BENVENUTI in INTERNOTIZIE.ITNon rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore non ha alcuna responsabilita' per i siti segnalati. L'autore dichiara inoltre di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti lesivi dell'immagine o dell'onorabilita' di persone terze, non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima.
  bonprix.it - Le stile che conviene logo_120x60 1- logo 120x60 88x31 1 - logo2 1 - logo      
.l'APPROFONDIMENTO ; L'INFORMA  ;INFORMAZIONI MARKETING ;LA PRIMA PAGINA

Generico 150x50 Logo Kelkoo 120x60
Logo 120X60_concorso 234x60_ist
Webster
Logo Logo Dvd.it dialogo_234_60.gif
001a Logo 120x16 TI120x60.gif Index
sky8_120x60.jpg Vai su www.yoox.com high tech oliviero 2
Risarcimento bond argentini La mappa del potere delle aziende quotate nella Borsa italiana La Casta dei Giornali
   
   
Deastore Home Librazioni!

 

   
     
     

BREVISSIME

Vi ricordate la vecchia Democrazia Cristiana? Vinceva sempre le elezioni, ma se si chiedeva a qualcuno se l'avesse votata, la risposta era sempre negativa, con l'eccezione dei preti e delle suore. Per Forza Italia, ora PDL, la Storia si ripete, bocche cucite. La maggioranza (relativa) in Italia è sempre silenziosa. Sa di averla fatta grossa. Difficile scovare un berluscones, quasi impossibile portarlo in piazza. Mi riferisco ai berluscones autentici, che credono in diosilvioonnipotente, non a quelli da cento euro, un pullman, una botta e via.
La manifestazione di piazza San Giovanni a Roma è stata un'occasione unica per studiare da vicino una razza in estinzione, ma ancora ben presente. E' vero, la piazza era semivuota, mancava Fini, Bossi ha detto che lui i soldi da Berlusconi non li prende, come invece tutti gli altri, Zaia il prossimo Doge della Repubblica Veneta Indipendente ha evitato il viaggio nella Roma Ladrona. E' stato un evento dimesso e anche le berlusconate dal palco non erano più quelle di una volta. Ma nulla può scalfire la fede di un berluscones. L'entusiasmo per chi ha fermato i comunisti, per l'uomo che si è fatto da sé, per il perseguitato dalle toghe rosse è rimasto immutato. Un caso da studio antropologico.
I panda della libertà vanno salvaguardati. Le prossime generazioni per credere alla loro esistenza avranno bisogno di toccarli, vederli, ascoltarli quando affermano che: "Una cosa è la burocrazia, un'altra la democrazia" nel caso non si presentino le firme per le elezioni. I nostri nipoti non crederanno mai ai berluscones senza uno straccio di prova.
L'ecosistema storico in cui i berluscones si aggirano da anni ne giustifica più che ampiamente l'esistenza. L'alternativa è infatti il dalemus erectus o il fassinus fessinus. E' una scelta impossibile, o ci astiene o si vota per chi ci prende meglio per il culo. E così è stato per tre lunghi lustri.
Il berluscones è un fondamentalista della televisione, senza di essa la sua esistenza sarebbe minacciata. Le balle televisive sono l'alfa e l'omega delle sue sinapsi. E' un avatar con il Fede dentro. Uno che sogna e cammina. Il berluscones è di solito una persona di una certa età. Sabato, Piazza San Giovanni dall'alto era canuta, bianca come i petali di melo. Il berluscones vede in Silvio un anziano di successo che è riuscito a sconfiggere l'età, la giustizia, le puttane. Un vecchio su un milione ce la fa, gli altri sono solo dei berluscones.

IL NUOVO LISTONE ACERBO DI MERDA

Partiamo dal nord, partiamo dal Piemonte, dove il PDL schiera l’ex Assessore regionale al bilancio della Giunta regionale Ghigo, Angelo Burzi, che è stato rinviato a giudizio per tangenti nel ramo della sanità. Un leghista che si chiama Grassano, che è stato Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria e che è rinviato a giudizio per truffa ai danni del comune di cui era Presidente, rischia di diventare addirittura parlamentare. Anche il PD non vuole essere da meno e conseguentemente candida l’ex Presidente socialista della Provincia Luigi Sergio Ricca, che ai tempi di tangentopoli aveva patteggiato una condanna per finanziamento illecito, confessando lui stesso di aver ricevuto 120 milioni di lire in contanti. In Regione Lombardia poi ci sono le candidature altrettanto patetiche dell’éntourage di Berlusconi, che ha chiesto, nel listino degli eletti assicurati, dei posti fissi, dei posti liberi per i suoi boys e soprattutto le sue girls, quindi ci ha infilato il massaggiatore del Milan Giorgio Puricelli, e, sempre nel settore sanitario, abbiamo anche l’igienista dentale del Cavaliere Nicole Minetti, una bellissima ragazza che è stata anche valletta di Colorado Cafè sulle reti Mediaset e quindi merita, naturalmente, un posto d’onore nella Regione Lombardia. 
E poi ci sono naturalmente le candidature un po’ discutibili dal punto di vista non solo della politica, ma anche dell’etica pubblica: per esempio, c’è Gianluca Rinaldin, Consigliere Regionale del PDL coinvolto in un’inchiesta giudiziaria a Como per truffa aggravata e falso in atto pubblico, poi c’è il famoso Giancarlo Abelli, che è un vecchio Ras della sanità già democristiano, poi beccato a ricevere soldi in nero da Poggi Longostrevi, il famoso medico delle truffe sanitarie alla regione, assolto per questo, naturalmente non era reato, ma quei soldi in nero li aveva presi per misteriose consulenze e poi sapete che, recentemente, gli avevano arrestato la moglie, la signora Rosanna Gariboldi, amministratrice pubblica nella Provincia di Pavia, è stata un po’ in galera, ha fatto la vittima, ha fatto la martire, dopodiché ha patteggiato la pena e ha restituito una barcata di soldi che erano accumulati su un conto a Montecarlo;

scendiamo, andiamo all’Emilia Romagna: anche qua c’è un problema non penale, ma politico e anche giuridico, perché il candidato del centrosinistra Vasco Errani non può, non potrebbe essere candidato; sarebbe ineleggibile;perché il centrodestra non strilla contro la candidatura dell’ineleggibile Errani? Perché ha un candidato ineleggibile anch’esso, il centrodestra, ossia Roberto Formigoni, che di mandati ne ha svolti addirittura tre, essendo governatore della Regione Lombardia dal lontano 1995 e, se verrà eletto, come purtroppo è probabile, sarà governatore per la quarta volta, farà un ventennio in barba alla legge;abbiamo, per esempio, la Toscana, dove il capolista a Prato per il centrodestra è un ex socialista, ex Assessore alla sanità che patteggiò una pena per corruzione per una tangente di 30 milioni di vecchie lire;il PD, per pareggiare il conto, candita il Consigliere Regionale uscente Gianluca Parrini, che è indagato per abuso d’ufficio nello scandalo degli appalti di Barberino del Mugello, grandi opere, variante di valico, terza corsia dell’Autosole etc.Abbiamo poi l’Umbria: in Umbria c’è con l’Udc l’ex Presidente della Provincia di Perugia, che all’epoca stava nella Margherita, che si chiama Giulio Cozzari, la cui Giunta fu praticamente travolta dallo scandalo degli appalti truccati; Andiamo avanti con il Lazio: nel Lazio naturalmente è candidato Francesco Storace, che è ancora sottoprocesso per aver violato la legge elettorale, questa è l’accusa per il famoso Lazio Gate, quando alcuni uomini del suo staff, secondo l’accusa, si sarebbero introdotti abusivamente nell’anagrafe computerizzata del Comune di Roma per infilare delle firme false nella lista della Mussolini, all’epoca nemica acerrima del centrodestra, in modo da farla invalidare e evitarne la concorrenza. Storace naturalmente è il candidato capolista della destra, che è la lista che sostiene il PDL, che è rientrato in coalizione dopo un po’ di fronda negli ultimi anni e è una lista che potrebbe prendere molti voti, proprio perché la lista del PDL, almeno per quanto riguarda Roma e Provincia, non è stata accolta, è stata respinta ormai da sette verdetti della giustizia amministrativa nei vari ricorsi e conseguentemente, chi vorrà votare per il centrodestra, o voterà il listino Polverini, oppure dovrà votare per la destra di Storace, oppure per l’Udc , che nel Lazio sostiene Renata Polverini, oppure anche Sgarbi, che è stato recentemente riammesso e che, naturalmente, è inutile che vi ricordi che è un pregiudicato per truffa ai danni dello Stato, per non parlare di tutte le condanne che ha avuto per gli insulti lanciati contro magistrati, giornalisti etc. etc..  Passiamo alla solare CAMPANIA: quì la concentrazione di fogna è notevole: : come dimenticare la signora Mastella? Per fare delle liste pulite si prende una signora che è  Presidente del Consiglio Regionale della Campania, di centrosinistra, viene indagata per tentata concussione etc., viene messa addirittura agli arresti domiciliari e poi con l’obbligo di dimora a Ceppaloni per la famosa inchiesta di Santa Maria Capua vETERE,inchiesta che farà cadere PRODI che si rifiutò di spallegiare il di lei marito TESTA DI CAZZO MASTELLA,quest’inchiesta è stata trasferita a Napoli ed è già giunta alle imputazioni, per cui la signora Mastella è imputata, non più soltanto indagata, c’è il processo. Ebbene, dopo è stata colpita e raggiunta da un altro provvedimento giudiziario per un’altra inchiesta che riguarda altre lottizzazioni: maneggi per sistemare gente sua, si è stabilito che le sue capacità delinquenziali sono talmente alte che è meglio che per un po’ non metta piede in Campania. Nonostante l’esilio è ugualmente candidata e quindi fa campagna elettorale via Internet, nella speranza che le sue clientele si ricordino di lei. Poi c’è il Sindaco di Pagani, che è stato sospeso perché condannato per peculato: naturalmente si ricandida con il PDL; ci sono i Consiglieri Regionali Pietro Diodato e Luciano Passariello, indagati entrambi per uno scandalo di presunti rimborsi gonfiati; poi c’è Roberto Conte: Roberto Conte, 43 anni, fu espulso dai verdi e poi dal PD perché era stato inquisito per concorso esterno in associazione mafiosa e allora è andato nel centrodestra, dove l’hanno accolto a braccia aperte e è stato condannato meno di un anno fa in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, per avere acquistato dalla camorra la sua elezione alle regionali del 2000; oppure anche Cosentino, che non è candidato, ma diciamo che dà una grossa mano e è quello su cui pende un mandato di cattura per camorra, la cui autorizzazione all’esecuzione è stata negata dal Parlamento; Abbiamo ancora l’ex Sindaco di Villa Literno, comune sciolto per mafia, Fabozzi: questo l’ha candidato il PD; come dimenticarci di DE LUCA:questo De Luca sapevamo all’inizio che aveva due rinvii a giudizio, di cui uno per associazione a delinquere e concussione e l’altro per truffa e falso. Nel prosieguo della campagna elettorale abbiamo scoperto anche delle altre cose: abbiamo scoperto che ha pure la moglie sotto inchiesta per aver presentato carte false per accedere a un concorso pubblico, credo di psichiatra, nelle A.S.L. e pare che ci sia anche il figlio sotto inchiesta, quindi un’intera famiglia sotto inchiesta, pronta a occupare la regione. Come Sindaco di Salerno, De Luca aveva autorizzato una discarica abusiva tra il mare e l’autostrada Salerno /Reggio Calabria, discarica che non è stata impermeabilizzata in quanto era abusiva, sulla quale sono state sversate tonnellate e tonnellate, montagne di rifiuti, autorizzata pur essendo abusiva con continue ordinanze del Sindaco per diverso tempo e, a un certo punto, i liquami hanno cominciato a trasformarsi in percolato e a avvelenare il territorio. Per due volte, un’estate questo cumulo enorme di rifiuti abusivamente stoccati con l’autorizzazione del Sindaco De Luca ha preso fuoco, provocando una nube tossica, diossina, intossicazione. Questo è Il Mattino di Napoli: “ Casentino: ho fatto votare De Luca alle Comunali di Salerno” e quindi, se è vero che Cosentino ha i voti del clan dei Casalesi, questi voti sono andati a De Luca - lo dice Cosentino e De Luca non mi risulta l’abbia smentito - tre anni fa. MA E' DELLA CALABRIA IL RECORD NAZIONALE DI TUTTI I TEMPI !!!Si tratta di sostituire un Consiglio Regionale dove, su 50 Consiglieri Regionali, erano imputati o indagati o condannati in 35, diciamo più o meno i due terzi. E’, per esempio, il caso di Antonio La Rupa, che è figlio d’arte, perché suo padre Franco, Consigliere Regionale dell’Udeur nel centrosinistra, è stato in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e quindi stavolta tocca al figlio, per dare una chance anche al frugoletto. Poi c’è un certo Tommaso Signorelli: lui l’hanno arrestato per mafia a Amantea, si candida proprio lui personalmente, perché è uscito e quindi ha la possibilità di candidarsi.Il candidato del centrosinistra è il solito Loiero, altra vecchia conoscenza della politica: era indagato in varie inchieste, è stato assolto anche nell’ultima, una tranche di “Why Not?” di recente, la lettura degli atti di quelle inchieste denota comunque un sistema di potere assolutamente incompatibile, almeno secondo la mia valutazione, con una candidatura soprattutto nel centrosinistra e soprattutto in una regione come la Calabria. Saviano chiedeva addirittura l’intervento dell’?Ocse? oppure dell’O.N.U. per garantire la regolarità del voto soprattutto in certe zone, dove parlare di elezioni libere è una barzelletta. Nelle otto liste che sostengono il PDL - scrive Il Fatto Quotidiano - spunta tra gli altri il nome, nel nuovo PSI, di tale Sergio Stancato, che fu arrestato quando era Assessore per traffico di rifiuti e poi ne uscì per prescrizione.
 

 

Un avventuriero russo acquista servi della gleba defunti, "anime morte", su cui i proprietari devono pagare una tassa fino al prossimo censimento che ne attesta il decesso. Un affare conveniente per i proprietari e anche per Čičikov, il nome del truffatore. Čičikov vuole creare un elenco di anime morte per ottenere una somma rilevante dalle autorità che finanziano chi sposta la sua forza lavoro nelle aree del sud spopolato della Russia. Ottenuti i soldi, si dileguerà. Epidemie e carestie che portano nella tomba un grande numero di contadini sono per lui liete notizie. Più anime morte da comprare e da rivendere. Business.
Le animemorte italiane muoiono in anticipo pur di farsi comprare. Lo sentite il silenzio della Confindustria? Dei sindacati? Dei professori e dei rettori universitari? Degli artisti? Dei campioni sportivi? Degli esponenti della classe borghese come Mario Monti? Dei capi delle grandi aziende come Bernabé e Montezemolo? Delle istituzioni? Dove sono tutti? Morti, ma non ancora censiti.
Tutto è in vendita e quasi tutto è stato comprato. La responsabilità di questi struzzi della democrazia è enorme. Godono dei benefici del loro ruolo senza rispettarne i doveri. Le animemorte non hanno pentimenti. Hanno ceduto la loro coscienza in cambio di promozioni sociali, visibilità, sicurezza, potere. Imprenditore è diventato sinonimo di ladro come Tanzi, come Scaglia. Direttore di giornale, una parola oscena che equivale a verme. Chi non è ancora morto dentro non è in vendita, chi non è corrotto non può fare parte del Sistema che è diventato un immenso club con posti in prima, seconda e terza classe. L'importante è esserci, per avidità o per paura, e salire a bordo. Costi quel che costi, anche la propria dignità. Chi è fuori dal Sistema può vedere questo esercito di anime morte come l'Eden, e molti lo pensano, o come un sudario insopportabile. Più il Paese va allo sfascio, più sono le anime morte sul mercato e più il loro prezzo diminuisce. E' la legge della domanda e dell'offerta. Più sono i servi, meno costano.

Berlusconi_nucleare.jpg
Un povero vecchio si aggira per l'Italia. Ieri a Napoli non c'era neppure la claque ad aspettarlo. Il comizio semideserto lo ha intristito, non è riuscito a mandare giù un boccone e ha disertato la cena. Sabato 20 marzo è il suo giorno della riscossa a Roma. Per sicurezza ha spedito qualche milione di sms abusivi con implorazioni strappalacrime. I pullman da tutta Italia convergeranno con geometrica potenza a Roma. Piazza San Giovanni non fa inganni soprattutto a cento euro a testa. Potrà ripetere a una folla oceanica i suoi cavalli di battaglia: le toghe rosse, il nucleare sicuro, gli eroi Mangano e Bertolaso, il comunismo che non trionferà. Forse canterà qualche vecchio cavallo di battaglia da: "E Fooorza Italia" a "Meno male che Silvio c'è". Il suo canto dello psicocignonano prima di dare il becchime ai piccioni al parco insieme a Fede. Domani è un'occasione unica per la democrazia. Una retata mai vista. Circondiamoli e chiamiamo la Polizia.

 

Per l'accusa l'ex vice di Vendola avrebbe ricevuto un "mensile" da 12 mila euro

Inchiesta sanità, arrestato a Bari l'ex vicepresidente della Regione

L'ex vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo

BARI - L'ultima volta aveva parlato per lui il suo avvocato, Michele Laforgia: "Sandro Frisullo ha formalizzato da settembre la sua disponibilità a chiarire ogni aspetto dei suoi rapporti con Tarantini. A tutt'oggi, non ha ricevuto alcuna convocazione e non gli è stato contestato nessun reato". Era la fine di gennaio. Meno di due mesi dopo, l'ex presidente della giunta regionale pugliese è finito in manette. Frisullo, 55 anni, leccese, ex Ds, ora Pd, si era dimesso subito prima del rimpasto di giunta completato da Nichi Vendola lo scorso luglio. Già allora era trapelato il suo presunto coinvolgimento nel giro di escort messo in piedi dall'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. Lo stesso delle feste con il premier a Villa Certosa e a Palazzo Grazioli.

Tarantini raccontò ai pm di aver offerto a Frisullo escort e denaro (che il politico avrebbe accettato) in cambio di vantaggi per le sue società nell'aggiudicazione di appalti presso la Asl di Lecce. Secondo Tarantini i soldi e le donne servivano perché Frisullo sbloccasse i mandati di pagamento per le forniture sanitarie che Tarantini gestiva. Secondo le accuse il vice di Vendola riceveva un "mensile" di 12.000 euro. Praticamente uno stipendio che Tarantini gli avrebbe versato per 11 mesi nel 2008. E poi una tranche di 150mila euro insieme a costosi capi di abbigliamento, buoni benzina, regali di vario genere e incontri con alcune delle escort della scuderia Tarantini: Maria Teresa De Nicolò, Vanessa Di Meglio e Sonia Carpentone. Infine, anche un'auto con autista e un servizio di pulizia settimanale per la casa barese di Frisullo in via Giulio Petroni, proprio dietro la sede del Consiglio regionale pugliese.

Sono pesanti le accuse contenute nell'ordinanza emessa dalla procura di Bari contro l'ex vicepresidente della Regione Puglia. Frisullo avrebbe beneficiato delle mazzette per favorire Tarantini e l'imprenditore barese Domenico Marzocca (indagato a piede libero) per l'aggiudicazione di appalti per un milione di euro per la fornitura di materiale sanitario da parte delle società di Tarantini. Non solo: a Tarantini sarebbe andato anche un altro appalto per quattro milioni di euro per la "gestione dinamica dei documenti cartacei e cartelle cliniche" bandito dalla Asl di Lecce e aggiudicato a Tarantini e alla società "Prodeo spa" di Marzocca.

Gli arresti di questa mattina (insieme a Frisullo è finito in carcere Vincenzo Valente, direttore amministrativo dell'Asl di Lecce, ai domiciliari, invece, Antonio Montinaro, primario di Neurochirurgia del P. O. Vito Fazzi di Lecce e Roberto Andrioli, funzionario dell'Area gestione patrimonio dell'Asl di Lecce) sono stati una doccia fredda per gli accusati. "Prendiamo atto, con sconcerto e stupore, della misura cautelare in carcere eseguita nei confronti di Sandro Frisullo", affermano gli avvocati Michele Laforgia e Federico Massa, legali dell'ex vicepresidente della regione Puglia. I reati contestati a Frisullo vanno dall'associazione a delinquere alla corruzione fino alla turbativa d'asta. I legali di Frisullo segnalano inoltre come il loro assistito, "da mesi e per propria scelta non ha più alcun incarico né politico né istituzionale".
 

Unicredit, scontro al vertice
Fondazioni in pressing su Profumo

Unicredit, scontro al vertice Fondazioni in pressing su Profumo

Alessandro Profumo, A.d. di Unicredit

MILANO - E' scontro, al vertice di Unicredit, sul progetto di riassetto del gruppo sul tavolo del Cda di domani. Le Fondazioni grandi azioniste della banca - a quanto scrive l'Ansa - sono in pressing sull'amministratore delegato Alessandro Profumo affinché domani chieda, nel Cda, di rinviare il piano di "banca unica". Se non lo farà - sostengono le stesse fonti - saranno il presidente Dieter Rampl e alcuni dei consiglieri a domandare il rinvio del progetto.

L'aspetto più rilevante del piano consiste nella definitiva scomparsa degli altri marchi delle banche che sono entrate a far parte del gruppo Unicredit, come Banca di Roma e Banco di Sicilia. Ovviamente il problema non riguarda solo le insegne, ma comporta una riorganizzazione con le difinitiva unificazione di settori e servizi e quindi il taglio di posizioni di potere nella struttura della banca. Questo, come si può immaginare, ha generato un largo fronte di opposizione, soprattutto da parte delle Fondazioni ex proprietarie che temono di perdere i propri punti di riferimento all'interno del colosso del credito. La partita si presenta dunque aperta e di esito incerto.

 

E DOPO IL CROLLO DE IL SOLE 24 ORE E' IL TURNO DEL "MITICO" CORRIERE DELLA SERA: 130 MILIONI DI ROSSO. EPPURE ANCHE LORO, COME IL SOLE 24 ORE, STACCANO OGNI ANNO DAI 30 AI 40 MILIONI DI EURO DI SOVVENZIONAMENTO PUBBLICO....

MILANO - Un esercizio 2009 in sonora perdita, quasi 130 milioni di euro, più delle attese degli analisti finanziari che si aspettavano un'ultima riga dei conti in rosso per un centinaio di milioni. E, forse per rilanciare una situazione non brillante, i grandi nomi dell'azionariato che sbarcano armi e bagagli nel cda della Quotidiani. Queste le principali novità a valle del patto di sindacato e del cda della Rcs Mediagroup, la holding di Rcs Quotidiani che annovera tra le sue edizioni il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.

Anche se negli ultimi mesi la società vede l'attenuazione dei segni della crisi, non ritiene ci siano le condizioni per redigere un piano industriale triennale, che sembra sarà messo in cantiere in corso d'anno. I ricavi consolidati dello scorso esercizio sono scesi del 17% a 2,2 miliardi, principalmente a causa della contrazione settoriale dei ricavi pubblicitari, calati a 709,7 milioni da 942 nel 2008. Il risultato finale sconta, riporta la nota, "una serie di elementi negativi tra cui oneri e proventi non ricorrenti per 112 milioni, svalutazioni di immobilizzazioni immateriali per 19,3 milioni e un risultato negativo delle attività dismesse (relative prevalentemente alla cessione delle attività di stampa spagnole) per 6 milioni. Il margine operativo lordo, prima degli oneri e proventi non ricorrenti, è dimezzato a 133 milioni. La flessione "è strettamente correlata alla decisa riduzione della raccolta pubblicitaria, in parte compensata dal forte intervento sui costi operativi, scesi complessivamente di 317,5 milioni (13,4%)". Il piano di interventi posto in essere dal gruppo sia in Italia sia all'estero per contrastare la crisi generale e settoriale, ha portato nel 2009 "a benefici pari a circa 158,7 milioni, superiori rispetto all'obiettivo prefissato di 130 milioni". Il titolo a Piazza Affari ha reagito alle notizie con un calo di poco inferiore all'1%, in un listino fiacco.

Grandi novità nel consiglio della Quotidiani. Sono stati confermati il presidente Piergaetano Marchetti e l'ad Giorgio Valerio alla guida operativa, mentre cambiano i consiglieri che l'assemblea di aprile eleggerà per il prossimo triennio. La consuetudine degli ultimi tempi, di nominare nella società editrice dei quotidiani degli esponenti della società civile, sembra venuta meno. Presto entreranno negli organi sociali della Quotidiani i massimi rappresentanti degli azionisti del gruppo: Giovanni Bazoli (Intesa Sanpaolo), Luca Cordero di Montezemolo (Fiat), Diego Della Valle (Dorint), Cesare Geronzi (Mediobanca), Giampiero Pesenti (Italcementi) e Marco Tronchetti Provera (Pirelli), oltre ad Antonello Perricone, che è l'amministratore delegato del gruppo Rcs. A questi nomi, indicati dal patto parasociale che vincola il pacchetto di controllo di Rcs, saranno verosimilmente da aggiungere i manager (attualmente sono Giorgio Valerio per l'Italia e Antonio Fernandez-Galiano), oltre ai consiglieri indipendenti. Nel consiglio oggi in carica siedono, oltre ai manager Marchetti, Perricone, Valerio e Fernandez-Galiano, anche Anna Maria Artoni, Giulio Ballio, Maurizio Barracco, Vittorio Coda, Angelo Ferro, Valerio Onida, Gianfelice Rocca e Riccardo Stilli.

Un'ultima indicazione uscita dal cda di Rcs finito verso pranzo è che la quota del 10% di Poligrafici Editoriale (che pubblica Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno), sarà ceduta ad Andrea Della Valle, fratello di Diego, l'imprenditore e socio di Rcs. L'acquisto dovrebbe perfezionarsi entro un mese al prezzo di 9,5 milioni, e farà dei Della Valle i maggiori azionisti di Poligrafici dopo Maria Luisa Monti Riffeser che detiene il 61%.

 

SOLE 24 ORE: UN BUCO SPAVENTOSO

di WSI
La combinazione esplosiva di recessione e pessima gestione aprono una voragine "ufficiale" di 52.6 milioni di euro nei bilanci del quotidiano di Confindustria. Crollano diffusione (-18.6% in 12 mesi) e pubblicita'. Costi alle stelle.

Il Gruppo Sole 24 ore ha chiuso il 2009 con una perdita netta di 52,6 milioni di euro, rispettto a un utile di 16,1 milioni nell'anno precedente. E' quanto si legge in una nota diffusa al termine del Cda che ha anche conferito i poteri di gestione all'amministratore delegato Donatella Treu.

Nonostante il "buco" di dimensioni senza precedenti in Italia e nel mondo per un'azienda editoriale (quanti anni ci vorranno per tornare al pareggio?) il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, proporra', nella sua qualita' di azionista di controllo, la riconferma di Giancarlo Cerutti come presidente del Sole 24 ore Spa per il prossimo triennio.

La perdita record di bilancio e' da attribuirsi al crollo delle vendite in edicola e al parallelo tracollo della raccolta pubblicitaria sia cartacea che online. I ricavi sono scesi da 244,6 milioni del 2008 a 187,6 milioni del 2009. Motivi: 1) la combinazione esplosiva di recessione e pessima gestione aziendale (qualche testa tra i manager sta per saltare); 2) l'infelice scelta da parte di Emma Marcegaglia di Gianni Riotta come direttore, un giornalista serio ma senza alcun background economico-finanziario; 3) infine, per l'intero Gruppo editoriale di Via Monterosa ha pesato la zavorra di costi fissi astronomici.

Nei 12 mesi dal dicembre 2008 al dicembre 2009 "Il Sole 24 Ore" ha accusato una discesa a picco della diffusione pari a -18.6%, da 324.221 a 263.803 copie (parliamo di diffusione, non di vendita effettiva). Soltanto tre anni fa le copie diffuse erano oltre 400.000. Alla luce di questa drammatica situazione, dall'8 marzo "Il Sole 24 Ore" ha proclamato formalmente con tanto di accordo firmato dalle controparti (azienda e sindacati) lo "stato di crisi" per la durata di 2 anni.
COPIE DIFFUSE DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI ITALIANI

Dicembre 2009 / Dicembre 2008 / variazione %

1) E-Polis 499.500, 497.160, 0%
2) Corriere della Sera 485.203, 578.879, -16,2
3) la Repubblica 479.805, 460.574, + 4,2
4) La Stampa 291.000, 297.400, -2,2
5) Gazzetta dello Sport 289.481, 329.263, -12,1
6) Il Sole 24 Ore 263.803, 324.221, -18,6
7) Il Messaggero 186.800, 190.000, -1,7
8) Il Giornale 186.655, 167.791, + 11,2
9) Avvenire 105.405, 103.315, + 2,0
10) Libero 102.866, 115.908, -11,3
11) Il Secolo XIX 85.184, 91.956, -7,4
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

Peggiorano i conti del gruppo Sole 24 Ore che chiude il 2009 con una perdita di 52,6 milioni, dopo aver realizzato un utile di 16,1 milioni nell'anno precedente. In calo anche i ricavi, soprattutto quelli pubblicitari, passati da 244,6 milioni del 2008 a 187,6 milioni dello scorso anno. I ricavi consolidati sono invece scesi da 573 milioni a 502,7 milioni di euro. In peggioramento poi la reddivita', con l'Ebitda che mostra un valore negativo per 24,7 milioni di euro.

La posizione finanziaria netta del gruppo al 31 dicembre e' positiva per 98,8 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 149,0 milioni di euro al 31 dicembre 2008, come conseguenza dell'andamento della gestione operativa dell'esercizio cui si aggiungono la distribuzione di dividendi per 10,2 milioni di euro e investimenti netti per 20,4 milioni di euro.

Il Cda che ha approvato il bilancio ha deciso di sottoporre all'Assemblea degli azionisti, convocata per il 14 Aprile, la proposta di non distribuire alcun dividendo e di ripianare la perdita dell'esercizio della Capogruppo Il Sole 24 Ore pari a oltre 46 milioni mediante utilizzo di alcune poste del patrimonio netto.

 

 

ECCO COME FANNO VENIRE LA DIARREA: DA UNA PARTE QUELLI CHE C'ENTRANO IN UN GABINETTO E DALL'ALTRA QUELLO CHE LI INCULA...IN MEZZO LA PUTREFAZIONE DI UNA INTERA NAZIONE

« - Ecco i vostri nomi: Mr. Brown, Mr. White, Mr. Blonde, Mr. Blue, Mr. Orange e Mr.Pink!
- Perché io sarei Mr. Pink?
- Perché tu sei un frocio, va bene?
- Perché non ci scegliamo noi il colore?
- Non se ne parla neanche. Ci ho provato una volta, non funziona... quattro ragazzi, tutti a litigare per chi si doveva chiamare "Mr. Black"!
»
(Joe Cabot a Mr. Pink nel film: "Le iene" di Quentin Tarantino)
Le Iene si stanno per divorare tra loro. I segnali non mancano. E' l'atto finale della spoliazione del Paese. Le risorse sono sempre più limitate, ma l'appetito è aumentato. Le iene si sono riprodotte e ingrassate per anni in mancanza di una opposizione, come in una grande riserva. Mr Black non è più in grado di controllare Mr.Pink, né Mr. Green che ha detto: "Ne abbiamo piene le scatole di una Regione che non riesce a decollare. La Lombardia è in crisi, manca il lavoro, è senza un progetto. Da noi chi viene preso a rubacchiare viene mandato subito via"... (e trasferito agli alleati, come Pier Gianni Prosperini).
Le iene percepiscono la presenza d'una carogna o di sangue fresco a centinaia di metri e osservano il volo degli avvoltoi per individuare le carcasse d'animali morti. E in attesa della carcassa di Mr.Black si preparano. Mr Brown sta creando un nuovo clan:
Generazione Italia. Mr. White e Mr. Blue, il Partito del Sud. Mr. Pink è da tempo in volo a larghi cerchi, lui è meglio di Nostradamus per l'odore di carogna, come ogni ex democristiano li prevede almeno un lustro prima. Mr. Pink lancia i suoi stridii: "L’impasto di populismo leghista di Berlusconi, che più diventa anziano e più si incattivisce nei difetti". Mr. Orange ha anticipato tutti con la sua dichiarazione: "Mr. Black e Mr. Blue referenti della mafia". Il nervosismo per le spoglie del più grande partito degli ultimi 150 anni rende tutti nervosi. Piccoli mister crescono e si picchiano tra loro. Il buttafuori di Mr. Black ha minimizzato: "Saranno state mezze sberle", nulla in confronto a olio di ricino e manganello.
Le iene hanno denti e mascelle formidabili e uno stomaco che digerisce tutto, tranne le corna ed i peli, quelli li lasciano agli italiani insieme al debito pubblico più grande della UE. Digerito il Paese si sbraneranno tra di loro. Loro si sbranano e nel frattempo, dall'inizio della così detta crisi, DODICI PERSONE SI SONO UCCISE NEL TREVIGIANO DI FRONTE ALLA PROSPETTIVA LICENZIAMENTO, A BREMBATE ( BERGAMO) UN TRENTASEIENNE SI E' COSPARSO DI BENZINA E SI E' DATO FUOCO, AD IMOLA UN OPERAIO SI E' IMPICCATO ALLA NOTIZIA DELLA MOBILITA', A COMO UN NEGOZIANTE HA TAGLIATO CON UNA TRONCHESA LA TESTA DELA SUO SOCIO IN AFFARI E L'HA MESSA NEL FORNO A CUOCERE...

Si sente dire spesso, dalle parti dei centristi di Casini, che l’opposizione si fa in Parlamento, e non in piazza. Argomento opinabile, ma certamente legittimo.Si fa però fatica a capire come si possa fare opposizione moderata e istituzionale se poi in Parlamento non ci si va, nemmeno a votare le proprie iniziative.E’ successo oggi, alla Camera, dove è in corso l’esame del famoso e  ormai  sostanzialmente inutile decreto salva-liste. A Montecitorio le pregiudiziali di incostituzionalità, che avrebbero affossato il tanto discusso  provvedimento, non passano per pochi voti. Decisiva, l’assenza di Casini, Buttiglione e altri 15 deputati Udc.Le cronache parlamentari raccontano di un Franceschini infuriato, e di un diffuso sconcerto tra i banchi dell’opposizione. L’occasione, dicono i democratici, era ghiotta. Si poteva mandare sotto l’esecutivo alla vigilia delle elezioni, e assieme ridare un po’ di fiato simbolico a un Parlamento maltrattato dall’ossessione decretista del governo.E invece niente.Con la beffa finale di scoprire che perfino uno dei firmatari delle pregiudiziali, Michele Vietti, anche lui Udc, era anche lui assente. Chi invece E' SEMPRE PRESENTE, ECCOME, LA' DOVE C'E' UN TROJAIO, UNA POZZA PUTRESCENTE, E' TESTA D'ASFALTO:

Annozero e Michele Santoro per mesi non fanno dormire sonni tranquilli al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che schiera tutte le sue truppe, dentro e fuori l'Agcom (l'Autorità Garante per le comunicazioni) per bloccare quelle trasmissioni.
E la violenza verbale con i suoi uomini all'Agcom e con il direttore generale della Rai, Mauro Masi, aumenta ogni giorno di più perché ci sono difficoltà a bloccare Santoro, Floris e le altre trasmissioni non gradite al premier. E, come emerge dalle numerose intercettazioni tra Berlusconi e Giancarlo Innocenzi (entrambi indagati insieme al direttore del tg1 Augusto Minzolini), il presidente del Consiglio comincia a delineare gradualmente la necessità di far tacere non solo Annozero, ma di "chiudere tutto", tutti i talk show sull'informazione politica. Cosa che poi avverrà grazie al regolamento sulla par condicio approvato dalla Vigilanza e alla sua applicazione da parte del Cda Rai.
"Aprire il fuoco". In una conversazione con Innocenzi Berlusconi ordina di "aprire il fuoco" "non solo su Santoro, apritelo su tutte le trasmissioni di questo tipo". Innocenzi risponde: "Santoro continua a sbattersene, allora l'idea nostra è che da martedì, noi, cominciamo ad aprire il fuoco a tutto spiano". Innocenzi continua a rappresentare al premier tutto quello che stanno facendo insieme al direttore della Rai, Mauro Masi, per bloccare Santoro. Berlusconi lo interrompe bruscamente e gli ripete: "Ecco, fammi finire, quello che adesso bisogna concertare è che l'azione vostra (di Innocenzi e di Masi ndr) sia un'azione che consenta alla Rai per dire "chiudiamo tutto"". Innocenzi continua a dire che Berlusconi ha ragione e gli spiega: "In più c'è un codice che abbiamo varato noi, che impedisce la rappresentazione di processi in tv, per altro avallato dal Csm e anche da Napolitano, con il plauso di Napolitano, oltre che del Csm e lui (Miche-le Santoro ndr) in spregio totale continua a sbattersene i co- glioni". "Grave il processo a Cosentino". Innocenzi aggiorna Berlusconi su quello che ha fatto e su quello che farà: "Guarda io ti dicevo che avevo fatto già una riunione con Gorla (cda della Rai), con Cosimo Ferri (magistrato del Csm) con Romani... Cosimo ha messo in piedi questo tipo di giuristi e lunedì io ho già detto al segretario generale, a Calabrò (presidente dell'Agcom) che i quattro nostri fanno subito una denuncia all'autorità e noi chiediamo l'apertura dell'istruttoria, non solo per l'aspetto specifico di Cosentino (sottosegretario del Pdl per il quale la magistratura aveva chiesto l'arresto per camorra, richiesta respinta dal Parlamento ndr) ma per tutto il seguito delle trasmissioni che abbiamo analizzato, quindi ormai è un crescendo continuo da parte sua (di Santoro ndr)". E Berlusconi punta a difendere Cosentino e dice ad Innocenzi: "Ecco è grave anche il fatto che facciano (ad Annozero ndr) un processo ad uno (Cosentino ndr), è gravissimo che qua non ci sia nessuno che lo difenda che quindi non ci possa essere nessun contraddittorio, è grave che facciano interpretare a degli attori delle cose che risalivano l'altro a dieci anni fa".

