il debito pubblico e il nostro è magnifico:
1800 miliardi di euro. Solo nel 2009 è aumentato di circa 130 miliardi,
una decina al mese. L'Italia per fare l'Alta Velocità ha speso al
chilometro tre volte quanto la Francia o la Germania. Chi ha pagato il
sovracosto? Il cittadino attraverso l'aumento del debito pubblico e le
tasse. Ogni opera pubblica ha la corruzione incorporata. Il Ponte di
Messina e la TAV con una galleria di 40 chilometri che costerà 18
miliardi di euro sono delle magnifiche occasioni. Nella
classifica mondiale
siamo al 63esimo posto, abbiamo perso otto posti in un anno, davanti
abbiamo Taiwan, Macau, Capo Verde e Bhutan. La corruzione, il debito
pubblico e il possibile default sono collegati. Al tempo di Tangentopoli
si stimava che la corruzione valesse il 30% di tutti i costi pubblici.
Il latitante Bettino Craxi allora raddoppiò il debito pubblico e anche
Tremorti si sta impegnando allo spasimo. Con ottimismo verso la
catastrofe. I segni dei tempi sono nel rovesciamento
dei concetti. Le leggi dello Stato ne sono un esempio. Il dizionario
recita per la parola legge: "Ogni atto dello Stato
che fissa regole di condotta vincolanti per la generalità dei cittadini".
La sua interpretazione autentica è cambiata in :"Ogni atto dello
Stato a favore di uno o più soggetti privati che hanno la possibilità di
farlo approvare". Il detto: "Fatta la legge, trovato l'inganno"
si è tramutato in: "Fatto l'inganno, trovata la legge".
Formigoni è ineleggibile per legge (165/2004
art.2) per aver superato i due
mandati consecutivi,
lo afferma
il presidente emerito della Corte Costituzionale. Sono fatti
incontrovertibili. L'ho detto domenica su Sky, la risposta della
conduttrice è stata: "Faranno una legge".
Lo ha detto senza ironia, come se fosse una cosa del tutto normale fare
una legge per averne violata un'altra. Nel senso comune la legge
è diventata un oggetto di lusso, un panfilo, una villa
Certosa, chi ha i soldi può permettersela. Il reato viene fagocitato
dalla legge, masticato e rimasticato come un chewingum e poi sputato per
decorrenza dei termini.
In situazioni di emergenza come le elezioni regionali per la
Polverini e per Formigoni, esclusi dalle liste, è necessaria
una legge ad hoc, anzi, per fottere meglio gli italiani e passare
inosservati, una "leggina". Una leggina, con il suo dolce
diminutivo al sapore di prugna, dà meno nell'occhio per violare la legge
elettorale. Se Formigoni e la Polverini saranno riammessi grazie a una "leggina",
le elezioni in Lombardia e nel Lazio si trasformeranno in una
farsa a norma di legge.
Formigoni ha dichiarato che "i timbri non servono" e che lui "è
un candidato perfettamente regolare". Se la canta e se la suona da
solo. La legge è diventata un fatto privato. Non regola i rapporti tra
le persone, ma definisce i rapporti di forza. Formigoni
non è riuscito a raccogliere un numero sufficiente di firme valide, 514
su 3.935. Corre per il suo quarto mandato, per un ventennio
formigoniano peggiore di quello fascista. Furmigùn ha
ridotto la Lombardia in una superstrada di cemento, tumori e ospedali.
E'
indagato
per inquinamento e responsabilità per non aver tenuto le emissioni nei
livelli consentiti dalla legge.
Inaugura
supermercati. Ha distrutto il
parco di Gioia
(uno dei pochissimi di Milano) per il nuovo grattacielo della Regione.
La legge è sempre dalla sua parte, nel caso così non fosse, ne faranno
una su misura.
La legge non ammette ignoranza, ma promuove i Formigoni e le Polverini.
Il Parlamento è stato privatizzato dai partiti, è quindi naturale che i
partiti abbiano privatizzato le leggi.Gli
italiani all'estero possono stare tranquilli. La task force: "Italiani
nel mondo"messa in piedi da
Sergio De Gregorio è imbattibile. Una fondazione che presiede "grazie
all’impegno e alla passione dei colleghi parlamentari Amato Berardi,
Esteban Juan Caselli, Nicola Paolo Di Girolamo e Basilio Giordano, che
ricoprono i ruoli di vicepresidenti e soci fondatori". Oltre al
famoso
Di Girolamo,
ambasciatore della 'ndrangheta nel mondo ( e in Parlamento), il gruppo
di parlamentari scelti si avvale di
Giordano,
calabrese emigrato a Montreal su cui pende un ricorso del primo dei non
eletti, di
De Gregorio
indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, indagine poi
archiviata nel 2009, di
Caselli
eletto in Argentina sulla cui elezione è stata aperta un'inchiesta per
presunti brogli elettorali.
Il gruppo ha un obiettivo: "Costruire il PDL nel mondo", come
riportato in alcuni inquietanti manifesti. Tutti i
Parlamenti, dagli Stati Uniti all'Australia, dovranno avere la stessa
modica quantità di prescritti, indagati, condannati in
primo e secondo grado e in via definitiva presenti nel Partito
dell'Amore. E' una missione quasi impossibile, ma i "Sopranos"
non conoscono né l'impossibile, né il ridicolo.
Quando i componenti di Italiani nel Mondo confluirono nel Popolo
della Libertà, fu "una scelta sofferta" anche per uno
come per De Gregorio. Ma il tempo è galantuomo e in seguito dichiarò:"
Il nostro ruolo...sempre a fianco del Governo Berlusconi, leader e
statista, l’unico in grado di imporre un’impronta determinante alla
politica internazionale del nostro Paese...". E anche: "In
Campania c’è bisogno di una nuova classe dirigente che possa guidare con
serenità e dignità la Regione... Mara Carfagna? Perché no: è giovane, ha
un’ottima capacità di relazionarsi con i cittadini".
Italiani nel Mondo è garantista. La prima richiesta di arresti
per Di Girolamo in seguito a brogli elettorali, per aver
attentato ai diritti politici dei cittadini, concorso in falsità in atti
destinati alle operazioni elettorali, false dichiarazioni sulle sue
generalità avvenne nel 2008. De Gregorio dichiarò: "La scelta del
Senato di rinviare alla Giunta delle immunità gli atti che chiedono la
decadenza del senatore Nicola Di Girolamo è un atto di garantismo che fa
onore alla tradizione democratica del nostro Paese... La revoca del
seggio parlamentare che è espressione di una chiara e manifesta volontà
popolare avrebbe potuto generare effetti divergenti rispetto a quelli
della magistratura".
Per le sue attività il senatore De Gregorio ha ottenuto numerosi
attestati, non ultimo il premio "Ostia nel mondo"
organizzato da Tonino Colloca, presidente dell’Associazione “Anco
Marzio” per il suo ruolo di promozione del made in Italy e della
cultura italiana nel mondo.
La voce di "Italiani nel mondo" arriva ovunque grazie a "Italiani
nel Mondo Channel" su SKY 888,
"punto di riferimento per le comunita italiane sparse nel pianeta".
Chiunque si colleghi potrà ascoltare l'analisi di De Gregorio su grandi
temi come:
"PMI italiane investano a Hong Kong"
"Lavorare su integrazione dei Balcani"
"Finlandia crocevia strategico per sicurezza europea"
"Medio Oriente strategica posizione della Russia"
e l'immancabile: "L’Italia non dovrà perdere la sfida dell’oceano
artico". IL GRAN FINALE E' SU TREMORTI:"Guardai stordito la vasta
distesa dell’oceano le cui acque, nere come l’inchiostro, mi fecero
subito pensare alla descrizione del Mare Tenebrarum del geografo nubiano
e dell'emanuense Ghedinus. Mente umana non poteva concepire un panorama
così desolato. A destra e a sinistra, a perdita d’occhio, sorgevano,
come fossero i contrafforti del mondo, schiere di scogli aguzzi e neri:
il debito pubblico e la disoccupazione, il cui aspetto tenebroso era
ancor più evidenziato dalla schiuma che con la cresta bianca e spettrale
gli si avventava senza posa contro, ululando e gemendo. Proprio di
fronte al promontorio sulla cui vetta mi trovavo, a una distanza di
cinque o sei miglia in mare aperto, era visibile un’isoletta di aspetto
cupo, o meglio se ne individuava la posizione dalla furia delle onde
dalle quali era avvolta. Lì era Tremorti.
La superficie si calmò, divenne liscia, sparirono i vortici, mentre
comparivano strisce di spuma dove prima non c’erano. Queste strisce
s’allungarono, si fusero l’una con l’altra, fino a formare l’embrione di
un ben più vasto vortice argentino. E infatti all’improvviso, questo
prese consistenza sotto forma di un cerchio greco di 1800 miliardi di
euro di diametro. L’orlo del vortice era formato da una larga fascia di
evasione scintillante, ma nemmeno una goccia di tale frangia cadeva
nella bocca del terrificante imbuto dell'erario, il cui interno, fino
dove arrivava l’occhio, era una parete d’acqua liscia, brillante,
nerissima, inclinata a quarantacinque gradi sull’orizzonte, animata da
un moto rotatorio e insieme ondulatorio lungo il perimetro esterno dei
contribuenti italiani, capace di emettere un suono pauroso, per metà
urlo e per metà ruggito, più intenso di quello che sia mai salito al
cielo nella sua angoscia dai risparmiatori della Parmalat.
Un nano tentò di nuotare verso l'isola ma venne catturato da una
corrente d'ingroia e portato in fondo mentre lanciava grida così forti
che si sentivano anche dalla costa siciliana. I vortici o gorghi di
bilancio erano talmente vasti e profondi che una nave risucchiata
verrebbe inevitabilmente inghiottita e sbattuta sul fondo e infranta
contro gli scoglio. E' successo spesso che perfino le balene ed esperte
otarie come Bondi e Ferrara si siano avvicinate troppo alla corrente e
ne siano state travolte ed è impossibile descrivere come gridavano e
muggivano dibattendosi inutilmente per liberarsene. Intorno sulla vasta
superficie di ebano liquido sia sopra che sotto erano visibili frammenti
di risparmi, ammassi di immobili svalutati, tronchetti di albero,
unitamente a molti altri oggetti più piccoli, derivati, casseforti
infrante, tango bond, barili, scudi fiscali...".

Telecom Italia è un caso clinico.
Tronchetti Provera e Carlo Buora sono incapaci di intendere e di sapere.
Dovrebbero essere oggetto di cura, non di indagini. Non sanno mai nulla.
Telecom Sparkle ha frodato con Fastweb due miliardi di euro durante la
loro gestione e non sapevano. Telecom Italia ha spiato decine di
migliaia di cittadini con strutture dedicate e uomini di fiducia come
Tavaroli e non sapevano. Telecom pagava le fatture degli spionaggi senza
un perché. Il Gip delle indagini su Telecom Sparkle, Aldo Morgigni, ha
chiamato in causa
anche i vertici di Telecom Italia per la ''solare evidenza delle
loro responsabilita".Telecom Italia ha un debito di 35/40 miliardi
di euro. La sua fine è iniziata quando D'Alema l'ha venduta a debito a
Colaninno e Gnutti. Altro che due miliardi, sono stati bruciati decine e
decine di miliardi, distrutti migliaia di posti di lavoro, ci siamo
giocati l'unica grande azienda in grado di fare innovazione. La
responsabilità è dei politici e degli industriali con le pezze al culo.

Lo Scudo Fiscale ha regolarizzato 85
miliardi di euro di evasori totali, frutto di traffici illeciti,
ricchezze di origine criminale. I possessori hanno pagato solo il 5% e i
capitali sono ritornati puri come un giglio. Gli evasori sono rimasti
rigorosamente anonimi. Tremorti ha spiegato che questa porcata avrebbe
fatto ritornare in Italia i patrimoni. La Banca d'Italia ha comunicato
che
solo 35 degli 85 miliardi sono rientrati
per "fare girare" l'economia (e mettere in difficoltà
attraverso la concorrenza sleale gli imprenditori che pagano le tasse
fino all'ultimo centesimo di euro). Evasori totali sì, ma fessi no. Sul
palco di Sanremo sono stati esibiti come degli animali rari alcuni
operai della Fiat di Termini Imerese. Il pubblico, posti in platea a 660
euro per l'ultima serata, ha applaudito i disoccupati. Avrebbe potuto
limitarsi "a far tintinnare i gioielli", come
disse John Lennon
durante un concerto alla Royal Variety Performance in presenza della
famiglia reale. Gli operai sono stati introdotti dal piduista Costanzo (tessera
1819), preceduti da un rampollo
Savoia e infine benedetti da Bersanetor e da Scajola, rappresentanti
della classe politica che ha distrutto l'economia del Paese. Fischi per
Bersanetor e applausi di censo per Scajola. In sottofondo, quasi
impercettibile, si è sentito un tintinnar di manette. Un
vuoto a perdere è un contenitore senza contenuto che non può
essere reso. Un voto a perdere è un voto dato a un
candidato che non può essere eletto. Sono almeno tre gli aspiranti
governatori che non possono essere eletti: Vincenzo De Luca (PDmenoelle)
per la Campania, Roberto Formigoni (PDL) per la Lombardia e Vasco Errani
(PDmenoelle) per l'Emilia Romagna.
Questi signori, che vivono da sempre di politica e di tasse dei
cittadini, se eletti dovranno dimettersi. Il primo in
quanto ha promesso in pubblico che se condannato dopo le elezioni si
dimetterà. De Luca non dovrebbe neppure presentarsi in
quanto già
condannato in primo grado
(ma questo non lo ha detto), senza contare i
due processi in corso
per associazione a deliquere, concussione e truffa. Se venisse
ulteriormente condannato che si fa? Si ritorna alle elezioni
con i costi aggiuntivi e la paralisi della Regione? Con un altro
pregiudicato espresso da Bersani, il portavoce di D'Alema?
Roberto Formigoni
gira in bicicletta
seguito da macchine e giornalisti con la telecamera. E' diventato
ciclista da esposizione da quando ha ricevuto un avviso di
garanzia nell'ambito di un'inchiesta su ambiente e
inquinamento. Formigoni si appresta a celebrare il VENTENNNIO
FORMIGONIANO con manifesti 15 metri per 10 in tutta la Lombardia (chi li
paga?). Più del Duce poté Comunione e Liberazione. Formigoni,
semplicemente, non può più presentarsi. La legge dello Stato
165/2004 articolo 2
impedisce di candidarsi a Presidente di Regione dopo due mandati
consecutivi. Lui se ne frega anche se lo stesso presidente emerito della
Corte Costituzionale Valerio Onida
conferma in un'intervista
che potrebbe essere costretto a rinunciare all'incarico in seguito a un
ricorso. Stessa situazione per Vasco Errani consigliere
regionale dal 1995, presidente di Regione dal 2000.
Per De Luca il problema è nel merito e non nella sostanza, perché, con
tutta probabilità, non verrà eletto. Il Pdimenoelle governa da 15 anni
la Campania e i Casalesi sono sempre gli altri. Hanno subito più
processi in Campania i pidimenoellini della camorra. Formigoni
e Errani, i fratelli bipartsan del mandato eterno,
potrebbero essere invece rieletti con danni incalcolabili in caso di
dimissioni forzate da un ricorso. E allora perché candidarli? Non c'era
nessun altro in circolazione?
La politica non è una professione, una gara alla mummificazione
andreottiana in aula. Lo spirito della legge è impedire a un governatore
di diventare Imperatore di Regione, di controllare
appalti, di favorire amici e amici degli amici. Di governare in eterno e
15/20 anni per il governo di una Regione si avvicinano al concetto di
eternità politica. Il blog valuterà il ricorso
insieme ai danni da risarcire alla Regione. Nessun cittadino dovrebbe
candidarsi a una carica pubblica per più di due mandati, anche non
consecutivi. I plurimandatari da eletti diventano nel tempo i nostri
padroni. Non votate i governatori a perdere.
Esplodono le banlieu di Rosarno, di
Viale Padova a Milano, ma si tratta quasi di centro citta',
sostanzialmente va esplodendo un intero sistema economico.
Chi pensava che la Cina fosse la giovane speranza del
capitalismo e il successore naturale degli Stati Uniti rimarra' deluso.
I paesi a giovane capitalismo sono nati vecchi, immersi come sono nelle
scorrerie globali del Capitale. Il
China Daily, sulla base
degli ultimi dati, considera il settore immobiliare cinese
over-heated,
surriscaldato. Insomma, si paventa un'altra bolla mondiale come quella
dei mutui subprime, cioe' sempre valore trasformato in rendita. Il
timore e' fondato: la Cina ha comprato buoni del debito americano per
800 miliardi di dollari e ha riserve nella stessa valuta per un pari
ammontare. Contribuisce quindi alla creazione planetaria di moneta come
un qualsiasi paese finanziarizzato. E infatti lo stesso governo di
Pechino sa bene che la produzione per l'esportazione e' ormai vicina a
limiti fisici e che l'utilizzo interno dell'enorme massa di capitali
provochera' un impatto tremendo sulle risorse del pianeta. Ma non ci
puo' fare niente. L’unica cosa che puo’ fare la Cina e’ spostare in la’
nel tempo l’inevitabile, cosi’ come accade per i libri di carta che
vanno scomparendo. La Apple sforna l'iPad, versatile e multimediale. Lo
sviluppo tecnologico del "libro elettronico" e l'approccio ad esso dei
potenziali utilizzatori e' piu' o meno paragonabile a quello nei
confronti del libro di carta all'epoca di Gutenberg nel '400. La morte
della carta, e del mondo industrial-commerciale che le sta intorno, e'
frenata solo dalla difficolta' di riconversione delle fonti di profitto.