"Bisogna che tu chiami Casini". Innocenzi spiega al premier che si sta adoperando anche per il sottosegretario informandolo che sta tentando di convincere anche Gianluigi Magri (componente dell'Agcom vicino all'Udc ndr) anche se "è titubante, gli ho già parlato ma è molto titubante". Ed il voto di Magri, dice Innocenzi, potrebbe essere utile per bloccare Santoro: "Bisogna che tu chiami il Pier, perché mi ha detto Magri...". Berlusconi dice ad Innocenzi che vedrà Casini e che aspettava di incontrarlo. Ed Innocenzi: "Ecco però fai una cosa con lui, fagli capire che ci tieni molto al suo giudizio in genere". E Berlusconi: "Io volevo fare l'indignato e mandarlo a fare in culo (a Casini ndr)", ma Innocenzi gli dice che sarebbe meglio non farlo. "Va bene ciao" conclude Berlusconi. E dalle carte dell'inchiesta non emerge se poi abbia incontrato Casini per il "caso Santoro".

"Volevano farmi un attentato". Berlusconi non ha un attimo di tregua, informa Innocenzi di avere parlato con il direttore generale della Rai Masi "e con tutti i nostri uomini perché ho fatto uno studio sulle televisioni europee, non c'è nessuna televisione europea in cui ci sono questi pollai e allora perché noi dobbiamo avere queste fabbriche di fango e di odio. Sono dovuto stare un giorno chiuso a Palazzo Chigi, dormirci la sera prima e la sera dopo perché - rivela il premier ad Innocenzi - è venuto fuori che volevano farmi un attentato accostando una macchina alla mia nel percorso da casa mia a Palazzo Chigi... e oggi Ghedini ha ricevuto una cosa con cinque pallottole in cui gli dicono che lo aspetta un caricatore intero, che sarà per lui, per sua moglie, per sua sorella, per suo figlio, che sanno dove va a scuola suo figlio che sanno dove va a giocare e gli hanno praticamente rovinato la vita...". E allora, conclude Berlusconi "non si può piu vedere Di Pietro che fa quella faccia in televisione, alla Rai, perché queste trasmissioni fanno sì che la gente dica "io non pago più il canone perché non voglio che i miei soldi vadano a Santoro e Floris"".
"Il pm e i danni alla Rai". E con tutte queste attività, tutte queste "pressioni" nei confronti dei suoi uomini alla Rai ed alla Agcom, per il pm che l'ha indagato, Berlusconi ha provocato "danni" alla televisione di Stato. "Pressioni" che Innocenzi, pluri-intercettato, quando viene interrogato dal pm di Trani, nega di aver ricevuto: "Assolutamente no". E quando il magistrato fa una domanda specifica, se avesse ricevuto pressioni per i "processi in televisione" Innocenzi risponde ancora: "Assolutamente no". "Ne è sicuro?". "Assolutamente si..

Un robusto carteggio interno alla Rai, una lunga ricostruzione di tutte le pressioni subite dalle origini di Annozero ai giorni nostri, lo stucchevole tiramolla aziendale sul contratto di Marco Travaglio e il capitolo dei rapporti kafkiani tra i giornalisti “sgraditi” e l’occhiuto Garante per le comunicazioni. Ieri, nelle due ore e un quarto trascorse con i pm di Trani che indagano su Silvio Berlusconi per la vicenda Rai-Agcom, Michele Santoro è stato un fiume in piena. Tanto che in più di un’occasione, secondo quanto risulta al “Secolo XIX”, i pubblici ministeri hanno faticato a mantenere l’audizione dell’anchorman campano negli stretti binari di un’inchiesta nata per una presunta truffa sulle carte di credito Amex e che nel suo filone ora più popolare poggia su intercettazioni telefoniche disposte tra l’ottobre del 2009 e lo scorso mese di febbraio. Proprio su questi nastri sbobinati dalla Guardia di Finanza di Bari, che conterrebbero almeno una ventina di telefonate del presidente del Consiglio e centinaia di conversazioni di politici al direttore del Tg1 Augusto Minzolini, si giocherà la partita giudiziaria più delicata: quella della loro distruzione per la parte che non sarebbe penalmente rilevante. Al suo arrivo sulla piazza del Palazzo di giustizia di Trani, pochi minuti prima delle 11 di mattina, Santoro ha trovato ad attenderlo decine di telecamere e una cinquantina di pensionati incuriositi da un “circo mediatico” – per dirla con gli avvocati del premier – che a quaggiù non vedevano dal Natale del 1980, quando per stroncare una rivolta brigatista nel supercarcere dovettero piombare da Roma i Nocs. Questa volta da Roma sono piombati i furgoncini delle tv e gli ispettori di Angelino Alfano, a caccia di errori formali in quelle intercettazioni che il ministro ha già defininito “a strascico” per stigmatizzarne la presunta pretestuosità. Quello di Santoro, giacca di velluto, camicia bianca e pantaloni scuro, è stata un mezzo trionfo. Prima di farsi interrogare ha stretto un bel po’ di mani e si è limitato a proferire un eroico “Vado avanti”. Sotto braccio aveva una bella cartellina zeppa di carte con sopra la farfallina della Rai. All’uscita non ha potuto raccontare nulla della propria audizione, perché anche a lui i magistrati hanno imposto il vincolo del segreto come avevano fatto il 17 dicembre scorso con Minzolini. Il direttore del Tg1 però si fece beccare subito dopo l’interrogatorio mentre chiamava sul cellulare uno dei più stretti collaboratori del premier e oggi si ritrova indagato per rivelazione del segreto istruttorio. Il conduttore di Annozero, invece, si è cucito la bocca ma aveva tutta l’aria di chi s’era ampiamente sfogato a verbale.Tra i documenti che Santoro ha messo a disposizione dei pm coordinati dal procuratore capo Carlo Maria Capristo, spiccano carte non proprio riservatissime, ma che possono aiutare i magistrati a contestualizzare meglio le presunte “pressioni” di Silvio Berlusconi sull’ex dipendente Fininvest Giancarlo Innocenzi, commissario dell’Agcom più volte insultato al telefono per non aver saputo, o potuto, bloccare puntate scomode come quella sul pentito Gaspare Spatuzza o sul processo all’avvocato Mills. In particolare, ai pm pugliesi sarebbe stata consegnata una serie di lettere delll’Agcom al cda della Rai per presunte “violazioni” commesse da Santoro e Travaglio. Istruttorie sfociate in nulla e condotte senza che i giornalisti potessero difendersi, ma che per esempio sono tornate utili ai dirigenti di Viale Mazzini al momento di inchiodare per mesi la trattativa per il rinnovo del contratto di Travaglio. Contratto che in una prima stesura, bocciata dal fondatore del Fatto Quotidiano, prevedeva non solo il controllo preventivo dell’editore Rai sul testo dei suoi interventi da leggere ad Annozero, ma anche la responsabilità diretta ed esclusiva del giornalista su eventuali multe dell’Agcom.

Congedata la “celebrità” Santoro, i pm sono poi scesi a Bari per incontrare gli ispettori ministeriali guidato da Arcibaldo Miller. Qui non c’è stato spazio per troppe divagazioni. Il pm Michele Ruggiero ha spiegato ai giornalisti che non verranno mostrate loro «carte che non siano consultabili anche dai legali degli indagati». Il che per ora significa lasciare agli ispettori la possibilità giusto di verificare che i timbri siano regolari e che le date sui registri siano coerenti con le richieste di intercettazioni. Anche per questo il ministro Alfano, ieri è stato protagonista di un durissimo“scambio di vedute” con il Csm. L’organo di autotutela dei magistrati ha aperto un fascicolo sulla sua decisione di spedire a Trani gli ispettori e in serata il guardasigilli ha bollato il tutto come un’iniziativa “inaccettabile” e che “viola la Costituzione”.

IL FINALE E' TUTTO SUO: "Voglio tra le 500mila ed IL MILIARDO DI PERSONE  in piazza".

COLPO DI STATO?? MA NON DICIAMO CAZZATE !!

La sinistra che va in piazza contro Berlusconi, i pidimenoellini alla riscossa, sono il vero segnale del cambiamento in atto. Infatti se persino loro si dissociano dallo psiconano, vuol dire che per lui è finita veramente. Prossimamente aspettiamo a Roma, in piazza del Popolo, anche i mafiosi, i piduisti, i clericali,QUELLI dell'opus dei,  i fascisti, i leghisti, le mignotte, il Papa, il cardinal Bertone, Gheddafi, Putin e gli evasori totali (di certo i più numerosi). Tutti dissociati, a prendere le distanze da un relitto umano. Cosa resterà di lui? Solo alcuni versi di Bondi:"Ei fu. Siccome immobile,dato il mortal sospiro...". Facile prendersela con chi non può più difendersi, un povero vecchio che va curato, circondato suo malgrado da esseri ripugnanti di giorno e da puttane stagionate di notte. Provate voi a vivere con Gasparri, Ghedini, Cicchitto, Bonaiuti e Capezzolone. Tutto quello che ha fatto è stato per il bene del Paese e per non finire in galera. E' sfuggito al carcere e ha sgovernato grazie alla peggiore opposizione d'Europa che gli ha consentito qualunque porcata per tre lustri. E, ora, quegli stessi che gli hanno regalato l'Italia in cambio delle briciole e di una solida poltrona: Bersani, Veltroni,Franceschini, Dalema(più o meno dato che dopo il fallimento della scalata Unipol, dopo il fallimento della scalata a Mister PESC d'Europa,dopo il doppio fallimento nella sua Puglia delle primarie (2005-2010), è stato "premiato" con la carica a comandante in capo del COPASIR, Bonino, la monaca spogliata, (che con lui ha governato) lo accusano in pubblico. Per una volta, questa fatiscente controfigura di statista ha ragione quando dice: " Sinistra in piazza per la libertà? Grottesco!".

 

COLPO DI STATO ALL'ITALIOTA, 5 MARZO 2010Salva-liste, l'opposizione  sabato 13 in piazza Scontro su Napolitano. Di Pietro: "Impeachment"

Da questa notte l'Italia non è più, ufficialmente, una democrazia. Napolitano ha firmato il decreto della legge interpretativa del Governo che rende alcuni italiani più uguali degli altri. Le leggi d'ora in poi saranno interpretate, ogni volta che converrà a loro, da questi golpisti da barzelletta e, alla bisogna, interverrà un presidente della Repubblica che dovrebbe essere messo sotto impeachment per alto tradimento.
Napolitano ha firmato di notte, di fretta, mentre gli italiani dormivano (forse per una volta si vergognava anche lui). Le
liste elettorali senza firme, con firme non autenticate, liste neppure presentate, le liste porcata sono state interpretate, riverginate. Formigoni e Polverini sono stati riammessi. Una qualunque lista dell'opposizione con il più piccolo vizio di forma sarebbe stata respinta. Siamo in dittatura. Sembra strana questa parola detta all'inizio di una nuova primavera: "dittatura".
La
magistratura è fuori gioco. Il Parlamento è fuori gioco. Le leggi, anzi i decreti legge del Governo, sottratti alla discussione parlamentare, sono la norma. La firma di Morfeo Napolitano è sempre scontata. E ora, persino l'interpretazione delle leggi è soggetta a Berlusconi, è compito del Governo. Io Berlusconi, io La Russa, io Cicchitto, io Maroni, io Gasparri, io Napolitano... io sono io e voi, cari italiani, miei sudditi, non siete un cazzo. Io emano le leggi, le interpreto e regno.
I ragazzi del MoVimento 5 Stelle hanno raccolto firme per la strada, valide, autenticate per mesi durante questo gelido inverno. Senza un soldo di finanziamento, tutto di tasca loro. E sono stati ammessi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Campania. Formigoni e la Polverini se venissero eletti,
non avrebbero nessuna legittimità e i primi a saperlo sono proprio loro. Nessuna legge regionale in Lombardia e nel Lazio potrebbe essere ritenuta valida dai cittadini. Il lombardo e il laziale a questo punto avranno il diritto sacrosanto di interpretare le leggi come cazzo gli pare.
Da oggi inizia una nuova Resistenza, l'Italia non è proprietà privata di questi scalzacani. Questa legge porcata in un certo senso è
un bene. Ora è chiaro che il Paese si divide in golpisti e democratici. Noi e loro. La Grecia è vicina e forse ci darà una mano. Tloc, tloc, tloc. Girano le pale. Tloc, tloc, tloc. Si scaldano gli elicotteri.
 

Di Pietro attacca il Colle. Il leader dell'Idv, parlando della firma del decreto, accusa il presidente di comportamento "pilatesco". Non solo. "Dalla lettura dei giornali - dice - ho appreso che il Quirinale avrebbe partecipato attivamente alla stesura del testo. Se così fosse sarebbe correo visto che, invece di fare l'arbitro, avrebbe collaborato per cambiare le regole del gioco mentre la partita era aperta". In base a ciò, insiste Di Pietro, "c'è la necessità di capire bene il ruolo di Napolitano in questa sporca faccenda onde valutare se non ci siano gli estremi per promuovere l'impeachment nei suoi confronti per aver violato il suo ruolo e le sue funzioni".
 

Formigoni è presidente della Lombardia dal 1995. Si crede insostituibile e si candida per la quarta volta. Non potrebbe, infatti la legge 165/2004 articolo 2 lo proibisce. Si può essere eletti solo per due mandati consecutivi. Lo ha riportato il 21 gennaio anche il “Fatto Quotidiano”, ma nessuno ha fatto una piega. Formigoni tira dritto come ha fatto dopo l'avviso di garanzia per l'inquinamento a Milano. Era persino contento, pensava peggio. E ha sventolato con fierezza l'avviso di garanzia (vedi video). "Formigoni uno di noi" è tempo che tolga il disturbo, mi dicono che si stia allenando in bicicletta a scopo dimostrativo. Formigoni, se eletto, potrebbe essere destituito se qualcuno facesse ricorso. Perché rischiare?

Ricapitoliamo:BECCATO AL TELEFONO, COME AL SOLITO,AD IMPORRE AD ORGANISMI DI "GARANZIA" DI CHIUDERE LA BOCCA A PERSONAGGI INDESIDERATI ( COME SANTORO, TRAVAGLIO, DANDINI...),CON I SUOI SCHIAVI INDAFFARATI AD INCASINARE LISTE ELETTORALI CHE POI NON DEPOSITANO NEI TERMINI DI LEGGE,LA CREAZIONE DI UN DECRETO INCOSTITUZIONALE PER EVADERE REGOLE CHE INVECE VALGONO PER TUTTI GLI ALTRI, I BERTOLASO BERLUSCONES INDAFFARATI A FARE LA CRESTA SU TERREMOTI E SCIAGURE SENZA ALCUN LIMITE ALL'INDECENZA, IL NUMERO DUE DEL PARTITO DEI LADRONI, VERDOLINI-MINCHIOLINI, INTENTO A RUBARE SOLDI ATTRAVERSO TELECOM-FASTWEB, IL SENATORE DI GIROLAMO, ELETTO CON VOTI TAROCCATI NEL PDL GRAZIE ALLA N'DRANGHETA, ANCHE LUI COINVOLTO NELLA CRESTA TELECOM-FASTWEB, LE PUTTANE A PALAZZO GRAZIOLI, LA CORRUZIONE DI SENATORI PER LA CADUTA DEL GOVERNO PRODI ATTRAVERSO LE "VELINE" DI SACCA' UN SUO fideles magnaccia IN RAI, IL SUO COMMERCIALISTA MILLS CONDANNATO A 4 ANNI DI RECLUSIONE PER AVER TESTIMONIATO IL FALSO NEI PROCESSI ALL-IBERIAN CHE LO VEDEVANO COINVOLTO, I 750 MILIONI DI EURO DA DARE ALLA CIR PER IL FURTO DELLA MONDADORI, LA PEDERASTIA CONCLAMATA A CASORIA, IL PENTITO MAFIOSO SPATUZZA CHE PARLA DEL SUO COINVOLGIMENTO CHIAVE NELLE STRAGI DEL 1992-1993 (ED ECCO CHE AL BRACCIO ARMATO DEI GRAVIANO VIENE TOLTO IL 41 bIS COME REGIME CARCERARIO PERCHE' "MUTO DEVE STARE"), IL SUO COMPAGNO DI MERENDE DELL'UTRI CONDANNATO A 9 ANNI PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA, L'EVASIONE FISCALE DELLA SUA MONDADORI ,RUBATA come di cui sopra, PER OLTRE 200 MILIONI DI EURO, I SUOI PROCESSI MEDIATRADE, LA CRESTA MILIARDARIA NEL GIRO DI COMPRAVENDITE DI FILM DALL'ESTERO ATTRAVERSO SOCIETA' OFF SHORE OCCULTE E FUORILEGGE, LA SUA BANCA SVIZZERA ARNER PIENA ZEPPA DI DANARO COLEGATO A STRANI CONTI CORRENTI MAFIOSI, ora abbiamo IL CASO POLLARI/POMPA-SISMI-TELECOM,A CUI E' STATO APPOSTO IL SEGRETO DI STATO, LE INTERCETTAZIONI DI TRANI CHE LO VEDONO COINVOLTO A FAR PRESSIONI A "DIRETTORISSIMI" DELLA TELEVISIONE PUBBLICA ED ALL'AGENZIA CHE SI OCCUPA DELLA TUTELA DELL'INFORMAZIONE PER FAR CHIUDERE LA BOCCA A TRASMISSIONI RITENUTE LESIVE DELLA SUA PERSONA.

                           ***********

 

La Grecia si arrende

Atene rinvia l’emissione del nuovo debito e si affida alla clemenza delle banche tedesche

"La Grecia è andata”, dicono gli operatori finanziari. Tradotto: ormai è quasi sicuro che non riuscirà a vendere i suoi titoli di debito a investitori che hanno sempre meno fiducia nelle capacità del governo di Atene di avviare il piano di risanamento promesso all’Unione europea. Il Wall Street Journal di ieri ha rivelato che questa settimana era previsa un’asta di titoli di Stato, ma il governo l’ha rinviata all’ultimo minuto per timore che lo sciopero generale di mercoledì scoraggiasse i potenziali investitori. L’asta dovrebbe quindi tenersi la prossima settimana ed è considerato l’ultimo test per la Grecia: se non vende i bond sarà la bancarotta.

L’APPELLO. “Le nostre peggiori paure hanno trovato conferma nell'economia, la Grecia non deve pensare ai costi politici ma concentrarsi sulla sua sopravvivenza”, ha detto ieri il primo ministro greco George Papandreou, in un discorso che era in realtà un appello alla Germania.

Perché ormai il destino della Grecia si gioca in una partita a due con Berlino, l’Unione europea ha abdicato e ha lasciato alla cancelliera Angela Merkel la responsabilità di decidere se abbandonare Atene al collasso (così l’euro si svaluterà e i prodotti tedeschi ritroveranno competitività, ma al prezzo di una nuova crisi bancaria e forse una recessione).

La posizione tedesca oscilla: il Financial Times Deutschland scrive che le banche tedesche hanno fatto sapere di non essere interessate a comprare bond greci, posizione che equivale a una sentenza di morte finanziaria per Atene. Ma Papandreu è stato invitato a Berlino il 5 marzo, per discutere con la Merkel il destino del suo Paese.

Per guadagnare consenso in patria annuncia di reclamare "le riparazioni di guerra" che la Germania non ha mai pagato dopo il 1945. Ma in realtà il dossier da discutere è una sottoscrizione dei titoli di debito greci fatta da banche tedesche con il governo che si accolla la garanzia dei prestiti. Un’associazione dei consumatori greca ha lanciato una campagna per il boicottaggio dei prodotti tedeschi dopo la copertina della rivista Focus su cui era rappresentata la Venere di Milo con il dito medio alzato.

I DUBBI. I mercati non sanno bene a chi credere, perché nel frattempo continuano le scommesse al ribasso sull’euro, fatte dai fondi speculativi che puntano sul collasso della Grecia. Il nove marzo Papandreu poi andrà da Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti lo ha invitato per discutere della situazione finanziaria e valutare anche le conseguenze dei un eventuale default.

Chi scalpita per intervenire è il Fondo monetario internazionale guidato da Dominique Strauss-Khan. Ieri il direttore del Fmi ha detto che "se ci sarà chiesto di fare di più, lo faremo", visto che l’Unione europea non sembra in grado di risolvere da sola il problema nonostante le rassicurazioni del Lussemburgo che, con il suo ministro delle Finanze del Lussemburgo, Luc Frieden, ricorda come "l’Europa non permetterà che la Grecia diventi un pericolo per la zona euro".

Strauss-Khan pensa anche alla campagna elettorale del 2012 in Francia, dove è l’unico candidato del Partito socialista che potrebbe contendere l’eliseo a Nicholas Sarkozy (che nella crisi non è riuscito a imporre una reazione coordinata dell’Europa). Strauss-Khan deve però vincere le resistenze culturali europee: nessuno vuole che la crisi greca sia risolta da un organismo internazionale che, anche se guidato da un francese, ha una chiara matrice americana.

 

L'Istat specifica che nel quarto trimestre 2009 il Prodotto interno lordo è a -0,3% rispetto al trimestre precedente
e a -3 per cento nei confronti del quarto trimestre del 2008. E' il maggior calo tra i Paesi dell'area euro

Pil ancora giù, nel 2009 crolla a -5,1 per cento

Allungamento Cig, no del governo
Sacconi: "E' inutile, daremo parere negativo"

Dure critiche delle opposizioni ma anche di Moffa (Pdl): "Si rispettino anche le prerogative del Parlamento". Ma anche la Ragioneria generale diffonde un giudizio negativo

 

Stop ai processi Mills e Mediaset
più difficile bloccare Mediatrade

Stop ai processi Mills e Mediaset più difficile bloccare Mediatrade

Ghedini al processo Mediaset

MILANO - Nuovo stop al processo Mills, identico destino per quello sulle presunte frodi fiscali Mediaset. Più complicato bloccare immediatamente il nuovo troncone Mediatrade, in cui il premier è indagato di appropriazione indebita e frode fiscale.

La legge sul "legittimo impedimento" approvata ieri dal Senato, avrà comunque ripercussioni pesanti sul destino processuale del presidente del consiglio.

 

Esplode la rabbia popolare

25925_105576459466920_100000436985065_137975_4122210_n

«Grande successo della manifestazione di oggi pro-Polverini a Piazza Farnese. Erano almeno in venti»

Regionali Lazio e Lombardia, centrodestra nel caos
Polverini: "Continueremo la nostra corsa"

"Sono ottimista, anche Berlusconi lo è" ha detto la candidata dopo l'incontro con il presidente del Consiglio
Maroni: "Non c'è spazio per un provvedimento d'urgenza. Non si possono cambiare le regole"

Regionali Lazio, centrodestra nel caos Polverini: "Continueremo la nostra corsa"

ROMA - Dopo quella del Pdl resta fuori anche la lista di Renata Polverini. Si profila come un vero disastro politico-organizzativo quello del centrodestra alle prese con le Regionali del Lazio. Il listino della sindacalista, mancante di una della firma di uno dei rappresentanti di lista, non sarebbe stato ammesso alle elezioni regionali dall'ufficio centrale elettorale della Corte d'Appello. La lista, invece, sarebbe stata  bocciata avendo un simbolo troppo simile a quello di Fabio Polverini, candidato di una lista collegata a Forza Nuova di Roberto Fiore. Mentre la lista di Renata Polverini ha un simbolo rosso con il tricolore sotto, quello di Fabio Polverini ha la scritta Fabio in rosso e Polverini in bianco con la dicitura candidato per la regione Lazio. La lista con la candidatura di Fabio Polverini è stata presentata prima.

Il Cavaliere sfida Gianfranco
"Se insiste farò io un nuovo partito, IL PARTITO DELLE LUNGHE INCULATE, TANTO AGLI ITALIOTI PIACE......"

ROMA - Una provocazione. In piena campagna elettorale, "proprio mentre il Pdl è sotto attacco". Il premier Berlusconi prende malissimo anche l'ennesimo affondo del cofondatore Gianfranco Fini sulla gestione del Pdl. Un logorio quasi quotidiano al quale però il Cavaliere ha deciso che si sottrarrà, e in fretta, già all'indomani delle regionali, raccontano i dirigenti che lo hanno sentito nel pomeriggio.

Il redde rationem, LA NOTTE DELLE LUNGHE INCULATE, scatta alla chiusura delle urne, vada come vada, il 29 marzo. "Se continua così, dopo il voto faccio un nuovo partito E ME LO INCULO TUTTO GIANFRANCA. È venuto il momento di contarci, voglio proprio vedere su quanti parlamentari può fare affidamento, stavolta, l'amico GianfrancA, quanti siano davvero i finiani" è sbottato il presidente del Consiglio. Una pugnalata alle spalle, quest'ultimo "così com'è il Pdl non mi piace", spedito dalla Sardegna proprio nelle stesse ore in cui lui stava ricevendo a Palazzo Grazioli la "finiana" Renata Polverini. Alla candidata governatrice alle prese con l'imprevista corsa a ostacoli non ha lesinato promesse di sostegno: "Vai avanti serena, vedrai che tutto andrà per il meglio, ti darò una mano io E NON SOLO UNA MANO...CAPISCI A ME......". Al responsabile elettorale Pdl, Ignazio Abrignani, ha chiesto invece una dettagliata relazione scritta sull'"incidente" del Lazio. Con tanto di nomi dei responsabili. Ancora Berlusconi non si capacita dello scivolone che anche ieri ha dato il destro all'amico-avversario (nelle regioni del Nord) Umberto Bossi, di sbeffegiare il Pdl a modo suo. Sono altri voti che traballano dalla Lombardia al Veneto.

 

Rifiutata l'istanza presentata dall'imputato Berlusconi, oggi in riunione del Consiglio dei ministri
Le motivazioni: "Impegno preso a udienza già fissata. Funzione giudiziaria non può essere svilita"

Mediaset, no a legittimo impedimento
Ghedini: "Processo da annullare"

L'avvocato del premier: "E' un fatto gravissimo, una decisione fuori dal sistema"

ROMA - I giudici del Tribunale di Milano hanno respinto la richiesta di legittimo impedimento avanzata da Silvio Berlusconi per l'udienza di oggi nel processo Mediaset. Nell'istanza, presentata venerdì scorso dai legali del premier, si sosteneva l'impossibilità di presenziare all'udienza da parte dell'imputato Berlusconi a causa della riunione del Consiglio dei ministri fissata per oggi. I giudici, però, hanno spiegato che l'udienza odierna era stata decisa tenendo conto degli impegni del presidente del Consiglio. Immediata è arrivata la reazione di Niccolò Ghedini, avvocato del premier, secondo il quale ci sono gli elementi per un "annullamento del processo".
 

No al ricorso, esclusa lista Pdl a Roma
Polverini si appella a Napolitano

Regionali nel Lazio, la Corte d'appello decide il non luogo a provvedere. La mancata presentazione lascia l'ex sindacalista senza il partito più forte. Rotondi: "Stufo di questa banda d'incapaci". La Bonino: "La legge valga per tutti" / AUDIO
VIDEO: E il rappresentante di lista del pdl dice
"Ero andato a fare uno spuntino"
/ FOTO Protesta Pdl   
 

 
 No al ricorso, esclusa lista Pdl a Roma Polverini si appella a Napolitano

 

Processo Mills, la Cassazione. MILLS E' STATO CORROTTO DAL PEZZO DI MERDA
"Condanna PRESCRITTA, il reato è prescritto"

ROMA - "Il reato di corruzione in atti giudiziari a carico dell'avvocato Mills è prescritto". La decisione della Corte di Cassazione arriva dopo circa quattro ore di camera di consiglio e dopo che lo stesso procuratore generale aveva chiesto l'estinzione del reato. Che, in sostanza è stato consumato (tanto che la stessa corte ha condannato Mills a risarcire alla presidenza del Consiglio 250mila euro per il danno di immagine) ma la condanna non può essere comminata. L'avvocato inglese era stato condannato a 4 anni dal tribunale di Milano in un processo in cui è stata stralciata la poisizione di Silvio Berlusconi che, secondo l'accusa avrebbe corrotto il legale inglese per fargli dire il falso.
"Le Sezioni Unite della Cassazione hanno annullato senza rinvio per estinzione del reato la condanna a 4 anni e sei mesi di reclusione per l'avvocato David Mills, accusato di corruzione in atti giudiziari, fatte salve le statuizioni civili a favore della Presidenza del Consiglio, così come stabilito dalla Corte di Appello di Milano il 27 ottobre 2009".
Questo il dispositivo della sentenza letto in aula dal presidente Torquato Gemelli. In pratica vengono accolte le richieste del Pg Gianfranco Ciani, "Non vi sono i presupposti per il proscioglimento nel merito di David Mills", aveva detto nella sua arringa. In pratica, si confermerebbe , secondo il pg,
la responsabilità dell'avvocato inglese nel reato di corruzione in atti giudiziari che sarebbe, però, prescritto. L'estinzione del reato ci sarebbe perché l'atto di corruzione va fatto risalire non al febbraio 2000 ma al novembre 1999. Da allora andrebbe conteggiato il periodo di dieci anni, dopo il quale il reato va in prescrizione. Il termine, perciò, sarebbe già scaduto. "Non sembra essere in dubbio - ha spiegato il procuratore - che il reato corruttivo è avvenuto con la comunicazione da parte di emissari di Bernasconi nei confronti di Mills della disponibilità della somma". Quella comunicazione, ha precisato Ciani, avvenne l'11 novembre 1999. La sentenza di appello, invece, aveva individuato come momento dell'atto corruttivo il febbraio 2000, quando circa 600mila euro in titoli furono effettivamente versati sul conto di Mills per il tramite del finanziere Bernasconi. Dal processo è stata stralciata, per effetto del lodo Alfano, la posizione del premier: il procedimento nei suoi confronti è ripreso dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge che prevedeva uno 'scudo' dai processi penali per le quattro più alte cariche dello Stato, e la prossima udienza è prevista per sabato prossimo. La sentenza odierna della Cassazione non potrà che avere conseguenze sul processo che riprenderà tra due giorni a Milano a carico di Berlusconi.

"Tuttavia il processo di Berlusconi - fanno notare fonti della difesa di Mills - è stato sospeso per un anno, quindi per lui, la prescrizione maturerebbe il prossimo novembre, se venisse accolta la tesi sostenuta dalla procura della Suprema Corte". In pratica, il processo a Berlusconi potrebbe andare avanti per un altro anno ma difficilmente eviterà di finire in prescrizione.

"Una colossale truffa allo Stato"
Chiesto arresto per Scaglia e Di Girolamo

Il senatore del Pdl è coinvolto nell'indagine per via della sua elezione in un collegio all'estero favorita dalla 'ndrangheta
E il gip punta il dito contro Telecom Italia Spa: "O c'è stata omissione di controlli o piena consapevolezza"

 "Una colossale truffa allo Stato"  Chiesto arresto per Scaglia e Di Girolamo

Silvio Scaglia

ROMA - "Una delle più colossali frodi poste in essere nella storia nazionale". Così il gip di Roma nelle 56 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, definisce l'operazione di riciclaggio di denaro sporco per un ammontare complessivo di circa due miliardi di euro scoperta dai carabinieri del Ros e dalle Fiamme Gialle. Tra gli ordini d'arresto anche quelli per Silvio Scaglia, il fondatore di Fastweb e per il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl), eletto nella circoscrizione Estero-Europa. Indagato anche Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb a partire dal primo novembre 2004. Il filone principale dell'indagine riguarda, oltre Fastweb, anche alti funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia Sparkle. E il gip punta il dito contro Telecom Italia Spa: "O si è in presenza di una totale omissione di controlli all'interno del gruppo Telecom Italia Spa sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio o vi è stata una piena consapevolezza delle stesse", dice il magistrato. La società risponde dicendo di essere "parte lesa" nella vicenda.
Scaglia latitante. Il provvedimento restrittivo per Scaglia, però, non è stato ancora eseguito perché l'imprenditore non è stato rintracciato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza. Scaglia, che in una nota inviata alle agenzie di stampa si dice estraneo a qualunque reato, ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo interrogatorio nei tempi più brevi per chiarire tutti i profili della vicenda.
Telecom Italia Sparkle e Fastweb. Il filone principale dell'indagine riguarda alti funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia Sparkle e Fastweb accusati, con riferimento a un arco temporale che va dal 2003 al 2006, di falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti, venduti nell'ambito di due successive operazioni commerciali dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard srl nonchè da I-Globe e Planetarium, che evadevano il pagamento dell'Iva per un ammontare complessivo di circa 400 milioni di euro, trasferendoli poi fraudolentemente all'estero, dove i soldi venivano reinvestiti in beni come appartamenti, gioielli e automobili.
Associazione per delinquere. Le accuse per tutti gli indagati sono di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al reimpiego di ingentissimi capitali illecitamente acquisiti attraverso un complesso sistema di frodi fiscali. In manette anche un ufficiale della guardia di Finanza, Luca Berriola, attualmente in servizio al comando di tutela finanza pubblica, che avrebbe incassato una cospicua tangente su una delle operazioni di riciclaggio.
Il senatore Di Girolamo. Richiesta d'arresto anche per il senatore Di Girolamo. L'esponente del Pdl sarebbe collegato con alcuni degli indagati, che avrebbero favorito la sua elezione in un collegio all'estero. In particolare gli inquirenti fanno riferimento a una riunione tenuta dallo stesso Di Girolamo da Gennaro Mokbel (uno dei 56 arrestati) e da esponenti della famiglia Arena, nel corso della quale si concordò di sostenere la sua elezione, facendo confluire su di lui i voti dei calabresi in Germania. La 'ndrangheta riuscì a venire in possesso di moltissime schede elettorali, che compilò direttamente con il nome di Di Girolamo (circostanza che era già emersa da una precedente inchiesta: l'arresto di Di Girolamo era già stato chiesto nel 2008 alla Giunta delle autorizzazioni a procedere). In base alle accuse l'elezione di Di Girolamo doveva servire all'organizzazione criminale per spostarsi, senza problemi nell'ambito delle attività transnazionali di riciclaggio.
Di Girolamo: "Roba da fantascienza". "Stanno cercando di mettermi sulla croce. E' roba da fantascienza. Mi sento paracadutato in territorio di guerra. Mi sento nel frullatore", ha commentato il senatore all'Ansa. Appena rientrato in Italia Di Girolamo ha potuto leggere le notizie: "Domattina terrò una conferenza, probabilmente in Senato. Sono trasecolato", ha detto.
Di Girolamo ha replicato anche alle accuse di contatti con la 'ndrangheta. "Sono stato in Calabria, durante la campagna elettorale, a Pasqua, una sola volta, invitato dall'avvocato Colosimo per un incontro elettorale - ha detto - Se si vanno a consultare gli elenchi dei voti da me raccolti stilati dal ministero dell'Interno ci si accorgerebbe che io a Stoccarda, ho preso gli stessi voti che sono stati da me raccolti in altre città europee. Mi accusano anche di contatti con una realtà che ignoro completamente come quella della telefonia. Io, sì e no, so accendere il cellulare. Nulla di più. Mi sembra una situazione assurda, incredibile, al limite della realtà. Domattina risponderò punto per punto".
Richiesta di commissariamento. Sono indagate anche le società coinvolte, e la procura di Roma ha fatto richiesta formale di commissariamento di Fastweb e Telecom Sparkle. La richiesta di commissariamento è motivata dalla "mancata vigilanza" ed è stata fatta sulla base della legge 231 del 2001 che prevede sanzioni per quelle società che non predispongono misure idonee ad evitare danni all'intero assetto societario.
"Sapevamo delle accuse". "Swisscom sapeva delle accuse di riciclaggio e frode fiscale contro Fastweb quando la comprò nel 2007 e sapeva dei rischi a cui andava incontro", ha detto il capo ufficio stampa Josef Huber, aggiungendo che le accuse contro la società italiana erano di "dominio pubblico".
La struttura. Alcuni indagati sono raggiunti da un provvedimento restrittivo in Usa, Gran Bretagna (Scaglia) e Lussemburgo. Per realizzare la colossale operazione di riciclaggio, il sodalizio si è avvalso di società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese ed off-shore, controllate dall'organizzazione indagata.
Il danno per lo Stato. Stando ai carabinieri del Ros e alla polizia valutaria della Guardia di Finanza, lo Stato avrebbe subito un danno per oltre 365milioni di euro derivanti dal mancato versamento dell'Iva, attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per più di 1.800.000.000 euro da parte delle società di telecomunicazione, che hanno ottenuto fittizi crediti Iva, oltre che un utile pari a quasi 96milioni di euro.
I beni sequestrati. Tra i beni sequestrati 247 immobili per un valore dichiarato di 48 milioni di euro; 133 autovetture e 5 imbarcazioni per un valore complessivo di 3.700.000 euro; 743 rapporti finanziari; 58 quote societarie per un valore di 1.944.000 euro; crediti nei confronti di Fastweb e Telekom Italia Sparkle per complessivi 340 milioni di euro circa; due gioiellerie (il valore degli immobili è calcolato in base a quanto dichiarato negli atti di compravendita). Il valore dei beni localizzati all'estero e colpiti dallo stesso provvedimento, ammonta a circa 15 milioni di euro.
L'ordinanza del gip. Secondo il gip è "una delle più colossali frodi poste in essere nella storia nazionale". Nell'ordinanza il magistrato arriva a questa conclusione valutando "l'eccezionale entità del danno arrecato allo Stato, la sistematicità delle condotte la loro protrazione negli anni e la qualità di primari operatori di borsa e mercato di Fastweb (Fweb) e Telecom Italia Sparkle (Tis)". L'obiettivo principale era creare "ingenti poste passive di bilancio dovute alle apparenti uscite di centinaia di milioni di euro in favore delle società 'cartiere'. Le ingenti somme di denaro apparentemente spese per pagare l'Iva in favore delle 'cartiere' consentivano a Fweb e Tis di realizzare 'fondi neri' per enormi valori". In sostanza, le somme sembravano spese per attività commerciali legittime e venivano riportate nelle uscite registrate nei bilanci societari ma questo movimento "serviva solo ad utilizzare liberamente il denaro incassato attraverso il pagamento dell'Iva versata dai clienti di Fweb e Tis che non era mai stato versato all' erario".
Il ruolo di Di Girolamo. Il gip sottolinea che il gruppo ha "realizzato un salto di qualità" riuscendo a far eleggere il senatore Nicola Di Girolamo, il quale "oltre ad essere uno dei promotori dell'associazione per delinquere, diveniva così un suo diretto esponente all'interno del Parlamento".
"L'estrema pericolosità del sodalizio criminale - scrive il gip - risulta evidente se si considera che esso disponeva di associati che svolgevano funzioni pubbliche, sia all'interno dell'amministrazione civile dello Stato che della polizia giudiziaria, e che ha realizzato un salto di qualità giungendo perfino a determinare l'elezione in Parlamento di uno dei promotori dell'associazione". Il tutto con l'ausilio del clan Arena.
"Terzo livello di associati". L'adesione al sodalizio di esponenti delle forze di polizia costituiva "l'ulteriore passo verso un 'terzo livello' di associati, che fosse rivestito delle pubbliche funzioni indispensabili ad assicurare i profitti dell'associazione". Questo avveniva sia con "attività di intralcio alle indagini che con diretta attività di collaborazione in cambio di elevatissime somme di denaro che costituivano il prezzo della corruzione". L'organizzazione, anche per l'abituale collaborazione con appartenenti alla 'ndrangheta (cui venivano intestati beni di lusso e attività economiche degli associati come nel caso di Franco Pugliese) è giudicata dal gip, nell'ordinanza di custodia cautelare, "tra le più pericolose mai individuate".
Telecom Italia Spa. Le modalità operative di Telecom Italia Sparkle (Tis) "pongono con solare evidenza il problema delle responsabilità degli amministratori e dirigenti della società capogruppo alla quale appartiene Tis, ossia Telecom Italia Spa". Nell' ordinanza il gip spiega che dal momento che Tis era la proprietaria dell' intera dorsale della rete di cui si avvale Telecom Italia ed è sostanzialmene la 'cassa operativa' del gruppo "è evidente che o si è in presenza di una totale omissione di controlli all' interno del gruppo Telecom Italia Spa sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio o vi è stata una piena consapevolezza delle stesse".
La Borsa. L'indagine della procura di Roma ha provocato pesanti strascichi in Borsa. Il titolo della società fondata da Scaglia ha ceduto il 7,55% a 15,05 euro dopo aver toccato un minimo infraday di 14,2 euro. Vorticosi i volumi con 1 mln di pezzi passati di mano (pari all'1,26% del capitale) rispetto ad una media mensile di 57 mila. Telecom Italia ha ceduto invece il 2,87% a 1,083 euro con volumi inferiori alla media mensile. Sono infatti stati scambiati 106,2 mln di pezzi rispetto ad una media di 131,8 mln.

Mokbel, Colosimo, Andrini
La galassia di estrema destra

Mokbel, Colosimo, Andrini La galassia di estrema destra

Mokbel (a destra) con boss della 'ndrangheta Franco Pugliese

ROMA - C'è una galassia nera che ruota attorno agli affari oscuri del senatore Nicola di Girolamo, alla truffa da 2 miliardi delle compagnie di telefonia e al riciclaggio di capitali dell 'ndrangheta. Imprenditori, manager e avvocati con alle spalle una militanza nelle file dell'estrema destra e un presente "ripulito" grazie alle amicizie nel Popolo della Libertà, vicine al sindaco Gianni Alemanno, e sponsor di Renata Polverini nelle regionali nel Lazio. C'è innanzitutto Gennaro Mokbel, 50 anni, imprenditore della Camilluccia "già esponente dell'organizzazione eversiva di destra Terza Posizione" amico degli ex Nar, Francesco Mambro e Giusva Fioravanti. Tra le sue vecchie frequentazioni figura Antonio D'Inzillo, killer della Banda della Magliana e dei Nar. Per gli inquirenti è la mente dell'organizzazione criminale. Di lui, i pm dell'Antimafia Giancarlo Capaldo, Giovanni Bombardieri e Francesca Passaniti ne sottolineano la "straordinaria capacità di proporsi nei circuiti legali dell'economia con interessi nel settore dei diamanti estratti in Uganda".
Con le sue società produce i film del regista Stefano Calvagna e promuove i match del pugile Vincenzo Cantatore. Qualcuno giura di averlo visto in compagnia dell'ex avvocato di Berlusconi, Cesare Previti. I pm scrivono che Mokbel vanta di "disporre di finanzieri "affittati" e di essere stato "braccio destro" del generale della finanza Francesco Cerretta, consulente della commissione Telekom Serbia". Il presente di Gennaro Mokbel lo vede al fianco del senatore Di Girolamo. È lui a reclutare i voti dei calabresi in Germania vicini ai clan di Fabrizio Arena e Franco Pugliese. Una persona di sua fiducia con cui fa affari è Paolo Colosimo, avvocato vicino alla destra, difensore di Niccolò Accame, figlio dell'ex deputato Falco ed ex portavoce di Francesco Storace, nel processo Laziogate. Anche per Colosimo, ex legale anche dell'immobiliarista Danilo Coppola, viene chiesto l'arresto.

Ma Mokbel conosce molto bene anche Stefano Andrini, manager dell'Ama sotto la giunta Alemanno, con un passato pesante di picchiatore. Nel 2006, un'informativa della Digos sugli "Irriducibili" della Lazio se ne occupa perché è lui a registrare il sito del gruppo di ultrà formato da tanti militanti di Forza Nuova. "Andrini è conosciuto per la sua pregressa appartenenza - scrive la Digos - ai gruppi d'estrema destra "Movimento Politico Occidentale" e "Alternativa Nazionale Popolare"".
Nel '94 era stato arrestato per l'aggressione ad alcuni studenti di sinistra alla Sapienza. E 4 anni prima aveva ridotto in fin di vita due ragazzi al cinema Capranica. Fuggito in Svezia, era stato poi condannato a 4 anni per tentato omicidio. La svolta avviene nel 2008: Andrini è l'uomo che fa eleggere l'avvocato Di Girolamo, nella liste di Berlusconi in Senato, con i voti degli italiani all'estero. Secondo i pm Andrini e Gianluigi Ferretti, ex segretario dell'onorevole Mirko Tremaglia, sono proprio quelli che con Mokbel scelgono Bruxelles come residenza fittizia di Di

ruffa viene scoperta dai pm di Roma che chiedono invano l'arresto del neosenatore.
Il 20 ottobre 2008 la Giunta delle Elezioni ordina l'annullamento della nomina. Ma la decisione è sospesa grazie all'intervento del senatore del Pdl, Andrea Augello, uomo ombra delle politiche del Campidoglio ora grande sponsor di Renata Polverini. Nel 2009 Andrini diventa ad di Ama servizi. La nomina scatena polemiche. A sua difesa si schiera il sindaco Alemanno che ieri lo ringrazia "per la sua sensibilità" quando rassegna le dimissioni.

Girolamo. Andrini, firma la dichiarazione al consolato di Bruxelles che attesta la residenza di Di Girolamo in Belgio. Nessuno controlla: il console è un suo amico.

Lambro, dietro quel sabotaggio
appalti e un progetto milionario

Quasi 200mila metri quadri di superfici, piste ciclabili ed edifici ecosostenibili: così dovrebbe cambiare il volto dell'antico complesso industriale di Monza da cui qualcuno ha fatto uscire gli ottomila metri cubi di petrolio che hanno avvelenato il Lambro e il Po. La Procura indaga sul sottobosco degli appalti

di Gabriele Cereda

La raffineria della Lombarda Petroli

La raffineria della Lombarda Petroli

È un affare da mezzo miliardo di euro, un progetto faraonico da 187mila metri quadrati su un terreno di 309mila. Ed è previsto proprio sui terreni della Lombarda Petroli, l´ex raffineria di Villasanta a Monza da cui qualcuno, nella notte tra lunedì e martedì, ha fatto uscire gli ottomila metri cubi di petrolio che hanno avvelenato il Lambro per poi riversarsi nel Po.

GUARDA Il rendering del progetto

Su quell´impianto, e sui terreni che lo circondano, dovrebbero sorgere appartamenti, negozi, capannoni industriali, un grande centro direzionale. In una parola, Ecocity: così lo ha battezzato la Addamiano Engineering di Nova Milanese, che vuole realizzare tutto ciò. Un progetto che da qualche tempo sembra segnare il passo, frenato da una serie di difficoltà economiche, e sul quale ora la catastrofe del Lambro si abbatte con la forza di un ciclone. E le indagini dei carabinieri, della polizia provinciale e del Noe, il nucleo ecologico dell´Arma, sembrano avere già imboccato una direzione precisa: quella del sottobosco dei subappalti.

 

Le belle notizie dall'Italonia. Nel giorno del lancio dell'esercito della libertà del cazzo di quella merda a capo del governo, che si inventa le liste pulite, avete capito bene, le liste pulite di sto cazzo, grazie anche agli auto gol eterni della merdosa sinistra che fa vomitare anche peggio di chi merda è al governo, ecco la nuova star alla ribalta:Di Girolamo smentito dalle foto Verbali: diamanti ed eversione. Quell'unica, perentoria, affermazione "non ho mai avuto contatti con mafia, camorra e 'ndrangheta" viene tuttavia smentita da un servizio fotografico pubblicato in esclusiva nel prossimo numero de "L'espresso" e che qui anticipiamo. Il servizio documenta una cena elettorale svoltasi nell'aprile 2008 durante la quale il senatore Di Girolamo è ritratto in atteggiamento amichevole insieme al boss Franco Pugliese e questi, a sua volta, con Gennaro Mokbel (considerato l'ambasciatore delle famiglie mafiose calabresi nel potere politico romano): tutti coinvolti nella maxi inchiesta che vede implicati i vertici di Fastweb e Telecom. Tutti gli uomini della galassia di estrema destra di MARINO BISSO. E questo è niente: Processo Mills, oggi l'ultimo atto. Arriva la sentenza della Cassazione. Ma Bertolaso che fine ha fatto?? Le sue massaggiatrici, il numero due del PDL in tangente con il ginnico delle emergenze, tutta sta merda in prima pagina solo una settimana fa che cazzo di fine ha fatto?? Un articolo del "The New York Times" del 13 febbraio è passato quasi inosservato in Italia. Eppure è la campanella che segna la fine della ricreazione per l'economia italiana. Il titolo "Wall St. helped to mask debt fueling Europe 's crisis" (Wall Street ha aiutato a nascondere il debito pubblico europeo) riassume la tesi dei tre autori, L. Story, L. Thomas, N. Schwartz. Le banche americane e tra tutte la Goldman Sachs hanno permesso ad alcuni Paesi europei di nascondere il deficit di bilancio alla UE. La più esposta è la Grecia che ha sottoscritto con Goldman almeno due contratti di derivati "swaps" dai nomi mitologici Arianna e Eolo nel 2000 e nel 2001 per fare subito cassa in cambio di ipoteche sugli incassi futuri dalle tasse aeroportuali e dalle lotterie. Il governo greco classificò i contratti come vendite e non come prestiti (rischiosi) a lunga scadenza. Nessuno sa quanti di questi contratti sono stati stipulati e per quale entità.
Angela Merkel ha dichiarato che sarebbe uno scandalo se la Grecia avesse occultato il suo debito. Secondo l'agenzia
Bloomberg sono almeno 15 le banche che hanno accordato prestiti sotto forma di swap nei quali il rischio di controparte è a carico della Grecia. Con gli swap in sostanza vengono anticipate dalle banche delle somme di denaro in funzione di un evento che può o non può manifestarsi e (di solito) non si manifesta. Il cliente si ritrova quindi a dover ripagare il prestito con corposi interessi come sta avvenendo per molti Comuni italiani che si sono indebitati in questi anni. Lo swap serve a spostare più in avanti un debito che però, prima o poi, va pagato. E' come una carta di credito. Il problema si aggrava quando il debito non è dichiarato come tale e emerge all'improvviso dai bilanci degli Stati. La stessa cosa che avvenne con i subprime per le banche può avvenire con i derivati swap con gli Stati.
Le banche sono sempre alla ricerca di ottimi affari e gli Stati in procinto di affogare lo sono. Lo scorso novembre, con la Grecia in piena crisi, la Goldman Sachs è tornata ad Atene sul luogo del delitto per proporre di spostare con l'ennesimo strumento finanziario il
debito della sanità nel futuro. La Grecia non ha accettato o, forse, non ha potuto accettare.
L'articolo cita anche l'
Italia... "
Gli strumenti sviluppati da Goldman Sachs, JP Morgan e da altre banche hanno permesso ai politici di mascherare i prestiti in Grecia, Italia e forse altrove" ... "Stati come l'Italia e la Grecia entrarono nella UE con un deficit superiore a quello permesso dal trattato che creò l'euro. Piuttosto che aumentare le tasse o ridurre la spesa, questi governi ridussero artificialmente il loro deficit con i derivati". Il debito pubblico della Grecia è di 298,5 miliardi di euro a fine 2009, un default greco trascinerebbe con sé anche molte grandi banche. L'economia greca vale comunque solo il 3% del PIL europeo. Un piano di intervento è possibile. La vera minaccia alla stabilità economica europea secondo Robert Mundell, premio Nobel per l'Economia, è l'Italia. L'Italia ha circa 1.800 miliardi di euro di debito, sei volte la Grecia, un quarto dell'intero debito europeo e potrebbe essere oggetto di attacchi speculativi. I nodi stanno venendo al pettine, purtroppo per gli italioti di merda. Nel frattempo, tanto per RINCOGLIONIRE TUTTI, IL MERDOSO AL GOVERNO SI RUBA ANCHE LE PARTITE DI CALCIO....
la decomposizione del sistema che sta accelerando. La Protezione Civile e Fastweb/Telecom sono solo l'inizio. E' una vecchia generazione di ladri e di personaggi senza valori che ci sta lasciando aggrappata alla zattera delle leggi ad castam, delle omissioni e dei silenzi dei media, degli inciuci. I partiti sono arrivati a destinazione e non lo sanno ancora. Avranno un brutto risveglio. Ogni appiglio è buono per ritardare gli elicotteri, anche copiare (ma solo a parole) il Programma del MoVimento 5 Stelle. Dall'UDC di Cuffaro che vuole "onestà e trasparenza", agli impuniti del PDL che parlano di "liste pulite", alle anime morte del PDmenoelle con il no al nucleare e alle rinnovabili (con Bersanertor sponsor dell'acqua privatizzata e degli inceneritori).
 

VERSO L'EURO2, VERSO LO SCISMA MONETARIO. MERCATI IN FIBRILLAZIONE PER L'AUMENTO DEI TASSI AMERICANI, LA GERMANIA GUARDA CON PREOCCUPAZIONE AD UN INDEBOLIMENTO DELLA VALUTA EUROPEA.

"Oggi tenterò di fare un quadro su quella che è una delle più contestate teorie di natura monetaria circa l’avverarsi di un cosiddetto Euro 2, di una spaccatura valutaria all’interno dell’area monetaria in Europa che porti all’emersione di una seconda divisa che consentirà un tenore di doppia circolazione all’interno di determinati Paesi.
Chi ha letto il mio primo saggio economico nel 2006: “Duri e puri, aspettando il nuovo 1929”, si ricorderà che in copertina c'era una moneta da un Euro che si spezzava in due. Molti lettori mi hanno chiesto: "Ma perché non hai messo il dollaro al posto dell’Euro, non sarebbe stato più giustificato visto quello che è accaduto dopo?"
No perché l’idea originale era proprio quella che all’interno dell’area Euro si potesse creare un Euro 2, una cosiddetta baby moneta, secondaria che venisse utilizzata all’interno di alcuni Paesi, quali sono questi Paesi? I cosiddetti PIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) a cui aggiungerei Malta e Cipro. Per quale motivo un Euro 2? Perché a distanza di 10 anni dalla nascita dell’Euro, ci si rende conto di come l’Unione Europea sia nata attraverso pressioni e forzature insensate e quasi scellerate perché alcuni Paesi, tra i quali anche il nostro, debbono scontrarsi con deficienze strutturali che sarà difficile nel lungo termine riuscire a livellare.
I famosi parametri di Maastricht, che ormai sono parametri scritti nei libri di storia, perché negli ultimi due anni solo saltati per quasi tutti, dalla Germania alla Grecia, a cosa serve un’Europa in cui i processi di armonizzazione economica avrebbero dovuto pretendere un allineamento in termini di debito pubblico rapportato al Pil e poi di ricorso al deficit di bilancio per tenere in piedi i Paesi, quando ci troviamo con un grande punto di domanda per la Grecia: "La Grecia si autosalverà attraverso una ridefinizione della fiscalità diffusa, oppure verrà salvata dalla Germania in concertazione con altri Paesi?". Questa è la vera preoccupazione dei mercati finanziari, vi è di più, se la Grecia venisse salvata, a quel punto si creerebbe un precedente, si dovranno salvare più avanti la Spagna e forse anche l’Irlanda e non dimentichiamoci dell’Italia, solamente che la Grecia pesa in maniera ridicola dal punto di vista economico, l’Italia, la Spagna sono un grande punto di domanda perchè non ci sarebbero le risorse per intervenire e mettere un tappo alla falla. Ecco perché i mercati finanziari hanno un particolare nervosismo sia sulla negoziazione dei titoli di Stato, che sullo stesso andamento del rapporto Euro - Dollaro, ormai il vero driver trainante i motori finanziari e che è stata la giustificazione della cosiddetta ripresina che abbiamo conosciuto fino a un mese fa, dovuta proprio al rapporto di cambio tra Euro e Dollaro. Dopo quello che è accaduto (alla Grecia, ndr), il cambio Euro - Dollaro si è contratto pesantemente, è passato a 1,50 e si sta proiettando a 1,30, forse anche a 1,25. I mercati finanziari vivono con maggior ansietà il futuro dell’Europa rispetto agli Stati Uniti d’America a causa della disomogeneità strutturale in termini di deficit, di crescita e di credibilità dei Paesi europei.
L'Euro è un marco travestito, una moneta che hanno preteso e voluto i tedeschi perché la Germania era un Paese con potenzialità in termini di export rivolte soprattutto ai Paesi europei, quindi aveva la necessità di una valuta forte e di un rapporto di cambio fisso che consentissero stabilità negli scambi commerciali.
Paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia hanno potenzialità diverse da quelle della Germania, pensiamo all’Italia che esporta molto di più rispetto alla Germania, al di fuori dei confini europei e avrebbe la necessità di una valuta competitiva, un po’ quello che sta facendo la Cina nei confronti delle altre divise, tenendo lo Yuan svalutato per rendere appetibili le esportazioni cinesi.
In questi termini dovremmo ripensare alla politica monetaria per alcuni Paesi europei, ed è per questo motivo che comincia a emergere l’ipotesi del cosiddetto Euro 2, una spaccatura all’interno dell’Euro che faccia nascere una seconda divisa.. Ricordiamoci però che proprio per questa ragione uno dei primi Paesi che si dovrebbe opporre sarebbe la Germania che si ritroverebbe a avere partner con potenzialità e appeal valutari che la metterebbero in difficoltà. L’emergere dell’Euro ha creato molti più benefici a alcuni Paesi e messo a dura prova la tenuta dei conti di altri, ecco perché in questo momento i mercati sono dubbiosi sul futuro dell’Europa e dell’Euro. La Grecia con 0,3 trilioni di euro fa ridere, può essere salvata attraverso un intervento in concertazione di più Stati, ma un Paese come la Spagna? L’Italia? Chi li salverà?"

NOI LICENZIAMO, SMANTELLIAMO, DELOCALIZZIAMO,FACCIAMO CADERE PRODUTTIVITA', PERO' CI MERITIAMO...UN BELL'AUMENTO!!!

Le reazioni dei sindacati agli aumenti dei compensi dei dirigenti Fiat
Il segretario Fiom: "Per loro non c'è il mercato, ma il miglior socialismo possibile"

Cremaschi: "Ai manager bonus più alti
per i dipendenti premi giù del 30-40%"

LA MERIDIONALIZZAZIONE DELL'ITALONIA

Tra Roma, L'Aquila e Firenze piccole "mosche del capitale" ronzano sulla gelatina della Protezione civile. Intanto, a Nord, i pezzi grossi del capitalismo si riorganizzano. Nel silenzio discreto dei salotti buoni, l'establishment continua a lavorare alla sua blindatura. Al centro dei giochi, ancora una volta, Cesare Geronzi.

cesare geronzi:cacciato nel 1982 DAL BANCO DI NAPOLI PER TRUFFA, approda ALLA CASSA DI RISPARMIO DI ROMA che si lega a doppio filo alle manovre dell'IRI di PRODI per la liquidazione DEL PATRIMONIO PUBBLICO ALLA FINE DEGLI ANNI OTTANTA.Tra queste proprietà c'è il BANCO DI SANTO SPIRITO. La Cassa di Risparmio di Roma NON HA I SOLDI NECESSARI PER ACQUISIRLA, quindi Prodi permette a Geronzi di prendersi la VENDITA DEGLI SPORTELLI DELLA CASSA DI RISPARMIO ALLA SANTO SPIRITO. Con i soldi della vendita Geronzi (!!!) acquisirà IL BANCO. nEL 1990 alla Cassa di Risparmio di Roma si unisce IL BANCO DI ROMA, che aveva aquisito la BANCA NAZIONALE DELL'AGRICOLTURA. Alla fine dei novanta è il turno DEL BANCO DI SICILIA,nel 2000 DELLA CASSA DI RISPARMIO DI REGGIO EMILIA E DI BRESCIA. Da tutte queste banche impastate Geronzi crea nel 2002 CAPITALIA. Come capo di Capitalia, Geronzi è coinvolto nell'emissione di bond FRAUDOLENTI CIRIO E NEL TRACOLLO ITALCASE (2006). Con la fusione nel 2007 di CAPITALIA CON UNICREDITO, GERONZI DIVIENE PRESIDENTE DI MEDIOBANCA SPA,L'EX BANCA DI CUCCIA. Della corrente andreottiana, Geronzi vanta partecipazioni ne IL TEMPO, IN CLASS, NELL'UNITA', NE IL MANIFESTO, NELLA DISASTROSA CONCESSIONARIA PUBBLICITARIA MMP, liquidata nel 1997 per il 70% a carico dello stato.

Nel 1996 VERSA AI DEMOCRATICI DI SINISTRA UN GETTONE DI PRESENZA DA 502 MILIARDI DI LIRE. Dal 2000 scattano invece i suoi IMPEGNI CALCISTICI:

Nel 2004 ha acquisito tramite Capitalia il 49% di Italpetroli, la società che controlla l'AS Roma con una quota del 67%, sfruttando la conversione in azioni di crediti per 35 milioni di euro. La banca deteneva inoltre un'opzione a salire al 51% nel caso il piano di risanamento della squadra non avesse successo ma, nel 2008, tale opzione è stata cancellata. Inoltre Capitalia è uno dei creditori della S.S. Lazio, dopo esserne stata anche azionista e averla salvata con un aumento di capitale. Accusato da Gaucci di essere stato responsabile del fallimento del PERUGIA DEL 2004.

LE BEGHE GIUDIZIARIE

  • Parmalat - Eurolat: Nell'ambito del processo per il crac Parmalat è indagato per usura aggravata e concorso in bancarotta fraudolenta. Per l'accusa Geronzi avrebbe costretto Tanzi ad accollarsi la società Ciappazzi, appartenenti al gruppo Ciarrapico. L'investimento sarebbe stato finanziato da Capitalia con tassi da usura.[5] Per il filone Eurolat, Geronzi è stato rinviato a giudizio per estorsione e bancarotta societaria il 5 aprile 2008.[6][7] Secondo l'accusa, Geronzi avrebbe imposto a Tanzi l'acquisto di Eurolat, società del Gruppo Cirio di Sergio Cragnotti ad un prezzo gonfiato, minacciando di chiudere gli affidamenti bancari. Gli atti del processo sono stati trasferiti da Parma a Roma il 20 giugno perché il reato contestato (estorsione in relazione alla vendita di Eurolat dalla Cirio alla Parmalat) sarebbe stato compiuto a Roma.[8][9]
  • Crac Cirio: il banchiere è indagato di frode riguardo l'emissione e collocamento dei 'bond' Cirio tramite Capitalia.[10]

Caso Telecom: frode fiscale operata dalla lussemburghese Bell (controllata da Hopa, la merchant bank di Emilio Gnutti partecipata anche da Geronzi).[13]

La fusione CAPITALIA/UNICREDITO da il via a BANCA UNICREDIT, la banca piu' grossa d'Italia. Unicredito e' la fusione negli anni novanta DEL CREDITO ITALIANO, ROLO BANCA, CASSA DI RISPARMIO DI MODENA, BANCA DEL MONTE DI BOLOGNA E RAVENNA, CASSA DI RISPARMIO DI VERONA,CASSA DI RISPARMIO DI TORINO, TRENTO E TRIESTE. Tutte queste banche si fondono nel 2002. Nel 2005 il Gruppo Unicredito lanciò l'OPA sulla tedesca HVB che a cascata prese l'austriaca BANK AUSTRIA che a sua volta controllava la polacca BHP,il maggiore istituto di credito polacco. L'amministratore delegato PROFUMO DI UNICREDITO nel 2006 firmava un accordo con il governo polacco per l'acquisizione di 200 sportelli Bhp. Nel 2007 la fusione con Capitalia con un rapporto di 1,12 azioni Capitalia per ogni azione Unicredito. Nasce UNICREDIT BANCA.

MEDIOBANCA. Era la banca di Cuccia, un istituto di credito industriale nato nel 1946 come finanziatore a medio termine, posseduto da credito Italiano e Banco di Roma. Banca con Cuccia per quasi 60 anni al centro di tutti i principali movimenti finanziari italiani, nel 2000 vede alla sua presidenza l'erede di Cuccia Maranghi. Come visto Banco di Roma confluì in Capitalia ed il Credito Italiano nel gruppo Unicredito. Questi due colossi finirono per esautorare il patto di sindacato che reggeva Maranghi che nel 2003 fu buttato fuori. Con la fusione del 2007 Unicredit prendeva oltre al suo 9% di Mediobanca anche la dote del 9% di Capitalia. Il nuovo patto sindacale vedeva Geronzi alla presidenza con Unicredit che cedeva ai nuovi "sindacalisti"il 9% della dote Capitalia. Mediobanca ha una rilevante partecipazione in GENERALI.

Ieri, a Milano, è stata una vorticosa giornata di incontri. Il presidente di Mediobanca ha ricevuto il ceo del Montepaschi Siena Giuseppe Mussari, appena designato al vertice Abi. Poi ha visto Diego Della Valle, patron del gruppo Tod's, membro del patto di sindacato di Piazzetta Cuccia e consigliere delle Generali. Subito dopo, nel suo ufficio è entrato il costruttore romano Pierluigi Toti, patron della Lamaro e titolare di un 5% della controllata Rcs. Nelle stesse ore, in attesa del faccia a faccia tra lo stesso Geronzi e Giovanni Bazoli (annunciato ieri da Repubblica e poi rinviato) il direttore generale di Mediobanca Renato Pagliaro (che è anche consigliere di Telecom) ha varcato la soglia di Cà de Sass, per un incontro con il ceo di Intesa Corrado Passera.

Che sta succedendo? Le partite in corso sono due. La prima riguarda Telecom, ed è la più complicata viste le difficoltà tecniche sorte intorno alla già decisa fusione con Telefonica, soprattutto a proposito del destino della rete che, se scorporata, ridurrebbe il gruppo italiano a una mezza scatola vuota e renderebbe meno conveniente l'operazione per gli spagnoli. La seconda partita riguarda il futuro prossimo della Galassia del Nord, cioè del centro di potere che ruota sull'asse Mediobanca-Generali, crocevia delle partecipazioni (incrociate e non) tra i maggiori gruppi industrial-finanziari del Paese: da Intesa a Rcs, da Telecom a Unicredit, da Fiat a Pirelli, da Fininvest a Ligresti. Su questo fronte, in queste ore si va consolidando il progettato "arrocco" di Geronzi. Il banchiere di Marino è sempre più in difficoltà per le sue vicende giudiziarie: mercoledì scorso l'ex direttore finanziario di Parmalat Fausto Tonna ha dichiarato in tribunale che il gruppo di Collecchio subì forti pressioni dalla Banca di Roma e dallo stesso Geronzi per acquistare Eurolat dalla Cirio di Sergio Cragnotti. A questo punto il suo trasloco a Trieste, sulla plancia di comando delle Generali, viene dato quasi per sicuro. Il tentativo dell'83enne Antoine Bernheim di resistere ancora per un anno è fallito. Persino Francesco Gaetano Caltagirone, sabato scorso, gli ha dato un "benservito" pubblico. È il segnale che l'operazione Geronzi è partita. In questa chiave vanno letti gli incontri di ieri a Piazzetta Cuccia: il sempiterno Cesarone della finanza nazionale ha avviato la sua "campagna elettorale" con i soci di Mediobanca.



Ma mentre per Geronzi alla guida delle Generali non ci dovrebbero essere problemi, qualche problema c'è per la "subordinata" che i Poteri Forti avevano in mente: Marco Tronchetti Provera presidente di Mediobanca. Su questo ulteriore giro di poltrone c'è più di un intoppo. Il primo intoppo si chiama Alessandro Profumo: il ceo delegato di Unicredit, socio principale con l'8,7% del capitale, ha detto a Milano Finanza sabato scorso che se ci fossero cambiamenti in Piazzetta Cuccia "non staremmo certo a guardare e faremmo valere il nostro ruolo di azionisti". Il secondo intoppo si chiama Mario Draghi: il governatore di Bankitalia non vede con favore il moltiplicarsi dei conflitti di interesse che si produrrebbe con il passaggio del controllato Tronchetti al vertice del controllante Mediobanca. Il terzo intoppo si chiama proprio Tronchetti: interrogato sul tema e fiutata l'aria non proprio favorevole per lui, dice lapidario "sto bene in Pirelli, altre ipotesi non esistono". Così Geronzi, che come dice un'autorevole fonte milanese "non può trasferirsi in Generali e poi prendere ordini da chi lo sostituirà in Mediobanca", avrebbe già preparato un "piano B". Il suo candidato per la poltrona che fu di Cuccia e di Maranghi sarebbe proprio Pagliaro, suo attuale direttore generale a fianco all'amministratore delegato Alberto Nagel nella complessa governance dell'istituto.

Ma anche questa candidatura non è così agevole da far ingoiare a tutti i soci del patto, e più in generale ad un sedicente Gotha finanziario abituato a considerare Mediobanca una "istituzione", che dunque richiede al suo vertice (con tutto il rispetto dovuto a Pagliaro) una figura "di più alto profilo". Così, secondo i rumors, i dubbi del "rito ambrosiamo" sarebbero superati dalle certezze del "rito romano". Se Pagliaro non superasse l'esame dei Poteri Forti, l'alternativa sussurrata in un orecchio allo stesso Geronzi dal suo storico padrino politico Gianni Letta sarebbe Lamberto Cardia. L'attuale presidente della Consob è amico intimo del Gran Ciambellano del berlusconismo. Scade nella prossima primavera, e stavolta gli sarà impossibile farsi allungare ulteriormente il mandato. Sarebbe perfetto, per presunta autorevolezza e per sicura tempistica, per un passaggio a Mediobanca. Chi meglio dell'ex controllore della Borsa italiana, per guidare un gigantesco ircocervo che riassume su di sé il controllo di mezzo listino azionario del Paese?

Un'operazione del genere suggellerebbe quella marcia del potere romano sulle roccaforti del Nord della quale si parla da settimane. Ma come sempre, quando si palesa un'avanzata capitolina del già onnipotente Gianni Letta si innesca subito una resistenza uguale e contraria nella truppa padana del governo. Giulio Tremonti, infatti, sta cercando un posto per Vittorio Grilli, stanco di guerra alla direzione generale del Tesoro. Gli aveva promesso la poltrona di governatore di Bankitalia, in caso di vittoria di Draghi nella corsa per la Bce. Ma non appena l'ipotesi è trapelata Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Banca centrale europea, ha fatto sapere che, semmai SuperMario raggiungesse l'ambita méta a Francoforte, il soglio di Via Nazionale spetterebbe a lui per ovvie ragioni: dal consiglio Bce, per statuto, non ci si può dimettere se non in presenza di un altro e più alto incarico istituzionale. Per questo, al Divo Giulio di Via XX Settembre sarebbe venuta in mente la suggestione: "dirottare" Grilli su Mediobanca. Il che, per questo capace grand commis dello Stato, sarebbe un fior di dirottamento.

Le manovre sono in pieno corso. Non è ancora certo quale sarà l'esito di questa guerra di posizione. Ma qui, nel campo di Agramante dell'anomalia italiana, si sta consumando l'ultimo, grande scontro di potere che mescola interessi economici e rendite politiche. Comunque vada a finire, sembra chiaro l'"utilizzatore finale": Silvio Berlusconi.