Molte aziende della catena carta-tipografia-libreria chiuderanno.
Il capitalismo diventa sempre piu' leggero nella produzione e sempre
piu' pesante da sopportare. Anche la scuola va scomparendo: di certo
quella pubblica. Non si tratta solo di tagli: un emendamento della
maggioranza al recente disegno di legge sul Lavoro, collegato alla
Finanziaria, prevede la possibilita' di assolvere l'ultimo anno
dell'obbligo scolastico come apprendisti in azienda. Sembra un un modo
come un altro per alleggerire la pressione della popolazione studentesca
di fronte ai tagli alla scuola. Di certo il progetto è ipocrita quanto
quello di chi vorrebbe aumentare gli anni di studio per diminuire le
prospettive di restare disoccupati. Di fronte a tutto ciò la CGIL va al
suo 16° congresso con due documenti. La sinistra sindacale interna
promuove quello intitolato La CGIL che vogliamo. Non vi sono
differenze sostanziali. Entrambi, ad esempio, continuano a chiamare alla
"lotta per il lavoro", proprio mentre il lavoro necessario alla
produzione diminuisce irreversibilmente. Sarebbe assai più realistico un
semplicissimo programma: salario ai disoccupati e drastica diminuzione
della giornata lavorativa, da conseguire con potenti scioperi. Ma nella
CGIL non esiste una "sinistra sindacale", ci sono solo correnti
omogenee, di cui una è impegnata a recitare il ruolo di elemento
democratico in un congresso scontato nel quale la base incazzata non
conta niente.
Dopo esserci giocati quel testa di
cazzo di DI PIETRO, che vuole fare la fusione nucleare col PD di De Luca
(DUE PROCESSI PENALI IN CORSO) e speriamo che ne esca fosforescente,
d'altra parte pur essendo meridionale ha votato A FAVORE DEL FEDERALISMO
FISCALE, LEGGE VOLUTA DALLA LEGA NORD, il Federalismo alla Tremorti
ovvero del SI SALVI CHI PUO' E CHI NON HA PIU' SOLDI IN CASSA SONO SOLO
CAZZI SUOI,e' il turno di RIPASSATA BERTOLASO, il ginnico delle
emergenze che tra una emergenza ed un'altra si ritagliava il tempo per
intascare un po' di tangenti e massaggi. Naturalmente e' tutto presunto
PERCHE' NOI SIAMO GARANTISTI FINO AL 54° GRADO DI GIUDIZIO E LA
PRESCRIZIONE AB ETERNUM, SIA CHIARO. Nel frattempo il commiato di Beppe
Grillo: "Oggi l'arresto
di Balducci presidente del
Consiglio superiore dei lavori pubblici e le dimissioni di Bertolaso.
Ieri
le dichiarazioni di Ciancimino
sulla nascita di Forza Italia con la benedizione di Provenzano.
Nulla ci turba. Il Paese e' in uno stato di trance onirica. L'Italia e'
un Paese senza gravita', che sfida le leggi della
fisica. Leggero. Qualunque cosa succeda ha un'importanza relativa o
nessuna importanza. L'italiano non pensa, funziona. Quello che e' vero
ora sara' falso domani e viceversa. In una sequenza senza fine.
L'italiano non si fida di nessuno e prima di tutto di
se' stesso. Quando qualcuno lo inganna e' soddisfatto, ha l'ennesima
conferma delle sue intuizioni. Questo vale anche per cio' che lo
riguarda. Se sbaglia, si perdona subito. Le scuse piu' varie, con le
quali e' abituato ad autoassolversi dalla nascita, non gli mancano,
dalla (sempre benedetta) "mancanza di alternative" a "lo
fanno tutti".
L'italiano vive in un luogo che chiama Italia o, se audace, Patria. In
realta' non ne conosce la Storia e neppure la geografia. Sa quello che
deve sapere. Il resto lo impaccia, lo vincola, lo trattiene al suolo. La
mafia, il potere del clero, la massoneria deviata sono argomenti che gli
danno l'orticaria. Se milioni di persone votano Berlusconi una
ragione ci sara'. Se lui non la conosce non e' importante.
Basta che la sappiano gli altri. E' un eterno fanciullino
che gioca con balocchi da grandi come un SUV o una escort quando se li
puo' permettere, e se non puo' e' capace di minacciare (solo minacciare)
la rivoluzione.
Chi ne conosce l'indole lo puo' controllare con facilita'. Non e', come
si pensa, indisciplinato o anarchico. Regalategli uno
scacciapensieri e lo farete felice. La parola che piu' odia e'
responsabilita', se qualcuno lo solleva dalle sue responsabilita' puo'
diventare Duce, presidente del Consiglio o sindaco di Salerno. Chi
invece, (la solita eccezione che conferma la regola) vuole prendersi
delle responsabilità è pericoloso, ed è giudicato come un vero e proprio
irresponsabile. L'italiano non e' asociale, di fronte a uno scempio
ambientale o a un furto verso la collettivita' si indigna in
modo sufficiente per richiedere ad alta voce l'intervento delle
autorità competenti. Del resto, se non intervengono loro perche'
dovrebbe farlo lui? Se il Parlamento nega l'arresto di Cosentino
ci sara' un motivo. La piazza e' sterile, perche' sbracciarsi all'aperto
per i nostri diritti? Meglio affidarsi a un segretario di partito. Uno
qualunque con la garanzia che comunque nulla cambiera'. L'italiano vota
di pancia, non di testa. Se lo stomaco rimane pieno, il voto era giusto.
Non canta l'Inno di Mameli, ma "Volare"
di Domenico Modugno. "Poi d'improvviso venivo dal vento rapito, e
incominciavo a volare nel cielo infinito...".
E' la giornata DELLE PUTTANATE: Di
Pietro, al PRIMO CONGRESSO DELL'IDV, e ci pare anche l'ultimo, apre al
PD, auspica fusioni CON IL NULLA DI UN AMMASSO ALL'AMMASSO perche' FARE
OPPOSIZIONE SOLO CON I MAL DI PANCIA DELLA PIAZZA NON SI GOVERNA. E'
VERO CHE QUESTA nazione è quella dei CENTO CULI E DUECENTO CHIAPPE, ma
ambire a governare una cagata indebitata per 2000 MILIARDI DI EURO CHE
STA SVENDENDO TUTTO e' altrettanto DIARROICO. Risponde da Parigi Beppe
Grillo decantando LE DELICATEZZE FRANCESI. Ma che cazzo dici Grillo?? La
Francia meglio dell'Italia?? Un paese semi- governato da un omuncolo che
e' la copia ringiovanita di Berlusconi ammogliato con LA FIGA FIGA,
quella che quando entra nei consigli di amministrazione dice : "...state
tutti zitti e fermi froci, perche' il bilancio oggi lo faccio io!!!". Un
paese dall'acqua radioattiva che vuole esportare il suo nucleare proprio
in Italia perche' i costi di gestione sono folli, il paese DEL
FALLIMENTARE CONCORDE, il paese DELLA POTENTE SUEZ-LIONAISE, la
multinazionale dell'acqua tanto per stare in tema di privatizzazione
delle risorse naturali del pianeta. Grillo la Francia si è già
ampiamente italianizzata, sono già belli che infettati...

Qualunque cittadino
informato vorrebbe l'immediata chiusura degli inceneritori. Per almeno
due ragioni: provocano tumori (vedi
video) e sono antieconomici,
finanziati dalla bolletta Enel con il
Cip6.
Paghiamo persino per morire. La Regione Veneto ha bloccato in modo
definitivo la costruzione di due inceneritori. Ora bisogna smantellare
gli altri!
"Caro Beppe, da Treviso ti comunichiamo un grosso passo avanti per
l’alternativa all'incenerimento dei rifiuti.
I cittadini, parte dei politici locali e delle istituzioni, hanno
iniziato ad aprire gli occhi. Si inizia a pensare al futuro dei nostri
figli, a non ad ascoltare solo i mezzi d’informazione. Noi Grillitreviso,
Lista civica comunale, Movimento a 5 Stelle da sempre spingiamo una
delle Cinque Stelle (Rifiuti
Zero)
verso questa direzione. Lucia Tamai dei Comitati riuniti Rifiuti
Zero di Treviso e Venezia:“Il
Consiglio Regionale del Veneto, dopo 4 anni dalla presentazione del
progetto, ha decretato la definitiva sospensione dell’iter autorizzativo
per la costruzione di due impianti di incenerimento per la distruzione
di 250mila tonnellate ciascuno di rifiuti speciali che Unindustra
Treviso voleva imporre senza alcuna condivisione col territorio. Il voto
riconduce la gestione dei rifiuti speciali all’interno della normativa
vigente che indica la strada della riduzione, del riuso e del riciclo
totale, e solo da ultimo l’incenerimento. Questo successo,
conseguito grazie alla tenacia e alla responsabilita' di comitati
spontanei impegnati nella tutela della salute e dell’ambiente, pone le
basi per un piano dei rifiuti innovativo e lungimirante".Noi non
abbiamo mollato mai … Yes We can!"
Maurizio
Grillitreviso
ORA BERNABE' PUO' RITIRARSI
DEFINITIVAMENTE A VIPITENO: ADDIO COGLIONAZZO !!!!
Dal blog di Beppe Grillo: "Tutto
previsto, i cialtroni hanno questo di bello: sono prevedibili.
Anticipai
la vendita a Telefonica il 4 agosto 2008. Era l'unico possibile
salvagente per non mettere in liquidazione l'azienda e sulla strada
70.000 persone.
Lo
scrissi
anche a Franco Bernabe'
il 16 dicembre 2008 : "Lei sa bene chi ha
distrutto il valore della Telecom. Conosce i nomi dei responsabili, dei
politici e degli imprenditori con le pezze al culo. Non completi la loro
opera. Li denunci, chieda loro un cospicuo risarcimento in qualita' di
amministratore (le carte le ha), venda a Telefonica (tanto prima o poi
succedera') e si ritiri nella sua Vipiteno."
Bernabe'
rispose il
23 dicembre 2008 in una lettera in cui diceva: "Il
mio obiettivo è di fare di Telecom Italia quello che avrebbe già dovuto
essere dopo 10 anni di liberalizzazione: l’asse portante della
modernizzazione di questo Paese. Il resto lo lascio alla Magistratura,
per ciò di cui e' competente, e agli Azionisti, che stanno supportando
questo sforzo anche loro non senza sacrifici. Quindi mi spiace
deluderla, non vendero' a nessuno, e soprattutto voglio ritirarmi a
Vipiteno, o magari altrove se lei me lo consente, solo quando avro'
finito il mio lavoro."
Ecco, ora che ha finito il suo lavoro (quale?), che i precedenti
amministratori sono liberi, ricchi, impuniti e promossi e che Telecom
sara' venduta (guarda caso) a Telefonica, e' veramente giunto il momento
di ritirarsi a Vipiteno.
* Marco Tronchetti Testa di Cazzo
Provera e' attualmente Amministratore delegato PIRELLI, CONSIGLIORI di
MEDIOBANCA in coabitazione con Marina Berlusconi (l'ex banca di credito
industriale CUCCIA distrutta con la disintegrazione del patto sindacale
voluto da GERONZI e BERLUSCONI che ne hanno fatto una banca commerciale)
e a tempo perso Vice presidente SENZA ALCUN POTERE DECISIONALE della F.C.Internazionale,
nel 2006 infatti, di fronte allo scandalo Telecom,vendette la
maggioranza delle azioni al PATRON MORATTI che oggi detiene il 97% delle
azioni. Con Pirelli ha
patteggiato 7 milioni di euro per chiudere il processo per lo scandalo
delle intercettazioni e dossieraggio effettuato dalla security Telecom,
quando lui ne era il presidente (2002-2006).
** Cesare Geronzi oggi è presidente
di MEDIOBANCA, il maggior gruppo BANCARIO INDUSTRIALE italiano con diramazioni in
tutti i settori chiave dell'economia nazionale. PLURIMPUTATO nei crack
CIRIO E PARMALAT, scalpita per il passaggio a LEGGE DEL PROCESSO MORTO
PER USCIRNE PULITO BIANCO CANDEGGINA.
*** Colaninno. Ex Presidente Telecom
durante il governo BIPARTIZAN DALEMA del 1999-2000, governo che diede
inizio alle liberalizzazioni-svendita dell'ossatura econimica statale
italiana. Compro' con la tecnica del LEVERAGE BUY-OUT la Telecom. Dopo
due anni cedette l'azienda pesantemente indebitata a Provera che
sostanzialmente fini' di distruggerla fino al settembre 2006. Nel 2008
viene chiamato da Berlusconi a "salvare" ALITALIA. Non ci fu nessun
salvataggio: sfruttando la LEGGE MARZANO SUI FALLIMENTI la compagnia fu
semplicemente spaccata. La parte in perdita fu messa a carico dello
stato, il rimanente consegnato a Colaninno meno il 25% consegnato ad AIR
FRANCE per soli 300 milioni di euro !!!
Il PD ormai e' in corsa per
scomparire. Da IL FATTO leggiamo: "C’e'
un che di pervicacemente odioso nel comportamento degli
elettori pugliesi del Pd. Alle primarie di cinque
anni fa D’Alema ordina di votare Boccia e loro votano Vendola al 51%.
Ora D’Alema riordina di votare Boccia e loro rivotano Vendola, ma al
75%. Percentuale che a Gallipoli, casa D’Alema, sale all’80 e a Fasano,
casa Latorre, all’85. Piu' passa il tempo e meno gli elettori capiscono
le alte strategie dell’Attila del Tavoliere.
Non che Boccia fosse proprio senza speranze: le ha perse quando
D’Alema ha deciso di dargli una mano. In quel preciso istante persino
Vendola, con tutte le cazzate che ha fatto in questi ultimi mesi, e'
parso uno statista. Quando poi Max ha
dichiarato che “Vendola ha fallito come leader” e “io non ho mai perso
un’elezione in vita mia”, e' apparso chiaro che Nichi avrebbe stravinto.
Quando infine Max ha assicurato a Boccia che, alla peggio, avrebbe
“perso bene”, il giovanotto ormai terreo si è visto definitivamente
perduto. Infatti, candidato di un partito al 30%, s’e' fatto doppiare da
quello di un partito al 2%. Un trionfo.
Qualche schizzinoso osserva che non e' stata una
mossa geniale contrapporre a Vendola un candidato gia' sconfitto da
Vendola e poi, per giunta, meravigliarsi se ha riperso con Vendola. Ma
questa e' gente che non capisce l’intelligenza di Max. Che ora, per
cosi' poco, non deve darsi per vinto, anzi, insistere nell’opera di
rieducazione delle masse. Magari, fra cinque anni, quando si
ripresentera' per la terza volta in Puglia con Boccia al fianco,
prendera' solo i voti di un paio di anziane prozie, ma nel frattempo i
voti complessivi del Pd saranno scesi a tre: vittoria assicurata col
66%.
L’importante e' continuare a seguire gli
amorevoli consigli del Pompiere della Sera, che con i suoi
Galli della Loggia, Panebianco, Ostellino, Battista e Franco ha
gioiosamente sospinto il Pd verso la proficua alleanza con l’Udc di
Casini, Cesa e Cuffaro, infinitamente piu' graditi al popolo del
centrosinistra che non, poniamo, un Vendola o un Di Pietro. Da anni
questi giganti del pensiero si affannano a invitare il
Pd al dialogo con Berlusconi e a metterlo in guardia dall’antiberlusconismo,
come se il travaso di voti
del Pd all’Idv fosse colpa di Di Pietro e non merito del Pd. Ora
finalmente assaggiano il risultato dei loro amorevoli consigli: nel giro
di un mese l’Attila di Gallipoli ha trasformato il centrosinistra in un
campo di Agramante in una delle poche regioni in cui, nonostante lui,
aveva ancora un senso e qualche voto. Ma
niente paura: nemmeno le primarie in Puglia serviranno da
lezione. E’ gia' pronto l’alibi: non potendo dare la colpa a Di
Pietro (che si e' detto pronto a sostenere tutti i candidati indicati
dal Pd, purche' gli vengano comunicati prima delle elezioni), il capro
espiatorio e' già stato individuato nel sindaco di Bari, Michele
Emiliano, che per dar retta a Max e' uscito pure lui con le ossa rotte
dal Risiko dalemiano.
Come se alle primarie non
votasse la gente, ma le nomenklature. Michele Vietti dell’Udc ha le idee
ancora più chiare: “Il Pd o abolisce le primarie, o si suicida” (l’Udc
le ha abolite prima ancora di farle, anche perche' verrebbero
continuamente interrotte da retate delle forze dell’ordine).