 

 

Non si capisce molto l'ottimismo di Giannini de LA REPUBBLICA, anche lui, come Bonaiuti a decantare la tenuta dell'Italia: la "i" di PIGS è riferita all'Irlanda,non all'Italia e questo attraverso un contorsionismo lessicale finanziario: "Il debito estero di Dublino è pari a nove volte il Pil, quello pubblico (sull'estero) è oltre il doppio delle entrate, le riserve della Banca centrale coprono solo un 460mo del debito a breve, il cambio reale si è apprezzato del 13 per cento dal 2005 e il Pil è crollato del 7,5 per cento" Tuttavia NON SI CAPISCE, E GIANNINI NON LO SPIEGA, PERCHE' I CDS IRLANDESI SONO LONTANI ANNI LUCE DA QUELLI ITALIOTI, NON SI CAPISCE PERCHE' IL DEBITO DI 9 VOLTE MAGGIORE DEL PIL IRLANDESE SIA LONTANO ANNI LUCE DAI 2000 MILIARDI DI EURO ITALIOTI. In proporzione l'Irlanda non è 9 volte più piccola dell'Italia, è più piccola solo di 4 volte. Eppure l'Italia HA IL DOPPIO DEL DEFICIT Irlandese nel rapporto Debito/PIL che Giannini dice essere a sua volta 9 volte maggiore. Il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker lancia l'allarme sulla deriva che rischiano di prendere alcune economie dell'Eurozona. "Dobbiamo stare attenti - dice Juncker al giornale Sueddeutsche Zeitung - che le attuali divergenze non si amplino. Un'unione monetaria non puo' durare a lungo se le attuali divergenze nei conti pubblici diventeranno troppo grandi". L'Italia e' proprio tra i paesi a cui allude, senza nominarli, il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, quando afferma che "un'unione monetaria non puo' durare a lungo se le attuali divergenze nei conti pubblici diventeranno troppo grandi". Ripetiamo quanto scritto qui su WSI: "La Grecia e' sotto attacco perche' ha un deficit al 13% del Pil; bene, ma che senso ha, a questo punto, quel parametro del 3% fissato dal Trattato di Maastricht? Il debito pubblico greco e' al 125% del Pil (quello dell'Italia al 118%) mentre le griglie europee parlano di un limite massimo del 60%. Allora: rivediamo tutti gli schemi e regole UE, oppure preferiamo salvare quei paesi "deboli" del Club Med oggi viziati e "drogati" dal loro finto benessere? Diciamo l'ovvio: sara' impossibile ottenere dalla Grecia e dagli altri stati P.I.I.G.S. il rientro nei parametri entro tempi rispettabili. Per questo l'euro e' una moneta ipervalutata mentre vale di fatto tanto quanto valgono i fondamentali del piu' tenue anello della catena, in questo momento la Grecia. Ogni catena si spezza sul suo link debole anche se gli altri anelli sono fatti di titanio indistruttibile. Crediamo quindi ci pensera' il mercato finanziario a smascherare l'ipocrisia dei nostri burocrati europei, nelle settimane che verranno.(Tg2_autocensura.jpg
La volontà dell'ottimismo dello psiconano e le balle economiche in libertà sono l'ultima frontiera per il rilancio del Paese. Il PIL 2009 è in calo del 4,9%. Il dato peggiore dal 1971, da TRENTANOVEANNI. In realtà è il calo peggiore da sempre. Il confronto, infatti, è fatto sulle serie storiche che iniziano solo dal 1971. Prima il buio. Gli analisti si sono stupiti del calo della produzione avvenuta nell'ultima parte dell'anno. Pensavano a una ripresina, a un rimbalzo positivo. Non frequentano, come è palese, le fabbriche chiuse e nulla sanno delle multinazionali in fuga. I telegiornali evitano ormai di parlare di economia (vedi video). E' diventata una brutta parola, da non pronunciare per rispetto del pubblico a casa."
il Paese vive forse uno dei periodi più bui della sua storia. Non si vede uno straccio di politica economica. La riforma fiscale, annunciata in pompa magna dal Cavaliere, è già finita nel solaio di Tremonti e nel dimenticatoio dei contribuenti. La riforma del Welfare, auspicata solennemente da Sacconi, giace in un limbo inafferrabile. Non si vede, soprattutto, un barlume di politica industriale. La Fiat delocalizza in Brasile e in Messico e chiude Termini Imerese, e Scajola non trova di meglio da fare che giocare al gatto col topo sugli incentivi e smerciare ogni giorno improbabili piani di riconversione. Le multinazionali pesanti come Alcoa e Glaxo se ne vanno, lasciando per strada operai e impiegati, le grandi industrie della ricerca come Motorola e Italtel chiudono, licenziando ingegneri e personale qualificato. "
 

La deindustrializzazione dell'Italia (espandi | comprimi)

Quello che stiamo pagando adesso, in termini di diminuzione della produttività industriale, non è altro che l'effetto collaterale di scelte industriali assolutamente scellerate, in Italia quanto la destra, quanto la sinistra, passando per il centro, hanno abbracciato la scelta della progressiva deindustrializzazione, aiutando imprenditori e grandi industriali a chiudere gli stabilimenti d’Italia e aprirli altrove, fuori frontiera, o addirittura fuori Comunità Europea, consentendo il famoso "ponte commerciale" che conosciamo tutti che crea sperequazioni economiche,
arricchendo i soggetti che riescono ad attuare questo tipo di trasformazioni, cosiddette industriali e chi invece le subisce. Non abbiamo avuto una forza politica per non chiamarla farsa politica, che si sia fatta portavoce della difesa di quelli che sono i reali punti di forza del nostro Paese, il Made in Italy, il turismo e i distretti industriali che rappresentano il vanto del nostro Paese ovunque in tutto il mondo. Vi è recentemente un fenomeno economico che rappresenta la capacità di altri Paesi di clonare, copiare sfruttando la consonanza vocale determinati prodotti tipici italiani, andandoli a ricreare dove non sono oggetto Doc o Dop, per esempio il formaggio Asiago fatto nello Stato del Wisconsin, oppure il Limonciello (con la i) realizzato in Cina. Se qualcuno pensa che nei prossimi anni potremo essere in grado di riprendere la competitività che caratterizzava 10 anni fa la maggior parte delle aziende italiane, sfruttando i benefici della svalutazione sul tasso di cambio, ahimè temo che siamo veramente molto distanti.
Nello specifico abbiamo un crollo della produttività industriale che ci porta oltre 20 anni indietro, sono posti di lavoro che non saranno mai più recuperabili, chi pensa di clonare il modello inglese puntando sui servizi o sul terziario avanzato, purtroppo non ha capito bene quello che è accaduto in Inghilterra, un Paese che ha ancora, più di 20 anni fa, scelto il modello cosiddetto tatcheriano volto alla svendita dei gangli vitali dello Stato, privatizzando all’inverosimile tutto e adesso a distanza di tempo l’Inghilterra piange quelle scelte politiche scellerate, continuano a parlarci che l’anno prossimo ci sarà una ripresa, se nel 2009 abbiamo perduto 6 punti percentuali di Pil e per il 2010 si ostenta una ripresa con un + 0,10, + 0,20% di Pil, più che una ripresa secondo me, questa è una grande presa per il culo! Ad esempio
la svendita di Telecom Italia iniziò con il merchant banker D'Alema che la cedette a debito ai capitani coraggiosi (sic) Colaninno e Gnutti, poi proseguì con il tronchetto dell'infelicità che vendette tutto il vendibile, da Telespazio a Finsiel. Per quello che è rimasto dell'azienda (poco a dire il vero) sono cominciati i saldi. Su eBay è in offerta una centrale Telecom vicino a Cagliari in buone condizioni. L'operazione è curata da Pirelli Real Estate, l'azienda immobiliare del tronchetto.
"PULA s.s.195, complesso immobiliare costituito da n°2 corpi di fabbrica cielo terra di cui un edificio a 1 piano fuori terra destinato a centrale telefonica ed un basso fabbricato destinato a cabina ENEL. E' presente area esterna di pertinenza con traliccio ponte radio e stazione di traffico ITALSTAT. Il complesso che si presenta in discrete condizioni generali, attualmente risulta occupato da TELECOM Italia S.p.a. ad eccezione di un fabbricato di circa mq. 15 destinato a cabina ENEL. Ottima rendita".

CROLLO PARTE TERZA: NON APRITE QUELLA PORTA

Non è un film dell'orrore purtroppo:

Il rischio sovrano di alcuni Paesi della fascia meridionale dell'Eurozona torna a spaventare i mercati azionari europei, che chiudono la seduta con i principali indici in forte ribasso: Madrid è crollata del 5,9% e Lisbona del 4,9%. Dopo la decisione del ministero del Tesoro portoghese di ridurre l'importo di un'emissione di titoli di Stato a 12 mesi per contenere l'impennata dei rendimenti lordi annui, gli spread sui Cds (Credit default swaps, un contratto swap che viene utilizzato come polizza assicurativa per il sottoscrittore di un'obbligazione, REPUBBLICA OMETTE LA SPIEGAZIONE ESATTA: IL CDS E' UNA ASSICURAZIONE SUI TITOLI DI STATO REALIZZATA IN RELAZIONE ALLO STATO DI INSOLVENZA. OVVERO, PIU' UNO STATO E' IN CRISI E PIU' AUMENTANO GLI INTERESSI SOPRA QUEL TITOLO. SI PARLA DI SPAGNA, PORTOGALLO E GRECIA E CI SI DIMENTICA DELL'ITALIA....) relativi al Portogallo hanno raggiunto livelli record. Non migliora il clima generale il dato sulle richieste dei sussidi di disoccupazione negli Usa nella settimana chiusa il 30 gennaio, peggiore delle attese, cui e' seguito l'avvio negativo di Wall Street. Cosi' le Borse d'Europa chiudono tutte in forte calo. Oggi inoltre il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha ricordato che diversi Paesi in Eurolandia devono confrontarsi con deficit di bilancio sempre piu' ampi. Un'allusione che ha fatto pensare alla Spagna, alla Grecia e al Portogallo, facendo tremare i rispettivi listini azionari. Tuttavia Trichet ha anche sottolineato che la Bce "approva gli obiettivi di medio termine fissati dal governo greco per portare il deficit sotto il 3% del Pil nel 2012", aggiungendo che le misure annunciate "sono un passo nella giusta direzione", ora occorre che "gli obiettivi vengano raggiunti". A fine giornata Wall Street ha chiuso in forte: il Dow Jones ha ceduto il 2,61% a quota 10.002,18. Peggio il Nasdaq che ha perso il 2,99% finenso a 2.125,43 punti. Oggi l'Istituto Centrale europeo ha lasciato i tassi di interesse invariati all'1%, spiegando che continuano ad essere ad un livello appropriato. Tutti fattori che hanno avuto l'effetto di far scivolare l'euro sotto la soglia di 1,38 dollari, toccando i minimi sul biglietto verde da circa otto mesi a questa parte. Si tratta della quotazione più bassa nei confronti del dollaro dal 16 giugno scorso. Dall'inizio dell'anno la moneta unica europea ha perso il 3,5% sulla divisa statunitense. E anche il petrolio quotato a New York e' tornato a scendere scivolando a 75 dollari al barile: pesano le preoccupazioni sulla domanda debole, collegata alla crescita a passo lento nei paesi industrializzati.Tornando ai mercati azionari del Vecchio Parigi (-2,75%), Francoforte (-2.45%) e Londra (-2,17%) hanno perso tutte oltre il 2%, ma è andata peggio alla Borsa di Madrid (-5,94%), a quella di Lisbona (-4,98%) e a quella di Atene (-3,89%). A Piazza Affari invece l'indice Ftse Italia All-Share ha lasciato sul campo il 3,34% a quota 21.938 punti, mentre l'Ftse Mib il 3,45% a 21.404 punti.I cali piu' accentuati hanno riguardato i titoli finanziari tra cui Intesa Sanpaolo (-5,33%) e Mediobanca (-5,24%); calo di oltre il 5% anche per Unicredit (-5,01%) che oggi ha annunciato il successo dell'aumento di capitale da 4 miliardi, con le nuove azioni sottoscritte al 98,23%. Realizzi anche sulle popolari, come Bpm (-4,83%) e Banco Popolare (-3,8%) e sugli assicurativi tra cui Generali (-4,66%) e Unipol (-3,07%). In rosso anche il comparto energetico dopo la presentazione dei conti di Shell: Eni ha perso il 2,59% ed Enel il 2,36% nel giorno della riunione del cda per i dati preliminari 2009. Tra gli automobilistici, Fiat ha lasciato sul terreno il 4,54% mentre prosegue il tira e molla sugli incentivi; male anche la controllante Exor (-2,11%), mentre nel comparto limita le perdite Pirelli (-1,43%), in rialzo in mattinata grazie a un report positivo. E anche Telecom Italia (-1,8%) che in attesa dell'esito dell'incontro tra il ministro Scajola e l'ad del gruppo Franco Bernabe' era arrivata a guadagnare oltre il 3%, ha chiuso in negativo per colpa dei guai della Spagna che potrebbero influenzare anche quelli del suo primo singolo azionista, ovvero Telefonica.Le preoccupazioni sul deficit di alcuni paesi europei (Spagna, Grecia, Portogallo) continuano a indebolire i mercati mondiali. Dopo la chiusura in rosso di New York (Dow Jones -2,61%, Nasdaq -2,99%), la giornata non e' stata migliore in Asia. La Borsa di Torkyo ha chiuso con una perdita del 2,89%. Hong Kong lascia sul terreno un 2,91%. In calo anche Shanghai (-1,78%), Sydney (-2,46%), Bombay (-2,26%), Taipei (-4,48%), Kuala Lumpur (-0,99%) e Bangkok (-1,65%).
Il mercato giapponese risente anche della situazione della Toyota colpita dalla class action avviata in Colorado per il malfunzionamento dell'acceleratore degli otto modelli richiamati, oltre che dal richiamo di 270 mila Prius negli Stati Uniti e in Giappone per i problemi ai freni. Ma la casa nipponica ha tentato il rimbalzo grazie ai conti trimestrali migliori delle attese e del rialzo delle previsioni sull'intero esercizio: i titoli della compagnia di Nagoya si sono allontanati dai minimi degli ultimi 10 mesi e sono saliti dello 0,45%, a 3295 yen.

Era tutto finito, la crisi era passata, invece non è passato niente, anzi: le banche responsabili addirittura si sono trasformate in STATI POTENTISSIMI ENTRO STATI DEBOLISSIMI.

D’accordo, Massimo Ciancimino dira' pure “minchiate”così come ha fatto,per la stampa vicina al centrodestra, il pentito Gaspare Spatuzza. E' vero, finora nessuno e' riuscito a capire se il figlio di don Vito, quando afferma che suo padre finanzio' la costruzione di Milano 2, assieme ai grandi imprenditori mafiosi Buscemi e Bonura, sia in grado di produrre documenti a sostegno delle accuse. E' indiscutibile poi che sulle ragioni per cui Ciancimino junior ha deciso di parlare pesino ancora molti interrogativi: punta a sconti di pena? Vuole salvare il tesoro di famiglia? Tutto giusto. Tutte domande e obiezioni legittime. Ma se non si vuole ridurre l’intera storia di questo paese a un processo, da cui per mille motivi si può uscire colpevoli o innocenti, una riflessione andrebbe fatta. E soprattutto una cosa andrebbe ricordata: il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non ha mai voluto spiegar l’origine delle sue fortune. Non che le occasioni gli siano mancate, intendiamoci.

L’ultima risale al 26 novembre del 2002. Quel giorno il tribunale, che stava processando Marcello Dell’Utri, si sposto' a Palazzo Chigi per ascoltarlo. Berlusconi pero' si avvalse della facolta' di non rispondere. Il codice glielo consentiva, certo. Ma glielo puo' consentire il decoro istituzionale, la politica e la stampa? Anche perche',in questo caso, gli interrogativi non seguono le inchieste. Le precedono. Nel 1976 Giorgio Bocca, per esempio, scriveva: “Un certo Berlusconi costruisce Milano 2, cioe' mette su un cantiere che costa 500 milioni al giorno. Chi glieli ha dati? Non si sa. Chi gli da' i permessi e dirotta gli aerei dal suo quartiere? [...] Noi saremmo molto curiosi, molto interessati a sapere dal signor Berlusconi la storia della sua vita”. Di risposte ovviamente nessuna. O meglio una arriva. Ma tre anni dopo, nel ‘79 quando l’attuale deputato Pdl, Massimo Maria Berruti, allora capitano della Guardia di finanza, conduce una verifica sull’Edilnord. I militari vogliono chiedere al Cavaliere cosa ci sia dietro a due fiduciarie svizzere che hanno pompato miliardi nella sua citta' satellite. Ma lui ribatte: non so niente, l’Edilnord non è mia, “sono solo un consulente esterno”. Salvo Berruti, che pochi giorni dopo lascia la divisa per diventare un suo avvocato, tutti pensano alla balla. Ma oggi, dopo anni di silenzi e aver ascoltato Ciancimino junior, il dubbio viene. Forse, almeno quella volta, Berlusconi ha detto la verità.

 

Riassunto della situazione italiana. I partiti non rappresentano piu' i cittadini.( Alla prossima tornata elettorale abbiamo in Lombardia un inquisito per danno ambientale ed inquinamento - il vicere' Formigoni - in Campania era stato candidato dal PDL un personaggio -Cosentino - che la procura vuole arrestare con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa; nella stessa regione il PD candida il sindaco di Salerno imputato in DUE processi, altresi' il vicere' uscente e' imputato in un processo per truffa aggravata allo stato -Bassolino -....) I deputati non rappresentano piu' il popolo italiano, ma sono al servizio di chi li ha nominati. Le risorse pubbliche sono diventate private attraverso cessioni o con la concessione dello sfruttamento delle autostrade, dell'acqua, dello smaltimento rifiuti.( Oggi, 2 febbraio 2010 parte la scalata della spagnola Telefonica al maggiore operatore italiano, Telecom,spolpato in 10 anni dal trio Provera-Colaninno-Gnutti, questi ultimi due gia' protagonisti della svendita di Alitalia ai francesi di Air France; i libici hanno poi quote consistenti in Telecom, Banca Unicredit, Mediaset (lo sceicco Al-Mansour proprietario del Manchester City che offrì 120 milioni di euro allo stesso Mediaset per Kaka nel gennaio 2009...), ENI...)(

Ci dicono che la fusione tra Telecom e Telefonica non è più evitabile". Fino a poche settimane avevano resistito. Avevano anteposto il principio dell'"italianità" a quello delle compatibilità aziendali. Ma alla fine gli uomini del governo e di Palazzo Chigi hanno deciso di scendere a patti. Accettando il progetto di "matrimonio" tra il colosso telefonico spagnolo e quello italiano.
Controllo agli spagnoli ma gestione italiana per la rete Dando il via libera all'Offerta pubblica di Scambio che la società di Madrid è intenzionata a formulare in tempi piuttosto brevi. Nel "contratto di convivenza", però, i rappresentanti del premier esigeranno una "farcitura" di condizioni e paletti. Tutti concentrati su unico aspetto: la gestione e lo sviluppo della rete. L'infrastruttura strategica che rappresenta il valore principale dell'azienda guidata da Franco Bernabè.Nei prossimi giorni, allora, (i contatti inizieranno forse già oggi ma i colloqui si dovrebbero svolgere al ritorno di Scajola da Israele), l'esecutivo convocherà i vertici di Telecom Italia. Il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, insieme al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, e al viceministro, Paolo Romani, chiamerà l'ad Bernabè e il presidente Gabriele Galateri, per spiegare la posizione del governo. Un incontro, solo formalmente di cortesia - i ministeri non hanno ormai alcuna competenza diretta nella governance di Corso d'Italia - ma che costituisce un passo pesante: nessun imprenditore straniero può investire in un settore così delicato e "sensibile" senza il via libera di Palazzo Chigi. E in questo faccia a faccia gli uomini del presidente del consiglio annunceranno a Bernabè la disponibilità ad accettare la "fusione". Un orientamento fino ad ora negato. Il Cavaliere non ha mai nascosto la sua contrarietà a perdere il controllo sulla telefonia nostrana e soprattutto sulla rete che amministra tutte le comunicazioni sull'intero territorio. Nell'ultimo anno sono state valutate una serie di opzioni per allontanare lo spettro iberico: dallo scorporo della rete all'ingresso di un socio italiano in grado di sostituire il partner spagnolo. Alternative che si sono rivelate impraticabili. Nelle settimane scorse era stato esaminato addirittura uno scambio azionario tra Telefonica e Mediaset: scartato per una questione di opportunità "politica" ma anche per la difficoltà a reperire i finanziamenti sufficienti per il conguaglio in grado di compensare un concambio paritario. "Adesso - ripetono allora a Palazzo Chigi - ci dicono che la fusione tra Telecom e Telefonica non è più evitabile".Gli uomini di Berlusconi stanno dunque predisponendo un pacchetto di richieste per "vincolare" la fusione e blindare il futuro della rete che necessita fondi poderosi per ammodernarla e farla approdare alla "Infrastruttura di Nuova Generazione". In sostanza l'esecutivo italiano vuole che l'operazione venga accompagnata da "garanzie" sulla governance della nuova società e sulla "gestione" della rete. In particolare vorrebbero la previsione di una circostanziata serie di "patti parasociali" in grado di fornire le "garanzie" richieste. I soci italiani (Generali, Mediobanca, Intesa) dovranno quindi essere coinvolti ai massimi livelli nell'amministrazione apicale del "colosso" e nelle scelte strategiche, a partire dal Consiglio di amministrazione. A Palazzo Chigi gradirebbero addirittura la costituzione di una società ad hoc per la gestione della rete (controllata integralmente da Telefonica) affidata a management italiano. In più suggeriranno una clausola di "lock up" per evitare che i partner italiani rinuncino in tempi troppo brevi al loro pacchetto azionario.Sta di fatto che Palazzo Chigi è pronto ad accendere con Bernabè il "disco verde". Un segnale, del resto, che a Madrid è già in parte arrivato. A dicembre scorso Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri incontrarono il primo ministro spagnolo Zapatero per discutere dell'affare Prisa. E in quell'occasione - forse non a caso -, contestualmente all'ingresso di Mediaset nel mercato televisivo di Madrid, il capo del governo iberico sfiorò il tema Telefonica assicurando il suo impegno sulla difesa della "italianità" della rete Telecom.Da qual momento l'esecutivo di Roma ha sospeso le risorse da impegnare per la ristrutturazione della rete e il presidente della compagnia telefonica spagnola, Cesar Alierta, ha iniziato a predisporre una Offerta pubblica di scambio per la totalità della ex Sip. Sul tappeto intende poi stendere - se Palazzo Chigi darà l'avallo finale - un percorso di questo tipo: costituire una Holding (Telecom Europa) che controllerà le due società. Criteria (finanziaria controllata dal gigante bancario Caja Ahorros), secondo azionista di Telefonica con il 5,1% - il primo è il Banco Bilbao con il 5,3% - si fonderà con Telco per costituire il "nocciolino" di controllo di Telecom Europa. Certo, le preoccupazioni nel governo italiano persistono. Sulle linee telefoniche "corrono" dati sensibili: difesa, sicurezza, intercettazioni, protezione civile. E in futuro sugli stessi "binari" correrà la televisione, settore tanto caro al Cavaliere. Per di più lo scambio azionario proposto da Alierta non potrà certo essere vantaggioso per i soci nostrani. Basti pensare che la compagnia italiana conta su una capitalizzazione di 14,5 miliardi e quella spagnola di 83 miliardi. Senza dimenticare che i "patti parasociali" hanno una durata triennale. Tant'è che a Palazzo Chigi c'è anche chi non esclude che questo possa essere il momento per concentrare gli sforzi per la costruzione di una nuova rete "pubblica" a fibra ottica. )

La produzione e' in caduta libera insieme all'occupazione.(

Disoccupati e cassintegrati al Nord, scoraggiati e sommersi al Sud. L'onda montante della distruzione dei posti di lavoro ha colpito le regioni italiane in modo diverso aggravando le situazioni preesistenti, ma anche generando reazioni differenziate. Le regioni del Centro e del Nord hanno avuto l'aumento più marcato dei disoccupati: il Nord Ovest ha visto crescere il tasso di disoccupazione nel terzo trimestre 2009 al 5,5% dal 3,8% di un anno prima, il Nord Est dal 2,9% al 4,6%. Una tendenza confermata dai dati dell'Istat riferiti a dicembre: gran parte delle 392 mila persone che nel corso del 2009 hanno ingrossato le file dei disoccupati (ora a quota 2 milioni e 138 mila) vengono dalle regioni più industrializzate. Il tasso record di disoccupazione arrivato all'8,5% ha ancora "margine" per crescere preventivando che almeno una parte dei lavoratori al momento in cassa integrazione dovranno cercarsi un nuovo lavoro. La Cgil ha stimato che con i lavoratori in Cig la percentuale dei disoccupati è già sopra al 10%. La Cgia di Mestre, che ha analizzato la situazione del lavoro per regione, stila una classifica (dati settembre 2009) in cui sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto a subire l'aumento maggiore dei disoccupati, mentre Puglia, Lazio, Molise e Calabria vedono diminuire in maniera consistente i propri. Il tasso complessivo del Mezzogiorno è passato da 11,1% a 11,7%. Sono rimasti stabili, seppur su livelli allarmanti, in Puglia (10,8%) e Sicilia (13,3%), fanno comunque male Campania (12,2%) e Sardegna (12,7%) con un peggioramento superiore alla media nazionale. La maggior tenuta delle regioni meridionali è solo un effetto statistico: la diminuzione degli occupati effettivi nel corso del 2009 è paragonabile al resto del paese: 195 mila i lavoratori in meno nel Mezzogiorno contro i 150 mila del Nord Est e i 130 mila del Nord Ovest. L'illusione ottica della riduzione dei disoccupati al Sud è già stato inquadrato dalla Banca d'Italia che ha segnalato l'aumento degli "scoraggiati", ovvero delle persone in età lavorativa (15-64 anni) che non cercano più un impiego: in Italia sono 14,8 milioni, il 37,6% del totale, una zavorra storica del nostro paese da sempre con il tasso di attività al livello più basso in Europa. Gli inattivi sono per lo più giovani, meridionali e donne. L'altro fenomeno che spiega la contrazione dei disoccupati "ufficiali" nel meridione è legata ad un aumento esponenziale del lavoro nero. Le occupazioni dell'economia sommersa funzionano da vero e proprio ammortizzatore sociale, fornendo sostegno al reddito ai senza lavoro e facendo sparire una parte dei disoccupati meridionali tra gli inattivi. Una funzione "speculare" a quella realizzata dalla Cig per le aziende del Centro e nel Nord.Dal punto di vista dell'economia ufficiale, preoccupa anche il tipo di aziende colpite dalla crisi, dove pagano soprattutto il settore manifatturiero (-386 mila gli occupati dell'industria in un anno) e tra queste le aziende che traggono gran parte del loro fatturato dall'export, vale a dire la parte che negli anni scorsi ha più contribuito alla crescita del Pil: "Al Nord ed in particolare lungo la dorsale Adriatica si è risentito in maniera molto forte della contrazione dell'export di queste regioni che ha investito soprattutto il settore manifatturiero tradizionale (tessile, abbigliamento, calzatura, metalmeccanica, legno e mobilio)" spiega il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi. Migliaia di aziende in una crisi molto più ramificata di quanto i casi-simbolo dei grandi gruppi riescano a raccontare. )
 

La Fiat chiude le fabbriche. La multinazionale Alcoa lascia l'Italia. Un numero sterminato di aziende e' fallita come Phonemedia, 7.000 dipendenti, o sta licenziando come Italtel.( Anche il comparto petrolifero nei guai:Il calo dei consumi e delle esportazioni porterà "alla chiusura di 4 o 5 raffinerie, che sono di troppo". Lo ha rilevato il presidente dell'Unione Petrolifera, lanciando l'allarme su 7.500 posti che sono quindi a rischio: "Ogni raffineria - ha spiegato Pasquale De Vita - dà lavoro, con l'indotto, a circa 1.500 posti di lavoro". Le chiusure riguarderanno dunque almeno un quarto delle 16 raffinerie presenti in Italia.Al 2009, ha ricordato De Vita, la raffinazione ha perso in cinque anni 15 milioni di tonnellate. "Se inoltre - ha aggiunto - sarà applicato il sistema europeo '20-20-20' si perderanno altri dieci milioni di tonnellate e quindi si passerà da 90 a 60. Questo è il vero problema che abbiamo davanti e dobbiamo risolvere. Sono cambiati alcuni equilibri: le raffinerie dell'Estremo Oriente, ad esempio, hanno costi molto bassi perché non hanno nessun vincolo ambientale e dunque siamo di fronte a una competizione sbilanciata". Per De Vita bisognerà fare un piano, un progetto "e vedere cosa mantenere e cosa no". A pesare è sia il calo delle esportazioni sia soprattutto il calo dei consumi della benzina che ha perso in cinque anni il 27%.L'Unione Petrolifera chiede pertanto al governo innanzitutto regole certe che non penalizzino gli investimenti che saranno necessari anche per quelle raffinerie che rimarranno sul mercato e dovranno riconvertirsi producendo meno benzina e più gasolio. "Bisogna cercare dei paracadute che non ci penalizzino più di altri. Ad esempio da noi ci sono difficoltà nelle autorizzazioni. Chiediamo regole più semplici possibile". "Vogliamo - ha concluso De Vita - che l'industria abbia l'attenzione giusta e non sempre negativa come è stato finora perché i conti non tornano, il settore si ridimensionerà per forza e bisogna realisticamente prenderne atto".)
 Il debito pubblico e' fuori controllo, non e' un modo di dire, nel 2009 ci siamo indebitati di 140 miliardi di euro in piu'. Siamo arrivati a 1.800 miliardi di debito, nel 2010 raggiungeremo i 2.000 e pagheremo circa 80 miliardi di interessi.(Il disastro del debito pubblico genera la mancanza di copertura finanziaria. Cosi' scompaiono IL PIANO CASA sventolato da Testa d'Asfalto ed IL CONDONO EDILIZIO...

Nessun condono edilizio e nessun piano casa all'interno del decreto Milleproroghe. Ad escludere le norme, che pure erano state proposte attraverso alcune emendamenti al provvedimento, è stato il presidente della Commissione affari costituzionali, Carlo Vizzini che oggi ha annunciato che sulle oltre 650 proposte di modifica presentate, più di 300 sono state da lui giudicate inammissibili e quindi espunte dalla norma. 'Si tratta di una percentuale che supera notevolemente quella di altri provvedimenti - ha ammesso Vizzini - ma abbiamo strettamente rispettato i criteri richiesti di omogeneità e conformità delle proposte emendative al testo ed alla natura della proroga dei termini. Abbiamo insomma dichiarato inammissibili anche questioni che i gruppi parlamentari credo dovranno affrontare, perché di rilievo, ma in separata sede, con altri provvedimenti, allo scopo di evitare che il dl diventi una sorta di omnibus con ingresso libero''. Vizzini ha quindi precisato che ad esempio l'ipotesi di condono edilizio ed il piano casa di cui tanto si è occupata anche la stampa, non rientrano tra gli emendamenti ammessi, come pure l'emendamento Pd per Eutelia, mentre al contrario rientra nella norma la proroga degli sfratti. Sui tempi Vizzini ha infine ricordato che ora il decreto passa all'esame della commissione Bilancio per il necessario parere sulle coperture finanziarie, poi ''entro mercoledì avvieremo i lavori in notturna per l'approvazione, perché la settimana prossima dovrebbe essere calendarizzato per l'Aula. Dovevamo essere in Aula già questa settimana ma non ce l'abbiamo fatta''. )

Non esportiamo piu', ma le importazioni sono stabili. In un anno il saldo verso l'estero e' peggiorato di circa un miliardo e mezzo di euro. Non esiste un piano industriale per il futuro, per recuperare competitivita'. Progettiamo grandi opere per trasportare merci che non produciamo. La Tav, il Ponte di Messina, l'Alta Velocita' sono business per chi li realizza, ma all'Italia non servono, drenano decine di miliardi di euro dal bilancio dello Stato che potrebbero essere investiti nell'innovazione. Gli italiani hanno le tasse piu' alte d'Europa, ma stipendi inferiori del 32% alla media di quelli europei. Tremorti ha applicato l'aliquota del 5% ai capitali occultati al Fisco, di origine mafiosa, derivanti da traffici illegali o di evasori totali. I contribuenti onesti che lavorano per il fisco almeno sei mesi all'anno non hanno gradito, dopo questo esempio se possono diventeranno evasori. (