Ecco, e' colpa delle primarie:
finche' si interpelleranno gli elettori, l’Udc non potra' mai allearsi
col Pd. E manco col Pdl, visto che Casini, Cuffaro e Cesa sono molto
popolari anche a destra. Massimo Franco, sul Pompiere, concorda: guai se
il Pd arguisse dalle primarie che i suoi elettori non vogliono l’Udc,
guai se tornasse all’“Unione prodiana gia' bocciata dagli elettori alle
politiche del 2008” (in realta' nel 2008 non c’era nessuna Unione
prodiana, ma il Pd di Veltroni che l’aveva appena fatta cadere). Ora,
sempre col Pompiere nel taschino, Attila e' atteso dalla mission piu'
impossible della vita: dopo aver perso tutte le elezioni e averle fatte
perdere anche a Boccia e al Pd, deve riuscire a perdere pure la
Puglia contro un Carneade scelto da quel genio di Raffaele
Fitto. Ma, con un po’ d’impegno, ce la può fare."
Grillo ci ha preso: la sua
sponsorizzazione per Vendola ha fruttato, alle primarie PDmenoelle dello
snodo nazionale Puglia, la disintegrazione del rivale Boccia sorretto
dal duo Dalema-Caltagirone. Per il vertice ottocentesco/mummificato del
PDmenoelle autoreferente e' un'altra batosta. Dopo le dimissioni di Del
Turco (ex socialista, il solito vizio, ma quelli del PDmenoelle giocano
a fotocopiare il PDL...) ex governatore dell'Abruzzo per le tangenti
sanita', che e' valsa la perdita amministrativa della regione, dopo le
dimissioni dell'ex governatore della Sardegna Soru, che e' valsa la
perdita della regione, dopo le dimissioni dell'ex governatore del Lazio
Marrazzo per lo scandalo transex che varra' la perdita del Lazio, ecco
le dimissioni del sindaco di Bologna per l'uso distorto di soldi
pubblici per pagare le vacanze all'amante segretaria. Inesorabilmente il
PDmenoelle va scomparendo sia nella geografia amministrativa che in
quella elettorale: alla tornata del 2009 è completamente scomparso
dall'Isonzo al Ticino, perdendo altresì province ex rosse come Piacenza
e Fermo, e comuni ex rossi come Sassuolo e Prato. Il Pdmenoelle
e' un partito pieno di domande. Boccia (who is Boccia?) mi chiede se ho
mai letto le cose che ha scritto. Lo confesso, non le ho mai lette, ma
forse le hanno lette i pugliesi prima delle Primarie. "Pretendo
che le famiglie del San Paolo di Bari non paghino nulla e i benestanti
come me e Vendola paghino di piu. E, per farlo, occorre aprire le porte
della gestione dell'acquedotto pugliese alla competizione tra privati".
Chi l'ha detto? Proprio lui,
Boccia. E
l'alleanza con l'Udc di Caltagirone, possibile candidato alla gestione
dell'acquedotto chi l'ha voluta? Sempre lui, Boccia. La Puglia ha preso
atto e lo ha mandato a fanculo.
In realta' Boccia e' un falso bersaglio. Il trio delle
meraviglie D'Alema, Enrico Letta (il nipote di suo zio Gianni)
e Bersani (il portavoce di D'Alema) lo ha mandato allo sbaraglio, come
Corrado ai bei tempi della Corrida.
Valium Prodi
chiede chi
comanda nel PDmenoelle. Una domanda retorica, lo sanno tutti che comanda
Berlusconi. D'Alema, Violante e Fassino sono da tre
lustri i suoi migliori alleati. Piu' fedeli della Lega,
meno rompicoglioni di Fini, più allineati di Casini. Gli hanno dato
tutto: la concessione delle
frequenze televisive
in cambio dell'uno per cento dei ricavi, non hanno cancellato le leggi
ad personam, non sono intervenuti sui conflitti di interesse. Hanno un
presidente pidimenoelino che ha firmato con la velocità di
Usain Bolt il Lodo Alfano, lo Scudo Fiscale e la lettera di
commemorazione di Bottino Craxi che: "Pagò con durezza senza
eguali".(Ne hanno ben donde i craxiani: infatti l'abolizione
sinistra dell'ex articolo 513 di procedura penale con annessa modifica
costituzionale dell'articolo 11 arrivo' "solo" nel 1999...., si,
quell'articolo che ha cancellato Tangentopoli...) D'Alema e' stato
eletto oggi presidente del
Copasir,
il premio post primarie di Gianni Letta. Il Pdl non era riuscito a farlo
eleggere
mister Pesc,
responsabile degli esteri per l'Europa, e ha saldato il debito.
Nel Pdmenoelle forse non si sa chi comanda, anche se tutti i sospetti
portano alla "Volpe del Tavoliere". Di certo si sa chi NON
comanda: gli elettori. Il Pdmenoelle e' in costante competizione
con il Pdl, il suo ispiratore, tenta sempre di superarlo nelle
politiche sociali e del territorio e qualche volta ci riesce. Gli
abitanti della Val di Susa non vogliono la TAV, un
mostro che costera' decine di miliardi, sara' finito tra vent'anni,
inutile, in quanto il traffico merci e' in costante diminuzione da un
decennio. La TAV distruggera' la Valle e ingrassera' partiti e
costruttori. Domenica 40.000 persone hanno protestato pacificamente (volantino).
Bresso e il lombrosiano Chiamparino hanno organizzato a
Torino una contro manifestazione del
Si Tav con
poche centinaia di duri e puri del cemento. Il Pdl non si e' fatto
vedere e Bossi ha dichiarato che la Tav e' forse inutile. Se il Pdl
costruisce tre inceneritori in Liguria, il Pdmenoelle ne fa otto in
Emilia Romagna. E' una continua rincorsa. Quando Di Pietro lancio' il
referendum contro il Lodo Alfano, Topo Gigio Veltroni si dissocio' e gli
chiese, perentorio, di
rientrare nel recinto
razionale e riformista del Pdmenoelle. Il compianto Mike
Bongiorno, quando faceva la pubblicita' del prosciutto
Rovagnati, si immedesimava a tal punto da diventare lui stesso
un prosciutto. Il vertice disconnesso del Pdmenoelle e' andato
oltre, per fare l'imitazione del prosciutto Pdl, e' diventato un intero
maiale.
http://video.google.it/videoplay?docid=6561068664203649137#
Siamo in un'epoca di forte
transito: merci,persone,nazioni,interi sistemi. Anche le idee sono in
transito e tendono ad annullarsi. Di fronte a questo annullarsi,
all'indomani dell'implosione delle grandi ideologie totalizzanti di
stato (liberismo ottocentesco Anglosassone Usa,Gran Bretagna,Canada in
primis, poi Giappone-Corea,Taiwan,Singapore, Hong Khong fino al
1997...), nazi-fascismo dell'Europa Centrale [Germania,Italia e relative
esportazioni in Sudamerica, Europa Mediterranea -Grecia,Spagna...],
comunismo sovietico dell'Europa Orientale- Asia Orientale [ex URSS, Cina
Maoista e relative diramazioni in Africa [
Libia,Etiopia/Eritrea,Somalia,Congo] e Sud-Est asiatico
[Vietnam,Cambogia,Laos], l'assenza viene riempita da un Nuovo
Illuminismo basato sul Network telematico, piu' computer collegati
insieme collegati come interfaccia delle comuni relazioni personali, che
a sua volta ha scavalcato la realta', o rappresentazione della stessa,
basata sui mass media classici, ovvero stampa e televisione. E' un Nuovo
Illuminismo non piu' enciclopedico, ovvero insegnato da persone colte ,
come nel settecento, allo scopo di rendere di massa una cultura fino ad
allora elitaria, ma interattivo, ovvero acquisito motu proprio, senza
l'ausilio di un "dotto", ma trasmesso via network. In questa
virtualizzazione massificata si crea una realta' parallela, che corre
attraverso i cavi oceanici intercontinentali ed i fili della corrente
elettrica e telefonica, alla realta' allo scopo sia di superarla, sia di
negarla, sia di distruggerla. C'e' in atto, oggi, in questo momento, uno
scontro di realta': quella del novecento, della finanziarizzazione
selvaggia e dell'uso dei relativi suoi strumenti a forte impatto (dalle
guerre, allo sfruttamento,al dominio dell'elite sia come espressione di
una dittatura che come espressione di una maggioranza governativa..), e
quella degli anni dieci del XXI secolo, occulta o "superiore", che
trasporta gli strumenti del novecento su un piano di fruizione di massa
totale, in modo che chiunque puo' diventare dittatore, padrone supremo:
una sorta di seconda vita non meno reale della prima. In Italia i "guru"
di questa transizione ruotano attorno agli oppositori del regime
attualmente esistente basato sulla delega in bianco degli elettori,
sempre pi?alieni al sistema, al mandato elettorale, per cui un pugno di
persone gestisce l'intera macchina "Stato", che puo' anche non
estendersi effettivamente su un determinato territorio ma "funzionare"
per propria referenza, a prescindere dall'origine del proprio
potere. Se ascoltate le loro parole, esse sono tutte tese ad un
superamento che nei fatti non sussiste ma che ugualmente esiste nella
Rete, nel Network. Se ci inoltriamo in questo mondo parallelo scopriamo,
ad esempio, un editore particolare:
la Societ?Casaleggio Associati di Milano.
Nella prefazione del libro del 2004 ?Web Ergo Sum? scritto
da uno dei fondatori della Societ? Gianroberto Casaleggio (che
ha dato anche il nome alla ditta), Beppe Grillo,uno dei "guru" del mondo
parallelo, spiega come ha incontrato quello che diventera' il suo
editore di fiducia!
Grillo scrive testualmente:
?lo incontrai per la prima
volta a Livorno, una sera di aprile, durante il mio spettacolo Black
Out. Venne in camerino e comincio' a parlarmi di Rete. Di come potesse
cambiare il mondo. (?) Pensai che fosse un genio del male o una sorta di
San Francesco (...) Ebbi, lo confesso, un attimo di esitazione. Strinsi
gli occhi. Casaleggio ne approfitto'.
Mi parlo' allora, per spiegarsi meglio, di Calimero il
pulcino nero, Gurdjieff
(il famoso mago nero, uno dei maestri del cantautore Franco Battiato,
ma non solo. E' stato il fondatore DELL'ISTITUTO PER LO SVILUPPO
ARMONICO DELL'UOMO. Partendo dal concetto che l'uomo vive in uno stato
perenne PROSSIMO AL SONNO,quindi di sostanziale inconsapevolezza di cio'
che fa, PER SCAVALCARE QUESTO STATO HA BISOGNO DI ARMONIZZARSI, DI
RIDIVENTARE CONSAPEVOLE, IN UN PRIMO MOMENTO ISOLANDOSI ED IN UN SECONDO
MOMENTO ENTRANDO IN CONTATTO CON L'ALTRO. Questi passaggi li ricavo' in
numerosi viaggi:
in
Medio Oriente, in
India, che lo
portano dall'Asia
Centrale fino al
Tibet (dove
assiste al massacro dei
tibetani da parte
dei britannici a
Guru e alla
successiva conquista di
Lhasa). Il motivo
(o la suggestione) che lo spinge a continuare il suo pellegrinaggio per
vent'anni e' la ricerca di una misteriosa "Confraternita
di Sarmoung", ipoteticamente
sviluppatesi nel 2500 a.C. in
Babilonia, di cui
aveva trovato un riferimento nel 1886.Gurdjieff racconta (in modo
romanzato e metaforico) questo periodo della sua vita nel romanzo
autobiografico Incontri con uomini straordinari da cui, nel
1978, il regista
Peter Brook
ricavera'
l'omonimo film.
Il suo LABORATORIO DI CONSAPEVOLEZZA nasce nel pieno della Guerra Civile
Russa a seguito della Rivoluzione del 1917 tra Mosca e San Pietroburgo.
Per questo fu costretto a fuggire in Europa e nei pressi di Parigi
fondo' la sua comunita' nel 1922. Le difficolta' economiche e la
successiva occupazione nazista non lo fermarono, anzi. Riusci' ad
intavolare rapporti con il gruppo dirigente nazista che occupava la
capitale francese e sappiamo che una parte dell'elite nazista, Himmler
in testa, era assai attratta dalle pratiche esoteriche. Il suo lavoro
venne ereditato da Jeanne de Salzmann che dal 1950 inizio' a diffonderlo
in tutto il mondo attraverso la The Gurdjieff Foundation ( In
Italia si chiama Centro Italiano Studi sull'Uomo). Il sistema di
Gurdijeff impasta insieme un dedalo di tradizioni religiose per delle
tecniche psicofisiche allo scopo di liberare l'individuo dai
condizionamenti, per introdurlo ALLA QUARTA VIA.
), Giorgio Gaber, Galileo Galilei, Anna di
York, Kipling (Kipling
?rimasto una figura importante nella cultura popolare anche durante le
sue massime punte di sfortuna critica: fu soprattutto importante, in
particolare, per la nascita della
fantascienza
attraverso
John W. Campbell
e
Robert A. Heinlein.
Riferimenti a Kipling sono costanti in fantascienza, soprattutto in
autori come
Poul Anderson.
I suoi scritti sono anche
stati usati largamente da
Robert Baden-Powell
come strumenti pedagogici nello
scautismo; in
particolar modo il
Il libro della giungla
?il testo che fa da sfondo alle attivit?svolte dagli scout pi?piccoli
(dagli otto agli undici anni) chiamati
lupetti.),
Jacques Carelman (che realizz?il catalogo degli oggetti
introvabili...)(?)
Tutto fu chiaro, era un pazzo. Pazzo di una pazzia nuova, in cui ogni
cosa cambia in meglio grazie alla Rete. (?) Ce n'e' abbastanza per
rinchiuderlo.
E' un individuo
oggettivamente pericoloso e socialmente utile?
Gianroberto Casaleggio
(interessato a Gurdjieff!) e' riuscito dove tutti avevano fallito:
convertire Grillo a internet!
Da quell?incontro infatti e' nato non solo il blog di Beppe Grillo, ma
anche tutti i libri e dvd, come pure e le organizzazioni dei Meet-up!
In soldoni l?immagine mediatica (a 360 gradi) di Grillo
viene gestita e controllata dagli esperti della societa' milanese.
Addirittura Gianroberto sarebbe diventato il consigliere numero uno di
Grillo, a tal punto che secondo indiscrezioni, e' sua l?idea del V-Day!
Quello che ha sparso nel mondo il verbo o virus del V-Day convincendo,
attraverso il suo comico portavoce, centinaia di miglia di persone in
Italia.
?Uomo (Gianroberto)
sulle orme del Parsifal dichiara di voler ricercare la vera natura degli
uomini?.
E cos? ad esempio, per le riunioni da
sempre ama immergere il gruppo dirigente nel mondo cavalleresco e
spirituale della leggenda di Camelot (alla scoperta di quei luoghi ha
persino trascorso una vacanza). Usa una tavola rotonda attorno alla
quale fa sedere i suoi manager per ?parlare liberamente?.
Sua e' anche
la gestione del sito web dell?amicone di Grillo, l'ex Ministro
per le Infrastrutture del secondo governo Prodi, Antonio Di Pietro.
E? arrivato il momento di vedere chi sono questi associati, e
soprattutto di cosa si occupano.
La
Casaleggio Associati
La Casaleggio Associati,
nasce il 22 gennaio 2005 a Milano nei pressi della casa di Alessandro
Manzoni, da cinque persone (Enrico Sassoon, Gianroberto Casaleggio,
Luca Eleuteri, Davide Casaleggio e Mario Bucchich).
La ?mission? ufficiale dell?azienda ??di sviluppare
consulenza strategica di Rete per le aziende e di realizzare Rapporti
sull?economia digitale?
L?Affare
Webegg Spa
Per capire il quadro generale, rimanendo
pero' sempre collegati con
la Casaleggio
Associati , e' necessario conoscere
la Webegg Spa
: un gruppo multidisciplinare per la consulenza delle
aziende in Rete, controllata per il 59,8 % da I.T. Telecom Spa
(controllata a sua volta al 100% da Telecom Italia.
Ci interessa molto perche':
- Gianroberto Casaleggio
e' stato Amministratore Delegato e Direttore Generale della Webegg.
- Luca Eleuteri (socio Casaleggio) tra il 2000 e il 2003 lavorava
nella Direzione Generale di Webegg.
- Mario Cucchich, fino al settembre 2003 e' stato Responsabile
Comunicazione e Immagine del Gruppo Webegg.
- Enrico Sasoon entra il 15 gennaio 2001 nel Consiglio di
amministrazione di Webegg
- Maurizio Benzi, Marketing di Webegg e stranamente,
organizzatore dei Meet-up di Grillo a Milano
Su cinque soci della
Casaleggio, ben quattro lavoravano per
la Webegg
Spa con incarichi molto prestigiosi e importanti!
E poi cos?e' successo?
Tra giugno e agosto 2004,
la IT Telecom
Spa sigla un accordo con Value Partner Spa per la cessione del
pacchetto azionario detenuto in Webegg Spa, pari al 69,8% del suo
capitale, al prezzo di 43 milioni di euro, il restante 30,2% ?posseduta
da Finsiel (79,5% Telecom Italia).
Value Partners e' la pi?grande societ?di consulenza strategica di
origine italiana!
Nel gennaio 2005 quindi dopo pochi mesi, come e' stato detto, i cinque
fondano a Milano
la Casaleggio
Associati.