PALERMO - Parla del padre Vito, potente sindaco di Palermo, e dell'amico complice di sempre, Bernardo Provenzano. Parla soprattutto degli affari di Cosa nostra, che avrebbe investito molti capitali a "Milano 2", la grande operazione immobiliare da cui presero il via le fortune di Silvio Berlusconi. Al processo Mori, nell'aula bunker del carcere palermitano dell'Ucciardone, Massimo Ciancimino racconta le trame del padre: "Con Provenzano si vedeva spesso  -  dice - anche a Roma, fra il 1999 e il 2002. Con altri mafiosi che avevano una grande capacità imprenditoriale faceva investimenti. Con i fratelli Buscemi e con Franco Bonura vennero investiti soldi anche in una grande realizzazione alla periferia di Milano che è stata poi chiamata Milano 2".La trattativa. Massimo Ciancimino parla soprattutto della trattativa che il padre avrebbe intrattenuto con l'allora colonnello del Ros Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno: "Prima della strage Borsellino  -  dice il testimone  -  il colonnello incontrò più volte mio padre, nella nostra casa romana di via San Sebastianello. Almeno due volte prima del 29 giugno, quando il dottore Antonino Cinà (il medico di Riina - ndr) mi consegnò a Palermo il cosiddetto papello, che io portai subito a Roma. Dopo il 29 giugno, ci fu un altro incontro fra Mori e mio padre". Ciancimino non usa mezzi termini. "La richiesta dei carabinieri era chiara, così mi spiegò mio padre dopo quegli incontri: volevano stabilire un canale privilegiato per interloquire con i vertici dell'organizzazione mafiosa. Mio padre riteneva quella strategia uno sbaglio da parte delle istituzioni, era come accreditare la linea folle di Riina". Il pm Nino Di Matteo chiede a Ciancimino: "Cosa chiedevano esattamente i carabinieri?". Il figlio dell'ex sindaco spiega: "Volevano la resa incondizionata dei capimafia, in cambio di un trattamento di favore per i familiari dei boss". Su tutta l'operazione, dice Ciancimino, avrebbe vigilato Bernardo Provenzano, che autorizzò la trattativa. "Mio padre seppe poi dal signor Franco, suo referente nei servizi segreti, che di quella trattativa erano informati gli onorevoli Mancino e Rognoni. Mio padre ne parlò con i carabinieri. E dagli stessi ebbe conforto in tal senso". Il signor Lo Verde. Il racconto di Ciancimino comincia da lontano. "Me lo ricordo da bambino  -  dice Massimo Ciancimino  -  Bernardo Provenzano, che io conoscevo come il signor Lo Verde, veniva a trovarci spesso nella nostra casa di villeggiatura di Baida, alle porte di Palermo. Solo molto tempo dopo, a fine anni Ottanta, vidi per caso l'identikit di un capomafia sulla rivista Epoca, mentre ero Dal barbiere con mio padre. Era Provenzano, riconobbi l'uomo che veniva a casa mia. Chiesi a mio padre di quell'uomo. Mi rispose: stai attento al signor Lo Verde, da questa situazione non può salvarti nessuno". "Il signor Lo Verde  -  spiega il testimone  -  continuò a venirci a trovare anche quando mio padre era agli arresti domiciliari, nell'appartamento di via San Sebastianello, vicino a piazza di Spagna, a Roma. Dal 1999 al 2002. Mi incuriosiva quella situazione. Dissi a mio padre: ma non sono pericolosi questi incontri? Lui mi rispose senza tentennamenti. Disse che Provenzano poteva girare tranquillamente per Roma o in qualsiasi altra città, perché godeva di una sorta di immunità territoriale, basata su un accordo che anche mio padre aveva contribuito a stabilire. Un accordo che sarebbe stato stipulato fra il maggio 1992 e il dicembre dello stesso anno". Ciancimino senior e Provenzano. Ciancimino risponde alle domande dei pubblici ministeri Nino Di Matteo e Antonio Ingroia. Nella prima parte della sua deposizione, iniziata alle 10, ha rievocato l'attività politico-mafiosa del padre. "Aveva creato un vero e proprio sistema  -  spiega  -  suo compito era quello di spartire le tangenti dei grandi lavori pubblici di Palermo fra i politici e fra Cosa nostra, sempre tramite Provenzano". Per i contatti più delicati, Vito Ciancimino utilizzava una linea telefonica riservata, installata nella sua casa di Palermo. "Spesso  -  aggiunge il teste  -  ero incaricato di consegnare buste chiuse a Provenzano"."Il rapporto fra mio padre e Provenzano era nato a Corleone  -  racconta Ciancimino junior - Abitavano nello stesso stabile: di tanto in tanto, mio padre dava lezione di matematica al giovane Bernardo. Molti anni dopo, si stupiva che lo chiamassero il ragioniere. In matematica non era stato mai bravo". Ad ascoltare Massimo Ciancimino c'è l'imputato principale di questo dibattimento, il generale Mario Mori, seduto accanto ai suoi legali, gli avvocati Piero Milio ed Enzo Musco. Sugli spalti del pubblico sono presenti numerosi studenti.  Una lunga deposizione. La deposizione davanti alla quarta sezione del tribunale si preannuncia lunga. Nei 23 verbali d'interrogatorio di Massimo Ciancimino già depositati dalla Procura in vista dell'udienza di oggi si parla della trattativa che sarebbe avvenuta fra Cosa nostra e l'entourage del generale Mori, nel 1992, durante la stagione delle stragi Falcone e Borsellino. L'accordo avrebbe previsto la cessazione della strategia stragista, in cambio di alcuni benefici per i boss: a mediare il misterioso dialogo  sarebbe stato il padre di Massimo, Vito Ciancimino. Secondo la Procura di Palermo, in quei giorni sarebbe nato un vero e proprio patto fra il vertice mafioso e una parte delle istituzioni: ecco perché, secondo i pm, Provenzano avrebbe proseguito indisturbato la sua latitanza (fino all'11 aprile 2006).Il figlio di Vito Ciancimino continua a rispondere senza tentennamenti alle domande dei pubblici ministeri. Ritorna sugli affari del padre: "Dopo le inchieste e le denunce della commissione antimafia e il caso della sua querela al capo della polizia, mio padre decise di spostare i suoi investimenti lontano da Palermo". Correvano gli anni Settanta. Massimo Ciancimino spiega: "Alcuni suoi amici di allora,  Ciarrapico e Caltagirone, ma anche altri costruttori romani gli dissero di investire in Canada dove erano in preparazione le Olimpiadi di Montreal. C'erano dei mutui agevolati per gli investitori stranieri". Con i boss Salvatore e Antonino Bonura, con il costruttore mafioso Franco Bonura sarebbe nato in seguito un altro investimento: "Una grande realizzazione alla periferia di Milano che è stata poi chiamata Milano 2", dice Ciancimino junior.I rapporti con i servizi. Un altro capitolo della deposizione nell'aula bunker è quello dei rapporti fra l'ex sindaco di Palermo, Bernardo Provenzano e i servizi segreti.  Massimo Ciancimino dice che il tramite sarebbe stato un "uomo che vestiva sempre in modo molto elegante, non siciliano". Lui lo conosceva solo come il nome: "signor Franco o Carlo". "Era legato all'ambiente dei servizi", spiega il testimone. "Lo contattavo tramite due numeri conservati nella Sim del mio telefonino. Avevo un'utenza fissa, con prefisso 06 Roma e un'utenza cellulare". Il signor Franco torna nel racconto di Ciancimino già dagli anni Settanta. "Lo rividi il giorno dei funerali di mio padre  -  spiega  -  venne al cimitero dei Cappuccini di Palermo per portarmi un biglietto di condoglianze del signor Lo Verde. Disse che se n'era andato un grande uomo". Il signor Franco. Vito Ciancimino avrebbe incontrato spesso il signor Franco:  "Lui, mio padre e il signor Lo Verde avevano le chiavi di un appartamento, nella zona di via del Tritone, a Roma". All'ex sindaco di Palermo sarebbero stati chiesti dai Servizi diversi "interventi": anche in occasione del disastro di Ustica ("Per non fare diffondere certe notizie", dice Ciancimino junior) e del sequestro Moro ("Per trovare il covo").Ghedini: tutto falso "Le dichiarazioni di Ciancimino su Milano 2 sono del tutto prive di ogni fondamento fattuale e di ogni logica, e sono smentibili documentalmente in ogni momento". Così Niccolò Ghedini, avvocato del premier e parlamentare Pdl ha commentato le dichiarazioni rese da Massimo Ciancimino: "Tutti i flussi finanziari di Milano 2 - ha detto Ghedini - , operazione immobiliare che ancor oggi è da considerarsi una delle migliori realizzazioni nel nostro paese, sono più che trasparenti e sono stati più volte oggetto di accurati controlli e verifiche. Tutte le risultanze hanno dimostrato la provenienza assolutamente lecita di tutto il denaro impiegato". L'avvocato del premier annuncia azioni legali perché parlare di "finanziamenti mafiosi è evidentemente diffamatorio".) (La nostra criminalita' organizzata non conosce crisi e puo' permettersi di incrementare il personale e di assumere i licenziati o di comprarsi direttamente le fabbriche. La mafia e' la prima industria del Paese ed e' in grande crescita. Nel 2009 ha aumentato i ricavi del 3,7% con un giro di affari di 135 miliardi di euro, il 10% del PIL italiano, e 70 miliardi di utile. Le banche non danno piu' prestiti? Ci pensa la mafia con l'usura (24 miliardi). Lo spaccio di droga (60 miliardi) attraversa un ottimo momento. Stabile l'ecomafia (16 miliardi). Solo 6,5 miliardi negli appalti per le costruzioni e nella sanita', ma questo in attesa di un prossimo rilancio con Tav, Expo 2015 e Ponte di Messina. Il riciclaggio di denaro sporco ha toccato i 26 miliardi. La mafia dà lavoro anche agli avvocati, spende 800 milioni di euro in spese legali. Una mafia in grande salute puo' comprarsi il Paese e rilanciare l'economia. Baciamo le mani.)

Il Governo non pensa al Paese, è impegnato a varare leggi su leggi per la riforma della giustizia per evitare la galera a Berlusconi.(

La fabbrica delle leggi ad personam made in Berlusconi è riuscita a sfornarne un'altra, stavolta addirittura sulla mafia e sui pentiti. Per cancellarne anche l'esistenza e azzerare le loro dichiarazioni. Niente maxi processo di Falcone. Niente Buscetta. Battezzarla anti-Spatuzza o salva Dell'Utri? L'uno e l'altro. Perché il risultato dei due articoli che il senatore Giuseppe Valentino, giusto il relatore del processo breve, ha presentato il 27 novembre a palazzo Madama è sicuramente uno: impedire che i pentiti si riscontrino vicendevolmente. Tra la fine di ottobre e il 4 dicembre 2009, quando cominciano a circolare le prime indiscrezioni sui verbali di Gaspare Spatuzza che poi depone a Palermo al processo Dell'Utri, sui giornali si scatena il tam tam di una possibile incriminazione per mafia ai danni di Berlusconi. Ed ecco che, in chiave preventiva almeno per lui, successiva ma salvifica per Marcello Dell'Utri, comunque in anticipo rispetto a un'imputazione che in quel momento sembra probabile, la macchina delle leggi salva premier si muove. Entra in campo il senatore Giuseppe Valentino, calabrese per nascita, di professione avvocato, avverso ai pentiti per via di un'inchiesta che lo coinvolse nel 2004 per voti della 'ndrangheta, ex aennino finiano dato ormai per seguace del Cavaliere, vice di Niccolò Ghedini nella consulta pdl per la giustizia. Si produce in un ddl che a palazzo Madama porta il numero progressivo 1.912, comunicato alla presidenza a fine novembre, e che dal 26 gennaio figura tra quelli che saranno esaminati, discussi, approvati in commissione Giustizia. Due articoli, niente norma transitoria che regola l'applicazione ai processi in corso, ma va da sé che trattandosi di norme più favorevoli per l'imputato non possono che applicarsi immediatamente. Dell'Utri compreso. Il relatore è Piero Longo, avvocato di Berlusconi assieme a Ghedini. Una scelta che si commenta da sola. Il titolo della proposta, di per sé, pare anonimo: "Modifica degli articoli 192 e 195 del codice di procedura penale in materia di valutazione della prova e di testimonianza indiretta". Sono quelli che regolano per l'appunto i mezzi di prova e stabiliscono quando una testimonianza può avere valore oppure no in un processo. D'ora in avanti, se passa il testo di Valentino, la regola sarà scritta così: "Le dichiarazioni rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso assumono valore probatorio o di indizio solo in presenza di specifici riscontri esterni". A Palermo, a Reggio Calabria, a Napoli, quando i magistrati apprendono di una norma del genere entrano in fibrillazione. Perché essa trasforma in perentoria disposizione quanto scrive l'attuale articolo 192, comma 3, del codice di procedura: "Le dichiarazioni sono valutate unitamente agli altri elementi di prova che ne confermano l'attendibilità". E se è vero che esiste una giurisprudenza ormai acquisita della Cassazione sulla necessità dei cosiddetti "riscontri obiettivi", tuttavia altra cosa è stabilire per legge il valore probatorio "solo" in presenza di "specifici riscontri esterni". Ma non basta. Perché la legge di Valentino aggiunge altri due commi, il bis e il ter, all'articolo 192. Nel bis è scritto: "Le dichiarazioni di più coimputati o imputati in procedimenti connessi assumono valore probatorio o di indizio ove sussistano le condizioni di cui al comma precedente". Quindi, al di fuori di questa regola, è tutto da buttare via. Ma ecco l'ultima botta, la più micidiale, il comma ter: "Sono inutilizzabili le dichiarazioni anche in caso di riscontri meramente parziali". Vale l'esempio che propone, nell'intervista qui sotto, Gianrico Carofiglio a proposito di un pentito che parla di cinque omicidi. Oggi si può condannare per le prove trovate per i primi quattro e assolvere per l'ultimo. Con le regole di Valentino le rivelazioni del pentito diventeranno carta straccia per tutti. Non contento, il senatore va avanti e cambia l'articolo 195, allargando ulteriormente le maglie dell'"inutilizzabilità". Se oggi le dichiarazioni di un testimone che ha appreso notizie fondamentali per il processo da un altro si possono sempre usare "salvo che l'esame risulti impossibile per morte, infermità o irreperibilità", da domani solo "l'infermità temporanea" lascerà campo libero. E quindi il poliziotto che raccoglie l'ultimo fiato della vittima di un killer e che fa il nome del suo assassino non potrà darne testimonianza, né tantomeno potrà farlo chi ha raccolto le confidenze di un immigrato che nel frattempo è scomparso nel nulla. Garantismo o morte della giustizia? Il "processo" alla proposta di legge di Valentino è aperto. Ma tutto si può dire tranne che giochi a favore della lotta alla mafia. ) 

La nostra immagine internazionale e' distrutta, dopo lo psiconano e' l'ora dei replicanti, da Bertolaso ad Haiti a Frattini ad Hammamet. La moralita' pubblica è ai livelli di Bokassa e di Idi Amin, con il ladro Bottino Craxi portato a modello di uomo di Stato.( Bokassa tentò di giustificare la sua azione con la scusa che creare una monarchia avrebbe aiutato il Centro Africa ad elevarsi dal resto del continente e guadagnarsi il rispetto del mondo. La sua mossa però ebbe solo conseguenze negative: ad esempio furono spesi più di 20 milioni di dollari per l'incoronazione (che nelle forme volle rispecchiare quella di Napoleone, idolo di Bokassa) e tale perdita gettò sul lastrico le già esigue risorse del povero stato. Inoltre, nonostante fossero stati diramati moltissimi inviti, quasi nessun leader straniero partecipò all'evento, pertanto il prestigio tanto agognato non fu affatto raggiunto. Molti ritengono che Bokassa fosse malato di mente e confrontano le sue stravaganze egoistiche con l'altro ben noto dittatore africano Idi Amin. Come su quest'ultimo, si hanno notizie non confermate che occasionalmente Bokassa avesse mangiato carne umana.Anche se il nuovo impero era nominalmente una monarchia costituzionale, non vennero fatte riforme democratiche di rilievo, in compenso rimase ampiamente praticata la soppressione con tutti i mezzi degli oppositori politici. Le torture erano largamente praticate, con la precisazione che di tanto in tanto lo stesso Bokassa partecipava ai maltrattamenti.Nonostante la nazione si dirigesse verso la dittatura, la Francia rimase il principale sponsor internazionale di Bokassa. Il presidente francese Valéry Giscard d'Estaing fu un alleato fedele dell'impero e supportò il regime con aiuti finanziari e militari. In cambio Bokassa ospitò molte volte d'Estaing in safari e lo rifornì di uranio, un minerale vitale per il programma nucleare militare francese. Con il passare degli anni, comunque, crebbero le critiche al presidente francese, specie quando venne rivelato che Bokassa gli regalava frequentemente diamanti. Amin Dada e fu presidente dell'Uganda dal 1971 al 1979.
La sua condotta in Uganda fu improntata alla più settaria violenza, includendo la
persecuzione razziale degli Acholi, Lango, Indiani e altri gruppi etnici inclusi induisti e cristiani dell'Uganda. L'ammontare delle vittime causate dal regime di Amin non è mai stato quantificato in maniera precisa. Una stima della International Commission of Jurists ha stabilito che esse siano non meno di 80.000 e verosimilmente vicine ai 300.000. Un'altra stima, effettuata dalle organizzazione degli esuli con l'aiuto di Amnesty International, pone il numero di vittime sui 500.000 morti[1]
L'informazione e' scomparsa, una volta era semilibera, oggi si e' dissolta. Per informarsi e' rimasta la Rete, contro cui ogni mese c'e' una nuova legge, e la televisione svizzera nel Nord Italia. Il territorio e' cementificato anno dopo anno e le splendide 100 citta' d'Italia trasformate in camere a gas. parcheggi e centri commerciali. Le Università italiane, che hanno primeggiato per secoli, sono scomparse dalle classifiche internazionali. Il nostro futuro sono centrali nucleari, inceneritori, bretelle, autostrade, rigassificatori e parcheggi. Non dobbiamo dare la colpa a nessuno se non a noi stessi. Ora possiamo cambiare. Una nuova societa' in cui ognuno conta uno e i nostri figli contano più di ogni altra cosa e' possibile. Basta una tua firma questi sabato e domenica per la lista regionale del MoVimento Cinque Stelle. Non sprecare questa occasione e spargi la voce. Loro non si arrenderanno mai (ma si stanno decomponendo sotto i nostri occhi).

Verso il pdNr (Punto di non ritorno)

Disoccupazione all'8,5% record da gennaio 2004

 

Un miliardo di ore di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) autorizzato tra l'ottobre 2008 e il dicembre 2009. Sono queste le cifre rilevate dal rapporto sulla Cig del 2009 stilato dall'osservatorio sulla cassa integrazione della Cgil. La colpa, della crisi che in poco meno di un anno avrebbe portato all'autorizzazione di 634.699.339 ore di cassa integrazione ordinaria e 370.384.779 ore di straordinaria: per un totale di 1.005.084.118 ore complessive.
La crisi economica, e la crisi della disoccupazione. Sono i due fattori, strettamente correlati, che concorrono a spiegare l'ammontare di ore di cassa integrazione registrate per l'anno 2008-2009, in Italia. Ore che hanno coinvolto un numero di lavoratori che, colcolando un livello medio di ricorso alla cassa pari a 25 settimane, ha superato il milione. E dal rapporto della Cgil emerge anche che per questo milione di lavoratori i riflessi della loro condizione sul reddito sono stati molto pesanti. In altre parole "ogni lavoratore che ha usufruito della cassa integrazione (ordinaria o straordinaria) per 5 mesi, ha perso tra i 3.000 e i 3.500 euro". La classifica per regioni. Nella classifica del maggior ricorso alla cassa integrazione ordinaria vincono le regioni del centro-nord: la Lombardia con 182.107.335 ore, per un aumento del 627%, l'Emilia Romagna che registra un piu' 813%, l'Abruzzo (piu' 618%), il Piemonte (piu' 532% ), il Veneto (piu' 567%) e le Marche che registra un più 482%. Ironia della sorte, queste regioni - spiega il rapporto - "sono anche quelle che hanno una struttura industriale piu' consistente, mentre nelle altre, soprattutto per le regioni del mezzogiorno, lo spessore della crisi si evidenzia con altri indicatori".I sindacati alzano la voce. I dati destano la preoccupazione dei sindacati, che alzano la voce. "L'alto ricorso alla Cig - fa notare Susanna Camusso, segretaria confederale della Cgil - ha rappresentato nello stesso tempo una difesa dagli effetti della crisi produttiva ma anche il risultato di una crisi profonda che ha investito il nostro apparato produttivo". Una crisi che per la dirigente sindacale "non e' affatto superata, anche se siamo in presenza di una ripresa minima degli ordinativi almeno sulle esportazioni mentre permane un forte segnale negativo dettato dall'assenza di investimenti in macchine utensili e strumenti da parte delle imprese". E c'e' di piu'. Nelle ultime settimane, infatti, si registrano "aumenti indiscriminati delle richieste di licenziamenti da parte di molte grandi aziende che, pur potendo agire diversamente, approfittano invece della della situazione".L'allarme di Confindustria. Anche il centro studi di Confindustria lancia l'allarme disoccupazione: "A dicembre infatti il tasso di disoccupazione in italia è stato dell'8,5% contro il 10,0% nell'area euro". In altre parole, "includendo tra i disoccupati l'equivalente di forza lavoro delle ore erogate di Cig, il dato italiano sale a 10,1% in linea con quello europeo". Il centro studi di Confindustria parla chiaro: "Il trend resta ascendente: a dicembre la percentuale di imprese che si attendeva una riduzione del numero di addetti (28,6%) era ancora nettamente superiore a quella che prevedeva un incremento (9,7%), benche' si fossero stabilizzate le opinioni sulle condizioni operative aziendali". Niente di nuovo dunque. Gia' ieri infatti i dati dell'Istat e di Eurostat segnalavano una crescita all'8,5% dei senza lavoro. Cifre record dal 2004.Il colpo di grazia potrebbe arrivare anche DALL'EFFETTO DOMINO:"

Tra "Pigs" e Paesi Baltici  Eurolandia teme l'effetto domino

 

 

L'origine dei 2000 MILIARDI DI EURO DI DEBITI (4.000.000 DI MILIARDI DI LIRE...) A pagina 17 de Il Corriere della Sera di giovedì 15 gennaio 2010, Salvatore Bragantini, economista molto in gamba, molto esperto, ci ricorda che cosa ha fatto Craxi per il debito pubblico e dice “ il caso Grecia ora tiene banco, ma e' solo l’inizio, tutti i Paesi dell’Eurozone ad alto debito - si fa più presto a dire chi non c’e' - sono condizionati dai vincoli di Maastricht , svuotare i quali vorrebbe dire silurare l’Euro. Non e' loro preclusa solo la leva della politica monetaria, anche lo spazio per quella fiscale si fa impervio, non c’e' una lira, i soldi (pochi) vengono spesi per pagare gli interessi sul debito e quindi non c’e' trippa per tagliare le tasse. Si puo' giostrare solo a parita' di gettito e la manovra e' limitata dalle norme dell’Unione Europea, per esempio per l’Iva. In questo frangente, cosa fare in concreto per restare un grande Paese, senza farsi pian piano relegare nella serie inferiore? Un’opinione pubblica disinformata potrebbe reagire prendendosela con l’Europa, mentre in realta' ce la dobbiamo prendere con noi stessi e, soprattutto, con chi oggi celebra Craxi.” E ricorda, Bragantini, che “ il risanamento morale, utile in se', darebbe anche un robusto contributo a quello economico”, perche' l’immoralità pubblica, la corruzione pubblica che porta aumenti di spesa pubblica sono, in realta', all’origine del boom del nostro debito punto di riferimento, che non e' sempre stato alle stelle: ha cominciato a andare alle stelle a partire dal 1980, cioe' da quando impero' sull’Italia per dodici anni il famoso Caf (Craxi, Andreotti, Forlani). Se ci fosse ancora una classe dirigente degna del nome, anziche' assistere in un silenzio forse non imbarazzato, ma certo imbarazzante alla rivalutazione di Bettino Craxi, questa classe dirigente ricorderebbe al Sindaco di Milano, che vuole dedicargli una via o un parco, alcuni fatti stranoti nelle metropoli straniere che ama frequentare la signora Moratti. Lasciamo pure stare i gravi reati per cui Craxi e' stato condannato e che paiono divenuti trascurabili, c’e' molto di piu': sotto la guida politica sua e di De Mita, che oggi non a caso ne canta le gesta, il nostro debito pubblico e' volato dal 60 al 120% del Pil, in dodici anni e' raddoppiato il rapporto tra debito e prodotto interno lordo; di qui il macigno che tutt’ora grava sulle spalle del Paese e ne frena lo sviluppo, sapete che quel debito lo paghiamo con 80 miliardi di Euro all’anno di soli interessi. Nell’éscalation del debito ebbe il suo bel peso l’aumento dei costi delle opere pubbliche dovuto alle tangenti, scoperte grazie a Mani Pulite: quei costi, in seguito alle indagini, crollarono di botto e chi allora accuso' il colpo ce lo restituisce con gli interessi. Nel 1992, quando crollo' la Prima Repubblica sotto i colpi delle tangenti e poi si travestì da Seconda Repubblica grazie a quel grande gattopardo che e' Berlusconi, un chilometro di metropolitana a Milano costava 192 miliardi, nello stesso periodo ad Amburgo un chilometro di metropolitana costava 45 miliardi, meno di un quarto. In quel periodo il passante ferroviario di Milano costava 100 miliardi a chilometro ed e' stato realizzato in dodici anni; nello stesso periodo il passante ferroviario di Zurigo e' costato la meta', 50 miliardi a chilometro, e ha richiesto la meta' del tempo per i cantieri (sette anni, anziche' dodici). E’ così che nasce il boom del debito pubblico che, nell’80, era il 60% del Pil, nell’83 era già il 70% del Pil, nell’83 Craxi diventa Presidente del Consiglio, ci rimane quattro anni, e' il governo piu' lungo della Prima Repubblica, in quei quattro anni il rapporto tra debito e Pil passa dal 70 al 92% e, in termini liquidi, il debito pubblico passa da 400 e qualcosa mila miliardi a un milione di miliardi in quattro anni (1.000.000 DI MILIARDI NEL 1987,oggi siamo a 4.000.000 DI MILIARDI, quadruplicato in 20 anni...), gli anni del governo Craxi. Dopodiche', negli anni dei governi Goria e De Mita, il rapporto debito /Pil balza ulteriormente dal 92 al 118%, che e' il valore che ha praticamente oggi, perche' abbiamo avuto qualche anno di risanamento grazie alle politiche del centrosinistra, soprattutto dei Ministri Ciampi e Padoa Schioppa e poi abbiamo avuto invece lo sfondamento del centrodestra che, guarda caso, ha affidato l’economia nelle mani degli stessi che collaboravano con Craxi ai tempi in cui veniva scavato il grande buco del debito pubblico: oggi la nostra economia e' nelle mani dei Tremonti, dei Brunetta e dei Sacconi, cioe' degli stessi consulenti economici di Craxi e De Michelis, che all’epoca stavano scavando quel gigantesco buco che ancora non siamo riusciti a riempire."

PALERMO, 23 GEN - Il senatore Udc, Salvatore Cuffaro, condannato a 7 anni di carcere per mafia annuncia di lasciare ogni incarico nel partito. All'ex governatore della Sicilia i giudici hanno riconosciuto nel processo di secondo grado il favoreggiamento aggravato e la rivelazione di segreto istruttorio. 'So di non aver mai voluto favorire la mafia - dice Cuffaro - e di essere culturalmente avverso a questa piaga, come la sentenza di primo grado aveva stabilito. Prendo atto pero' della sentenza'.

DOPO IL FALLIMENTO DEL SECONDO LODO ALFANO,SCATTA LO SCUDO STELLARE, GIUSTO IN TEMPO PERCHE' "C'è anche Piersilvio Berlusconi tra gli indagati nell'inchiesta Mediatrade-Rti sulla compravendita dei diritti televisivi, per la quale oggi il pm di Milano Fabio De Pasquale ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini. Il figlio del premier - sotto inchiesta insieme al padre - E' stato consigliere di amministrazione e vice presidente della societa' finita nel mirino dei pm."

 

NON UNA PAROLA DA QUELLA MERDA DEL PD SUGLI SCHIAVI DI ROSARNO, NON UNA PAROLA DA QUELLA MERDA DEL PD SULLA MERDA CHE VOGLIONO INTITOLARE A MILANO, ED E' GIA' INIZIATA L'INTOSSICATURA DI TESTA DI MERDA COME LORO!!! ALLE PROSSIME ELEZIONI DEVONO SPARIRE !!!

Grillo_e_la_Fiat.jpg
L'Italia e' un piccolo Paese, con poche risorse e un tasso di disoccupazione da far paura. Dobbiamo avere il coraggio di dirci che gli immigrati sono in prevalenza forza lavoro sfruttata, merce per imprenditori senza scrupoli e per politici e giornalisti con la erre moscia che cianciano di pozzi avvelenati. Una risorsa preziosa per i politici che li lasciano al loro destino. E' in corso una guerra, che qualche volta esplode, tra poveri: immigrati e cittadini italiani, entrambi presi per i fondelli. Lo Stato si e' fermato a Rosarno. Mentre sprofondiamo ecco l'annuncio salvifico: quello della doppia aliquota fiscale per un fisco piu' "leggero". La solita puttanata pre elettorale tanto per rincoglionire la merda italiota:"
Le riforme "condivise", "volute dai cittadini" e che "interessano al Paese" non si fermano. Anzi aumentano. Insieme alla riforma della Giustizia per non farsi processare e non finire in galera, e della Costituzione per farsi le leggi anticostituzionali, Berlusconi ne ha pronta una terza: quella fiscale. Una riforma fatta per i gonzi. Infatti non la faranno mai perche' riguarda tutti i contribuenti e non gli evasori. E' uno spot elettorale. Due sole aliquote, una al 23%, una al 33% con minori entrate di qualche miliardo di euro per il Fisco. Per coerenza Tremorti dovrebbe istituire una sola aliquota al 5%, quella dello Scudo Fiscale.
A parole sono tutti vicini a chi paga le tasse. Tremorti vuole un Fisco "amico" dei cittadini e "socio positivo" delle imprese. Paolo Bonaiuti spiega che "il governo intende disegnare un sistema che porti l'Italia alla modernit? fiscale". L'opposizione del Pdmenoelle per bocca di
Bersanetor,il portavoce di D'Alema, ha pero' precisato: "Proposta sbagliata perche' aiuta i ricchi". Per chi, con la sua assenza dal Parlamento, ha fatto approvare lo Scudo Fiscale, aiutato gli ultraricchi ed evitato la caduta del Governo e' una presa per il culo galattica dei cittadini.
 

LA GRAVITA' DELLA SITUAZIONE DI UN DISASTROSO PRIMO MINISTRO BIZANTINO E' ANCHE RESPONSABILITA' DELL'OPPOSIZIONE, CHE NEGLI ANNI TRA IL 1995 ED IL 2001 NON FECE ALTRO CHE FAVORIRE QUESTA ESCRESCENZA MEDIOEVALE, QUESTO GIURASSICO SOPRAVISSUTO ALLA SCOMPARSA DEI DINOSAURI: "...perche' e' molto facile ricordare le leggi che si e' fatto Berlusconi, ma molti preferiscono dimenticare le leggi che a Berlusconi, oppure agli amici propri e anche a lui, sono state fatte dal centrosinistra, quando invece avrebbe dovuto fare quello che aveva promesso ai propri elettori, ossia risolvere il conflitto d'interesse, approvare leggi antitrust, rompere il monopolio televisivo, sottrarre la RAI al controllo dei partiti etc..
La prima e' proprio quella della custodia cautelare nel 95, quando i colletti bianchi vengono di fatto salvati, salvo casi eccezionali, dal rischio di finire in galera in custodia cautelare e poi arriva, nel 96, il governo di centrosinistra, sulla tv abbiamo visto che cosa e' riuscito a fare e a non fare l'Ulivo, grazie soprattutto a D'Alema e ai suoi uomini che, gia' all'epoca, erano gli azionisti forti di riferimento del centrosinistra, previa visita di D'Alema, naturalmente, a Mediaset, dove D'Alema disse che Mediaset era un grande patrimonio del Paese, confondendo forse il patrimonio di Berlusconi con il patrimonio del Paese, Mediaset e' patrimonio di Berlusconi, il patrimonio del Paese sarebbero le concessioni che, infatti, lui non potrebbe avere per tre televisioni, ma ha sempre ottenuto anche per la terza abusiva....
allora fu approvata una serie di leggi intanto per rendere sempre pi?lenti i processi e sempre pi?probabile la prescrizione: fu approvata una legge che modificava l'articolo 513 del Codice di Procedura Penale, che cosa vuole dire? E' una legge che cestina le prove: con il vecchio articolo 513 succedeva questo, l'imprenditore confessava di aver pagato una tangente a un politico, dopodiche', dopo averlo confessato, patteggiava la pena, evitava il carcere....nel processo rimaneva soltanto il politico corrotto, il quale invece sceglieva il dibattimento, proprio perche' il politico ben conosce che conviene tirare alle lunghe...con il vecchio 513 il verbale valeva, ovviamente, anche nel processo a carico del politico e il giudice che giudicava il politico aveva il diritto di sapere che cosa aveva confessato l'imprenditore, visto che la tangente era la stessa....Invece con il nuovo 513 APPROVATO DAL CENTRO SINISTRA quello che ha detto l'imprenditore non vale piu', se non nel suo processo e quindi nel processo al politico il giudice non puo' neanche sapere quello che ha detto l'imprenditore....Ergo, il silenzio, la scena muta o l'assenza dell'imprenditore che ha corrotto il politico, nel processo al politico fa si' che il politico viene di solito assolto per insufficienza di prove, ecco perche' tangentopoli e' finita nel buoio completo....Vi rendete conto che quindi abbiamo una sentenza che dice che l'imprenditore ha corrotto il politico e un'altra sentenza che dice che il politico non e' stato corrotto dall'imprenditore. Questa legge che cestina le prove viene dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, perch??una follia, e' un'ingiustizia clamorosa...
La Corte Costituzionale la boccia nel 1998 e che cosa fanno destra e sinistra insieme nel 1999? Trasformano la legge che la Corte Costituzionale aveva appena dichiarato incostituzionale in legge costituzionale, con la maggioranza dei due terzi, con la doppia lettura Camera /Senato, Camera /Senato e cos?prendono una legge incostituzionale e la infilano nella Costituzione all'articolo 111, che viene ribattezzato ? giusto processo?. E' quel giusto processo che vi ho detto prima, il corruttore ha corrotto il politico, ma il politico non ?stato corrotto dal corruttore, cio?c'?una tangente sicura, viene condannato chi l'ha pagata, ma chi l'ha presa no e questo lo chiamano il giusto processo....
 

I dipendenti della Fiat di Pomigliano occupano dal 16 il municipio
Oggi la messa con il vescovo di Nola. Presidiano la fabbrica anche i dipendenti Eutelia

di ROSARIA AMATO

Natale sul tetto o in fabbrica per precari e cassintegrati

I precari sul tetto dell'Ispra


 

 

 

 

 CIN550.jpg
"Gli investitori si sono assicurati maggiormente contro il default dell'Italia (attraverso il cosiddetto CDS (*) che esiste per ogni altro Stato, secondo la societ?finanziaria DTCC " (**), che pone l'Italia al primo posto seguita a lunga distanza da Spagna, Germania, Brasile e Grecia. L'Italia e' prima grazie al suo enorme debito pubblico. I titoli italiani all'estero si fanno sempre riconoscere...
(*) Il
CDS, o Credit Default Swap, e' una polizza assicurativa che si contrae contro il rischio di fallimento di uno Stato e quindi sulla possibile insolvenza dei suoi titoli.
(**) Da: "
The Economist" L'Italia e' a rischio, l'Italia e' a rischio ma incredibilmente e' la GRECIA a dichiarare bancarotta con 300 miliardi di euro di debito. In Italonia ci sono 15 milioni di pensionati a vario titolo, 5 milioni di pensioni di invalidita' a vario titolo, 5 milioni di disoccupati/scoraggiati/nene (*), all'interno dei 25 milioni di persone in eta' lavorativa, dobbiamo togliere 5 milioni di dipendenti pubblici a vario titolo, 5 milioni di cassaintegrati a vario titolo. Rimangono 15 milioni di persone per un rapporto di 1,5 contro 3,5 quando negli anni ottanta il rapporto era di 3 contro 2. Il tutto entro la cornice di un tasso di natalita' sotto lo zero da decenni, con una popolazione che aumenta solo grazie all'entrata dei "barbari". (*) I disoccupati sono quelli tratti dalle stime ufficiali Istat, stime ormai assolutamente inattendibili perche' non tengono conto di coloro che non non provano nemmeno a cercare un lavoro e di coloro che un lavoro non lo hanno mai fatto, ovvero i cos?detti ne-ne, ne studio ne lavoro, che in Italia ammontano a circa UN MILIONE di persone. Ma non sono questi i problemi che assillano chi sta al governo, non sono questi !!! Se la Grecia con i suoi 11 milioni di abitanti e 300 miliardi di euro di debito pubblico e' fallita, allora le domande sorgono spontanee, come Venere e la D'Addario dalle onde del mare Egeo. Quale sara' il colore dell'elicottero che portera' in salvo Tremorti? Chi rimborsera' i titoli di Stato? Il presidente greco George Papandreou dichiara il rischio di default con soli 300 miliardi di euro di debito pubblico. Per Capodanno l'Italia avra' superato il traguardo dei 1.800 miliardi di euro di debito. Sei volte quello greco. Ci sono quattro milioni di disoccupati, inclusi quelli che non cercano pi?un lavoro: gli "sfiduciati". I dipendenti pubblici italiani sommati ai pensionati sono quasi il doppio degli abitanti della Grecia. Perche' la Grecia rischia la bancarotta e la fine della sovranita' nazionale e noi no? Questo e' un mistero gaudioso della Fede e delle balle dei giornalisti economici. L'Italia non fallisce per un solo motivo. Gli italiani si ostinano a non crederci. E' la forza immensa dell'ignoranza che tiene in piedi il Bel Paese. Il crack verra' un mattino qualunque, forse della prossima primavera. Lo leggeremo, inaspettato, sui giornali insieme alle previsioni del tempo e alla nuova dieta mediterranea. Un pasto si e quattro no.

 


 

La Cgil: "200mila statali in piazza"
Roma, scontri al corteo dell'Onda

Sciopero di otto ore del pubblico impiego per i contratti e contro la riforma della PA. Manifestazioni nella capitale e in altre citt? La polizia carica gli studenti.

 

Crisi, madri ridotte a rubare nei supermercati
Due casalinghe incensurate scoperte a Dolo, in Veneto, con merce per 165 euro sotto i giubbotti. Altre due si sono autodenunciate a Sassari.