Questo dato e' molto interessante perch?risulta che gli attuali editori
di Beppe Grillo hanno lavorato fino a pochi anni fa, all?interno di una
societ?della Telecom Italia, la stessa soggetto di attacchi (certamente
giusti) da parte del comico genovese.
L?affare Telecom
Beppe Grillo sta portando
avanti da anni una campagna per ?prendersi? (lui, gli editori o
qualcun altro?) la Telecom Italia!
Tale strategia e' attuabile se tutti o una buona parte degli azionisti
privati delegassero Grillo all?assemblea generale della societ?
Ecco perche' dal blog ha chiesto ufficialmente una ?shareaction?
(?fatemi godere? dice nel suo appello): ?inviatemi le vostre
manifestazioni di interesse attraverso il form del modulo di adesione
per consentirmi di valutare la fattibilit?del progetto e tentarne la
realizzazione?.
?Fatemi
godere.
Rifatevi delle umiliazioni subite in questi anni come utenti e come
azionisti. Il cda licenziato dai veri azionisti attraverso un comico.
Una cosa mai vista al mondo. (?)
Ragazze e ragazzi,
dateci
dentro.
Aderite, aderite, aderite?
Certamente e' ?una cosa mai
vista al mondo?, ma la domanda che sorge spontanea e': una volta attuato
questo progetto, se mai si realizzera', chi potr?garantire la sicurezza
della ditta pi?importante in Italia? Beppe Grillo, Gianroberto
Casaleggio o
la
Casaleggio Associati stessa? Ricordiamo che si tratta
della societa' che ha il potere di ascoltare (esattamente quello che e'
successo allo stesso Grillo, che per ben 4 anni, e' stato ascoltato e
registrato?) tutte le telefonate, leggere tutti i fax e le e-mail sul
suolo italiano?
Per qualche miscredente, potrebbe sembrare una manovra occulta per
entrare in possesso proprio di questa importantissima azienda...ed e'
proprio quello che sta accadendo!
Staremo a vedere, anche se ad oggi sono decine di migliaia le persone
che in buona fede, si sono affidate al nuovo "guru delle
telecomunicazioni" (futuro amministratore delegato?).
Prometeus: il futuro dei media
Torniamo alla Casaleggio Associati perch?nel loro
sito ufficiale (www.casaleggio.it)
e' pubblicato nella home page un video molto indicativo e allo stesso
tempo inquietante: ?PROMETEUS: IL FUTURO DEI MEDIA? (www.casaleggioassociati.it/thefutureofmedia).
Video da non perdere assolutamente!
Si tratta della visione futurista che i soci fondatori della Casaleggio
hanno a livello di Media.
Il video inizia dicendo: ?L?Uomo
e' Dio, e' ovunque, e' chiunque, conosce ogni cosa. Questo e' il nuovo
mondo di Prometeus. Tutto e' iniziato con
la Rivoluzione
dei media con Internet alla fine del secolo scorso??
La visione continua con: ? la Rete include e unifica tutto il
contenuto: Google compra Microsoft, Amazon compra Yahoo! diventando cosi' i leader mondiali dell?informazione
assieme a BBC, CNN e CCTV? La pubblicita' e' scelta
dai creatori di contenuti, dagli stessi autori e diventa informazione,
confronto, esperienza. Nel 2020 Lawrence Lessing, l?autore di
?Cultura Libera? diventa Ministro della Giustizia degli Stati Uniti e
dichiara il copyright illegale. Dispositivi che replicano i cinque sensi
sono ormai disponibili nei mondi virtuali. La realta' puo' essere
replicata in Second Life. Chiunque ha un Agav (agente-avatar) che
cerca informazioni, persone, luoghi nei mondi virtuali. Nel 2022 Google
lancia Prometeus l?interfaccia standard degli Agav. Amazon crea Place, un?azienda che replica la realta'. Puoi andare su Marte,
alla battaglia di Waterloo, al SuperBowl di persona. E? reale! Nel 2027
Second Life si evolve il Spirit. Le persone diventano chi
desiderano e condividono la memoria, le esperienze, le sensazioni. La
vendita di memoria diventa una normale attivita' commerciale. Nel 2050
Prometeus compra Place e Spirit. La vita e' virtuale e' il mercato pi?
grande del Pianeta. Prometeus finanzia tutte le missioni spaziali alla
ricerca di nuovi mondi per i propri clienti, gli avatar terrestri?
Questo progetto chiamato Prometeus, ?la visione di un pazzo da
psichiatrizzare quanto prima, o invece si tratta di un piano ben preciso
di controllo occulto? Per approfondire tale delicatissimo argomento, vi
rimando alla nuovissima dispensa ?Il
segreto occulto degli Illuminati?.
Nel video della Casaleggio
Associati si pubblicizza Second Life (Seconda Vita), ?un
mondo virtuale in 3D aperto a tutti i maggiorenni dove ogni evento della
vita pu?essere riprodotto?
.
Second life
e' cio' che tecnicamente viene definito un M.M.O.R.P.G. ovvero un Massive Multiplayer Role Playing Game (Un Videogioco di
Ruolo destinato alla Massa): immaginate un videogioco in cui possano
partecipare contemporaneamente centinaia di migliaia di giocatori (se
non milioni) collegati in rete, ognuno con il proprio personaggio
(avatar), con un proprio conto corrente e varie proprieta' mobili ed
immobili. Esso e' stato creato dalla Linden Lab, reso
disponibile in rete nel 2003, oggi puo' contare quasi 8 milioni di
utenti nel mondo (dato di luglio 2007
Poco si sa su questa strana piattaforma, ma nei media si sono gia'
iniziati a denunciare episodi alquanto sgradevoli accaduti all?interno
di questo ?mondo secondario?, anche se la vera natura estremamente
deviante non viene adeguatamente sottolineata! E? un mondo
estremamente deleterio e pericoloso per la psiche umana.
Casualmente sia Beppe Grillo (con tanto di avatar) che Antonio di Pietro
hanno il loro sito proprio in Second Life...
?Dio e' ovunque, e'
chiunque e conosce ogni cosa?, proprio come l?occhio onniveggente
della massoneria (il simbolo stampato sul dollaro statunitense), usato
dai creativi della Casaleggio alla fine del video.
A proposito di luce, cerchiamo di capire come mai hanno usato un nome
cos?particolare per tale progetto: Prometeus!
Certamente deriva da Prometeo,
figlio di Giapete e Climene,
che ha sottratto il fuoco (simbolo della luce) agli Dei per riportarlo
agli uomini sulla terra (dottrina della gnosi).
Secondo
l?occultista russa Helena Petrovna Blavatsky (citata nel libro di G.
Galli Hitler e il Nazismo Magico ed in Nazismo la sua visione la sua
distruzione di Davide Diotti,pag.50), sotto un altro aspetto,
l?allegoria del fuoco (visto come luce iniziatica, ndA) puo'
essere letta come un'altra versione della ribellione dell?orgoglioso
Lucifero (dal latino LUCIFERUS, composto da ?LUC-EM? =
luce, e tema ?FER-RE? = portare, cio?PORTATORE DI
LUCE, ndA), precipitato nell?Abisso senza fondo. La maledizione di Zeus a Prometeo e' lo stesso che la maledizione di Dio a Satana!
Quindi secondo la maga (indubbiamente
nera) Blavatsky, il fuoco o luce portato sulla terra da Prometeo e'
l?allegoria del fuoco o luce porta sulla terra da Lucifero!
Ecco
spiegato perche' il logo della Prometeus (vedi immagine sopra) e'
rappresentato graficamente da una fiamma (luce) che parte dalla lettera
O maiuscola, quindi dal Cerchio chiuso (molto usato anche dai circoli
satanici per i loro rituali).
Sicuramente la motivazione che ha spinto la Casaleggio a scegliere un
nome e logo simili sara' un'altra, magari meno esoterica, pero' la
strana coincidenza (per chi ci crede ovviamente) e' interessante!
Nel 2005
la Casaleggio
annuncia la partnership con Enamics, una societa' statunitense
fondata nel 1999, leader del Business Technology
Management (BTM).
La
Enamics
ha come ?clienti?
potentissime corporation del calibro di: Pepsico, JP Morgan, Northrop
Grumman, US Department of Tresury (Dipartimento del Tesoro USA),
BNP Paribas, American Financial Group,
ecc.
Tra queste, quella che piu' c?interessa e' la banca d?affari JP Morgan,
perche' rientra nell?impero dei Rockefeller, una delle famiglie che
controllano il mondo!
Anche i Rockefeller, come i Casaleggio (chiedo venia per la
comparazione), ?adorano? l?arte simbolica del Prometeo!
Fondatore della BTM Corporation e' un certo Faisal Hoque,
autore di numerosi best seller ed ex dirigente anziano della General
Electric (anch?essa del gruppo Rockefeller) e di altre
multinazionali!
I partner della BTM tecnology sono ?IBM Tivoli? di
New York e ?Future Considerations? di Londra. Questa
ultima ha come clienti privati: Coca Cola, Barclaycard, Addax
Petroleum, KPMG LLP, ecc. Nel settore pubblico invece:
Carbon Trust,
UNIDO (United Nations Industrial Development Organisation), London
Pension Fund Authority (LFPA)
ecc.
E? molto indicativo venire a conoscenza
che l?editore di Beppe Grillo (nonostante le giustissime campagne contro
l?inquinamento ambientale, le energie alternative, i biocarburanti,
l?idrogeno, ecc.) abbia tra i partner proprio quella banca (JP Morgan),
che ha interessi economici enormi in ogni dove, e soprattutto nel
comparto bancario, energetico e/o petrolifero!
Che fine
ha fatto il Signoraggio monetario?
Al Beppone
nazionale va il merito di essere stato il primo a denunciare la truffa
del Signoraggio monetario (nel tour ?Apocalisse Morbida?
del 1998) e la natura privatistica della Banca d?Italia.
In quello spettacolo ha sparato a zero sui banchieri (Fazio,
Duisemberg, ecc.), definiti i cavalieri dell?Apocalisse, che
controllano le economie planetarie, sottolineando pi?volte come questi
signori ?stampano le banconote e le prestano?.
Avete capito bene: stampano denaro e lo prestano ai governi!
Per non parlare del debito pubblico. Dice infatti Grillo: ?e il
debito? A chi li dobbiamo due milioni e mezzo di miliardi di lire??
Nonostante questo, da un po?
di anni Grillo si rifiuta, o gli e' stato consigliato di non
parlarne, di Signoraggio e dei banchieri durante i suoi spettacoli,
perche'?
Una spiegazione la fornisce il dottor Antonio Miclavez in una
recente intervista video: ?ne ho parlato (si riferisce a Grillo,
ndA) circa sei mesi fa e mi ha detto: ?s?e' molto bello, ma questo
per la gente e' troppo. Se e' troppo poi la gente si spaventa e non lo
capisce perche' e' troppo!?. Uguale Milena Gabanelli (Report
su Rai3, ndA)?
Tralasciamo
la Gabanelli
per ovvi motivi, ma perch?Grillo che nel 1998 sparava a zero sul
Signoraggio, sulla truffa del debito pubblico e sui banchieri, oggi non
dice nulla e si limita ad attaccare i politici: semplici camerieri del
potere economico? Cosa ?successo nel frattempo? Ha ricevuto pressioni
e/o ricatti? Oppure ha cambiato idea? Nessuno lo sa ad eccezione della
sua coscienza!
A cosa servono il V-day, il
Mastella-day, la petizione per
la Forleo
o De Magistris, o quella contro Gentiloni, se il vero e
unico problema e' la gestione massomafiosa della emissione monetaria che
rende interi paesi schiavi del sistema economico, sotto la pressione di
un debito inesistente?
Forse serve per dirottare le masse e deviarle verso lidi estremamente
funzionali per il Sistema che ci controlla?
Qual e' il senso di scatenarsi per un parlamento pulito (contro i
politici pregiudicati), movimentare le masse per assurde liste civiche,
quando i controllori della politica sono e rimangono i grandi banchieri
internazionali? Quando coloro che emettono la moneta hanno il Potere di
far fare le leggi ai burattini in Parlamento, a cosa serve prendersela
con la manovalanza? Forse per evitare di tirare in ballo i veri
manovratori occulti?
Come disse il giornalista
Paolo Barnard in una lettera intitolata ?Considerazioni sul V-day?:
?I nostri personaggi (?) di fatto svuotano l?Io dei loro seguaci
impedendogli di divenire singole entit?autonome e potenti, rendendoli
(rendendoci) un esercito di anime incapaci, dunque minando
la Societ?/ST1:PERSONNAME>
Civile organizzata e la speranza che essa rappresenta?
Di persone svuotate del proprio Io ce ne sono gia' abbastanza. E?
necessario partire da noi stessi, senza delegare il politico, il Grillo,
il Travaglio,
la Forleo
o
la Guzzanti
di turno: solo cosi' saremo padroni della nostra vita e potremo
conquistare, o meglio, tirare fuori la nostra vera e unica
individualita', cioe' l?essenza spirituale.
Se non ritorniamo in possesso della nostra autentica natura, il Potere
continuera' a fare sonni tranquilli. ?Credete
veramente
- continua Paolo Barnard -
che il Potere sia cosi' sciocco e impreparato da poter essere, non dico
sconfitto, ma anche solo disturbato da questo sgangherato esercito alla
deriva?
Al
Potere, le iniziative di Grillo (inconsapevolmente ci auguriamo tutti) -
portate avanti grazie alla consulenza di aziende specializzate - fanno
estremamente comodo, perche' il vero e unico problema che ha il Potere
e' il risveglio della coscienza delle Individualita'. Persone libere di
pensare, sentire e agire, indipendentemente dagli insegnamenti e dalle
dottrine di un qualsiasi messia o maestro di vita, sono veramente
pericolose!
Concludo nella speranza che non siano vere le affermazioni di Dino
Risi (che ha diretto Grillo nel film ?Scemo di guerra?) al
Corsera, perche' secondo il regista, Grillo e' piu' attore adesso
che quando girava film. Non crede affatto a cio' che dice e scrive
quotidianamente nel blog!
Speriamo che si sbagli?
Come pure mi auguro che Beppe Grillo dia un segnale di assoluta buona
fede riprendendo a parlare, sia nel blog che durante gli spettacoli, di
Signoraggio, Poteri forti bancari, Sovranita' monetaria, OGM, ecc.
Blog ufficiale di Beppe Grillo:
www.beppegrillo.it/libri.php#web
?Casaleggio, il guru web di Beppe che ama Parsifal e Adriano Olivetti?,
?Il Corriere della Sera? del 18 settembre 2007,
www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/09_Settembre/18/Casaleggio_guru_web_grillo.shtml
Idem
Idem
Sito ufficiale Casaleggio Associati
http://www.casaleggio.it/societa1.asp
?Key4biz?, quotidiano d?informazione su Telecomunicazioni, Media e
Internet?, 27 maggio 2003
www.key4biz.it/Who_is_who/2003/05/Casaleggio_Roberto.html
Sito ufficiale Casaleggio Associati
www.casaleggio.it/societa5.asp
Dal blog ufficiale di Beppe Grillo:
www.beppegrillo.it/shareaction/
Dal sito ufficiale della Casaleggio Associati
www.casaleggioassociati.it/thefutureofmedia
?Quando una vita non basta: Second Life?, Lorenza Veronese,
www.disinformazione.it/second_life.htm
Idem
?
La Dottrina
Segreta ?, glossario, di H.P. Blavatsky
Tratto dal sito ufficiale della BTM
www.btmcorporation.com/About/
Tratto dal sito ufficiale
www.futureconsiderations.com/our-clients_private-sector.html
Video con l?intervista di Antonio Miclavez
http://grappaevvinci.wordpress.com/2007/12/04/il-signoraggio-e-beppe-grillo/
?Considerazione sul V-Day?, Paolo Barnard
http://www.disinformazione.it/lettera_paolo_barnard.htm
IL SIGNORAGGIO
Signoraggio.
Una parola che a
molti di voi, o meglio, alla quasi totalita' di quelli che visitano
questo blog, non dice assolutamente niente.
Beh, il perche' e' presto detto:nessuno, e ripeto, nessuno,
ne parla.
La tv, i giornali, le radio e compagnia bella, su questo argomento,
tacciono. Persino il Messia Beppe Grillo, da
ormai quasi 10 anni, evita questo argomento.
Ma, direte voi,
cos'e' questo signoraggio?
Eccovi una
risposta esauriente.
(da
www.signoraggio.info)
Cos'e' il Signoraggio monetario ?
Ufficialmente non esiste. Nessuno ne parla. Eppure e' un
qualcosa che sta facendo sprofondare l'intero pianeta nel debito, giorno
dopo giorno, inesorabilmente. Quante volte abbiamo sentito parlare di
debito pubblico, commerciale, di debito dei paesi in via di sviluppo,
ecc. Ma debito nei confronti di chi ? Cosa lo provoca ? E soprattutto:
cos'e' questo Signoraggio ?
Il Signoraggio e' la differenza tra il valore nominale della moneta e il
suo costo di produzione.
La moneta, come ogni bene tangibile, ha un suo costo di produzione: per
le banconote pensate a carta e inchiostri; per le monete di metallo
pensate alle leghe. Ma nonostante cio', la stampa e quindi l'emissione
di moneta costa pochissimo, anche perche' dal 15 agosto 1971, Nixon
elimino' la convertibilita' delle monete in oro, affossando per sempre
gli accordi di Bretton Woods del 1944.
Quindi l'emissione di moneta da oltre trent'anni non ha piu' bisogno di
un controvalore in metallo prezioso (oro, argento o rame).
Facciamo un esempio numerico: stampare un biglietto da 100 euro costa,
piu' o meno, 5 centesimi di euro (tra carta e inchiostri) ! Una
sciocchezza, vero ? Ebbene questa banconota, che costa solamente 0,05
euro, viene ''affittata'' agli Stati al valore nominale, cioe' a 100 euro
! Questa differenza e' il Signoraggio !
La societa' privata che stampa ed emette la moneta in pratica ''guadagna''
per ogni banconota emessa la bellezza di 99,95 euro (tolte le spese di
stampa) mentre lo Stato, sempre per ogni banconota, s?indebita di 100
euro ! Sapete qual e' il nome di questa societa' privata che s?incamera
il Signoraggio ? Banca Centrale.
Per essere pignoli, allo Stato quella moneta costa ancora di piu' per via
del "tasso di sconto" (il costo cioe' del denaro tra Banca Centrale e
banca locale) che oggi e' del 2%. Per cui la banconota da 100 euro, allo
Stato costa la bellezza di 100 euro + 2 euro (pari al tasso del 2%) e
quindi 102 euro !!!
Siamo o non siamo alla follia pura ? Lo Stato paga alla Banca Centrale
l?affitto di questa moneta con Titoli di Stato, e pertanto s?indebita in
maniera spropositata e continuativa nei suoi confronti.
Noi paghiamo questo debito con le tasse.
Lo Stato in definitiva monetarizza il proprio debito, e questo debito
continuera' a crescere giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Nessuno con un simile sistema potra' mai semplicemente pensare di uscire
dal debito, figuratevi i Paesi in via di sviluppo.
E se fosse lo Stato a stamparsi la moneta e a tenersi il Signoraggio ?
Non esisterebbero piu' le tasse.
Non sarebbe bella una societa' priva di tasse ? Una societa' dove le
persone lavorano il minimo indispensabile e non si ammazzano per
sopravvivere come accade oggi ? Utopia ? Per qualcuno s? per me si
chiama Sovranita' monetaria, quella che ci hanno tolto alcuni
frammassoni da molto tempo, e cioe' almeno da quel lontano 27 luglio
1694.
Pretendere di
conoscere l?Economia senza conoscere la Moneta, equivale a pretendere di
conoscere un?auto senza conoscerne il motore. E senza motore, l?auto non
parte. Per questa fondamentale funzione che essa svolge, nella nostra
disamina della scienza economica abbiamo ritenuto necessario partire dal
concetto di Moneta, ed in particolare dal concetto che pi?di tutti
mostra la natura convenzionale del valore monetario: il Signoraggio.
Il Signoraggio
e' un concetto che merita di essere approfondito data la sua importanza
per ogni societa' i cui scambi sono basati su una Moneta. In sintesi, e'
la differenza tra il valore nominale della Moneta ed il suo costo di
produzione. Tale differenza, data la natura istituzionale della Moneta,
dovrebbe spettare ai cittadini i quali attraverso un organo che li
rappresenta dovrebbero emettere la stessa moneta.
E' chiaro il
concetto?
Questi simpatici
signori producono dal nulla moneta e la rivendono,
guadagnandoci l?intero valore nominale (ed anche
qualcosa di pi?, agli Stati, che, per far fronte a questo debito,
impongono delle tasse.
Ora (parlo per quei pochi eletti che sono riusciti ad arrivare fino a
qui) ci terrei a precisare che il signoraggio ?un fenomeno
globale, non riferito unicamente all?Italia.
L'unico mezzo per
conoscere tutto cio' e' Internet, in quanto i media di tutto il mondo non
sembrano avere interesse alcuno a rendere noto il significato di questa
parolina magica.
Lo stesso Beppe, che da qualche mese ,acclamato dal
popolo come un sommo profeta, ha deciso di non
occuparsene piu'.
Nel 1998, il Grillo in un suo spettacolo ne parlava eccome;quindi,
i fatti li conosce, e anche piuttosto bene.
Il perche' non ne parli piu' lo si puo' evincere da alcune sue parole:
" Questo per la
gente e' troppo. Se e' troppo, la gente si spaventa perche' non lo
capisce?.
Quindi questo problema non e' funzionale ai suoi discorsi da piazza, e
dunque lo evita.
Aggiungo anche che la parola ''signoraggio'', sul suo blog, e'
censurata
LA SVENDITA DI UN INTERO
PAESE (2000- 2008)
La notizia di oggi è che l'operazione Alitalia è un grandissimo successo
per il governo. Chi l'ha detto? Il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi che si loda e si imbroda da solo, anche perché dagli esperti
ha ricevuto soltanto pernacchie e critiche, per non parlare della stampa
e di tutti operazioni internazionali che si misurano sul libero
mercato e non sull'italietta autarchica che sta ritornando insieme ai
rigurgiti di fascismo giustamente denunciati da Famiglia Cristiana. Non
si capisce bene che cosa stia festeggiando questo signore visto che
negli utlimi quindici anni è stato Presidente del Consiglio per circa
sette, cioè la metà: in questi quindici anni, Alitalia ha perso quindi
miliardi di euro di soldi nostri, quindi la metà dei soldi persi è colpa
sua, dei suoi governi, e l'altra metà è colpa dei governi di
centrosinistra perché la politica ha sempre tenuto le mani su Alitalia
e, come vedremo, continuerà a tenercele anche dopo averla fatta fallire
innumerevoli volte.
Prodi e Padoa Schioppa, una delle poche cose buone fatte dal governo di
centrosinistra, avevano trovato la quadra: erano riusciti a convincere
AirFrance a rilevare tutto. Il che avrebbe comportato niente fallimento,
niente ricorso alla legge Marzano sulle aziende decotte (LEGGE
REALIZZATA NEL 2003, SOTTO IL III GOVERNO D'ASFALTO,PER OVVIARE AI CRACK
A CATENA PARMALAT-CIRIO, COME PERFEZIONAMENTO DELLE DUE PRECEDENTI LEGGI
PRODI CHE REGOLAMENTAVANO I FALLIMENTI IN ITALIA (1979-1999). QUESTE
LEGGI ERANO STATE BOLLATE DALL'UE COME AIUTI DI STATO, ANCHE QUELLA DEL
1999 VOLUTA PER OVVIARE A QUELLA DEL 1979 CHE CONSEGNAVA TUTTI I DECOTTI
IN PERDITA ALLO STATO....), nascita di un polo europeo molto
grosso, avrebbe compreso AirFrance, KLM e Alitalia, che si sarebbe
potuto misurare sui mercati internazionali dove ormai le compagnie aeree
sono grandi, consorziate, fondate su alleanze tra più Paesi. Ce la
saremmo cavata con 2150 esuberi: questo era il piano che era stato
presentato da Messieur Spinetta, e così sarebbe stato se si fosse chiusa
la trattativa con i francesi subito, all'inizio della primavera,
mentre adesso ne avremo 6-7000, di esuberi, cioè il triplo. L'AirFrance
avrebbe pagato un miliardo e settecento milioni per comprarsi le azioni
dell'Alitalia e avrebbe investito 750 milioni, in pratica avrebbe
sborsato e ci sarebbero arrivati dalla Francia la bellezza di due
miliardi e seicento milioni. Ora vedremo che, invece, quei soldi glieli
diamo noi. Non solo non li incassiamo, ma li perdiamo. In più sarebbe
stata salvata e ristrutturata Malpensa e sarebbe stato potenziato
l'aeroporto di Fiumicino. Questo, in sintesi, era ciò che era stato
concordato tra il governo Prodi e l'AirFrance e che è saltato perché
sono arrivati Berlusconi e suoi lanzichenecchi e perché i sindacati,
completamente accecati dal breve periodo, non hanno saputo scegliere tra
un piccolo sacrificio oggi e un enorme dissanguamento domani, quello che
invece avremo.
Cosa non va in questo nuovo piano che è stato chiamato "Fenice",
perché pare quasi l'araba Fenice che risorge dalle sue ceneri - è un
truffa naturalmente: sono abilissimi a chiamare le cose con un nome
diverso da quello reale per nascondere la realtà -? L'Alitalia viene
divisa in due società. La Bad Company, la discarica, rimane a noi, allo
Stato, con tutti i debiti. E' una società che contiene debiti. La Good
Company, invece, è quella meravigliosa, profumata, balsamica. Quella va
ai privati, sedici privati, scelti privatamente con trattativa privata
da Berlusconi e dai suoi uomini, che hanno ottime armi per chiedere
piccoli favori agli imprenditori in vista di restituirli in grande
stile, come vedremo, con vari conflitti di interessi. Quindi noi ci
teniamo i debiti e quel poco che vale di Alitalia lo regaliamo ai
privati che fanno anche la figura dei salvatori della Patria, dei
Cavalieri Bianchi.
La Bad Company, affidata a uno che si chiama Fantozzi perchè si capisca
bene qual è il problema, è dunque piena di buchi e li ripianeremo noi. I
conti pubblici verranno ulteriormente sfasciati, saranno più in rosso
che mai e noi pagheremo progressivamente una "tassa Alitalia" anche se
non la chiameranno così, ce la nasconderanno sotto qualche voce strana.
Anche perchè Alitalia viene incorporata ad AirOne che a sua volta è
piena di buchi. Oltre a non incassare, spenderemo, probabilmente,
intorno al miliardo di euro - un terzo dei tagli alla scuola decisi da
questo governo - e in più avremo 6-7000 persone per la strada che
verranno messe in cassa integrazione a zero ore, avranno vari scivoli,
ovviamente pagati con la cassa integrazione sempre con soldi nostri, e
alla fine qualcuno verrà licenziato e - questi sono liberisti - vogliono
infilare del personale in esubero nelle Poste. Un mese fa ci avevano
detto che le Poste sono sovradimensionate e devono ridurre il personale,
adesso ci raccontano che il personale delle Poste aumenterà perché
arriveranno gli steward, le hostess, forse qualche pilota. Verranno
travestiti da postini così risolveremo il problema. Naturalmente
pagheremo noi.
La Good Company, quella buona che viene regalata ai privati nell'ambito
della famosa usanza tutta italiana di privatizzare gli utili e
statalizzare le perdite, è formata da sedici grandi e lungimiranti
capitani coraggiosi che, tutti insieme, sono riusciti a mettere da parte
la miseria di un miliardo di euro; che non basta, naturalmente, a
rilanciare Alitalia. Basti pensare che il prestito ponte, fatto ad
aprile dal governo Prodi morente su richiesta del nascente governo
Berlusconi, era di 300 milioni e l'Alitalia in tre mesi se li è
mangiati. Dove prenderanno questi soldi? Mica li tirano fuori dalle loro
tasche: in gran parte arriveranno dalle banche che sono molto coinvolte,
come vedremo, in questa cordata. Taglieranno tutto il tagliabile,
ridurranno le rotte internazionali, squalificheranno ulteriormente
Fiumicino, Malpensa resterà al palo con Bossi, la Moratti e Formigoni
che ululeranno alla Luna: mentre prima se la prendevano col governo di
centrosinistra adesso gli sarà un po' più difficile prendersela con il
loro. In compenso abbiamo una caterva, un groviglio, una giungla di
conflitti di interessi perché non c'è solo quello di Berlusconi. Il
conflitto di interessi, non risolto da nessuno quando ce l'aveva
soltanto lui, adesso è diventato un'epidemia e ce l'hanno in tanti.
Primo conflitto di interessi: abbiamo Carlo Toto, proprietario dell'AirOne,
che con 450 milioni di debiti riesce a piazzare il colpo della vita. L'AirOne
viene incorporata all'Alitalia, intanto il nipote Daniele è stato
candidato ed eletto nel Popolo della Libertà. E' li a vigilare,
evidentemente. Abbiamo tre soggetti che sono impegnati in opere
pubbliche e sono addirittura pubblici concessionari dello Stato. Lo
Stato, in questo conflitto di interessi, li ha convocati facendogli
sapere che era bene per loro se aderivano all'appello del Presidente del
Consiglio. Sono Salvatore Ligresti, noto immobiliarista, assicuratore,
palazzinaro, pregiudicato per Tangentopoli. Marcellino Gavio, un altro
che ai tempi di Di Pietro entrava e usciva dalla galera. L'ottimo Marco
Tronchetti Provera che dopo aver ridotto come ha ridotto la Telecom è
anche lui nel settore immobiliare. In più abbiamo la famiglia Benetton,
l'apoteosi del conflitto di interessi perchè è pubblico concessionario
per le Autostrade, è gestore, dopo averlo costruito, dell'aeroporto di
Fiumicino, e in futuro sarà uno dei proprietari di Alitalia. Come
gestore di Fiumicino deciderà lui quali tariffe far pagare all'Alitalia
per usare Fiumicino. Tutto in famiglia.
Gli immobiliaristi di cui sopra, e di cui anche sotto come vedremo, sono
tutti molto interessati a una colata di miliardi che sta arrivando su
Milano e la Lombardia per l'Expo. L'Expo prevedere 16 miliardi freschi
per pagare nuove infrastrutture, costruzioni, palazzi, due autostrade,
due metropolitane, una tangenziale, una stazione, ferrovie, ecc...
indovinate chi si accaparrerà questi lavori? Esattamente coloro che
hanno fatto i bravi e hanno accolto l'appello del governo.
Poi abbiamo Francesco Bellavista Caltagirone che con l'ATA ha delle mire
su Linate. Abbiamo Emilio Riva, un acciaiere eccezionale supporter di
Berlusconi. E abbiamo l'ottima famiglia Marcegaglia: non solo c'è la
Emma, che è un'ottima valletta di Berlusconi, che cinge con il suo
braccio nelle riunioni di Confindustria come se fosse una Carfagna o una
Brambilla qualsiasi, ma abbiamo anche la sua famiglia, il gruppo
imprenditoriale Marcegaglia, famoso per condanne e patteggiamenti
assortiti da parte del padre e del fratello della signora. Che è
presidente di Confindustria, tra l'altro, e quindi tratta per conto di
tutti gli industriali con il governo e privatamente si è infilata in
questa meravigliosa avventura.
Abbiamo la banca Intesta dell'ottimo banchiere Passera, banchiere di
centrosinistra che si è messo subito a vento, e che fungerà con il
conflitto di interessi: prima ha fatto l'advisor per trovare la
soluzione per Alitalia e poi è entrata nella compagine azionaria della
nuova Alitalia, la Good Company.
Abbiamo i fratelli Fratini che sono, anche loro, immobiliaristi toscani,
magari interessati a mettere un piedino a Milano in occasione dell'Expo,
per prendere la loro fettina di torta.
Abbiamo un certo Davide Maccagnani che è molto interessante: Alberto
Statera su Repubblica ha raccontato chi è, uno che produceva missili per
testate nucleari e adesso si è riconvertito all'immobiliare. Si presume
che avrà anche lui le sue contropartite sotto forma di terreni.
In realtà gli interessi stanno a terra anche se Alitalia dovrebbe
volare.
Poi, dulcis in fundo, il presidente dei sedici campioni del Tricolore,
che è Roberto Colaninno, che già ha dei meriti storici per avere
riempito di debiti, comprandola a debito, la Telecom ai tempi della
Merchant Bank D'Alema & C. a Palazzo Chigi, e adesso si propone anche
lui per il suo bel conflitto di interessi familiare in quanto suo
figlio, Matteo, è ministro ombra dell'industria del Partito Democratico.
Così ombra che non ha praticamente proferito verbo di fronte a questo
scandalo nazionale perché prima era contrario, naturalmente alla
soluzione Berlusconi, poi è arrivato papà. Come si dice "i figli so'
piezz 'e core", ma pure i padri! Ha detto "sono un po' in imbarazzo",
poi il giorno dopo ha detto "no, non sono per niente in imbarazzo".
Insomma, non ha detto niente e soprattutto continua a rimanere ministro
molto ombra, diciamo ministro fantasma, dell'industria del Partito
Democratico.
Fatto interessante: qualche anno fa furono condannati in primo grado per
bancarotta nel crack del Bagaglino Italcase, una brutta e sporca
faccenda immobiliare, alcuni big dell'industria e della finanzia
italiana come il banchiere Geronzi, Marcegaglia papà - il papà della
valletta - e Colaninno Roberto - papà del ministro fantasma. Bene, tutti
e tre a vario titolo sono impegnati, dopo la condanna in primo grado, in
questa meravigliosa avventura, perché anche Mediobanca si sia mossa
dietro le quinte poiché Geronzi sta per diventare il padrone unico della
finanza italiana eliminando anche quei pochi controlli che venivano
dalla gestione duale della banca che fu di Cuccia. Insomma, questo è il
quadro. E' interessante perché probabilmente sono state violate una
mezza dozzina di leggi, d'altra parte non ci sarebbe Berlusconi se
fossimo tutti in regola con la legge.