 

Bari, Fitto e Angelucci rinviati a giudizio
il capo di imputazione ?corruzione

Il ministro per gli Affari regionali e l'imprenditore romano saranno processati. Tra le accuse quella del versamento di 500mila euro ricevute dall'uomo d'affari

 

 

 I partiti regnanti trasformano le risorse dello Stato (nostre) in regalie e la democrazia in una barzelletta. Gli italiani sono i nuovi servi della gleba. . I leader del PD sempre piu' avulsi ed antistorici, continuano a non capire LA PORTATA DELLE NUOVE TECNOLOGIE E DELLA SPONTANEITA' VIA INTERNET. Il neo pseudo segretario di un partito di zombi, migliori alleati di BerlusconiDay, continuano nella politica dell'inciucio infinito ed insistono A VOLER METTERSI D'ACCORDO CON UNA TESTA DI CAZZO CHE UNA MILIONATA DI PERSONE VUOLE FUORI DAI COGLIONI PER SEMPRE!! Berlusconi si sta allenando alla fuga. E' andato a Torino per inaugurare l'alta velocita'. In un altro Paese ci sarebbero stati alcuni curiosi, qualche contestatore e una folla sostanzialmente indifferente. Per lui c'e' stata un'accoglienza straordinaria. Centinaia di persone volevano toccarlo con mano. Gridargli un po' piu' da vicino: "Amico dei mafiosi", "Buffone", "Corruttore". Queste, ormai consuete per lui, manifestazioni di giubilo popolare non sono state possibili. Trecento poliziotti antisommossa lo hanno impedito. E allora via con la Freccia Rossa. Veloce come il vento. La prossima volta al posto del treno superveloce lo aspetta l'elicottero sui tetti di Arcore. Da Milano i suoi leccaculo e troje ultra fetish in subborg sventolano orgogliosi avvisi di garanzia arrivati per inchieste su un probabile genocidio orchestrato dalle loro politiche fondate su parcheggi,cemento armato, asfalto, inquinamento atmosferico, erosione dei sottosuoli, devastazione delle falde acquifere: "Formigoni e Mortizia Moratti hanno ricevuto un avviso di garanzia. Sono indagati per l'inquinamento a Milano. La Moratti non ?stata ancora indagata per lo studio sull'inquinamento della Fondazione Lombarda per l'ambiente tenuto chiuso in un cassetto per mesi. A Milano si muore grazie all'indifferenza della politica. E mentre centinaia di cittadini crepano di cancro ai polmoni o di leucemia, Formigoni agita giulivo l'avviso di garanzia ricevuto (vedi video). Come fosse un premio. Il premio per l'untore dell'anno." Non e' finita: "Per l'inquinamento dell'aria, a Milano (e non solo) i cittadini muoiono di tumore ai polmoni, i bambini di leucemia infantile, i vecchi di complicazioni ai bronchi. A Milano (e non solo) centinaia di persone affollano i pronti soccorso per i danni causati dall'inquinamento. 73 persone al giorno vengono ricoverate in ospedale OGNI GIORNO a Milano per l'aria mefitica. L'inquinamento e' la nuova peste e gli amministratori comunali, regionali, provinciali fino all'ultimo assessore per il traffico o per la salute sono responsabili.
Mortizia Moratti, sindaco di Milano per censo, e Formigoni, presidente della Regione Lombardia per Comunione e Liberazione, hanno ricevuto
un avviso di garanzia per l'inquinamento a Milano. L'ULTRA TROJA FETISH CON TACCHI A SPILLO E CATSUIT IN LATEX TUTTAVIA se n'?sbattuta altamente dall'alto dei miliardi del maritino, GianMarco Moratti, ed ha premiato CON I PUNTI DEL MULINO BIANCO, Marina Berlusconi dell'AMBROGINO D'ORO, e dopo una bella scorpacciata di lusso sfrenato alla SCALA passando per VIA DELLA SPIGA E MONTENAPOLEONE per il nuovo abbigliamento da dominatrix della politica milanese (vedi seconda foto).
Moratti_alla_Scala.jpg
Mestizia MORTIZIA Moratti, sindaco di Milano per censo, ha avuto oggi la sua giornata di gloria. Ha santificato il giorno di Sant'Ambrogio con l'assegnazione dalle sue proprie mani dell'ambrogino d'oro, la massima onorificenza milanese. Per l'informazione ha premiato Maurizio Belpietro di Libero, per l'imprenditoria Marina Berlusconi, la presidente della Mondadori, azienda acquisita con la corruzione di giudici. Poi, tutti insieme, alla prima della Scala a mostrare la toilette da gran signora sotto il peso dei flash, dimentica dell'avviso di garanzia per l'inquinamento dell'aria di Milano. "Milan l'?un gran Milan".


 

Roma, 1 dic. (Apcom) - La disoccupazione schizza a livelli record, con il numero dei senza lavoro che a ottobre, per la prima volta dal marzo del 2004, sfonda la soglia dei 2 milioni. A ottobre - comunica l'Istat - il tasso di disoccupazione ?salito all'8% dal 7,8% di settembre (+1% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso), raggiungendo il valore massimo dal novembre del 2004. Il numero delle persone in cerca di lavoro ?quindi 2.004.000, in aumento del 2% (+39mila persone) rispetto a settembre e del 13,4% (+236mila) su base annua. Il tasso di disoccupazione giovanile - aggiunge l'istituto di statistica - a ottobre ?aumentato al 26,9% dal 26,2% di settembre, con una crescita del 4,5% rispetto a ottobre dell'anno scorso.

Il superamento della crisi e' identico al ritrovamento delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein:

CRISI: GIAPPONE, BOJ INIETTERA' LIQUIDITA' PER 114 MLD

La Boj, la Banca del Giappone, iniettera' nuova liquidita' per 10 mila miliardi di yen (114 miliardi di dollari) per acquistare altre attivita' finanziarie.

La holding statale Dubai World, alle prese con un debito di 59 miliardi di dollari
Chiesta una moratoria sul pagamento della "Palma". Vip tra azionisti e acquirenti

Dubai, senza soldi l'isola dei ricchi
tremano le Borse di tutto il mondo

L'emirato assicura un'"azione decisiva" per rassicurare i mercati
 

Il verbale del pentito Spatuzza. Il 4 dicembre deposizione al processo Dell'Utri
La "rivelazione" attribuita a uno dei fratelli Graviano. Che ha rifiutato il confronto

Monte_dei_Pegni.jpg
 

LA GRANDE NUOVA CAMORRA ORGANIZZATA

E il boss dei Casalesi disse
"Cosentino il nostro candidato"

"Giuseppe Setola disse che l'onorevole era amico di Bidognetti"
Nell'inchiesta spuntano i nomi di Bocchino e Landolfi

E il boss dei Casalesi disse "Cosentino il nostro candidato" Nicola Cosentino

 

I NOSTRI PROBLEMI

IL CASO. Con la nuova legge resta in piedi solo l'inchiesta Mediatrade
Se passa il progetto ai giudici resta la sola arma del ricorso alla Corte Costituzionale. Solo 24 ore prima i giornali ....

Mills e diritti tv subito prescritti cos?il premier si salva a Milano Mills e diritti tv subito prescritti cos?il premier si salva a Milano

 

 


 

 

Mills, confermata sentenza
"E' stato corrotto"

Il legale condannato a 4 anni e mezzo: ha ricevuto seicentomila dollari da Berlusconi per comportarsi da "testimone reticente" in due processi nei quali era imputato il premier. La difesa: "Andremo in Cassazione"

Berlusconi ?malato, non va al Consiglio europeo

"Marrazzo si dimetter?oggi"
Rifugio segreto per evitare i cronisti

 

L'annuncio del vice Montino. Il governatore diretto al monastero di Montecassino, poi cambia meta . Il pm: "Non ?indagato". L'ordinanza: "Per una trans 5000 euro". Il legale: "I soldi erano di Natali". Quel colloquio con Berlusconi
Commenta / SPECIALE REPUBBLICATV
FOTO China, una delle trans del caso Marrazzo


 

Appalti campani, trovato file
con raccomandati e sponsor

Oltre 600 nomi nella lista. La maxi inchiesta su lavori e assunzioni sospette all'Agenzia per la protezione dell'ambiente: indagate 63 persone. Divieto di dimora nella regione e in sei province limitrofe per Sandra Lonardo Mastella. Lei: "Mi crolla il mondo addosso".
Commenta / Audio: Conchita Sannino

 

Stato-mafia, il 'papello' ai pm
ecco gli appunti di Ciancimino

Una fotocopia dell'elenco delle richieste dei boss per interrompere la stagione delle stragi consegnato alla procura di Palermo. E l'espresso in esclusiva pubblica un documento scritto da Vito Ciancimino con le proposte e le modifiche ai 12 punti dettati dai corleonesi di LIRIO ABBATE
LE FOTO DI ALCUNE PARTI DEL DOCUMENTO
Dura presa di posizione della BCE contro gli aiuti governativi per la rottamazione: "Avranno un impatto positivo
contenuto sull'attivit?nell'area dell'euro nel corso del 2009 ed ? possibile che diventi negativo nel 2010". ?Alt ai supermutui, mai sopra il 40%?
Ma l'Ue: nessuna direttiva allo studio.

 

 

La Consulta: "Lodo Alfano illegittimo"
Berlusconi: "Vado avanti, giudici di sinistra
E sapete da che parte sta il Quirinale"-video

LA DIRETTA. Dichiarata incostituzionale a maggioranza (9 a 6) la legge che blocca i processi alle 4 piu' alte cariche dello Stato (testo- tutti i documenti). Il premier torna a giudizio in due processi. Secondo la Corte (comunicato) non basta una legge ordinaria; violato anche il principio di uguaglianza. Alfano: "Sentenza sorprendente". Prima, la minaccia di Bossi: "Pronti a trascinare il popolo". E poi: "Il premier non vuole elezioni anticipate. Se si ferma il federalismo, facciamo la guerra" / Commenta
LO SPECIALE DI REPUBBLICA TV/ BREAKING NEWS SUI SITI STRANIERI


 

Il Times: Berlusconi stile Orwell di E. FRANCESCHINI - RASSEGNA STAMPA ESTERA

Di Pietro chiede le dimissioni
Pd: "Tutti uguali davanti alla legge"

La notizia sta facendo il giro del mondo. Dal Pdl reazioni molto dure: "La Corte contraddice se stessa". Sinistra e Libert? organizza un sit-in davanti a Palazzo Chigi

Deficit, la Ue apre procedura
"In Italia debolezza strutturale"

Analogo procedimento per altri otto stati membri, tra cui Germania e Olanda. Ma sul nostro Paese si sottolinea che i problemi non sono dovuti alla crisi. "Ripresa sar?lenta". Il Tesoro: "Sforamento? As usual"
L'insostenibile debolezza di MASSIMO GIANNINI


 

Mondadori, i giudici sul premier
"Corresponsabile di corruzione"

Berlusconi: "Enormita'giuridica"
Motivazioni della sentenza contro Fininvest, che deve risarcire 750 milioni a Cir. Il risarcimento per "perdita di chanche". Il Cavaliere: "Allibito, vado avanti". Pdl: "Eversivi, non sovvertiranno volonta' popolare". Il Pd: "Parole gravissime" / Testo sentenza

Il corruttore difeso dalla politica di G. D'AVANZO

Stampa estera: giustizia e informazione
"Il sabato nero di Berlusconi"
Dal Wall Street Journal a Lib?ation: la sentenza Mondadori e la manifestazione, due colpi al Cavaliere. Polemica in Rai dopo l'editoriale di Minzolini (video). Protesta di molti telespettatori

Annozero, 7 milioni per la D'Addario
Schifani attacca: "Palese indecenza"

Ma Santoro esulta: "Il pubblico non vuole censure"
Gabanelli: "Per ora abbiamo tutela legale, ma si naviga a vista"

Annozero, 7 milioni per la D'Addario Schifani attacca: "Palese indecenza"


 

 

 

"Senza Lodo, premier a rischio"
Primi contatti per il dopo-Silvio
Rai nella bufera, oggi il Cda.  Allucinante presa di posizione dell'avvocatura di stato, una specie di consigliori di notabili ai piedi del presidente del consiglio asfaltato. SOSTANZIALMENTE SI E' AFFERMATO A CHIARE LETTERE CHE SENZA LA LEGGINA A FAVORE DEL PREMIER, QUESTI E' NEI GUAI SERI. 
L'Avvocatura difende il Lodo Alfano: senza stop ai processi "si potrebbe creare una opinione contraria con rischio di dimissioni". MA COME E' POSSIBILE GIUSTIFICARE UNA LEGGE ANTI COSTITUZIONALE?? CHE RAZZA DI NAZIONE E' QUESTA?? Garimberti contro Berlusconi dopo il flop di Porta a porta. E il dg Masi finisce sotto accusa di M. GIANNINI e F. BEI

Il ministro: Meno corsi e professori a contratto (La Stampa)

Disoccupazione, l'allarme dell'Ocse
'In Italia il peggio deve ancora venire'

La Fiat: incentivi o sar?un disastro
L'Organizzazione dedica uno studio alle ricadute della crisi sull'occupazione. 15 milioni i senza lavoro nell'area. Nel nostro Paese erano 1,1 milioni nei primi tre mesi del 2009. Marchionne preoccupato chiede nuovi interventi

Premier, audience flop da Vespa
Mauro: 'Ha perso la testa' - video
A Porta a porta ascolti deludenti. Attacchi a giornalisti e Repubblica: "Farabutti". Monologo tra insulti e menzogne di C. MALTESE
 

Berlusconi: 'Quali prostitute...' - video
"Io il miglior premier in 150 anni";FINI:"Contro di me uno stupro pubblico,eppure ero stato chiaro col Premier. Volevo una cosa tipo Argentario...."
E Noemi arriva a Venezia - foto / video

Il Cavaliere incontra Zapatero, risponde con violenza a El Pais e minaccia la D'Addario: "Rischia 18 anni". La replica: "Lo invito a confronto pubblico". Franceschini: "Meglio di lui solo Mussolini...". D'Alema: "Machismo senile" di C.MORGOGLIONE
FOTO El Pais: "Il Cavaliere d?spettacolo"
REP TV Gianluca Luzi - I VERBALI "C'?la bionda..."
Il Times all'attacco: "Roma brucia" di ENRICO FRANCESCHINI
FOTO Carolina e le altre. Le 30 ragazze di Silvio

 

BEPPE GRILLO LANCIA IL MOVIMENTO A CINQUE STELLE: Il 4 ottobre 2009 nascer?il nuovo Movimento Nazionale a Cinque Stelle. Nascer?in Rete. Ogni cittadino italiano incensurato e non iscritto a un partito potr?aderire. Sono passati due anni dall'otto settembre 2007, dal primo V-day di Bologna e poco pi?di un anno dal secondo V-day di Torino...(leggi tutto)

"18 serate, 30 ragazze col Cavaliere"
Foto Carolina, Linda e le altre
Stampa estera: "Fine di un'era"
I verbali degli interrogatori di Tarantini sul Corsera. "Portai da Berlusconi delle escort, ma anche attrici come la Arcuri". "Il Cavaliere mi present? Bertolaso". Favori sessuali anche a Frisullo (Pd). Caso Boffo, aperte inchieste a Monza e Terni

Incidenti sul lavoro, tre morti nel Nord Est
I sindacati: "La crisi fa scordare la sicurezza"
Due artigiani precipitano da un capannone in provincia di Udine, un operaio schiacciato da una trave nel Veneziano. Altri feriti anche in Emilia

Scontro (????) Fini-Berlusconi
Secolo: "Pdl ormai becero"
Dopo l'attacco di Feltri e la retromarcia del Cavaliere, il presidente della Camera: "Manovra disperata". Duro commento sul giornale ex An: "Partito irriconoscibile". Avvenire: "Il direttore del Giornale chieda scusa" di C. LO PAPA

L'Aquila, "Staremo nella casa inagibile"Diario di una famiglia. Sbaraccate le tende di Piazza d'Armi, "all'improvviso, tutto ?diverso. Le persone che ti aiutavano hanno cambiato faccia" di JENNER MELETTI
VIDEO Le case non bastano di GIUSEPPE CAPORALE

Incendi, emergenza in Liguria
Roghi estesi anche in Campania

L'Fmi: "Ripresa sar?senza lavoro"
e in Usa ?disoccupazione record
Il direttore generale Strauss-Khan: il rilancio dell'economia sar?"fragile", ma i rischi diminuiscono. Il nodo resta la disoccupazione. Negli Stati Uniti ?al 9,7%, ai massimi dal 1983

Terremoto in Indonesia, oltre 30 morti

La scossa avvertita anche nella capitale Giakarta. 5000 sfollati. Allarme tsunami, rientrato. Scene di panico e decine di case crollate

Bot non valgono quasi nulla
emissione al minimo storico: 0,55%
Nuovo record negativo per il il rendimento dei semestrali. Con una ulteriore limatura dello 0,044% rispetto all'asta precedente di LUCA IEZZI

Bombe a Bagdad, 95 morti
Kabul, terrore prima del voto

 

Immigrati, analisi di Bankitalia
"Non tolgono lavoro agli italiani"

Rapporto della Banca d'Italia sulle economie regionali. "La maggiore presenza di stranieri non si ?riflessa in minori opportunit?occupazionali per gli italiani ma ha evidenziato una complementarieta"

Afghanistan, talebani scatenati
diversi attentati, 18 i morti

Alla vigilia delle elezioni gli "studenti di Dio" colpiscono con i razzi la residenza del presidente e il quartier generale della polizia. Attacco a convoglio Isaf a Kabul: 7 vittime. Scontro con i militari italiani a Farah. Altri attentati nel sud

Anche la Moratti nel Blitz nel fortino della droga

Controlli e perquisizioni a Milano nelle case popolari in viale Sarca e viale Fulvio Testi. Si tratta di sei palazzi alti nove piani, che sono considerati un vero e proprio fortino della droga.

Il Fisco indaga sull'eredit?Agnelli

L'Agenzia delle Entrate sta svolgendo accertamenti su una somma di circa un miliardo di euro, che sarebbe stata depositata in Svizzera e mai dichiarata. L'indagine prende spunto dalle dichiarazioni di Margherita Agnelli (foto, col padre) in guerra con la madre

Innse, a Milano trovato l'accordo
gli operai sono scesi dalla gru

L'azienda alla cordata guidata dalla Camozzi di Brescia, garanzia del posto per i 49 dipendenti, ammortizzatori. Dopo il s?del sindacato, finisce la protesta iniziata otto giorni fa di D. CARLUCCI e I. CARRA

CALCIO
Addio a Gian Maria Gazzaniga
volto popolare della tv

Ergastolo all'ufficiale tedesco
che comand?la strage di Falzano

Josef Scheungraber, 91 anni, ?stato condannato dal tribunale di Monaco di Baviera per il massacro di 14 civili a Falzano di Cortona (Arezzo) il 26 giugno del '44

Milano, pochi metri a 200 euro al mese
i depositi Easybox diventano "case"

E' l'unico affitto che chi ?rimasto senza lavoro pu? ancora permettersi. E il magazzino si trasforma in dormitorio. Ma gli orari di entrata e uscita mettono in allarme la vigilanza che sorprende : tre "abusivi" scoperti in pochi giorni. Ecco le loro storie di SANDRO DE RICCARDIS

Le gabbie salariali dividono l'Italia
favorevole il Nord, contrario il Sud

 

 

 
 

E i fan di Grillo corrono a "Cinque stelle"
Dal web la sfida in cinque regioni

Nel programma energia, connettività, acqua, rifiuti, economia e servizi sociali

E i fan di Grillo corrono a "Cinque stelle" Dal web la sfida in cinque regioni

SI candidano ad essere il partito della rete. Hanno un occhio rivolto ad Obama e l'altro al Pirate Party svedese (CLAMOROSO SUCCESSO ALLE EUROPEE DEL GIUGNO 2009). Sono il MoVimento Cinque Stelle, i grillini. Età media trentacinque anni. Segni particolari: per fare politica usano quasi esclusivamente il web. E da internet lanciano la sfida a cinque consigli regionali: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Campania. Un partito senza sedi, con una struttura orizzontale. Che ha le proprie cellule nei MeetUp, siti in cui si discute di problemi legati al territorio. Un network la cui origine è il blog più visitato d'Italia: quello di Beppe Grillo.

Tutto parte il 26 gennaio 2005, quando il comico genovese apre il suo sito. E quando intorno alle campagne d'opinione che propone iniziano a formarsi gruppi di cittadini che si organizzano dal web alla piazza. Le più celebri restano il "Vaffanculo Day" del 2007 a Bologna, DEL 2008 A TORINO e il "Monnezza Day" del 2008 a Napoli. Oggi i MeetUp sono quasi trecento, con una nutrita rappresentanza all'estero. Dal marzo 2009  hanno un loro manifesto fondativo, la 'Carta di Firenze'. Ed è nello scorso autunno che nasce il MoVimento 5 stelle A MILANO, versante politico dell'organizzazione. Grillo altresì tentò di candidarsi alla segreteria del PD durante le primarie dell'ottobre 2009, candidatura respinta dai vertici gerontocratici del partito attraverso bizantinismi regolamentari degni della peggiore Unione Sovietica.

Le cinque stelle rappresentano i cardini del programma: energia, connettività, acqua, rifiuti economia e servizi sociali. Punti intorno ai quali si sviluppa una proposta politica che mette insieme l'abolizione delle province e delle prefetture con il divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari e l'introduzione del reato di strage per le malattie causate da amministratori irresponsabili. E poi accesso gratuito alla rete per tutti i cittadini e l'eliminazione dei contributi governativi ai giornali. Passando per l'abolizione della legge Gasparri e del canone Rai, per il blocco della TAV, del Ponte, del nuccleare, delle scatole cinesi finanziarie, del project financing farlocco italiota, dei finanziamenti a pioggia per scopi elettorali....
Per le prossime regionali i grillini stanno affrontando la competizione elettorale con determinazione. Scontrandosi e polemizzando, in nome del rinnovamento della classe politica, con i candidati di tutti gli schieramenti. Scompaginando, con azione dimostrative, il copione politicamente corretto del confronto pubblico. E allora i Flash Mob invece delle affissioni selvagge, la diffusione di documenti invece della brochure elettorale. E poi gli incontri dove propongono che i politici  siano considerati dei co. co. Pro,  dipendenti a progetto del Popolo Italiano.  

Gli ultimi sondaggi li accreditano tra il due e il quattro per cento delle preferenze. E la loro centrale operativa resta il web. Su ogni sito è possibile guardare le videolettere con cui ogni candidato espone il proprio programma. C'è il giovane avvocato e la studentessa universitaria, la professoressa d'italiano e il sociologo impegnato nel mondo del disagio giovanile. E poi l'archivista, il manager d'azienda, l'artigiano e il veterinario. Tutti "incensurati e senza carichi pendenti". Per lo più di sinistra, ma "allergici ai partiti esistenti e ai politici di professione".

In ogni sito del MoVimento 5 stelle c'è una pagina riservata alla scrittura collettiva del programma. Un modo, "periferico e democratico", che consente ad ogni cittadino di partecipare con idee e punti specifici. In un'altra sezione si è costantemente aggiornati sulle iniziative che si svolgono in ogni parte d'Italia. Prossimo appuntamento il 20 marzo a Roma. Quando in concomitanza con la manifestazione del Pdl, parteciperanno alla manifestazione nazionale per l'Acqua Pubblica.

 

Verso il pdNr (Punto di non ritorno)

EURO NELLA TEMPESTA: ATENE ACCUSA LA GERMANIA DI REMARE CONTRO

di WSI

Intanto il bund e' arrivato al massimo storico. E l'avversione al rischio contro l'euro cresce di ora in ora: i ribassisti sul dollaro si ricoprono per sfuggire alla tenaglia. Moneta europea in calo a 1.35.

Il vice primo ministro greco Theodoros Pangalos non ci sta e punta il dito contro la Germania, rea di aver tessuto trane segrete per vedere Atene fare bancarotta. "Tanto piu' a lungo il sud dell'Europa resta sotto pressione, tanto piu' l'euro ne subisce le conseguenze diventando protagonista di scossoni e indebolendosi mentre migliorano le condizioni che permettono a Berlino di aumentare le esportazioni verso terzi". "Sono molto preoccupato - ha spiegato Pangalos - perche' se una decisione non verra' presa al piu' presto...allora la valuta europea non avra' piu' senso. Il fallimento dell'euro ci portera' indietro di decenni sul fronte dell'integrazione europea".

Secondo il vice primo ministro greco le banche tedesche hanno un ruolo specifico nella speculazione sui bond greci.

Intanto il prezzo del bund e' arrivato al massimo storico. E l'avversione al rischio contro l'euro cresce di ora in ora, mentre i ribassisti sul dollaro si ricoprono per sfuggire alla tenaglia. La moneta europea e' in calo verso
quota 1.35. Prosegue la caduta verticale della moneta unica penalizzata dai sempre più incerti sviluppi della situazione greca, in vista del vertice di domani e venerdì a Bruxelles.

Il cross eur/usd,
ai minimi da dieci mesi abbandona anche la soglia degli 1,34 dollari senza trarre beneficio dall'indice Ifo, importante barometro dell'industria tedesca, che ha evidenziato un miglioramento a marzo attestandosi a 98,1 punti dai 95,2 di febbraio, superando i 95,9 punti indicati dagli analisti.

Al momento l'euro scambia a 1,3384 dollari dopo essere sceso fino al bottom intraday 1,3351.

Riferendosi all'analisi tecnica,
FXCM spiega che dopo settimane di lateralità, si sta assistendo ad una potenziale rottura ribassista. Il livello di 1.3440 è stato infatti oltrepassato e ci si trova al tentativo di rottura di 1.3400. Lo scenario che si apre, ipotizzando una rottura definitiva, è totalmente sbilanciato a favore del dollaro: la teoria ci dice che la fuoriuscita da un canale laterale mantenuto per parecchio tempo abbia come obiettivo l’ampiezza del canale stesso, in questo caso l’obiettivo sarebbe a 1.3080.

Ma altri parlano anche di un
crollo dell'euro verso quota 1,20 nei confronti del dollaro.

 

MILANO ?? NO, GIOIA TAURO..

TORINO???NO MERCEDES...

Video della Bresso (senza un labiale), valutate voi.

La Bresso è andata ad Avigliana, in Val di Susa. In una sala comunale ha parlato di fronte a venti persone (di numero). All'uscita ha incontrato un gruppo di cittadini No TAV. Li ha trattati dall'alto in basso e con disprezzo. Attila-Bresso poteva permetterselo, era attorniata da gente in giacca-cravatta-braccia-conserte-pancia-in-fuori stile gerarchi e circondata dalle Forze dell'Ordine. Un'anziana signora di ottanta anni le ha detto: "Io muoio con l'angoscia di vedere la mia Valle distrutta, con l'angoscia muoio...". La Bresso ha risposto. "Muoia signora".
Fate girare questi video.
Scaricate il documento delle ragioni dei valsusini e diffondetelo. Mentre la Regione è in mano alla MERCEDES, Torino va svendendo la FIAT:
quasi cinquemila dipendenti in meno, riduzione di un quarto del numero dei modelli prodotti (da 12 a 8) e aumento del 50 per cento dell'attuale produzione italiana ( da 600 a 900 mila auto, soprattutto grazie all'arrivo della Panda a Pomigliano).

Il piano strategico 2010-2014 che Marchionne presenterà il 21 aprile comincia a prendere forma nelle analisi e nelle indiscrezioni che circolano nei cinque stabilimenti di assemblaggio finale e nei tre dedicati alla produzione dei motori e dei cambi.

Queste indiscrezioni parlano anche di sette modelli con marchio Fiat, Alfa e Lancia realizzati negli Usa per il mercato d'Oltreoceano, per una produzione complessiva che dovrebbe superare le 350 mila unità sull'altra sponda dell'Atlantico. (GRAZIE OBAMA: la FIAT rileva CRYSLER ma la produzione si fa negli USA, NON IN ITALIA )

Particolarmente critica, in base ai programmi, la situazione della produzione motoristica in Italia.

Il piano prevederebbe dunque il taglio del 15 per cento degli organici degli addetti al montaggio finale, quei 30.000 operai di linea che nei mesi scorsi sono rimasti fermi per due settimane quando ha cominciato a farsi sentire l'effetto dello stop agli incentivi.

Nel calcolo sono compresi i 1.500 dipendenti diretti di Fiat a Termini Imerese (come è noto lo stabilimento siciliano chiuderà il 31 dicembre del 2011) e i 500 dipendenti che andranno in mobilità volontaria a Cassino sulla base di un accordo sindacale firmato nei mesi scorsi.

Sono una novità invece i 2.000-2.500 addetti in meno alle Carrozzerie di Mirafiori e le 500 tute blu che il sindacato stima possano perdere il posto a Pomigliano in seguito al passaggio dalle produzioni Alfa alla Panda.

Dopo la presentazione del piano, il 21 aprile, toccherà ai sindacati discutere, stabilimento per stabilimento, come raggiungere la saturazione degli impianti senza ridurre gli organici.

È anche probabile che nelle prossime settimane dal Lingotto giungano ancora aggiustamenti.

A preoccupare le organizzazioni dei lavoratori non è solo il futuro di coloro che perderanno il posto (molti, nell'arco dei prossimi quattro anni, matureranno i requisiti per la pensione) ma anche la riduzione secca degli organici nel futuro: "Dobbiamo considerare chiusa la fase in cui si identificava la Fiat con la produzione di auto in Italia", dice Enzo Masini, responsabile nazionale auto della Fiom-Cgil.

E aggiunge: "Dovremo incalzare l'azienda perché aumenti il numero dei modelli rispetto alle indiscrezioni di questi giorni. Dovremo anche chiedere al Lingotto di portare in Italia produzioni di qualità e di dare un futuro agli stabilimenti italiani di produzione dei motori".

Il futuro degli impianti motoristici sarà discusso il 30 marzo prossimo al ministero dello sviluppo economico. Quanto a Termini, se ne parlerà il 13 aprile: "In quella sede - chiede Masini - sarà necessario avere un quadro completo delle proposte in campo". Mentre i sindacati aspettano il quadro completo della situazione, la FIAT va scomparendo. Nel 1979 IMPIEGAVA QUALCOSA COME 500.000 PERSONE. Poi, grazie alle battaglie sindacali (EUFEMISMO), NEL GIRO DI TRENT'ANNI SI E' RIDOTTA A 50.000, CHE DIVENTERANNO 20.000 A PIANO DEL NAPOLEONE MARCHIONNE ULTIMATO.

"Tu devi votare Ignazio e Fidanza. Non facciamo cagate, quello sarà il nostro futuro!". È il 31 maggio 2009. Alle elezioni mancano pochi giorni. A Milano si vota, oltre che per le Europee, per le Provinciali. Michele Iannuzzi parla chiaro. È consigliere comunale del Pdl a Trezzano sul Naviglio, paesone alle porte di Milano, ma la sua attività principale, si scoprirà, è quella di procacciatore d’affari per la Kreiamo Spa: una società ritenuta il braccio finanziario della ’ndrangheta. Per questo è stato arrestato, il 22 febbraio 2010 scorso. Nella primavera del 2009, però, Iannuzzi è ancora un uomo libero e molto indaffarato a tessere trame politiche per far eleggere al Parlamento europeo un tris di candidati delle liste Pdl: Ignazio La Russa, ministro della Difesa; Carlo Fidanza, consigliere comunale a Milano; e Licia Ronzulli, infermiera all’ospedale Galeazzi, imposta in lista da Silvio Berlusconi (era lei a smistare gli ospiti e le ospiti alle feste di Villa Certosa)."Periodicamente le indagini e i processi confermano che Milano e la Lombardia sono sempre più al centro dell’attenzione dei diversi clan mafiosi". Umberto Ambrosoli, figlio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, fatto uccidere dal banchiere mafioso Michele Sindona trent’anni fa, non si stupisce delle intercettazioni della Dia pubblicate ieri dal Fatto Quotidiano. Quelle che rivelano i vasti rapporti politici dell’immobiliarista Michele Iorio, vicino al clan della ’ndrangheta Papalia-Barbaro, originario di Platì, ma operativo a Buccinasco, hinterland sud di Milano. Da buon avvocato, Ambrosoli non vuole entrare nel merito perché le indagini sono in corso e perché non è affatto detto che l’assessore regionale alla protezione civile, Stefano Maullu, il vice-coordinatore provinciale del Pdl, Michele Colucci, il consigliere regionale del Pdl, Angelo Giammario, e il capogruppo del Pdl al comune di Milano, Giulio Gallera, fossero consapevoli del sostegno loro fornito da Iorio, imprenditore in odor di mafia.Ma esprime una preoccupazione: "Il comune di Milano ha norme per impedire a imprese mafiose o colluse di ottenere appalti. Eppure le indagini attualmente in corso sono indicative di come gli appetiti criminali non si fermano davanti agli ostacoli posti". Iorio, intercettato nell’estate 2008 dalla Dia, dice (magari millantando): "Noi abbiamo Stefano Maullu, abbiamo Colucci, abbiamo Giammario". E sul capogruppo del Pdl al consiglio comunale di Milano, Giulio Gallera: "È la persona più vicina alla nostra mentalità". Oggi Gallera risponde che lo scenario raccontato ieri dal Fatto è "fuorviante": "Non sono minimamente coinvolto nell’inchiesta milanese". Ma certo Gallera è stato tra i più ostinati oppositori della commissione antimafia al comune di Milano, definita "strumento inutile".Quando il 25 maggio dell’anno scorso il centrodestra l’ha affossata, ha dichiarato: "Una parte del consiglio voleva usare le parole mafia e antimafia come semplice merce di attacco politico". Comunque, Iorio, di Gallera dice: "Di famiglia sta bene ed è meno bisognoso". Di Maullu sostiene invece che "ha fame e ha bisogno di imprenditori attraverso i quali pagarsi la campagna elettorale". Dalle intercettazioni, il rapporto tra Iorio e Maullu sembra essere consolidato, tanto che l’immobiliarista gli dice: "Prima mi dai un fondo spese, poi ti servono la festa, la rielezione, allora iniziamo a ragionare". Maullu partecipa a una cena elettorale alla Taverna della Contea di Rozzano, hinterland milanese, dove tra gli altri è presente Andrea Madaffari, vicepresidente della Kreiamo (anche lui in carcere come Iorio): secondo gli inquirenti Madaffari è l’uomo che ha il compito "di tenere i rapporti con i Barbaro-Papalia (LA N'DRINA CHE DETIENE GLI APPALTI AL COMUNE DI MILANO, POI C'E' LA N'DRINA CRISAFULLI-MORABITO CHE DETIENE SPACCIO,PROSTITUZIONE,BISCHE,TIFO ORGANIZZATO SOPRATUTTO CON LA NUOVA CURVA SUD DEL MILAN)".Iorio cita al telefono anche Angelo Giammario, consigliere regionale del Pdl. Ne parla con Michele Iannuzzi, il consigliere Pdl di Trezzano sul Naviglio arrestato nelle settimane scorse insieme all’ex sindaco Pds Tiziano Butturini. "Volevo parlare con Giammario", dice, per trattare gli appalti dell’Aler, l’azienda che gestisce le case popolari. Al Fatto Giammario replica: "Sono millanterie. Non conosco il signor Iannuzzi, né ho mai avuto con lui un colloquio telefonico. Non mi occupo di case popolari, né di appalti in materia". Iorio vanta poi anche un’amicizia con Michele Colucci: "Ci tiene a me e ieri è andato da lui uno dei miei per dirgli: tu sei importante, ma ricordati che io sono importante quanto te qua nella zona".

Umberto Ambrosoli lancia un monito: "Al mondo politico tutto è affidata la responsabilità di isolare nella maniera più radicale questi gruppi criminali. Ai cittadini è affidata la responsabilità di pretendere con forza che le realtà mafiose siano estranee al mondo politico. Oggi è la giornata della memoria delle vittime delle mafie. La manifestazione è proprio qui a Milano ed è un’occasione per esprimere la nostra lontananza dalla cultura mafiosa e per far vedere a chi ci chiede il voto quali sono i valori che mettiamo al primo posto".

 

Fallimenti a catena, la Germania corre ai ripari

GERMANIA ALZA TONI: FUORI DA EURO CHI NON RISPETTA STANDARD BILANCIO

di Mirko Porciatti

Il premier tedesco Angela Merkel si è dichiarata favorevole all’introduzione di un meccanismo che in futuro possa portare a escludere i paesi in caso di ripetute violazioni degli standard di bilancio richiesti. Intanto...

(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi su tutta la curva portando il differenziale 2-10 anni a 214pb da 213. I listini azionari hanno chiuso la sessione in positivo sulla scia di un allentamento delle tensioni in Grecia.

Questa mattina però alcune indiscrezioni di stampa insieme al discorso di ieri della Merkel, stanno nuovamente riaprendo la discussione sulla possibilità che l’aiuto alla Grecia possa arrivare dal Fmi piuttosto che direttamente dai paesi dell’area.

In particolare il Wsj, riportando le dichiarazioni di un esponente del governo greco, segnala come la Grecia sarebbe pronta a richiedere l’aiuto del Fmi laddove non dovessero arrivare dettagli del piano europeo entro la prossima Pasqua (4 aprile).

Non sarebbe infatti prevista l’ufficializzazione dei citati dettagli nel corso del prossimo meeting dei ministri finanziari europei del 25 marzo.

Allo stesso tempo ieri il premier tedesco Merkel, in un discorso al parlamento tedesco, si è dichiarata favorevole all’introduzione di un meccanismo che in futuro possa portare fino all’esclusione di paesi facenti parte attualmente dell’area in caso di ripetute violazioni degli standard di bilancio richiesti.