Intanto la legge del mercato: vengono addirittura sospese le regole
dell'Antitrust e i poteri del garante dell'antitrust perché bisogna dare
tempo di consumare tutti questi conflitti di interessi e queste
occupazioni del libero mercato. Intanto, il matrimonio Alitalia-AirOne
che sgomina qualsiasi concorrenza in Italia soprattutto sulla tratta
Milano-Roma. Sarà gestita in monopolio da questa nuova Good Company dove
c'è dentro Toto e l'Alitalia. Non ci sarà concorrenza, non si potrebbe e
allora si sospendono le regole. Che sarà mai, una più una meno... un
piccolo lodo Alfano per la nuova Alitalia non si nega a nessuno. La
concorrenza va a farsi benedire: i prezzi quindi li fisserà il
monopolista quindi non ci sarà possibilità di gare al ribasso. La
condizione che ci era stata imposta dalla Commissione Europea, dal
governo europeo, per autorizzare il famoso prestito ponte che ha
consentito all'Alitalia di fumarsi quegli ultimi 300 milioni di euro,
era che l'Alitalia per un anno non si espandesse, restasse esattamente
così com'era. Con questo accordo viene violata quella condizione perché
Alitalia si mangia AirOne e quindi si espande, altroché! Ben prima di
quell'anno che era stato imposto dalla Commissione Europea che quindi,
se le parole e gli accordi hanno ancora un senso, dovrebbe condannarci e
vietarci questa operazione.
In più viene cambiata un'altra legge italia, la legge Marzano sulle
imprese decotte, che dovrà essere modificata perché questi capitani
coraggiosi mica entrano in Alitalia rischiand qualcosa: non rischiano
niente! Vogliono mettersi preventivamente al riparo dal rischio che
qualche creditore o dipendente della vecchia Alitalia si rivalga sulla
nuova, cioè chieda loro di sobbarcarsi qualche rischio. Verranno
tutelati in tutto e per tutto, saranno inattaccabili, anche loro anche
uno scudo spaziale, il loro piccolo Lodo Alfano per cui se qualcuno gli
chiede qualcosa fanno finta di niente, dicono "io non so chi sei, mi
trovo qua per caso". Nessun rischio di revocatoria o di rivalsa da parte
dei creditori e dipendenti. E dove andranno a rivalersi? Naturalmente
dalla Bad Company, quella decotta, quella nostra, dello Stato: pagheremo
tutto noi. Per cambiare gli ammortizzatori sociali, altra deroga alla
legge Marzano perché ci sarà bisogno di risorse per queste 6-7000
persone che finiranno per la strada o alle Poste, come ci è stato
raccontato spiritosamente, in quanto non siamo attrezzati per far fronte
a questa fiumana di lavoratori in uscita. In più, il governo promette di
detassare le aziende che assumono ex dipendenti dell'Alitalia. E'
un'altra cosa spettacolare: l'Italia è piena di aziende decotte, di
gente che finisce per la strada: quei lavoratori lì si fottono, mentre
gli ex-lavoratori Alitalia avranno il privilegio di poter andare da
alcune aziende che se li assumeranno avranno riduzioni fiscali. Così:
cittadini di serie A e cittadini di serie B.
L'Europa ci tiene d'occhio anche perchè il prestito ponte aveva anche
escluso che per un anno la società Alitalia venisse messa in
liquidazione in regime concordatario. L'Alitalia aveva dunque garantito
di pagare tutti i creditori. Adesso, se la nuova società non li paga,
quelli si rivalgono ma non solo. La Good Company dovrà comprarsi tutti
gli aerei e gli slot dalla Bad Company - l'attuale Alitalia moribonda -
e rifare tutti i contratti dei dipendenti o almeno di quelli che terrà
con sé. Quanto pagherà tutti questi beni la Good alla Bad? Se li
pagassero per quello che valgono sulla carta, la vecchia Alitalia
probabilmente avrebbe i soldi per onorare i suoi debiti, circa 2-2.5
miliardi di euro. Naturalmente, visto l'aria che tira, se i nuovi
proprietari tirano fuori un miliardo di euro per comprare quella roba è
già tanto. Quindi, la vecchia Alitalia rimarrà in profondo rosso, non
avrà i soldi per pagare i creditori, e i creditori da chi andranno? Non
potendo andare dalla Good che è immunizzata andranno dal governo che
dovrà tirare fuori i soldi. A questo punto ci arriva addosso l'Europa
perché se lo Stato paga i debiti di un'azienda si configura come aiuto
di Stato. Questo è vietato perché, altrimenti, tutte le altre aziende
d'Europa si incazzano e dicono "perchè noi dobbiamo andare avanti con le
nostre gambe e se non ce la facciamo falliamo mentre in Italia lo Stato
interviene a rabboccare quando i conti delle sue società sono in
rosso?". Ci arriverà addosso una procedura di infrazione, con condanna,
con multa che aggraverà ancora la spesa di questa operazione folle e
faraonica. In più, la nuova Alitalia, dato che sarà l'unico soggetto
solvibile dovrà sobbarcarsi, allora sì, tutti i debiti che lo Stato non
poteva pagare. Dovrà pagare tutti i creditori e rimborsare quei trecento
milioni di prestito ponte allo Stato, visto che la Bad Company è dello
Stato. Lo Stato non può restituirsi i soldi da solo, sarebbe una partita
di giro.
Come avete visto Berlusconi ha risolto brillantemente anche l'emergenza
Alitalia con lo stesso sistema con cui dice di aver risolto l'emergenza
monnezza a Napoli: nascondendo il pattume sotto il tappeto. Che
succederà in futuro? Questi 16 capitani coraggiosi devono rimanere fermi
per cinque anni. Dopo cinque anni possono rivendere le loro quote della
Good Company. Secondo voi che cosa fanno? Sono 16 soggetti nessuno dei
quali ha il minimo interesse e il minimo background per occuparsi di
voli. Non gliene frega niente dell'Alitalia, gliene importa in virtù
delle contropartite. Prenderanno le loro quote e le venderanno a quello
che sta per diventare il partner industriale, quello che sa come si fa a
volare, che sarà AirFrance se vincerà Tremonti o Lufthansa se vincerà
Gianni Letta che ha gestito questa operazione. Entro il 2013 questi
possono rivendere. E che faranno? Svenderanno, come si sa, ai francesi o
ai tedeschi, così i francesi dell'AirFrance si prenderanno la compagnia
italiana, che diventerà compagnia francese - non ci sarà più nessuna
bandierina da nessuna parte, è tutto finto che questa sia una cordata
italiana - a condizioni migliori di quanto se l'avrebbero presa se si
fosse dato retta a Prodi e Padoa Schioppa. Pagheranno quattro lire
invece che due miliardi e seicento milioni che si erano impegnati a
pagare. La prenderanno anche molto più snella perché non ci saranno più
i dipendenti in esubero e i debiti da cui li avremo liberati a spese
nostre. Questa sì è la svendita di Alitalia ai francesi e agli
stranieri, mentre quella di Prodi non lo era. Avremo così una compagnia
francese che si chiamerà Alitalia e che probabilmente raschierà via
molto presto il simbolino dalle ali degli aerei.
Ci resta comunque una consolazione in tutto questo: in questi cinque
anni potranno continuare a fare il bello e il cattivo tempo in Alitalia:
potranno continuare a metterci il naso, avendo portato loro questi
imprenditori. Faranno fare a questi imprenditori più o meno quello che
vorranno, sono tutti imprenditori assistiti o amici dei politici, nel
solco di quella tradizione per la quale Alitalia è sempre rimasta in
rosso: che la gestivano con criteri politici e non manageriali.
Pensate soltanto che un mese fa il governo Berlusconi ha stanziato un
milione di euro per ripristinare l'imprescindibile volo Roma-Albenga
tanto caro al ministro Scajola che sta a 30 km da Albenga, cioè Imperia,
e ci tiene ad atterrare con l'aereo nel cortile di casa.E' meglio che
rimanga ancora un po' in mani italiane perchè la gestiscono così, un po'
come il vecchio ministro Nicolazzi gestiva le Autostrade e si faceva
fare lo svincolo a Gattico, proprio sotto casa sua, nella famosa
autostrada Roma-Gattico.
Ci resta un'altra consolazione, cioè il fatto che ritorna il comunismo:
Berlusconi che convoca imprenditori, cambia leggi, organizza cordate, il
governo che dirige gli affari dell'impresa privata, sistema debiti,
sposta dipendenti, fa piani quinquennali, ecc. ricorda tanto la grande
Unione Sovietica di Stalin, di Breznev, di Cernienko. Il modello Putin
sta entrando in Italia e sta tornando il dirigismo, la pianificazione
sovietica. Il Cavaliere, che non sa e non ha mai saputo cosa sia il
libero mercato, ripristina, se Dio vuole, l'industria di Stato. L'ultimo
vero comunista è lui. Passate parola."
Marco Travaglio
Nota:LEVERAGE BUY OUT
Il leveraged buyout o LBO è una particolare tipologia di
operazione di acquisizione di una società(Private equity), che prevede
la creazione di una società-veicolo distinta dagli investitori
finanziari e dalla figura dello sponsor, che è l'intemediario
finanziario alla ricerca di imprese target (la società da acquisire, di
solito non quotata in borsa), in genere un fondo private equity.
Nella Newco affluiscono le risorse finanziarie attraverso
equity, debito senior e debito junior. Nella fase successiva si può
verificare che:
1) La NewCo conferisce gli asset nella società target e
quindi riceve partecipazioni della stessa (schema Opennheimer).
2) Si ha una fusione per incorporazione tra società
target (in genere incorporante) e NewCo (incorporata),secondo lo schema
Kkr.
Tale operazione può avere come investitori: - Management
della società (Managemet buyout) - Management di altre società
(Management buyin) - Lavoratori della società (Workers
buyout)
e permette di entrare nella compagine sociale non solo attraverso
capitale di rischio, ma anche tramite indebitamento finanziario.
Il debito contratto viene generalmente poi ripagato o con
i flussi di cassa generati dall'impresa acquisita o vendendo rami
dell'azienda (o business unit non strategiche). In questo secondo caso
si parla anche di break-up.
Non vi è dubbio che la nuova società avrà un
indebitamento finanziario maggiore, quindi tale strumento si dovrebbe
applicare con società target caratterizzate da un basso grado di leva
finanziaria, e con un'alta capacità di produrre cash flow(contante),
proprio perché la nuova società dovrà essere in grado di ripagare gli
oneri finanziari aggiuntivi.
Fino al 2003 vi era un espresso divieto di porre in
essere operazioni di Lbo, poiché strumento di aggiramento per interposta
persona (Newco) del divieto di sottoscrizione di azioni proprie
(art.2357 c.c.) e del divieto di assistenza finanziaria per la
sottoscrizione o l'acquisto di azioni proprie.
Di fatto la Newco è una scatola vuota priva di capacità
di produrre reddito, ma modi di sbagliata applicazione di tale strumento
nel caso italiano, in particolare, vi è da dire che tale strumento
applicato nella giusta maniera (qui entra in gioco il ruolo importante
della consulenza dell'advisor)
può garantire dei vantaggi legati al miglioramento della
corporate governance,
e, nel caso per esempio del Mbo e Wbo, di poter condividere il rischio
di impresa con soggetti dipendenti della società stessa.
Il leveraged buyout è stato espressamente reso lecito
nell'ordinamento giuridico italiano a seguito della riforma del diritto
societario del 2003, la quale ha permesso di superare i dubbi di
legittimità che venivano sollevati sulla base del divieto, contenuto nel
primo comma dell'art. 2358 c.c. che inibisce alle società di accordare
prestiti o concedere finanziamenti per l'acquisto di proprie
azioni.(…succede quando sei in forte perdita e non riesci a piazzare la
tua “carta straccia”…teniamo presente che nel 2003 era all’opera il
secondo governo “Champion Chips”)
La riforma ha però subordinato la liceità della
operazione all'adempimento di alcuni oneri. In particolare, gli
amministratori delle società interessate all'operazione dovranno
predisporre un piano economico e finanziario, confortato da una
relazione di esperti che ne attesti la ragionevolezza, nel quale devono
essere indicate le fonti delle risorse finanziarie e devono essere
descritti gli obiettivi che si intendono raggiungere.
Importante infine è la distinzione tra debito senior
(ossia con garanzie e covenant positive e negative) e debito junior.
Quest'ultimo viene remunerato dopo il debito senior.
In una operazione corretta di levereged buyout la
concessione del debito senior è subordinata ad una serie di condizioni,
quali:
- L'obbligo di pagare interessi e capitale nel caso in
cui vi sia un esubero di liquidità - Il mantenimento del rapporto Debt/Equity
entro un certo valore(in genere 1,75).
Un'impresa può decidere il riacquisto delle proprie
azioni, se il prezzo in Borsa è in forte calo. In questo modo, alimenta
una domanda che rialza il corso azionario, agisce in controfase rispetto
al mercato, comprando mentre la maggioranza degli investitori vende le
proprie quote.
Il rialzo del prezzo così ottenuto non è limitato
solamente al momento in cui è lanciata la richiesta di acquisto e si
manifesta la domanda: diminuendo le azioni in possesso di soggetti
terzi, l'impresa diminuisce le azioni da remunerare, e, a parità di
utili,
il
dividendo
per azione è più alto, e di conseguenza il prezzo se calcolato in base
al profitto atteso e ai fondamentali dell'impresa.
Il riacquisto può anche avere finalità speculative, per
creare un prezzo al di sopra della media degli ultimi periodi.
Da questa situazione può trarre vantaggio l'impresa per
aumenti di capitale sociale a pagamento, collocando azioni a prezzi
molto remunerativi; oppure il management per l'esercizio delle
stock option,
che danno il diritto di acquistare (donare) ad un prezzo inferiore al
valore di mercato.
GLOSSARIO
Le stock option sono
opzioni call
europee o americane che danno il diritto di acquistare
azioni
di una società ad un determinato prezzo d'esercizio (detto strike). Le
stock option esistono non per tutte le
società per azioni,
ma solo per quelle quotate.
Nelle opzioni call, tale diritto è esercitato se il
prezzo d'esercizio è inferiore al valore corrente dell'azione quotata.
Tuttavia, le stock option sono un caso particolare. Esse
sono conferite gratuitamente ai manager e (più raramente) ai dipendenti.
Entrambi non pagano alcun prezzo d'acquisto; l'opzione perde ogni valore
dopo la scadenza e, dunque, prima della scadenza viene esercitata se il
prezzo d'esercizio (strike
price)
è inferiore al valore di mercato cui è quotata l'azione
sottostante.
Se il dipendente/manager non investe in Borsa e non
dispone di un portafoglio già diversificato, le azioni conferite
direttamente o tramite opzioni esercitate entro la scadenza sono
associate al rischio specifico dell'impresa e del settore, oltre a
quello non eliminabile legato all'alta volatilità dei titoli azionari
anche nel breve termine.
Le opzioni su un titolo azionario
sottostante
hanno rispetto al conferimento diretto di azioni, un profilo
rischio/rendimento
più bilanciato e ottimizzato.
Azioni e opzioni vengono distribuite a manager e talora a
dipendenti come incentivo ad aumentare la loro
produttività.
Il salario è composto di una parte fissa (salario base) e
di una parte variabile, della quale le stock option sono una componente
prevalente nei salari dei dirigenti.
Le azioni vengono valorizzate ad un prezzo inferiore al
prezzo di mercato
(la
quotazione
di
borsa
al momento della vendita) contro la
legge di concentrazione
che prevede che qualsiasi scambio di azioni da parte di qualunque
soggetto economico, non possa avvenire al di fuori della borsa.
Il conferimento è legittimo poiché il dipendente non paga
queste azioni/opzioni. Le azioni in quanto sono un frazionamento della
proprietà dell'impresa, come qualunque proprietà, possono essere cedute
gratuitamente (donazione)
o contro un
prezzo
(vendita).
La legge di concentrazione restringe alla Borsa il luogo della vendita
della proprietà d'impresa, ma non da restrizioni alla donazione.
Tuttavia, fornisce un'opportunità di
arbitraggio,
di un guadagno certo e immediato, rivendendo o esercitando le stesse
opzioni in Borsa. Nel caso delle opzioni, l'arbitraggio è possibile se
ad esempio il prezzo d'esercizio fissato è inferiore al valore al quale
è quotato il titolo il giorno del conferimento dell'opzione, o nei
giorni precedenti. La volatilità dei titoli azionari è comunque alta
anche nel breve periodo.
L'arbitraggio più evidente è nella rivendita in Borsa di un'opzione che
non è costata nulla al lavoratore. Questa alternativa è facilmente
prevedibile che sia preferita al trattenimento dell'opzione per
esercitarla quando il prezzo del sottostante supera lo strike,(perché
spesso e volentieri lo strike,ovvero il prezzo d’esercizio,è superiore
al valore dell’azione)specialmente se l'opzione è europea e può essere
esercitata e divenire liquida soltanto a scadenza.
La rivendita in Borsa ha analoghe commissioni e
tassazione, ma è a rischio zero (il derivato ha un ampio mercato e,
dunque, un'alta probabilità di vendita) ed è subito liquidabile.
Infatti, per l'opzione il prezzo è stabilito con il
modello di
Black e Scholes
che ipotizzano un
moto browniano,
una variazione casuale e continua dell'azione sottostante. Tale ipotesi
è applicabile per i titoli di Borsa che variano con continuità, ossia
che godono di un ampio mercato secondario. Solo su azioni molto
contrattate, scambiate quotidianamente in grandi volumi si sviluppa
anche un mercato di derivati.
L'arbitraggio non ha però un costo nullo, in termini
fiscali e di commissioni per l'esercizio di un'opzione.
COME SI PAGANO LE STOCK OPTION
L'esercizio della stock option impegna l'impresa che può
pagare in tre modi:
-
in denaro, richiedendo un'uscita di
cassa per pagare il prezzo d'esercizio.
-
in azioni cedute al prezzo d'esercizio,
con un aumento di capitale "alla pari" (non a pagamento), in cui in
particolare le azioni hanno un valore nominale uguale al prezzo
d'esercizio dell'opzione.
-
in azioni cedendo quote di proprietà
della società.
Nei primi due casi, l'operazione diminuisce la cassa o
accresce la voce del
passivo,
il
capitale sociale,
diminuendo gli utili. È visibile in
bilancio
agli azionisti.
Nel terzo caso, invece, il passaggio di quote non varia
la voce del capitale sociale, ma soltanto la sua composizione. Salvo una
citazione nella
nota integrativa,
può sfuggire agli azionisti. Se il conferimento di stock option con
questa modalità riguarda migliaia di dipendenti piuttosto che ha una
cadenza mensile (anziché annuale), l'entità di azioni della società
cedute è rilevante ed è un'informazione price-sensitive non comunicata
al
mercato.
LA RIVENDITA IN BORSA SENZA ESERCIZIO E L’OPZIONE PUT
In alternativa, senza alcun intervento dell'azienda né
contabilità, il dipendente può rivendere in Borsa la stessa opzione
senza esercitarla.
Questa è una possibilità di un aumento retributivo a
costo zero per l'impresa. L'impresa emette delle opzioni (costo
d'emissione nullo). Il dipendente che le riceve in "regalo" non le
esercita, non le presenta all'incasso dell'impresa, ma le rivende in
Borsa. Il possessore del titolo non esercita l'opzione a scadenza perché
non è conveniente (valore dell'azione inferiore al prezzo d'esercizio).
Non necessariamente quest'"arricchimento" a costo zero del lavoratore
avviene a discapito di qualche soggetto con un flusso finanziario
negativo (che ci rimette del denaro). La persona che non esercita
l'opzione, può essersi cautelata sottoscrivendo un'opzione di segno
opposto (un'opzione
put
con lo stesso prezzo d'esercizio e scadenza).
QUANDO SI ESERCITA L’OPZIONE
Quando il prezzo dell'azione quotata è maggiore del
prezzo d'esercizio (strike) è conveniente esercitare l'opzione.
L'azienda dovrà fornire delle azioni; anche qui il flusso non è negativo
in quanto il prezzo di vendita (sia lo strike che la quotazione di
borsa) non possono essere inferiori al valore nominale dell'azione.
Essendo illegale vendere azioni sotto la pari, si possono stipulare
opzioni con strike pari o superiore al valore nominale (che non varia
nel tempo) delle azioni sottostanti; diversamente il contratto-derivato
è nullo.
I
RISCHI PER L’AZIENDA
Nel lungo periodo, il flusso di cassa dell'operazione può
diventare negativo se si considera che è maggiore il numero di azioni da
remunerare con gli utili oppure che il prezzo può essere penalizzato da
un calo del dividendo per azione. L'azienda può azzerare tale fenomeno
emettendo delle opzioni call di eguale scadenza e strike che incasserà
se conveniente a scadenza. Così, le azioni che dovrà cedere al mercato
saranno quante quelle di cui rientrerà in possesso, senza cambiare la
composizione dell'azionariato dell'impresa. La decisione del
conferimento spetta all'Assemblea degli Azionisti, il cui pronunciamento
è in generale incerto. Da una parte, può essere restia a dare gratis
azioni che da parte loro sono state pagate, e ad aumenti di capitale non
a pagamento dai quali l'impresa non incassa un sovraprezzo per
finanziare la crescita. Tali aumenti allargano solo il numero di azioni
(e di azionisti) fra i quali frazionare i dividendi senza allargare il
raggio di attività dell'impresa e accrescere gli utili.
PERCHE’ L’OPZIONE??
Al conferimento di stock option e azioni si LEGA una
considerazione ideologica ed economica. Le azioni sono "pezzi
d'impresa", la proprietà dell'impresa frazionata; un loro possesso da
parte dei dipendenti significa la partecipazione del lavoratore alla
proprietà dei mezzi di produzione.
La diffusione della partecipazione dai soli dirigenti, ai
quadri e ai dipendenti può essere intesa come il passaggio ad un modello
di azionariato diffuso, sul modello di una
public company
americana. Ciò può essere visto come l'impresa che si apre alla
società,
coinvolgendo nella proprietà un numero crescente di persone.
Infine, è rilevante una considerazione organizzativa.
Conferire a manager e dipendenti azioni della società significa
allineare il loro interesse personale a quello degli azionisti, ossia
massimizzare il valore economico.
Tutte le considerazioni fatte sono valide, se il
dipendente e il manager tengono le azioni nel lungo periodo, che
equivale a speculare al rialzo e scommettere sul successo dell'impresa.
Non valgono, se come prassi, azioni e opzioni vengono subito rivendute.
CORPORATE GOVERNANCE
All'interno di un'impresa (corporation)
si definisce corporate governance l'insieme di regole, di ogni livello
(leggi, regolamenti etc.) che disciplinano la gestione dell'impresa
stessa. La corporate governance include anche le relazioni tra i vari
attori coinvolti (gli
stakeholders,
chi detiene un qualunque interesse nella società) e gli obiettivi per
cui l'impresa è amministrata. Gli attori principali sono gli
azionisti
(shareholders), il
management
e il
consiglio di amministrazione
(board of directors).
L'interesse per i metodi di corporate governance è
cresciuto molto in tempi recenti, soprattutto a causa del crollo di
colossi come la società energetica
Enron Corporation.
PRIVATE EQUITY (ATTIVITA’ DI ACQUISIZIONE FINANZIARIA di SOCIETA’ A
DEBITO)
Il private equity è un'attività
finanziaria
mediante la quale un
investitore
istituzionale rileva quote di una società sia acquisendo le azioni, che
apportando nuovi capitali all'interno di una società (target).
Generalmente le società target (come nel caso di Telecom che era,nel
1998,un’azienda pubblica) non sono quotate in
borsa,
e presentano un'elevata capacità di generare
flussi di cassa
costanti e altamente prevedibili, ovvero importanti tassi di crescita
potenziale. L'investitore si propone di disinvestire nel medio-lungo
termine realizzando una
plusvalenza
dalla vendita della partecipazione
azionaria.(Come
fece Colaninno nel 2001…)
Gli investimenti in private equity raggruppano un ampio
spettro di operazioni, in funzione sia della fase nel ciclo di vita
aziendale che l'azienda target attraversa durante l'operazione di
private equity, sia della tecnica di investimento usata.
TIPI DI PRIVATE EQUITY
-
Seed capital
o
Angel Investing - investimenti in fase di
start-up e senza fatturato
-
Venture capital
- investimenti in società avviate, ma con flussi di cassa negativi e
grandi potenzialità di crescita e fabbisogni di cassa per finanziare
il lanci dei prodotti o sviluppare il mercato
-
Development Capital
- investimenti in società avviate, con flussi di cassa positivi in
rapida crescita con fabbisogni di cassa legati allo sviluppo del
mercato
-
Management Buyout
(MBO) -
Management Buyin (MBI) - società
medio/grandi dove il management assume un ruolo di
imprenditore rilevando assieme ad un
Fondo di private equity l'azienda. Si
chiamano MBO quelli in cui il management dell'azienda compra e MBI
quelli in cui sono manager esterni all'azienda che comprano.
-
Special Situation
o fondi di
Turnaround - investimenti in aziende in
crisi. Si suddividono in Turnaround Operativi e Turnaround Finanziari
-
Leveraged buyout
(LBO) - Investimenti di MBO/MBI in cui viene usata come technicality
una grande quantità di
debito per acquistare la società dove in
taluni casi l'azienda viene venduta a pezzi per ripagare il debito (i
break up)
-
Going Private
- Investimenti in Aziende quotate per cui l'investitore di private
equity vede un valore nel ritirare l'azienda dal mercato,sistemarla e
rifocalizzarla e poi cederla con profitto.
-
Mezzanine Capital
- Investimento sotto forma di
Debito non garantito con un rendimento extra
legato alla profittabilità dell'investimento (l'equity kicker)
-
Fondi di
private equity - Investono in Fondi di private equity
I fondi di private equity sono gestiti da gestori
professionisti definiti
General Partners.
FORMAZIONE DEL FONDO DI PRIVATE EQUITY
Generalmente, i fondi di private equity sono strutturati
con particolari architetture societarie specializzate. In
America
si usano le
Limited Partnership,
simili alla
Società in accomandita per azioni
della disciplina italiana. In Italia possono operare sia con strumenti
quali le
Società Gestione Risparmio
(SGR) sia tramite fondi "esteri" (basati in paesi con trattamenti
fiscali particolari quali
Lussemburgo,
Belgio,
Olanda,
o le
Channel Islands
inglesi e molte altre).
I General partners di un fondo ottengono i fondi da
Investitori Istituzionali che formalizzano il loro investimento
diventando dei
limited partners,
ovvero senza responsabilità oltre a quanto versato. I General partners
invece sono responsabili in solido per le attività dei fondi. Quando i
General partner identificano un investimento idoneo alle finalità del
Fondo, svolgono una serie di analisi e strutturano un processo di
due diligence
sull'azienda. Al buon esito della Due Diligence i General Partners
"chiamano" quote di capitale dagli investitori (le Capital Call) e
ciascun investitore la sottoscrive pro-quota.
Tutte le decisioni di investimento, gestione e
dismissione sono gestite dai General Partners a volte raccolti assieme
agli investitori principali nei Consigli di Amministrazione del Fondo.
L'insieme degli investimenti di un fondo di private equity si definisce
Investment Portfolio.
BUYOUT (MODO DI ACQUISIZIONE SPECIFICO MANAGERIALE)
Un buyout è una operazione di investimento per cui
un'azienda è acquisita in gran parte da un gruppo di manager (definito
generalemente Management Team) che diventano manager/imprenditori. Il
Management Team acquirente viene generalmente affiancato da un financial
sponsor, tradizionalmente un fondo di
private equity,
che fornisce gran parte delle risorse finanziarie per l'operazione.
Le operazioni di buyout si classificano in funzione della
provenienza del Management Team
-
Management Buyout
(o MBO) - operazione in cui il management esistente acquista l'azienda
-
Management Buyin
(o MBI) - operazione in cui un Management Team esterno all'azienda
pone in essere l'acquisizione
Se nella operazione MBO/MBI si fa utilizzo di una forte
leva finanziaria
come tecnicalita' dell'operazione si parla allora di
Leveraged management buyout
(o LBO o LMBO)- operazione di MBO/MBI con l'utilizzo della leva
finanziaria.
MANAGEMENT TEAM BUYOUT
Il management buyout, noto com l'acronimo
MBO, è una operazione di acquisizione di azienda da parte di un gruppo
di manager interni all'azienda che assumono la figura di
manager/imprenditori.
Il gruppo di manager acquirenti vengono generalmente affiancati da un
financial sponsor,
tradizionalmente un fondo di
private equity,
che fornisce gran parte delle risorse finanziarie per l'operazione.
MANAGEMENT TEAM BUYIN
Il management buyin, noto com l'acronimo
MBI, è una operazione di acquisizione di una azienda da parte di un
gruppo di manager esterni all'azienda stessa che assumono la figura di
manager/imprenditore.
WORKERS BUYOUT
Workers buyout è un'operazione di
acquisto di una
società
che prevede che l'acquisto venga realizzato dai dipendenti dell'impresa
target attraverso l'intervento dei
fondi pensione
ed il ricorso ad un
Employee Stock Ownership Plan
(ESOP). È una tipologia di operazione diffusa soprattutto negli
Stati Uniti.
LEVA FINANZIARIA
Sfruttare la leva finanziaria, in sostanza, vuol dire
prendere in
prestito
dei capitali confidando nella propria capacità di investirli ottenendo
un
rendimento
maggiore del
tasso di interesse
richiesto dal prestatore. L'uso della leva finanziaria è tipico degli
investimenti
azionari
in prodotti
derivati
(futures)
o i
Leverage BuyOut,
che consiste nel manovrare una determinata quantità di
strumenti finanziari
utilizzando un investimento di capitale minimo.
Un caso eclatante di sfruttamento della leva finanziaria
(intesa nel senso della ragioneria e della finanza aziendale) è dato
dagli
hedge fund.
Questi soggetti economici spesso utilizzano valori della leva
finanziaria assai elevati, anche superiori a mille — ossia,
l'indebitamento finanziario netto di un
hedge fund
è
spesso mille volte superiore al suo patrimonio netto.[
“Eni, entra il fondo di Gheddafi Sì di Roma alla proposta
libica
Accordo per l' ingresso nel capitale del Lybian Energy
Fund L' istituto di Tripoli potrebbe diventare il secondo azionista
della compagnia dopo il ministero del Tesoro
MILANO - La Libia rompe gli indugi. Dopo le generiche manifestazioni di
interesse verso le aziende del «sistema Italia» - seguite alla mossa a
sorpresa su Unicredit - ora prenderà una partecipazione nell' Eni. E
questa volta con il consenso del governo di Roma, azionista di
riferimento del Cane a sei zampe attraverso il ministero del Tesoro. Le
indiscrezioni (come quella di «Milano Finanza») sono state confermate
nel pomeriggio di ieri da una nota diffusa da Palazzo Chigi: «Il governo
libico - si legge - ha manifestato al governo italiano l' interesse ad
acquisire in tempi da definire, compatibilmente con le condizioni di
mercato, una partecipazione nel capitale di Eni, a condizione che non vi
siano obiezioni da parte delle autorità italiane». Cifre ufficiali non
sono state fatte, anche se da ambienti vicini al negoziato si fa
rilevare che difficilmente i due governi si sarebbero scomodati per una
piccola quota del gruppo di San Donato Milanese. Nella nota si fa
riferimento ai vincoli statutari che limitano il diritto di voto al 3% e
ai poteri speciali che l' esecutivo italiano ha per difendere i suoi
«interessi vitali». Verosimile quindi che il fondo libico - il «Lybian
Energy Fund» - possa superare quella soglia, arrivando magari al 5%. Una
strategia da attuare in modo progressivo, informandone di volta in volta
il governo di Roma e l' Eni. Nelle vesti di secondo azionista la Libia,
tra più di due anni, potrebbe in teoria anche ambire ad entrare nel
consiglio di amministrazione. Cosa che le sarebbe consentita dal voto di
lista, anche se nelle comunicazioni di ieri si precisa che il governo
italiano ha anche preso atto «della dichiarata assenza di qualsiasi
intendimento di interferire nella gestione della società». Dopo i
recenti sbandamenti di Borsa (ormai l' Eni ha ceduto il 35% dall' inizio
dell' anno) il gruppo è sul mercato a prezzi da saldo: una quota dell'
1% della compagnia vale poco più di 610 milioni di euro contro i circa
mille di pochi mesi or sono. (QUINDI CASH VERSATO 3050 MILIONI DI
EURO,OVVERO 3 MILIARDI DI EURO ALTRO CHE KAKA….) Inoltre, malgrado il
calo del petrolio, l' Eni rimane profittevole. Solo pochi giorni fa l'
amministratore delegato Paolo Scaroni avrebbe mostrato ai consiglieri
del gruppo una serie di slides che dimostrano che anche con un barile a
30 dollari (venerdì il brent è sceso a 40 dollari) i margini economici e
la redditività aziendale sarebbero ancora soddisfacenti. Un fatto che
dovrebbe essere a conoscenza anche dei libici, che sono ovviamente
«pratici» del mestiere e che per di più hanno nell' Eni il primo
operatore internazionale presente nel loro paese. Tripoli, a sua volta,
è il primo fornitore della compagnia, che dalla Libia ricava un sesto
della sua produzione giornaliera di petrolio e gas equivalente, ovvero
300mila barili su 1,8 milioni. Di recente l' Eni ha anche rinnovato per
altri 25 anni i contratti di esplorazione e produzione che deteneva,
mentre a Bengasi il premier Berlusconi e il leader libico Gheddafi hanno
siglato un «patto di amicizia» che ha chiuso il contenzioso coloniale. A
ottobre scorso gli istituti finanziari libici erano invece entrati in
forze nel capitale Unicredit: la Central Bank of Lybia, la Lybian
Investment Authority e la Lybian Foreign Bank avevano comunicato a
sorpresa di essere saliti al 4,23% della banca di Alessandro Profumo.
Negoziati erano anche stati avviati per acquistare titoli Telecom. Ma i
libici, si dice, avrebbero preferito investire in un business a loro
familiare, come l' energia, e non in una scommessa imprenditoriale come
quella telefonica. A «frenare l' entusiasmo», però, provvede Stefano
Saglia, presidente della Commissione Lavoro della Camera. «L' ingresso
libico è un fatto storico - dice - il governo vigili con attenzione».