Weber, presidente della Bundesbank, si è invece mostrato più aperto all’ipotesi di aiuti direttamente dai paesi europei, dichiarando che essi darebbero beneficio all’Europa stessa, aggiungendo inoltre che il piano greco è credibile.

Allo stesso tempo Weber si è dichiarato possibilista sull’ipotesi di modifica dei criteri di accettazione del collateral in Bce, aprendo alla possibilità di revisione al ribasso del rating ammesso, a fronte però di un incremento dello scarto applicato sui titoli offerti in garanzia.

La Commissione europea ha avvertito che una dozzina di governi, inclusa la Germania, rischiano di non raggiungere i target di deficit di bilancio poiché stanno utilizzando favorevoli previsioni economiche per delineare le loro proiezioni di riduzione dei deficit. Ha inoltre chiesto a Francia, Spagna ed Irlanda maggiori dettagli circa i loro piani di rientro.

In Germania l’asta sul titolo a 10 anni per 4,1Mld€ ha registrato una buona domanda con un bid-to-cover all’1,67 dal precedente 1,45. Oggi è attesa l’asta in Francia di titoli a 2, 4 e 5 anni per 7-8 Mld€ e di titoli indicizzati a 9 e 30 ani per 1,3-1,8 Mld€. In Spagna è invece attesa l’asta sul 10 e 30 anni per 4,5-5,5 Mln€.

Negli Usa i tassi di mercato sono calati leggermente sul tratto decennale e saliti sul breve comportando una riduzione dello spread 2-10 anni a 272pb. E’ proseguita la fase di rialzo delle borse, con l’indice S&P500 guidato dai finanziari e dalle telecomunicazioni. Bernanke si è dichiarato fermamente contrario all’ipotesi di ridimensionamento del ruolo di supervisione della Fed, che, in base alla proposta in discussione, sarebbe relegato al solo comparto delle grandi banche.

Sul fronte macro il pomeriggio di oggi è ricco di dati. Sono attesi i prezzi al consumo di febbraio, i consueti dati settimanali sul mercato del lavoro, il Filadelfia Fed di marzo ed il superindice di febbraio. Sul decennale il supporto si colloca al 3,58%.

Valute: dollaro in apprezzamento vs euro dopo il ritorno dell’ipotesi del ricorso al Fmi come soluzione per la crisi greca. Per oggi la resistenza continua a collocarsi in area 1,3850. I supporti si collocano in area 1,36 e 1,3540. L’euro ha perso terreno anche vs lo yen durante la notte. I supporti odierni si collocano a 122,80 e 121,50. La resistenza passa da 124.

Stabile lo yuan cinese anche se tra qualche mese potremmo assistere ad una ripresa dell’apprezzamento vs dollaro. Il consiglio per la promozione del commercio internazionale ha reso noto che la Cina sta conducendo degli stress test su 12 settori industriali per valutare gli effetti sulle aziende di una possibile rivalutazione dello yuan. I risultati saranno annunciati entro il 27 aprile.

Materie Prime: positive la maggior parte delle materie prime. Tra gli energetici in rialzo il greggio Wti (+1,5%). Alla luce dell’elevato livello dei prezzi, l’Opec ha deciso di lasciare invariate le attuali quote per la quinta volta da fine 2008.

Positivi i metalli industriali guidati da zinco (+1,8%) e rame (+1,8%). Positivi anche i preziosi. Positivi anche gli agricoli guidati dal mais (+2%) in seguito ai ritardi nella semina dovuti alle inondazioni che hanno caratterizzato gli Stati Uniti.

 

Crisi, in 2 anni nella Ue
persi 4 milioni di posti di lavoro

BRUXELLES - E' salato il costo della crisi. Le economie dell'area euro nel 2009 hanno perso oltre 2,7 milioni posti di lavoro a causa della recessione e l'emorragia continua anche se l'ultimo trimestre dell'anno mostra un rallentamento. Secondo i dati diffusi da Eurostat, in un anno il numero degli occupati nell'area euro è sceso dell'1,8% dopo la crescita dello 0,9% dell'anno precedente. Allargando il riferimento a tutta l'Unione Europa, i posti di lavoro persi l'anno scorso hanno superato la cifra di 4 milioni di cui quasi 600 mila nell'ultimo trimestre.
 
Nel quarto trimestre del 2009 i posti persi nell'intera Ue sono stati 583 mila con una diminuzione dello 0,3%, di cui 347 mila nella zona euro (pari allo 0,2% annuale). Nel terzo trimestre l'occupazione era caduta dello 0,5% nelle due zone con una perdita di un milione di posti di lavoro.

In Italia la tendenza registra un miglioramento. Da ottobre a dicembre 2009 il calo dell'occupazione è stato dello 0,1% (lo stesso livello della Francia) contro un -0,6% del trimestre precedente. La Germania ferma il calo registrando lo 0,0% di variazione nel quarto trimestre del 2009 rispetto a quello precedente. Situazione critica in Grecia e Spagna con entrambe -0,8%.

Da ottobre a dicembre 2009, secondo Eurostat, la perdita di posti di lavoro è stata segnalata nella maggioranza dei settori economici con l'eccezione dell'agricoltura (+0,5% in Eurolandia, +0,1 Ue-27), e nei servizi legati all'amministrazione pubblica, sanità e istruzione che segnano entrambe una crescita dello 0,2%. In leggera ripresa anche i servizi finanziari nell'Ue-27 con +0,1%. Nelle costruzioni, invece, il calo nel quarto trimestre è stato dello 0,4% nella zona euro e dello 0,7% nell'Ue-27; nell'industria manifatturiera dell'1,1% e dell'1%; nel settore finanziario dello 0,1 in Eurolandia; nel commercio, trasporti e comunicazioni dello 0,5% in entrambe le due zone.

 

 

L'ondata recessiva cominciò con l'insolvibilità dei titolari di mutui subprime e la crisi di banche grandi e piccole. S'innescò una reazione a catena che ne fece chiudere centinaia nel mondo (più di 100 solo negli USA dove altre 400 sono sull'orlo del fallimento). La maggior parte di esse e qualche industria, specie quelle "troppo grandi per fallire", furono però salvate dagli Stati. Adesso gli stessi Stati, indebitati fino al collo, rischiano il fallimento. Il mondo della finanza anglosassone s'era inventato l'acronimo "Pigs" (maiali) per sfottere i paesi mediterranei (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), ma la crisi corre e incomincia a parlare anche inglese (Irlanda, USA e Regno Unito) o altre lingue (Dubai, Giappone, Est Europa). Chi salverà gli Stati? Al di sopra di essi non c'è altro, a meno di non pensare agli extraterrestri...la crisi di oggi non è altro che una delle oscillazioni entro un ciclo di crisi più lungo e cronicizzato, databile dall'inizio degli anni '70 e da allora sempre uguale a sé stesso. E' capitale reale la massa di valori che entra ed esce dal ciclo produttivo, compresa quella che serve alla circolazione del denaro e delle merci, e capitale fittizio la massa monetaria derivata, cioè quella che si forma esclusivamente nella circolazione, ad esempio una cambiale che, servita a una transazione materiale (denaro contro merci o servizi), viene scontata in una banca che a sua volta la adopera come mezzo di pagamento, cioè come denaro. E se è capitale fittizio ogni sopravalore che apparentemente si formi nella circolazione è capitale fittizio anche il reddito di un azionista d'industria che venda la proprie azioni ricavandone, oltre ai dividendi (plusvalore), anche un sopravalore di mercato. Quando l'estensione della carta (oggi dei byte nella rete computerizzata) va molto al di là del fabbisogno sociale, quando i pagherò derivati incominciano a rappresentare ogni genere di attività finanziaria, legale o truffaldina, la crisi è inevitabile."Una legislazione bancaria insensata può peggiorare una crisi creditizia, ma nessuna legislazione bancaria può eliminare le crisi". La crescente autonomia del Capitale nei confronti dei suoi possessori privati, ormai quasi completamente spodestati dalle loro funzioni, la crescente socializzazione del lavoro sotto il comando del capitale globale, non è altro che la soppressione del Capitale come proprietà privata nell'ambito stesso del capitalismo. Nella storia del capitalismo non si era mai verificato il collasso simultaneo del credito, del valore degli immobili, dei mutui, delle azioni, delle obbligazioni, dei fondi di investimento aperti e chiusi, con relativo fallimento di banche e con l'esplosione dei prezzi delle materie prime (speculazione sulla loro crescente scarsità effettiva) subito seguito dal loro crollo (segno evidente di deflazione, molto più temuta dell'inflazione perché sintomo di soffocamento nella sfera della produzione industriale). Tutto ciò nella prospettiva di una recessione, ormai data per scontata e durevole. Entro un mese le società di rating potrebbero abbassare l'affidabilità della Grecia di due o tre punti. L'Unione Europea ha già stabilito di intervenire con qualche decina di miliardi di euro, ma il piano di "risanamento" sarà elaborato dal Fondo Monetario Internazionale, cioè dagli Stati Uniti, con il solito criterio dei "sacrifici". Ciò è stato meravigliosamente recepito dal proletariato greco che, prima ancora di sapere quali saranno le misure adottate, è sceso in piazza con un possente sciopero generale preventivo. Solo chi ha adottato il motto secondo cui il lavoro nobilita, o santifica, o "rende liberi" com'è scritto sul cancello di Auschwitz, crede che sia un paradosso lottare contro il lavoro quando il lavoro manca. Più una società è moderna, più libera forza-lavoro e la rende superflua. Nessuno può impedirlo. E' un processo reale che relega economisti, sindacalisti, preti e tutti i cultori del "diritto al lavoro" al rango di mediocri utopisti, sacerdoti della Religione del Capitale. Essi contribuiscono a castrare l'istinto di classe. Spostano il problema dall'uso della forza dei milioni di proletari alle trattative avvocatesche caso per caso. ( Anche perchè spesso l'istinto di classe cessa di esistere anche nei milioni di lavoratori che vogliono diventare "velini","calciatori" o "imprenditori avvelenatori del prossimo"...) Dalla rivendicazione storica e inconfutabile del salario ai disoccupati e della riduzione del tempo di lavoro, alla disperazione di chi sale sui tetti o s'incatena sperando che ci sia in giro qualche telecamera. C'è stato un nuovo suicidio tra i dipendenti della France Telecom, il quarantaduesimo. E ce ne sono ovunque. Gli operai di un secolo fa lottavano durissimamente e orgogliosamente contro il lavoro e non si sognavano di far violenza a sé stessi, semmai riversavano il loro furore sull'avversario. Sarebbe sempre più necessario, per il capitalismo, un governo mondiale dell'economia globalizzata, e invece si assiste a una regressione nel controllo dei capitali, al consolidarsi di una gestione familistico-mafiosa di traffici. La moderna forma di proprietà capitalistica non è più la vecchia, capace e feroce oligarchia, bensì una melmosa rete anonima di interessi che si esprime con la forma fenomenica di cricche, o racket. Che oggi, tronfi della propria impunità, diventano pasticcioni, incauti, rozzi, esposti al reciproco ricatto. Quando nella società il valore totale prodotto è scarso, si fatica non solo a distribuirlo keynesianamente fra le classi, ma anche a farlo fluire nelle tasche dei pochi capitalisti e dei tanti rentier strappa-cedole nullafacenti. Come risultato del tutto naturale si intensifica la lotta con ogni mezzo per l'accaparramento del poco che c'è, lotta che ovviamente esula da ogni regola giuridica. E in modo altrettanto naturale sboccia la schiera dei bofonchianti moralisti, piazzaioli violacei o parlamentaristi in doppiopetto, ma sempre paladini di un capitalismo senza effetti collaterali, giustizialisti adoratori della Legge, anzi, sbirri del Potere Etico. Mentre gli esecutivi nazionali (mai accoppiata sostantivo-aggettivo fu così fuori luogo), si allineano passivamente alle aspettative del mercato internazionale, i politici si dedicano all'intrattenimento serale dei talk show. Sappiamo così che, accantonati i discorsi sulle veline, nelle liste del Pdl appariranno il dentista di Berlusconi, il fisioterapista del Milan e il geometra di Arcore. Nel Pd la precaria di Alitalia, il ballerino e il ciclista. Per carità, non faranno danni imputabili a dilettantismo, tanto le decisioni non si sono mai prese nei parlamenti. Con buona pace dello stupido mito democratico, come sottolinea da tempo persino un borghese come Massimo Fini.

 

DALLO SPROFONDO AL SONNO ETERNO

Grecia_marzo_2010.jpg
LA FARLOCCA ISTAT HA AGGIORNATO IL DATO DEL PIL ITALIOTA AL DICEMBRE 2009: DA - 4,8% A - 5,1%. UN CROLLO EPOCALE CHE CI RIPORTA AL 1971 SOLO PERCHE' E' DA QUELL'ANNO CHE INIZIANO LE SERIE STORICHE, ALTRIMENTI IL GRAN BALZO ALL'INDIETRO PROBABILMENTE CI RIPORTA AL SECONDO DOPOGUERRA. Nel mese di gennaio 2010 il debito pubblico è aumentato di 26,7 miliardi di euro. Quasi un miliardo al giorno. Tremorti non si ferma più, è in caduta libera. Dopo una breve sosta nel mese di dicembre 2009, il debito pubblico sta accelerando. Con questo ritmo a fine anno avremo 320,4 miliardi in più. Il 10 marzo 2010 il parlamento italiota approvava un emendamento per l'aumento a 78 SETTIMANE DELLA CASSA INTEGRAZIONE ( E QUESTO PERCHE' SECONDO TESTA D'ASFALTO LA CRISI E' PASSATA), EMENDAMENTO A SUA VOLTA EMENDATO DAL GOVERNO CHE HA POSTO PARERE NEGATIVO. ( VEDI ARTICOLO) In realtà il parere negativo è soprattutto della ragioneria di Stato, in QUANTO SEMPLICEMENTE NON CI SONO PIU' SOLDI. IN BUROCRATICHESE QUESTA E' STATA LA MOTIVAZIONE: "La misura che punta all'allungamento della Cassa integrazione ordinaria produce un ''effetto dicotomico che, in modo rigido e generalizzato per i settori interessati, potenzia tutele già esistenti'' e sottrae invece ''risorse'' che possono servire a garantire i ''lavoratori dei settori e/o tipologie di imprese (piccole e medie) che non possono pienamente usufruire degli ammortizzatori ordinari''. Sfonderemo i DUEMILA miliardi, arriveremo a 2.081,5 miliardi. Accumulare in un solo mese circa cinquantunomila miliardi di vecchie lire di debito è una cifra pazzesca, fuori dalla comprensione umana, da non credere. Nel 2010 l'interesse sul debito aumenterà, più debito, più interessi. più default per tutti. Più elicotteri per qualcuno. In Italia il costo della vita è sempre più alto. I Mondiali di ciclismo del 2008 (su cui indaga la Procura) sono costati OTTO volte di più di quelli svizzeri dell'anno dopo. E' l'effetto della Bertolaso Tax, o forse non sapevate che la Protezione Civile organizza anche le gare in bicicletta?
"A cosa serve Expo2015? Ehhhhh, caro Grillo, é un "grande evento" da non perdere! :-) Proprio ieri qui a Lugano é stato reso noto il consuntivo relativo ai
mondiali di ciclismo 2009 a Mendrisio. Ebbene sono stati spesi circa 8.8 milioni di euro e si é chiuso in pareggio! Ai mondiali di ciclismo di Varese nel 2008 di milioni di euro ne sono stati spesi ...... 71.4! Come mai quelli organizzati in Italia son costati ben 8 volte tanto? Ahhhh ecco, anche quello é stato considerato un "grande evento" dal governo e quindi se ne é occupata la Protezione Civile!". Una Protezione Civile drogata, senatori eletti con voti farlocchi che facevano creste immonde sull'evasione fiscale di società telefoniche coinvolte in pesantissimi scandali di dossieraggio illegale, una nazione che frana con la pioggia e la neve grazie alla speculazione edilizia senza freni resa scomposta con IL PIANO CASA DI TESTA D'ASFALTO, completamente storditi da una informazione
INESISTENTE:Minzolini in dolce colloquio con Berlusconi? Dov’è la novità? Un consigliere dell’Agcom consigliato dal presidente del Consiglio di cancellare “Anno Zero”? E allora? Non c’è bisogno di prove per sapere che le televisioni (pubbliche e private) sono controllate e i direttori sono burattini nelle mani dei politici. Berlusconi è solo più sfacciato, più coglione (lo intercettano da 30 anni e ci casca sempre), più protervo, più abituato a mentire e a far mentire. Televisioni e giornali sono farciti di direttorissimi, di Umilio Fede e di Minchiolini e di Vespasiani. E’ una galleria della lingua felpata, delle notizie scomparse, del palinsesto alla carta con pietanze indigeribili.
Le voci del padrone sono ormai un coro indistinguibile, tutte uguali nella prostituzione della verità. E i peggiori sono quelli meno evidenti, con i cappotti di cammello e la cravatta con il nodo alla Nuvoletti. I tappetini rossi alla De Bortoli della notizia non data e gli stuoini alla Fabio Fazio senza seconda domanda. Gli Scalfari che difendono le aberrazioni costituzionali di Napolitano e i minorati mentali della politica come Veltroni, e i Riotta che premiano motu proprio, ma a nome de Il Sole 24 Ore, Tremorti economista dell’anno. Minzolini è innocuo, non gli crederebbe neppure Gasparri, avrebbe dei dubbi persino Giovanardi. E' a prova di casalinga di Voghera. Ha la faccia da “
Natural Born Killer” del telegiornale. E’ un appuntamento serale della stronzata, aiuta la digestione meglio del confetto Falqui, con lui basta la parola (la sua) per mandarlo a cagare. Togliere Minzolini dallo schermo per ritrovarci Belpietro o Giordano, Feltri o Rossella? Perché accontentarci di sostituti, di portavoce, di ballerini di seconda fila? Berlusconi può tranquillamente sostituire Minzolini, il tempo che passa al telefono con lui lo può dedicare ai telespettatori. Sul Tg2 per par condicio Fini in prima e seconda serata. Per il Tg3, a turno, una sera Bersani e una D’Alema, che in sostanza sono la stessa cosa.
L’informazione di regime si è evoluta in un regime di informazione. Il nulla per esistere ha bisogno dei direttorissimi e di un numero considerevole di coglioni. In Italia non ci facciamo mancare nessuno dei due.

Fastweb, la stangata : UN ALTRO CLAMOROSO CASO DI PROJECT FINANCING ALL'ITALIOTA. SOLDI AI PRIVATI, DEBITI ALLA COSA PUBBLICA

Quando Silvio Scaglia beffò Milano con i soldi della città.

Oggi Fastweb e il suo fondatore, Silvio Scaglia, sono alle prese con un grande scandalo e una pesante inchiesta giudiziaria. Ma quando tutto iniziò, tra il 1999 e il 2000, si sentivano solo gli applausi: per l’impresa che prometteva di cablare Milano e poi l’Italia, portando il futuro – cioè telefono e internet superveloce a banda larga – nelle case degli italiani. Pochi, allora, osarono criticare il modo in cui fu fondato l’impero. Tra questi, quel rompiscatole di Basilio Rizzo, il consigliere comunale che fin dai tempi della Milano da bere fa le pulci alle scelte dell’amministrazione. La gloriosa fondazione, lui la chiamò così: “Quel pasticciaccio brutto di via della Signora”. In via della Signora, a un passo dal Duomo, c’era allora la sede dell’Aem, l’azienda energetica municipale, oggi diventata A2A. Lì vide la luce Fastweb.

LA STRANA COPPIA. Personaggi e interpreti: Silvio Scaglia, il manager che dopo aver portato al successo Omnitel (oggi Vodafone), si lancia nel business della banda larga (anche se, detto oggi, sembra un’indelicata ironia). E Francesco Micheli, finanziere musicofilo che non ne sbaglia mai una, dalla scalata Bi-Invest a MiTo. I due, nel 1999, nel pieno della ubriacatura di massa per la new economy, fondano e.Biscom, poi si presentano al Comune di Milano e fanno il colpaccio. Tentano la Stangata, e ci riescono. A Milano nel 1999 c’è già una azienda che senza tanti clamori mediatici ha cominciato a cablare la città. Si chiama Citytel, è una società pubblica, interamente controllata da Aem. Sviluppa una tecnologia messa a punto da Nortel, un colosso canadese delle telecomunicazioni, e ha 80 chilometri di fibra ottica già posata e 400 da posare, attraverso il piano d’illuminazione pubblica della città: è previsto lo scavo delle strade per posare i fili elettrici, accanto a questi si possono mettere le canaline con le fibre ottiche. Ma a palazzo Marino piomba la coppia della Stangata, Scaglia e Micheli. Promettono di diventare “partner tecnologico” del Comune. E di cablare Milano, facendola diventare «come Palo Alto e Stoccolma, le città più cablate del mondo». L’enfasi, in quegli anni di ubriacatura tecnologica, pagava. I buoni rapporti con gli uomini al vertice del Comune, poi, sono determinanti, allora come oggi. La strana coppia conquista il sindaco, Gabriele Albertini. Affascina il suo capo di gabinetto, Aldo Scarselli. Convince il city manager, Stefano Parisi. Persuade il presidente di Aem, Giuliano Zuccoli. E stringe rapporti speciali con un assessore, Sergio Scalpelli.

FIBRA OTTICA. La Stangata prende la forma di un complesso accordo tra i due di e.Biscom e il Comune di Milano. Si formano due società miste: la prima è Metroweb, trasformazione di Citytel, che dovrà posare i cavi; la seconda si chiamerà Fastweb e venderà i servizi sulla rete. Scaglia e Micheli sono minoranza in Metroweb (67 per cento Aem, 33 per cento e.Biscom), ma maggioranza in Fastweb (60 per cento e.Biscom, 40 per cento Aem). Non male, visto che la prima è la società che spende: prevede d’investire 500 miliardi di lire in dieci anni, comincia a stendere 3.200 chilometri di fibra ottica e s’indebita rapidamente per 200 milioni di euro. La seconda, invece, ingrassa.

IL COLPO DEL SECOLO. Scarselli ,CAPO GABINETTO DEL COMUNE DI MILANO RETTO DA ALBERTINI, diventa presidente di Metroweb, Zuccoli , PRESIDENTE DI AEM OGGI A2A, di Fastweb, Scaglia amministratore delegato di entrambe. L’investimento di Scaglia e Micheli è, tutto sommato, modesto: versano 17 miliardi di lire in Metroweb (per il 33 per cento) e 18 in Fastweb (per il 60). Totale: poco più di 35 miliardi. Intanto la loro creatura, e.Biscom, che in pancia di significativo ha solo le partecipazioni in Metroweb e Fastweb, cresce fino a valere, secondo Merril Lynch, ben 12 mila miliardi. “Il colpo del secolo”, scrive Massimo Mucchetti. Anche perché nella primavera del 2000 i due la quotano in Borsa. Non quotano Fastweb (la società mista), ma la loro creatura e.Biscom. Con la gente che s’accapiglia per poter partecipare al collocamento e fa la fila per comprare le azioni, alla bella cifra di 160 euro l’una. Due milioni e mezzo di richieste, con sorteggio per determinare i 114 mila fortunati vincitori di una lotteria in cui i soldi non si prendono, ma si danno. Con questo bottino, Scaglia e Micheli hanno le liquidità da investire nel business che hanno promesso: rete a fibra ottica, per telefonia, tv e internet ad alta velocità, direttamente a casa. Negli stessi anni, nella Roma di Francesco Rutelli, la spagnola Telefonica fa un accordo con Acea, la società del Comune di Roma omologa di Aem. Ma paga ben di più, una settantina di miliardi, per una quota di minoranza (il 49 per cento) della joint venture per la gestione della rete. A questo punto, a Milano, in consiglio comunale c’è chi comincia a sentire puzza di bruciato: il verde Basilio Rizzo chiede “se il know how e la presenza di Aem abbiano avuto una valutazione congrua”. Micheli risponde che non c’è problema: «Fastweb l’avremmo lanciata anche da soli, e Aem avrebbe dovuto affittarci il cavo, dunque il 40 per cento va bene».

I DEBITI AL PUBBLICO. Come sia andata a finire, si sa. Nel 2003, Fastweb viene acquistata tutta da e.Biscom, Metroweb tutta da Aem. I debiti al pubblico, i soldi al privato. Non solo: a pagare lo scambio è di fatto Aem, che sgancia 37 milioni di euro a Scaglia e Micheli per avere Metroweb e poi versa loro altri 240 milioni, sottoscrivendo un prestito obbligazionario convertibile in azioni e.Biscom. I due maghi prendono i soldi così incassati (277 milioni) e li girano a Aem per impadronirsi di Fastweb, che poi fondano con e.Biscom. Negli anni seguenti, anche Metroweb, che nuota nei debiti, viene venduta: nel 2006, dal nuovo sindaco, Letizia Moratti. Sottoprezzo, a una strana società lussemburghese, la Stirling, che poi si scoprirà molto vicina agli uomini Fastweb.

I FEDELISSIMI. Premiati gli uomini del Comune che hanno fatto l’operazione: Stefano Parisi (il city manager) nel 2004 diventa amministratore delegato e direttore generale della società, e lo è tutt’ora. E Scalpelli (l’assessore amico) già dal 2001 passa a Fastweb come direttore delle relazioni esterne. Fastweb intanto cresce e guadagna. Oggi ha una rete in fibra ottica di nuova generazione che supera i 27 mila chilometri e nel 2008 ha dichiarato ricavi per 1.708 milioni di euro. Dal 2007 è passata a Swisscom. Scaglia ha fatto cassa, vendendo a 47 euro azioni che oggi ne valgono 13. Micheli invece ha divorziato da Scaglia subito dopo la Stangata: “Non ho litigato ma, come diceva Cuccia, apparteniamo a giardini zoologici diversi”.

 

IL GRAN BALZO ALLO SPROFONDO DEL LABORATORIO PUGLIA

Puglia, con la sfida Vendola-Palese qui è finita la seconda Repubblica

Il governatore pugliese SUBCOMANDANTE ZAPATISTA Nichi Vendola

BARI - Nel laboratorio Puglia si vede oggi quello che forse domani sarà la POLTIGLIA italiana. Qui la seconda repubblica è finita il 24 gennaio scorso. Era la notte delle primarie. Con la vittoria di Vendola IL FENOMENO, CAPACE DI DISTRUGGERE L'UNICO SEGGIO COMUNISTA IN PARLAMENTO, e la nomina di Rocco Palese a sfidante, in poche ore è crollata a sinistra l'egemonia di D'Alema e a destra è cominciato il dopo Berlusconi CON IL DUO FITTO/CITO. Fuori gioco il Padrone e lo Stratega DELLE MILLE SCONFITTE NONCHE' MIGLIOR ALLEATO DEL PADRONE, senza i quali in Puglia, ancor più che nel resto d'Italia, non si muoveva foglia da quindici anni, che cosa è rimasto sul campo? Una nuova sinistra di PSEUDO guerriglieri mediatici OCCUPATORI DEL CAVO CATODICO, una vecchia destra di notabili poco telegenici, un centro né nuovo né vecchio a fare da ago della bilancia PERCHE' LORO "CENTRANO" IN UN GABINETTO SEMPRE. Sullo sfondo, un intreccio di affari,LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA, scandali, VENDOLA INQUISITO PER TRUFFA NEL SETTORE DELLA SANITA' PUGLIESE,e regolamenti di conti fra potentati economici TRA CUI SPICCANO FITTO E CITO. E il paradosso di una regione da sempre di destra che rischia di finire per la seconda volta nelle mani del più ROSA dei governatori.

"In Puglia almeno abbiamo presentato le liste, peccato non il candidato" dicono che ripeta Berlusconi. Questo Rocco Palese, ombroso braccio destro del ministro Raffaele Fitto, questo candidato in grisaglia, noiosamente onesto e antitelevisivo, al premier non è mai andato giù. "Rocco chi?!" aveva urlato in faccia a Fitto, durante un consiglio dei ministri. "Palese, come l'aeroporto" aveva sussurrato l'altro. "Ah, così la gente se lo ricorda" s'era calmato il Cavaliere. Ma pochi giorni dopo, con i manifesti "Palese presidente" già stampati GRAZIE AI CONTRIBUTI STATALI ETERNI, il premier era tornato alla carica, aveva convocato Fitto e i maggiorenti del partito per dire che "con questo Rocco, come si chiama?, non andiamo da nessuna parte. Per vincere dobbiamo allearci con Casini e appoggiare la Poli Bortone". Ma Fitto si oppose al punto di minacciare una scissione, cosi' come gia' accaduto in Sicilia con Lombardo che governa con l'appoggio esterno del PD, e Berlusconi, per la prima volta, fece lui un passo indietro.

E' partita così la strana sfida fra il Ragioniere e il Poeta, secondo la reciproca definizione. Dove il Ragioniere sta per Palese e il Poeta allude naturalmente a Vendola, il "poeta di Terlizzi", e ad altro. Come si evince dalla greve traduzione del terzo incomodo, Adriana Poli Bortone: "Vuoi vedere che fra un ragioniere e un diverso, stavolta ai pugliesi può piacere una donna?". Tanto per dire del livello.

Il duello fra Vendola e Palese è lo spettacolare rovesciamento degli stilemi che hanno dominato la seconda repubblica. E' la sinistra che detta l'agenda e si diverte, sfrutta l'abilità mediatica, ricorre al populismo, inventa una trovata dopo l'altra, ribalta le accuse in punti di forza. La destra irride al Poeta di Terlizzi? E Vendola risponde con una campagna fatta di slogan, una ventina, tutti in rima baciata. "Si tratta di far mancare il terreno sotto i piedi alla propaganda avversaria" spiega Giovanni Sasso, capo dei trentenni creativi dell'agenzia ProForma, che cura la campagna di Vendola. Lo stesso che ha inventato gli slogan poetici, le videolettere e l'esilarante "mago pidiello" che spopola da settimane su Youtube. UNA PACCOTTIGLIA DI CAZZATE SOPRA CUI la destra è costretta a inseguire, a dire "anche noi siamo contrari al nucleare", "anche noi non vogliamo la privatizzazione dell'Acquedotto pugliese". "Ma l'avete detto a Berlusconi, a Fitto e al governo?" è la facile replica di Vendola.

Quando si va sul territorio, come si dice, sembra di assistere al confronto non fra candidati, ma fra epoche storiche. Incrocio la campagna di Vendola e Palese per la prima volta a Taranto, la più cinica e indolente piazza politica d'Italia, un coacervo a metà tra eredità borbonica e cattedrali industriali sorte a furia di fiumare di danaro pubblico sperperato. L'arrivo del ciclone Nichi è una scarica d'adrenalina, si bloccano le strade del centro nuovo e perfino della città antica, che è un deserto di palazzacci disabitati, percorsi ormai soltanto da bande di spacciatori. Il governatore stringe centinaia di mani, più che un comunista sembra un senatore dell'Illinois. Nelle stesse ore la convention di Palese si svolge nel lussuosissimo Hotel Histò a Mare Piccolo, in un salone dove si raccoglie la vecchia nomenclatura cittadina, ampie nuche democristiane avvizzite, età media sulla sessantina/settantina NON SOLO NELLA MORFOLOGIA MA ANCHE NELLA TESTA. Al tavolo di presidenza spicca la pittoresca figura di Giancarlo Cito, ex sindaco e senatore, condannato per mafia, il proto Berlusconi di Taranto che già negli Ottanta faceva politica con le tv e le squadre di proprietà. E a Palese fa pure la lezione: "Ricordati che la battaglia politica si vince sui media".

Scene simili a Foggia, a Barletta, a Brindisi. Nel Salento, dove la macchina del Pd è ancora nelle salde mani di Baffino, i dalemiani sfottono: "Stasera parla Vendola in piazza, portatevi i fazzoletti". Ma poi le piazze sono piene e la gente piange davvero. Ironizzano pure i berlusconiani sul loro candidato: "Stasera c'è Palese, portate le calcolatrici". E alla sera, al centro congressi, la gente sbadiglia di fronte all'alluvione di cifre da ordinanza regionale, "di cui al comma...".

Il maggior vanto e merito di Palese sta proprio nell'opposizione testarda, meticolosa, da ragioniere secchione ma galantuomo, che ha guidato per cinque anni in consiglio regionale. Non senza ragione, viste le inchieste della magistratura. Il guaio è che la vena moralizzatrice della destra si è fermata al nome del candidato presidente e all'epurazione delle escort, tornate a popolare le notti di corso Vittorio. Per il resto le liste pulite qui non sono pervenute. A destra spicca il nome di Tato Greco, genero dei Matarrese, socio e amicissimo di Giampaolo Tarantini, già sponsor di Patrizia D'Addario. Per proseguire con Francesco Pistilli, ex sindaco di Acquaviva, condannato l'anno scorso per corruzione. Anche la Poli Bortone vanta in lista nientemeno che il ripescaggio di Cosimo Mele, l'ex deputato Udc sorpreso il 27 luglio 2007, in un albergo di via Veneto, nel mezzo di un'orgia a base di cocaina con un paio di prostitute. Oggi è in giro per le parrocchie del brindisino a spiegare il valore della famiglia, MA D'ALTRA PARTE L'UDC E' ANCHE DI CUFFARO APPENA CONDANNATO IN APPELLO PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA.

Nel centrosinistra ha fatto discutere, per opposti motivi, la candidatura a capolista dell'Idv di Lorenzo Nicastro, magistrato titolare per nove anni delle inchieste su Fitto e Angelucci. Attaccato dalla destra come "evidente caso di barbara commistione fra politica e giustizia". Difeso a spada tratta da Di Pietro, meno dal Pd e da Vendola, quasi per niente dall'Associazione nazionale dei magistrati. La civile idea che non si debbano candidare in lista delinquenti, corrotti e inquisiti, ma neppure i magistrati che li hanno indagati fino al giorno prima, pare minoritaria anche nei laboratori della Terza Repubblica. "Come sembrano minoritari i problemi concreti" obietta Alessandro Laterza, presidente degli industriali baresi. "In fondo si parla molto della personalità dei candidati, di chi c'è e di chi manca nelle liste. Ma che cosa vogliono fare nella sanità, che rappresenta l'80 per cento del bilancio regionale e il 90 per cento degli scandali, nessuno l'ha ancora ben chiarito. E alla prossima puntata Vendola non potrà più dire che alla sanità ha dovuto accettare l'assessore voluto da D'Alema. Stesso discorso per i miliardi dei fondi europei, gli ultimi, l'ultima occasione per rilanciare l'economia della regione".

Sono tutti d'accordo nel dire che la battaglia fra il rock Vendola e il lento Palese si deciderà nel Salento, dove Poli Bortone rischia di togliere molti voti al centrodestra, e soprattutto a Bari. Qui Vendola e il sindaco Michele Emiliano hanno siglato sabato scorso una spettacolare pace, dopo mesi di conflitti. Si vocifera di un accordo già trovato fra i due per fare in modo che sia Emiliano il successore di Vendola, in caso di vittoria. Fra cinque anni o forse molto prima. Dipende da quando finirà la seconda repubblica anche nel resto d'Italia. 

 

grillo contro il POPOLO DELLA MERDA VIOLA, L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA DEL POPOLO DELLE LIBERTA'.

Napolitano non si tocca, è il padre di Bassolino, lo zio di D'Alema, il fratello gemello di Scalfari e dei suoi editoriali presidenzialisti, il nonno degli autoeletti rappresentanti del Popolo Viola. Per loro l'infallibilità di Napolitano è pari a quella di Ratzinger. E' un mistero della fede. Qualunque cosa firmi quest'uomo è eccezionale,Napolitano non è il garante della Costituzione, dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, un altro al suo posto si sarebbe dimesso. Lui invece continua imperterrito a firmare. Chi difende il suo operato è in evidente malafede o, meglio, del suo stesso partito sotto diverse forme.

Varenna...due stronzi moderati scrivono a Napolimerda che risponde...tralasciando le migliaia di mail di insulti che si è preso

Napolitano_PDL.jpg

Il decreto interpretativo secondo Maroni: "non porta alcuna modifica di norme di legge", ma dà "una interpretazione corretta" alle norme. Chi decide l'interpretazione corretta? Lui e i suoi compari al Governo! Napolitano è più incerto, infatti per lui il decreto: "non ha presentato evidenti vizi di incostituzionalità". Vizio non evidente di incostituzionalità detto da Morfeo significa incostituzionalità certa. Al suo minimo dubbio in materia con lui non c'è alcun dubbio.
Napolitano si è degnato di rispondere sul
sito del Quirinale a due cittadini in rappresentanza dei milioni che lo hanno insultato. Un testo tra il tragico e l'esilarante:
"Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto. Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico. (....)".