Stefano Agnoli 30 37,8%
LINK: http://archiviostorico.corriere.it/2008/dicembre/07/Eni_entra_fondo_Gheddafi_Roma_co_9_081207015.shtml
UNICREDIT/ I fondi libici entrano nella banca di Profumo.
Cosa c’è dietro a questa manovra?
Gianluigi Da Rold
lunedì 20 ottobre 2008
La sorpresa è arrivata nell’after hours di giovedì 16 ottobre, quando il
titolo di Unicredit ha cominciato a rimbalzare positivamente dopo aver
passato un’altra giornata drammatica, scendendo del 13% e fissando il
suo valore di pochi centesimi sopra i due euro. Solamente un anno mezzo
fa, un’azione Unicredit sfiorava i 7 euro e mezzo di valore.
A mercato chiuso di giovedì arrivavano i primi comunicati ufficiali. Le
banche del Colonnello Gheddafi erano salite nel capitale della banca di
piazza Cordusio da una cifra marginale, collegata alla vecchia
Capitalia, a una partecipazione del 4,23%, diventando così i secondi
azionisti. Pochi hanno sottolineato che, in questo caso, la
partecipazione da finanziaria diventa strategica. Piuttosto si faceva
notare, da parte del management di Unicredit e poi da tanti altri, l’attrattività
del vecchio istituto di credito, del nobile Credito Italiano (banca di
riferimento della Fiat, che ne possedeva il 10%), diventato in tempi di
globalizzazione Unicredit dopo una grande espansione in Germania,
Austria, Polonia e la fusione con Capitalia.
Soddisfazione apparente generalizzata, anche se due giorni prima il
presidente della Consob, Lamberto Cardia, aveva parlato di “rischio Opa”
per l’Italia e, il giorno prima, da Bruxelles, il presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva ribadito lo stesso concetto,
mettendo tutti in guardia sull’arrivo dei Fondi sovrani in un mercato
dove le aziende italiane sono sotto quotate per la tempesta finanziaria
in atto da ormai un anno.
Ma si sa, il colonnello di Tripoli è un amico, fin dalla sua ascesa al
potere nel 1968, probabilmente anche aiutato dai servizi italiani. Ed è
sempre stato attento ai rapporti economici con l’Italia, come nel 1976,
quando intervenne a “ossigenare” le casse senza fiato della Fiat e poi
ne uscì, su pressione degli americani che avevano collocato la Libia
nella lista degli “stati canaglia”, con una ricca plusvalenza. Anche i
“missili di Pantelleria” e altre questioni collegate ai rapporti con
Malta non hanno mai incrinato nel profondo i rapporti tra l’ex
colonizzato e la vecchia Italia coloniale. Troppo importante il petrolio
e il gas del Colonnello, troppo necessarie le sue “royalties” che
vengono dal greggio più leggero, quasi naturalmente raffinato, del
mondo. In fondo Gheddafi è sempre, con più del 7%, un azionista della
Juventus e recentemente, sotto la sua grande tenda, molti italiani
importanti hanno discusso di tutto e di più. In definitiva, “pecunia non
olet”.
Però, qualche problemino esiste e vale la pena di scandagliarlo.
Innanzitutto c’è da osservare che è probabile che presto i Fondi sovrani
libici diventeranno i primi azionisti di Unicredit, attestandosi su una
quota del 5% magari di poco superiore alla Fondazione Cariverona e poi
facendo il loro ingresso in Consiglio di amministrazione e con un
riconoscimento significativo nella governance della banca. In più
Unicredit ha un quota significativa in Mediobanca e in Generali, su cui
a questo punto si dovrà pure ragionare.
Ma più in generale, occorre anche vedere che cosa provocherà, negli
assetti della finanza italiana, questa mossa che pare targata da un asse
preferenziale tra piazza Cordusio a Milano e via Nazionale a Roma, dove
ha sede la Banca d’Italia. Tutto questo potrebbe anche non essere motivo
di grande soddisfazione sia per l’attuale governance di Mediobanca, sia
per il ministero dell’Economia. Proviamo a comprenderne il perché.
Vale la pena di ricostruire quello che è accaduto, cercare di formulare
ipotesi e capire quello che potrà accadere. È da mesi che si parla delle
difficoltà di Unicredit e del suo amministratore delegato, Alessandro
Profumo, l’alfiere dei McKinsay-boys in Italia. Ma tutto scivola via
nell’informazione italiana, anche il grande affare dei derivati, e
quindi si parla soprattutto della bolla immobiliare, dei subprime che
intossicano Wall Street. Il fatto è che la crisi subisce
un’accelerazione drammatica il 16 settembre, quando i dirigenti di
Lehman Brothers portano i libri in tribunale per il fallimento e gli
impiegati lasciano le loro sedi con gli scatoloni. Lunedì 29 settembre,
da New York la crisi deflagra in tutta Europa: è un “black-monday”, con
il primo grande ribasso, e alla Borsa di Milano Unicredit comincia la
prima delle tre settimane di passione.
Al termine della prima di quelle tre settimane, l’amministratore
delegato di Unicredit sembra incerto nelle sue comunicazioni. Parla di
“crisi sottovalutata”, di “non necessità di aumento di capitale” , di
“solidità e di liquidità della banca”, mentre già viene convocato un
consiglio di amministrazione straordinario, di domenica, che decide un
aumento di capitale di 6,6 miliardi di euro con la partecipazioni delle
Fondazioni presenti in Unicredit e un intervento anche di Mediobanca e
Generali.
Ma il titolo continua a scendere. Alessandro Profumo è deciso a non
lasciare, malgrado le voci di sue dimissioni. Resta sulla “plancia di
comando”, proseguendo nella sua linea irremovibile, ben difesa dai media
italiani, così come quando aveva deciso la non partecipazione di
Unicredit a Telco (la holding di Telecom Italia) e così come aveva
fronteggiato (solo all’inizio di settembre) il cambio di governance
(l’abbandono del duale e il ritorno al tradizionale) di Mediobanca. C’è
solo il terribile Financial Times on-line che “rompe le uova nel
paniere”, sferrando un attacco inconsueto alla strategia
dell’amministratore delegato di Unicredit con un’affermazione tutta da
decifrare: c’è qualche cosa di più profondo in quella banca.
Venerdì 10 ottobre, stando alle indiscrezioni, è una giornata
particolarmente difficile per Unicredit. La banca avrebbe problemi di
liquidità e scarica su Bankitalia un miliardo e ottocento milioni di
euro di “titoli problematici”. Niente di particolare, in fondo in questo
periodo, dato che la celebre Ubs ha scaricato robaccia per 60 miliardi
di franchi svizzeri sul governo di Berna e ha già operato una
svalutazione di 40 miliardi di franchi svizzeri.
Ma i problemi di Unicredit sembrano tanti. Alcune voci parlano con
inquietudine di quello che “c’è dentro” alle filiali tedesche, polacche
e austriache di Unicredit e c’è chi arriva a parlare di “import-export”
di tossicità tra Italia e Germania. Anche se la posizione
dell’amministratore delegato non è messa in discussione da nessuno, sia
dagli amici, sia da quelli che amici non sono: “Profumo è come la
cuspide di una cattedrale gotica. Se va via lui viene giù tutta la
banca”.
A questo punto si aprono scenari e interpretazioni da Italia
rinascimentale, anche se siamo nell’anno del Signore 2008. Conviene a
tutti transennare la cuspide, magari fino a primavera 2009, per poi
regolare i conti nel futuro assetto di potere? Difficile sapere la
verità, che in questo caso presenta varie facce. Seguiamo per un momento
solo la cronaca.
I libici arrivano dopo che Profumo ha informato il Governatore Mario
Draghi e, a cose fatte, il sottosegretario Gianni Letta. Ma nella
situazione di emergenza attuale, dopo le conferenze stampa unificate,
con Berlusconi, Draghi e Giulio Tremonti, è proprio appropriato non
informare anche il ministro per l’Economia? C’è chi parla, anche se non
si sa se la voce sia veramente credibile, di un Tremonti “furioso”. E
avere di fronte, in questi tempi, il ministro dell’Economia può essere
un rischio sia per il management di piazza Cordusio e forse anche per le
autorità di via Nazionale.
Ma c’è chi interpreta il tutto come frutto di un’induzione, o sarebbe
meglio dire di un trappolone, perpetrato dagli avversari di Profumo, con
il “tocco finale” del Colonnello di Tripoli. Bisognerebbe infatti capire
bene chi ha cavalcato, nelle tre settimane di passione, al momento
giusto, l’ondata ribassista su Unicredit (è passato di mano il 10% del
capitale) magari per assestare il colpo di grazia alla “cuspide della
cattedrale”. Per ora le ricerche sul “short selling” si sono rivelate,
ufficialmente, evanescenti. Si parla di Londra come luogo e della
francese Chevreux come attore. Indizi incerti per immaginare
un’operazione di “andata e ritorno” come si diceva in Piazza Affari ai
tempi della “grida” fatta da alcuni anti-profumiani.
Il problema è ora attendere i prossimi giorni e vedere se il titolo
reagirà ancora bene, così come è avvenuto dopo l’annuncio libico. Ma non
c’è dubbio che sapremo solo a primavera, dopo altri mesi di passione, se
Profumo è un “drago” o un amministratore delegato “commissariato”.
LINK:
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=7337
LA LIBIA DENTRO TELECOM+5 MILIARDI DI DOLLARI A FONDO PERSO
da Dagospia.com Ai piani alti di Telecom spira un vento caldo e secco
simile allo scirocco che viene dall'Africa dove lo chiamano ghibli. È il
vento delle notizie che si sono infittite all'improvviso ieri sera
quando si è sparsa la voce di un possibile ingresso di capitali libici
dentro Telecom Italia. Qualcosa era trapelato all'indomani della visita
di Berlusconi a Tripoli e qualche cenno aveva fatto il quotidiano 'ItaliaOggi',
indicando che oltre a petrolio, gas e cemento, nell'agenda dei colloqui
era entrato anche il tema delle telecomunicazioni. Sotto la tenda del
leader libico sembra che i dossier siano stati numerosi e che tra questi
uno in particolare sia stato discusso dal Cavaliere di Palazzo Chigi con
grande calore. Nei confronti di Mohammar Gheddafi il premier italiano ha
allargato i cordoni della borsa in maniera generosa mettendo sul piatto
5 miliardi di dollari per i prossimi 25 anni insieme alla 'Venere di
Cirene' trafugata dagli italiani nel 1913. C'è di più, perché Berlusconi
ha fatto anche uno strappo nella politica estera firmando un accordo di
cooperazione che esclude l'uso delle basi Nato italiane in caso di
attacco alla Libia. Tanta generosità si spiega con la voglia di
risarcire Tripoli per "le profonde ferite provocate dalla colonizzazione
italiana ?, ma adesso saltano fuori dei risvolti del tutto inediti su
ciò che è avvenuto sotto la tenda di Gheddafi dove alla fine è stata
intonata "O' sole mio ?, un pezzo forte del repertorio berlusconiano. A
Dagospia risulta infatti che la missione di Berlusconi del 30 agosto è
stata preparata (e condotta in prima persona) da un advisor d'eccezione
che è legato al Cavaliere da un profondo sodalizio. Si tratta di Tarak
Ben Ammar, il produttore cinetelevisivo franco-tunisino che - oltre a
"rappresentare ? affaristicamente Berlusconi nel mondo - ha le mani in
pasta nei media, siede nei salotti di Mediobanca e di Generali con un
robusto pacchetto di azioni francesi. L'amico Tarak è un uomo che divide
il suo tempo tra Parigi, Roma, Milano e la Costa Smeralda dove ha fatto
man bassa di alberghi e di immobili. Secondo le ultime indiscrezioni
raccolte tra gli uscieri di TelecomItalia che seguono con ansia le
peripezie di Bebè Bernabè, l'advisor Tarak sarebbe riuscito a convincere
- tramiti i figli del colonnello Gheddafi - il governo libico a
investire (si sussurra) 3 miliardi di dollari dentro Telecom. Se queste
notizie sull'intervento di capitali libici (parzialmente riprese dai
giornali di oggi) sono vere dentro l'azienda di Galateri e Bernabè si
apre un conflitto internazionale. Da una parte si trovano gli spagnoli
di Telefonica con il loro 42,3% pagato a prezzi vertiginosi; dall'altra
i libici che potrebbero ripetere con un blitz l'operazione condotta nel
'76 dentro la Fiat per acquistare il 9% del capitale. (Vogliamo
aggiungere, tanto per pompare l'italianità, che la telefonia italiana
parla già arabo con il faraone di Wind, Sawiris). Di fronte a questo
scenario Cesar Alierta, il tosto aragonese che fu scelto da Aznar per
pilotare Telefonica, si troverebbe di fronte a un bivio. Due settimane
fa è venuto in Italia per quella che è stata definita una visita di
routine. La spedizione è iniziata a Milano dove guarda caso, oltre a
Telecom, ci sono anche Mediobanca e Cesarone Geronzi che dentro
piazzetta Cuccia ha come alleati più forti Tarak e il suo amico francese
Bollorè. Il giorno dopo Alierta è sceso a Roma e ha cercato di fiutare
il vento della politica, ma Gianni Letta, Giulietto Tremonti, Claudio
Scajola e perfino il modesto sottosegretario Valducci, l'hanno invitato
a togliersi dalla testa l'idea di piantare la bandiera di Telecom a
Madrid. Come nel caso Alitalia questa bandiera deve rimanere italiana
perché "Silvio lo vuole! ?............ E Silvio lo vuole davvero perché
sembra che l'eventuale ingresso dei libici in Telecom non sia altro che
il primo passo per realizzare quel grande disegno di fusione con
Mediaset di cui si sussurra da tempo. Il progetto prevede di mettere
insieme la forza di un gestore telefonico dotato di una rete
intoccabile,ovvero di un monopolio, con la corazzata,monopolista grazie
alla truffaldina Legge Gasparri, che produce contenuti digitali e
informazione. Stamane nel corso di un convegno organizzato da Alberto
Tripi, l'imprenditore che in Confindustria rappresenta le aziende di
telecomunicazioni e informatica, Oscar Cicchetti, braccio destro di
Bernabè, ha parlato del futuro dei contenuti digitali, ma si è ben
guardato dal fare alcun cenno al progetto 'Mediacom' che vedrebbe
camminare sottobraccio Telecom e Mediaset. Probabilmente nemmeno
Cicchetti sa esattamente che cosa sta bollendo sotto i capelli
tormentati di Berlusconi. Le notizie sono ancora confuse: si parla di 3
miliardi di dollari investiti da Gheddafi, mentre altri dicono che
l'ingresso in Telecom si fermerebbe all'acquisto iniziale di un 2-3%
(ipotesi entrambe sulle quali sembra che il secondogenito di Gheddafi,
Sayf al-Islam, sia contrario). A questo punto il quesito rimbalza in
casa degli spagnoli che preso atto delle barriere...
LINK:
http://m.ilrestodelcarlino.it/ilcarlinom/post/300?url=fff5f9fc-5fff-402e-f3f6-2af1f4631bfb
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banche non sono mai in crisi

Chi ha causato la crisi? Le banche. Chi guadagna dalla
crisi? Le banche. Unicredit e Banca Intesa San Paolo hanno
fatto delle semestrali fantastiche.
Come
avranno mai fatto con tutta questa crisi in giro? Il
correntista che deposita i suoi risparmi sul conto ottiene
di interesse dallo 0,1 allo 0,5% nei casi piu' fortunati. Se
chiede di piu' la risposta e' sempre la stessa: "E'
colpa dell'Euribor!". Se lo stesso correntista chiede
un prestito il tasso di interesse diventa un numero a
piacere tra l' 8 e il 10%. In questo caso l'Euribor non
c'entra nulla. L'Italia e' il Paese dei monopoli, quello
bancario e' forse il peggiore!
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LA PRIMA PAGINA, la
pagina delle notizie oggettive, dell'informazione gratuita da parte del
giornalismo autonomo NON omologato |
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LA
SECONDA PAGINA, l'approfondimento a
partire dallo sport piu' amato in Italia, fino alle analisi
economico-sociali della nostra epoca |
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L'ARCHIVIO,ovvero
l'insieme storico delle notizie della nostra prima pagina |
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INFORMAZIONI MARKETING,
tutto sul marketing on line, sulla sua forza, sulla sua capacita' di
traino economico nell'economia globalizzata
TRADEMARK,
prospetti statistici, valorizzazione delle provvigioni, di chi lavora
nel marketing di affiliazione |
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INFORMAZIONI MARKETING 2 |
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2010: CALCIOPOLI E DINTORNI, chi si ricorda dello
scandalo più gigantesco della storia del calcio? |
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LA CONTROINFORMAZIONE |
DELL'INTERNOTIZIE a cura della
redazione |
CALCIO,stagione
2009-2010, fino alla 26a giornata, quella che ha consegnato il titolo al
merdaset... |
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CALCIO,stagione
2008-2009 |
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calcio stagione 2007-2008 |
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calciopoli |
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calcio competition |
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calcio 52 |
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calcio marcio |
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CALCIO,STAGIONE
2005-2006 |
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CALCIO,
STAGIONE 2005-2006 |
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CALCIO,
STAGIONE 2005-2006 |
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LA PAGINA CULTURALE |
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anno italiano, di Marco Travaglio. Acquista la tua copia. |

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