L'età gioca brutti scherzi. La legge e i diritti dei cittadini sono la stessa cosa. Morfeo afferma che il diritto dei cittadini (solo quelli del PDL) è più importante delle "procedure previste dalla legge". Ma dovrebbe sapere che, in democrazia, senza l'applicazione certa della legge i cittadini perdono ogni diritto. Belin, Napo, almeno l'ABC!
La Costituzione Italiana è scritta in modo semplice e chiaro che la capirebbe anche lui.
L'
articolo 72 dice:" Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per articolo e con votazione finale.
Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l'urgenza.
Può altresì stabilire in quali casi e forme l'esame e l'approvazione dei disegni di legge sono deferiti a Commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera, se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della Commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni. La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa , di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi
".
In sostanza non si possono fare
decreti in materia elettorale. Ed è ovvio il motivo. Chi fa i decreti è il Governo e può in questo modo favorire sé stesso nei confronti delle opposizioni. Solo le dittature cambiano (interpretano?) le leggi elettorali al di fuori del Parlamento. Formigoni e Polverini partecipino pure. Se vinceranno il
MoVimento 5 Stelle farà in modo che la Corte Costituzionale si pronunci, tra un anno si vota di nuovo.

Anna_Argento.jpg
Anna Argento, presidente prima commissione Corte di assise di Roma, è stata denunciata per abuso di ufficio. Il giudice ha avuto il torto di applicare la legge elettorale. Anna Argento ha spiegato che nessuna lista era stata presentata in cancelleria e la successiva richiesta di integrazione del PDL per il Lazio non poteva essere accettata "in quanto non si può integrare qualcosa che non esiste". Prima il decreto interpretativo incostituzionale e poi la denuncia a chi ha applicato la legge senza interpretarla per il partito di governo. Anna Argento non ha mai rilasciato interviste in vita sua. Lo ha fatto ieri "per dimostrare di avere una coscienza" e spiegare la verità ai cittadini.

MA CHI CAZZO E' QUESTA MERDA DI NAPOLITANO....LO DIPINGONO COME DELLA CORRENTE "MIGLIORISTA" (DI NON SI SA BENE CHE COSA) DEL DEFUNTO PARTITO COMUNISTA ITALIANO. UN MIGLIORISTA COMUNISTA CHE PUBBLICAVA CON SOLDI DELLA PUBBLICITA' FININVEST. IL SUO SOCIO IN AFFARI DALEMA POI FECE DI PIU': UNA VOLTA A CAPO DEL GOVERNO CONCEDERA' QUASI A TITOLO GRATUITO LE CONCESSIONI TELEVISIVE FUORILEGGE (1999).

Napolitano viene da lontano. Era migliorista e berlusconiano. Gli articoli del suo settimanale "Il Moderno" (con pubblicità Finivest anni '80) superano persino le poesie di Bondi al "caro leader".
"Ad aprile del 1985 esce a Milano il primo numero de Il Moderno, mensile (poi settimanale) della corrente “migliorista” del Pci (la destra tecnocratica e filo-craxiana del partito, guidata da Giorgio Napolitano). Animato da Gianni Cervetti… all’insegna dello slogan “l’innovazione nella società, nell’economia, nella cultura” (p. 104)."
"Intanto a Milano il numero di febbraio 1986 de Il Moderno… scrive che “la rivoluzione Berlusconi [è] di gran lunga la più importante, cui ancora qualcuno si ostina a non portare il rispetto che merita per essere stato il principale agente di modernizzazione, nelle aziende, nelle agenzie, nei media concorrenti. Una rivoluzione che ha trasformato Milano in capitale televisiva e che ha fatto nascere, oltre a una cultura pubblicitaria nuova, mille strutture e capacità pro­duttive” (p. 115)".
«Il numero di aprile 1987 ... esce con un’intera pagina pubblicitaria della Fininvest. È la prima di una lunga serie di inserzioni pubblicitarie dalla misteriosa utilità per l’inserzionista, dato che il giornale è semi-clandestino e vende meno di 500 copie… Intanto uno dei fondatori del Moderno, l’onorevole Gianni Cervetti, alla metà di aprile è di nuovo a Mosca… E il 18 aprile l’a­genzia Ansa da Mosca informa che in Urss, insieme al compagno Cervetti, c’è anche Canale 5… (pp 126 -- 127)".
"A giugno 1989 ... pubblica un megaservizio su Giocare al calcio a Milano. Con un panegirico sul Berlusconi miracoloso presidente milanista che “ha cambiato tutto: adesso la sua squadra è una vera e propria azienda,” e così via. Il giornale della corrente di destra del Pci è ormai un bollettino della Fininvest, e le pagine di pubblicità comprate dal gruppo berlusconiano ormai non si contano (p. 148)".(*)
(*) Testi tratti dal libro: "
Il Baratto" dal blog www.dirittodicritica.com

Il decreto legge interpretativo è un piccolo passo indietro per la legge italiana, ma un grande passo avanti per il PDL. La Russa "prontoatutto" si è detto convinto che si troverà una soluzione per riammettere il PDL alle elezioni regionali. E' in gioco la democrazia. Enrico Cuccia diceva che le azioni non si contano, ma si pesano. Per Berlusconi le leggi non si applicano, ma si interpretano. Per gli amici e per gli amici degli amici innanzitutto. Ignazio ha tirato fuori il coniglio dalla cappella: "Non c'è nessuna norma che indichi dove fisicamente si debba entrare quando scadono i termini della consegna delle liste. Bene un decreto interpretativo potrebbe specificare che, entro quell'ora, basta trovarsi all'interno del palazzo ed è provato che a Roma, i presentatori della lista Pdl, erano dentro". Un lampo di genio che apre orizzonti sconosciuti. Per qualunque atto pubblico non sarà più necessario presentare i documenti all'ufficio competente entro i termini di legge, ma dimostrare di essere all'interno dell'edificio, anche al cesso. Quando scappa, scappa. Cambiare le regole del gioco mentre è in corso rende inutile il gioco e fa incazzare gli spettatori. Chi guarderebbe una partita di calcio sapendo che il risultato è già scritto e l'arbitro è venduto? La democrazia si basa sul rispetto delle regole, senza questo non c'è più democrazia. Schifani (la seconda scarica dello Stato) dice che la sostanza deve prevalere sulla forma. In altri termini, bisogna votare senza se, senza ma e senza firme valide. Schifani dove sono le 350.000 firme di sostanza valide, molto valide, consegnate in Senato per la legge popolare Parlamento Pulito? Erano sostanza e non forma e per ora le cosiddette istituzioni ci si sono pulite il culo. Oggi "il popolino della Libertà" è sceso in piazza a Roma con la Polverini per difendere la sostanza di farsi i cazzi suoi. Erano quattro gatti, facevano quasi pena. La Corte di Cassazione respinse le firme per il referendum per una libera informazione. Un milione e mezzo di persone chiedevano l'abolizione della legge Gasparri e dei finanziamenti pubblici ai giornali. Non era forse sostanza? I processi a Berlusconi sono stati tutti forma: cavilli, prescrizioni, leggi ad hoc, legittimi impedimenti. Nessuna sostanza, nessuna condanna per un corruttore accertato. La fune sta per spezzarsi e quello che verrà dopo non lo può prevedere nessuno.

GRILLO SCATENATO

I candidati regionali della Lista 5 Stelle per Repubblica.it non esistono. Nello "Speciale Elezioni" sono indicati i nomi dei partiti, delle coalizioni e dei candidati. Per la Basilicata è presente anche il nome di Magdi Allam per "Io amo la Lucania". Su Repubblica.it si può cliccare sulla finestra di ogni regione per vedere le schede dei candidati, votare i sondaggi e partecipare al gioco del "governometro". Per un giornale che grida all'oscuramento dell'informazione un giorno si e l'altro pure è l'ennesima riprova di mancanza di trasparenza. A proposito, cari Mauro e Scalfari, quando avete intenzione di rinunciare ai contributi pubblici e camminare con le vostre gambe imprenditoriali? Inviate le vostre considerazioni elettorali al direttore di Repubblica.it Giuseppe Smorto: g.smorto@repubblica.it Un indice della corruzione è il debito pubblico e il nostro è magnifico: 1800 miliardi di euro. Solo nel 2009 è aumentato di circa 130 miliardi, una decina al mese. L'Italia per fare l'Alta Velocità ha speso al chilometro tre volte quanto la Francia o la Germania. Chi ha pagato il sovracosto? Il cittadino attraverso l'aumento del debito pubblico e le tasse. Ogni opera pubblica ha la corruzione incorporata. Il Ponte di Messina e la TAV con una galleria di 40 chilometri che costerà 18 miliardi di euro sono delle magnifiche occasioni. Nella classifica mondiale siamo al 63esimo posto, abbiamo perso otto posti in un anno, davanti abbiamo Taiwan, Macau, Capo Verde e Bhutan. La corruzione, il debito pubblico e il possibile default sono collegati. Al tempo di Tangentopoli si stimava che la corruzione valesse il 30% di tutti i costi pubblici. Il latitante Bettino Craxi allora raddoppiò il debito pubblico e anche Tremorti si sta impegnando allo spasimo. Con ottimismo verso la catastrofe. I segni dei tempi sono nel rovesciamento dei concetti. Le leggi dello Stato ne sono un esempio. Il dizionario recita per la parola legge: "Ogni atto dello Stato che fissa regole di condotta vincolanti per la generalità dei cittadini". La sua interpretazione autentica è cambiata in :"Ogni atto dello Stato a favore di uno o più soggetti privati che hanno la possibilità di farlo approvare". Il detto: "Fatta la legge, trovato l'inganno" si è tramutato in: "Fatto l'inganno, trovata la legge".
Formigoni è ineleggibile per legge (
165/2004 art.2) per aver superato i due mandati consecutivi, lo afferma il presidente emerito della Corte Costituzionale. Sono fatti incontrovertibili. L'ho detto domenica su Sky, la risposta della conduttrice è stata: "Faranno una legge". Lo ha detto senza ironia, come se fosse una cosa del tutto normale fare una legge per averne violata un'altra. Nel senso comune la legge è diventata un oggetto di lusso, un panfilo, una villa Certosa, chi ha i soldi può permettersela. Il reato viene fagocitato dalla legge, masticato e rimasticato come un chewingum e poi sputato per decorrenza dei termini.
In situazioni di emergenza come le elezioni regionali per la Polverini e per Formigoni, esclusi dalle liste, è necessaria una legge ad hoc, anzi, per fottere meglio gli italiani e passare inosservati, una "leggina". Una leggina, con il suo dolce diminutivo al sapore di prugna, dà meno nell'occhio per violare la legge elettorale. Se Formigoni e la Polverini saranno riammessi grazie a una "leggina", le elezioni in Lombardia e nel Lazio si trasformeranno in una farsa a norma di legge.
Formigoni ha dichiarato che "i timbri non servono" e che lui "è un candidato perfettamente regolare". Se la canta e se la suona da solo. La legge è diventata un fatto privato. Non regola i rapporti tra le persone, ma definisce i rapporti di forza. Formigoni non è riuscito a raccogliere un numero sufficiente di firme valide, 514 su 3.935. Corre per il suo quarto mandato, per un ventennio formigoniano peggiore di quello fascista. Furmigùn ha ridotto la Lombardia in una superstrada di cemento, tumori e ospedali. E'
indagato per inquinamento e responsabilità per non aver tenuto le emissioni nei livelli consentiti dalla legge. Inaugura supermercati. Ha distrutto il parco di Gioia (uno dei pochissimi di Milano) per il nuovo grattacielo della Regione. La legge è sempre dalla sua parte, nel caso così non fosse, ne faranno una su misura.
La legge non ammette ignoranza, ma promuove i Formigoni e le Polverini. Il Parlamento è stato privatizzato dai partiti, è quindi naturale che i partiti abbiano privatizzato le leggi.Gli italiani all'estero possono stare tranquilli. La task force: "
Italiani nel mondo"messa in piedi da Sergio De Gregorio è imbattibile. Una fondazione che presiede "grazie all’impegno e alla passione dei colleghi parlamentari Amato Berardi, Esteban Juan Caselli, Nicola Paolo Di Girolamo e Basilio Giordano, che ricoprono i ruoli di vicepresidenti e soci fondatori". Oltre al famoso Di Girolamo, ambasciatore della 'ndrangheta nel mondo ( e in Parlamento), il gruppo di parlamentari scelti si avvale di Giordano, calabrese emigrato a Montreal su cui pende un ricorso del primo dei non eletti, di De Gregorio indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, indagine poi archiviata nel 2009, di Caselli eletto in Argentina sulla cui elezione è stata aperta un'inchiesta per presunti brogli elettorali.
Il gruppo ha un obiettivo: "Costruire il PDL nel mondo", come riportato in alcuni inquietanti manifesti. Tutti i Parlamenti, dagli Stati Uniti all'Australia, dovranno avere la stessa modica quantità di prescritti, indagati, condannati in primo e secondo grado e in via definitiva presenti nel Partito dell'Amore. E' una missione quasi impossibile, ma i "Sopranos" non conoscono né l'impossibile, né il ridicolo.
Quando i componenti di Italiani nel Mondo confluirono nel Popolo della Libertà, fu "una scelta sofferta" anche per uno come per De Gregorio. Ma il tempo è galantuomo e in seguito dichiarò:" Il nostro ruolo...sempre a fianco del Governo Berlusconi, leader e statista, l’unico in grado di imporre un’impronta determinante alla politica internazionale del nostro Paese...". E anche: "In Campania c’è bisogno di una nuova classe dirigente che possa guidare con serenità e dignità la Regione... Mara Carfagna? Perché no: è giovane, ha un’ottima capacità di relazionarsi con i cittadini".
Italiani nel Mondo è garantista. La prima richiesta di arresti per Di Girolamo in seguito a brogli elettorali, per aver attentato ai diritti politici dei cittadini, concorso in falsità in atti destinati alle operazioni elettorali, false dichiarazioni sulle sue generalità avvenne nel 2008. De Gregorio dichiarò: "La scelta del Senato di rinviare alla Giunta delle immunità gli atti che chiedono la decadenza del senatore Nicola Di Girolamo è un atto di garantismo che fa onore alla tradizione democratica del nostro Paese... La revoca del seggio parlamentare che è espressione di una chiara e manifesta volontà popolare avrebbe potuto generare effetti divergenti rispetto a quelli della magistratura".
Per le sue attività il senatore De Gregorio ha ottenuto numerosi attestati, non ultimo il premio "Ostia nel mondo" organizzato da Tonino Colloca, presidente dell’Associazione “Anco Marzio” per il suo ruolo di promozione del made in Italy e della cultura italiana nel mondo.
La voce di "Italiani nel mondo" arriva ovunque grazie a "
Italiani nel Mondo Channel" su SKY 888, "punto di riferimento per le comunita italiane sparse nel pianeta". Chiunque si colleghi potrà ascoltare l'analisi di De Gregorio su grandi temi come:
"PMI italiane investano a Hong Kong"
"Lavorare su integrazione dei Balcani"
"Finlandia crocevia strategico per sicurezza europea"
"Medio Oriente strategica posizione della Russia"
e l'immancabile: "L’Italia non dovrà perdere la sfida dell’oceano artico". IL GRAN FINALE E' SU TREMORTI:"Guardai stordito la vasta distesa dell’oceano le cui acque, nere come l’inchiostro, mi fecero subito pensare alla descrizione del Mare Tenebrarum del geografo nubiano e dell'emanuense Ghedinus. Mente umana non poteva concepire un panorama così desolato. A destra e a sinistra, a perdita d’occhio, sorgevano, come fossero i contrafforti del mondo, schiere di scogli aguzzi e neri: il debito pubblico e la disoccupazione, il cui aspetto tenebroso era ancor più evidenziato dalla schiuma che con la cresta bianca e spettrale gli si avventava senza posa contro, ululando e gemendo. Proprio di fronte al promontorio sulla cui vetta mi trovavo, a una distanza di cinque o sei miglia in mare aperto, era visibile un’isoletta di aspetto cupo, o meglio se ne individuava la posizione dalla furia delle onde dalle quali era avvolta. Lì era Tremorti.
La superficie si calmò, divenne liscia, sparirono i vortici, mentre comparivano strisce di spuma dove prima non c’erano. Queste strisce s’allungarono, si fusero l’una con l’altra, fino a formare l’embrione di un ben più vasto vortice argentino. E infatti all’improvviso, questo prese consistenza sotto forma di un cerchio greco di 1800 miliardi di euro di diametro. L’orlo del vortice era formato da una larga fascia di evasione scintillante, ma nemmeno una goccia di tale frangia cadeva nella bocca del terrificante imbuto dell'erario, il cui interno, fino dove arrivava l’occhio, era una parete d’acqua liscia, brillante, nerissima, inclinata a quarantacinque gradi sull’orizzonte, animata da un moto rotatorio e insieme ondulatorio lungo il perimetro esterno dei contribuenti italiani, capace di emettere un suono pauroso, per metà urlo e per metà ruggito, più intenso di quello che sia mai salito al cielo nella sua angoscia dai risparmiatori della Parmalat.
Un nano tentò di nuotare verso l'isola ma venne catturato da una corrente d'ingroia e portato in fondo mentre lanciava grida così forti che si sentivano anche dalla costa siciliana. I vortici o gorghi di bilancio erano talmente vasti e profondi che una nave risucchiata verrebbe inevitabilmente inghiottita e sbattuta sul fondo e infranta contro gli scoglio. E' successo spesso che perfino le balene ed esperte otarie come Bondi e Ferrara si siano avvicinate troppo alla corrente e ne siano state travolte ed è impossibile descrivere come gridavano e muggivano dibattendosi inutilmente per liberarsene. Intorno sulla vasta superficie di ebano liquido sia sopra che sotto erano visibili frammenti di risparmi, ammassi di immobili svalutati, tronchetti di albero, unitamente a molti altri oggetti più piccoli, derivati, casseforti infrante, tango bond, barili, scudi fiscali...".


 

Telecom incapace di intendere e di sapere

Telecom_Twinkle.jpg
Telecom Italia è un caso clinico. Tronchetti Provera e Carlo Buora sono incapaci di intendere e di sapere. Dovrebbero essere oggetto di cura, non di indagini. Non sanno mai nulla. Telecom Sparkle ha frodato con Fastweb due miliardi di euro durante la loro gestione e non sapevano. Telecom Italia ha spiato decine di migliaia di cittadini con strutture dedicate e uomini di fiducia come Tavaroli e non sapevano. Telecom pagava le fatture degli spionaggi senza un perché. Il Gip delle indagini su Telecom Sparkle, Aldo Morgigni, ha chiamato in causa anche i vertici di Telecom Italia per la ''solare evidenza delle loro responsabilita".Telecom Italia ha un debito di 35/40 miliardi di euro. La sua fine è iniziata quando D'Alema l'ha venduta a debito a Colaninno e Gnutti. Altro che due miliardi, sono stati bruciati decine e decine di miliardi, distrutti migliaia di posti di lavoro, ci siamo giocati l'unica grande azienda in grado di fare innovazione. La responsabilità è dei politici e degli industriali con le pezze al culo.

 

Scudo_Fiscale_PD.jpg
Lo Scudo Fiscale ha regolarizzato 85 miliardi di euro di evasori totali, frutto di traffici illeciti, ricchezze di origine criminale. I possessori hanno pagato solo il 5% e i capitali sono ritornati puri come un giglio. Gli evasori sono rimasti rigorosamente anonimi. Tremorti ha spiegato che questa porcata avrebbe fatto ritornare in Italia i patrimoni. La Banca d'Italia ha comunicato che solo 35 degli 85 miliardi sono rientrati per "fare girare" l'economia (e mettere in difficoltà attraverso la concorrenza sleale gli imprenditori che pagano le tasse fino all'ultimo centesimo di euro). Evasori totali sì, ma fessi no. Sul palco di Sanremo sono stati esibiti come degli animali rari alcuni operai della Fiat di Termini Imerese. Il pubblico, posti in platea a 660 euro per l'ultima serata, ha applaudito i disoccupati. Avrebbe potuto limitarsi "a far tintinnare i gioielli", come disse John Lennon durante un concerto alla Royal Variety Performance in presenza della famiglia reale. Gli operai sono stati introdotti dal piduista Costanzo (tessera 1819), preceduti da un rampollo Savoia e infine benedetti da Bersanetor e da Scajola, rappresentanti della classe politica che ha distrutto l'economia del Paese. Fischi per Bersanetor e applausi di censo per Scajola. In sottofondo, quasi impercettibile, si è sentito un tintinnar di manette. Un vuoto a perdere è un contenitore senza contenuto che non può essere reso. Un voto a perdere è un voto dato a un candidato che non può essere eletto. Sono almeno tre gli aspiranti governatori che non possono essere eletti: Vincenzo De Luca (PDmenoelle) per la Campania, Roberto Formigoni (PDL) per la Lombardia e Vasco Errani (PDmenoelle) per l'Emilia Romagna.
Questi signori, che vivono da sempre di politica e di tasse dei cittadini, se eletti dovranno dimettersi. Il primo in quanto ha promesso in pubblico che se condannato dopo le elezioni si dimetterà. De Luca non dovrebbe neppure presentarsi in quanto già condannato in primo grado (ma questo non lo ha detto), senza contare i due processi in corso per associazione a deliquere, concussione e truffa. Se venisse ulteriormente condannato che si fa? Si ritorna alle elezioni con i costi aggiuntivi e la paralisi della Regione? Con un altro pregiudicato espresso da Bersani, il portavoce di D'Alema?
Roberto Formigoni
gira in bicicletta seguito da macchine e giornalisti con la telecamera. E' diventato ciclista da esposizione da quando ha ricevuto un avviso di garanzia nell'ambito di un'inchiesta su ambiente e inquinamento. Formigoni si appresta a celebrare il VENTENNNIO FORMIGONIANO con manifesti 15 metri per 10 in tutta la Lombardia (chi li paga?). Più del Duce poté Comunione e Liberazione. Formigoni, semplicemente, non può più presentarsi. La legge dello Stato 165/2004 articolo 2 impedisce di candidarsi a Presidente di Regione dopo due mandati consecutivi. Lui se ne frega anche se lo stesso presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida conferma in un'intervista che potrebbe essere costretto a rinunciare all'incarico in seguito a un ricorso. Stessa situazione per Vasco Errani consigliere regionale dal 1995, presidente di Regione dal 2000.
Per De Luca il problema è nel merito e non nella sostanza, perché, con tutta probabilità, non verrà eletto. Il Pdimenoelle governa da 15 anni la Campania e i Casalesi sono sempre gli altri. Hanno subito più processi in Campania i pidimenoellini della camorra. Formigoni e Errani, i fratelli bipartsan del mandato eterno, potrebbero essere invece rieletti con danni incalcolabili in caso di dimissioni forzate da un ricorso. E allora perché candidarli? Non c'era nessun altro in circolazione?
La politica non è una professione, una gara alla mummificazione andreottiana in aula. Lo spirito della legge è impedire a un governatore di diventare Imperatore di Regione, di controllare appalti, di favorire amici e amici degli amici. Di governare in eterno e 15/20 anni per il governo di una Regione si avvicinano al concetto di eternità politica. Il blog valuterà il ricorso insieme ai danni da risarcire alla Regione. Nessun cittadino dovrebbe candidarsi a una carica pubblica per più di due mandati, anche non consecutivi. I plurimandatari da eletti diventano nel tempo i nostri padroni. Non votate i governatori a perdere.

Esplodono le banlieu di Rosarno, di Viale Padova a Milano, ma si tratta quasi di centro citta', sostanzialmente va esplodendo un intero sistema economico. Chi pensava che la Cina fosse la giovane speranza del capitalismo e il successore naturale degli Stati Uniti rimarra' deluso. I paesi a giovane capitalismo sono nati vecchi, immersi come sono nelle scorrerie globali del Capitale. Il China Daily, sulla base degli ultimi dati, considera il settore immobiliare cinese over-heated, surriscaldato. Insomma, si paventa un'altra bolla mondiale come quella dei mutui subprime, cioe' sempre valore trasformato in rendita. Il timore e' fondato: la Cina ha comprato buoni del debito americano per 800 miliardi di dollari e ha riserve nella stessa valuta per un pari ammontare. Contribuisce quindi alla creazione planetaria di moneta come un qualsiasi paese finanziarizzato. E infatti lo stesso governo di Pechino sa bene che la produzione per l'esportazione e' ormai vicina a limiti fisici e che l'utilizzo interno dell'enorme massa di capitali provochera' un impatto tremendo sulle risorse del pianeta. Ma non ci puo' fare niente. L’unica cosa che puo’ fare la Cina e’ spostare in la’ nel tempo l’inevitabile, cosi’ come accade per i libri di carta che vanno scomparendo. La Apple sforna l'iPad, versatile e multimediale. Lo sviluppo tecnologico del "libro elettronico" e l'approccio ad esso dei potenziali utilizzatori e' piu' o meno paragonabile a quello nei confronti del libro di carta all'epoca di Gutenberg nel '400. La morte della carta, e del mondo industrial-commerciale che le sta intorno, e' frenata solo dalla difficolta' di riconversione delle fonti di profitto. Molte aziende della catena carta-tipografia-libreria chiuderanno. Il capitalismo diventa sempre piu' leggero nella produzione e sempre piu' pesante da sopportare. Anche la scuola va scomparendo: di certo quella pubblica. Non si tratta solo di tagli: un emendamento della maggioranza al recente disegno di legge sul Lavoro, collegato alla Finanziaria, prevede la possibilita' di assolvere l'ultimo anno dell'obbligo scolastico come apprendisti in azienda. Sembra un un modo come un altro per alleggerire la pressione della popolazione studentesca di fronte ai tagli alla scuola. Di certo il progetto è ipocrita quanto quello di chi vorrebbe aumentare gli anni di studio per diminuire le prospettive di restare disoccupati. Di fronte a tutto ciò la CGIL va al suo 16° congresso con due documenti. La sinistra sindacale interna promuove quello intitolato La CGIL che vogliamo. Non vi sono differenze sostanziali. Entrambi, ad esempio, continuano a chiamare alla "lotta per il lavoro", proprio mentre il lavoro necessario alla produzione diminuisce irreversibilmente. Sarebbe assai più realistico un semplicissimo programma: salario ai disoccupati e drastica diminuzione della giornata lavorativa, da conseguire con potenti scioperi. Ma nella CGIL non esiste una "sinistra sindacale", ci sono solo correnti omogenee, di cui una è impegnata a recitare il ruolo di elemento democratico in un congresso scontato nel quale la base incazzata non conta niente.

Dopo esserci giocati quel testa di cazzo di DI PIETRO, che vuole fare la fusione nucleare col PD di De Luca (DUE PROCESSI PENALI IN CORSO) e speriamo che ne esca fosforescente, d'altra parte pur essendo meridionale ha votato A FAVORE DEL FEDERALISMO FISCALE, LEGGE VOLUTA DALLA LEGA NORD, il Federalismo alla Tremorti ovvero del SI SALVI CHI PUO' E CHI NON HA PIU' SOLDI IN CASSA SONO SOLO CAZZI SUOI,e' il turno di RIPASSATA BERTOLASO, il ginnico delle emergenze che tra una emergenza ed un'altra si ritagliava il tempo per intascare un po' di tangenti e massaggi. Naturalmente e' tutto presunto PERCHE' NOI SIAMO GARANTISTI FINO AL 54° GRADO DI GIUDIZIO E LA PRESCRIZIONE AB ETERNUM, SIA CHIARO. Nel frattempo il commiato di Beppe Grillo: "Oggi l'arresto di Balducci presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici e le dimissioni di Bertolaso. Ieri le dichiarazioni di Ciancimino sulla nascita di Forza Italia con la benedizione di Provenzano. Nulla ci turba. Il Paese e' in uno stato di trance onirica. L'Italia e' un Paese senza gravita', che sfida le leggi della fisica. Leggero. Qualunque cosa succeda ha un'importanza relativa o nessuna importanza. L'italiano non pensa, funziona. Quello che e' vero ora sara' falso domani e viceversa. In una sequenza senza fine. L'italiano non si fida di nessuno e prima di tutto di se' stesso. Quando qualcuno lo inganna e' soddisfatto, ha l'ennesima conferma delle sue intuizioni. Questo vale anche per cio' che lo riguarda. Se sbaglia, si perdona subito. Le scuse piu' varie, con le quali e' abituato ad autoassolversi dalla nascita, non gli mancano, dalla (sempre benedetta) "mancanza di alternative" a "lo fanno tutti".
L'italiano vive in un luogo che chiama Italia o, se audace, Patria. In realta' non ne conosce la Storia e neppure la geografia. Sa quello che deve sapere. Il resto lo impaccia, lo vincola, lo trattiene al suolo. La mafia, il potere del clero, la massoneria deviata sono argomenti che gli danno l'orticaria. Se milioni di persone votano Berlusconi una ragione ci sara'. Se lui non la conosce non e' importante. Basta che la sappiano gli altri. E' un eterno fanciullino che gioca con balocchi da grandi come un SUV o una escort quando se li puo' permettere, e se non puo' e' capace di minacciare (solo minacciare) la rivoluzione.
Chi ne conosce l'indole lo puo' controllare con facilita'. Non e', come si pensa, indisciplinato o anarchico. Regalategli uno scacciapensieri e lo farete felice. La parola che piu' odia e' responsabilita', se qualcuno lo solleva dalle sue responsabilita' puo' diventare Duce, presidente del Consiglio o sindaco di Salerno. Chi invece, (la solita eccezione che conferma la regola) vuole prendersi delle responsabilità è pericoloso, ed è giudicato come un vero e proprio irresponsabile. L'italiano non e' asociale, di fronte a uno scempio ambientale o a un furto verso la collettivita' si indigna in modo sufficiente per richiedere ad alta voce l'intervento delle autorità competenti. Del resto, se non intervengono loro perche' dovrebbe farlo lui? Se il Parlamento nega l'arresto di Cosentino ci sara' un motivo. La piazza e' sterile, perche' sbracciarsi all'aperto per i nostri diritti? Meglio affidarsi a un segretario di partito. Uno qualunque con la garanzia che comunque nulla cambiera'. L'italiano vota di pancia, non di testa. Se lo stomaco rimane pieno, il voto era giusto. Non canta l'Inno di Mameli, ma "
Volare" di Domenico Modugno. "Poi d'improvviso venivo dal vento rapito, e incominciavo a volare nel cielo infinito...".

E' la giornata DELLE PUTTANATE: Di Pietro, al PRIMO CONGRESSO DELL'IDV, e ci pare anche l'ultimo, apre al PD, auspica fusioni CON IL NULLA DI UN AMMASSO ALL'AMMASSO perche' FARE OPPOSIZIONE SOLO CON I MAL DI PANCIA DELLA PIAZZA NON SI GOVERNA. E' VERO CHE QUESTA nazione è quella dei CENTO CULI E DUECENTO CHIAPPE, ma ambire a governare una cagata indebitata per 2000 MILIARDI DI EURO CHE STA SVENDENDO TUTTO e' altrettanto DIARROICO. Risponde da Parigi Beppe Grillo decantando LE DELICATEZZE FRANCESI. Ma che cazzo dici Grillo?? La Francia meglio dell'Italia?? Un paese semi- governato da un omuncolo che e' la copia ringiovanita di Berlusconi ammogliato con LA FIGA FIGA, quella che quando entra nei consigli di amministrazione dice : "...state tutti zitti e fermi froci, perche' il bilancio oggi lo faccio io!!!". Un paese dall'acqua radioattiva che vuole esportare il suo nucleare proprio in Italia perche' i costi di gestione sono folli, il paese DEL FALLIMENTARE CONCORDE, il paese DELLA POTENTE SUEZ-LIONAISE, la multinazionale dell'acqua tanto per stare in tema di privatizzazione delle risorse naturali del pianeta. Grillo la Francia si è già ampiamente italianizzata, sono già belli che infettati...

inceneritori_Treviso.jpg
Qualunque cittadino informato vorrebbe l'immediata chiusura degli inceneritori. Per almeno due ragioni: provocano tumori (vedi video) e sono antieconomici, finanziati dalla bolletta Enel con il Cip6. Paghiamo persino per morire. La Regione Veneto ha bloccato in modo definitivo la costruzione di due inceneritori. Ora bisogna smantellare gli altri!
"Caro Beppe, da Treviso ti comunichiamo un grosso passo avanti per l’alternativa all'incenerimento dei rifiuti.
I cittadini, parte dei politici locali e delle istituzioni, hanno iniziato ad aprire gli occhi. Si inizia a pensare al futuro dei nostri figli, a non ad ascoltare solo i mezzi d’informazione. Noi Grillitreviso, Lista civica comunale, Movimento a 5 Stelle da sempre spingiamo una delle Cinque Stelle (
Rifiuti Zero) verso questa direzione. Lucia Tamai dei Comitati riuniti Rifiuti Zero di Treviso e Venezia:“Il Consiglio Regionale del Veneto, dopo 4 anni dalla presentazione del progetto, ha decretato la definitiva sospensione dell’iter autorizzativo per la costruzione di due impianti di incenerimento per la distruzione di 250mila tonnellate ciascuno di rifiuti speciali che Unindustra Treviso voleva imporre senza alcuna condivisione col territorio. Il voto riconduce la gestione dei rifiuti speciali all’interno della normativa vigente che indica la strada della riduzione, del riuso e del riciclo totale, e solo da ultimo l’incenerimento. Questo successo, conseguito grazie alla tenacia e alla responsabilita' di comitati spontanei impegnati nella tutela della salute e dell’ambiente, pone le basi per un piano dei rifiuti innovativo e lungimirante".Noi non abbiamo mollato mai … Yes We can!"
Maurizio Grillitreviso

ORA BERNABE' PUO' RITIRARSI DEFINITIVAMENTE A VIPITENO: ADDIO COGLIONAZZO !!!!

Dal blog di Beppe Grillo: "Tutto previsto, i cialtroni hanno questo di bello: sono prevedibili. Anticipai la vendita a Telefonica il 4 agosto 2008. Era l'unico possibile salvagente per non mettere in liquidazione l'azienda e sulla strada 70.000 persone.
Lo
scrissi anche a
Franco Bernabe' il 16 dicembre 2008 : "Lei sa bene chi ha distrutto il valore della Telecom. Conosce i nomi dei responsabili, dei politici e degli imprenditori con le pezze al culo. Non completi la loro opera. Li denunci, chieda loro un cospicuo risarcimento in qualita' di amministratore (le carte le ha), venda a Telefonica (tanto prima o poi succedera') e si ritiri nella sua Vipiteno."
Bernabe'
rispose il 23 dicembre 2008 in una lettera in cui diceva: "Il mio obiettivo è di fare di Telecom Italia quello che avrebbe già dovuto essere dopo 10 anni di liberalizzazione: l’asse portante della modernizzazione di questo Paese. Il resto lo lascio alla Magistratura, per ciò di cui e' competente, e agli Azionisti, che stanno supportando questo sforzo anche loro non senza sacrifici. Quindi mi spiace deluderla, non vendero' a nessuno, e soprattutto voglio ritirarmi a Vipiteno, o magari altrove se lei me lo consente, solo quando avro' finito il mio lavoro."
Ecco, ora che ha finito il suo lavoro (quale?), che i precedenti amministratori sono liberi, ricchi, impuniti e promossi e che Telecom sara' venduta (guarda caso) a Telefonica, e' veramente giunto il momento di
ritirarsi a Vipiteno.

* Marco Tronchetti Testa di Cazzo Provera e' attualmente Amministratore delegato PIRELLI, CONSIGLIORI di MEDIOBANCA in coabitazione con Marina Berlusconi (l'ex banca di credito industriale CUCCIA distrutta con la disintegrazione del patto sindacale voluto da GERONZI e BERLUSCONI che ne hanno fatto una banca commerciale) e a tempo perso Vice presidente SENZA ALCUN POTERE DECISIONALE della F.C.Internazionale, nel 2006 infatti, di fronte allo scandalo Telecom,vendette la maggioranza delle azioni al PATRON MORATTI che oggi detiene il 97% delle azioni. Con Pirelli ha patteggiato 7 milioni di euro per chiudere il processo per lo scandalo delle intercettazioni e dossieraggio effettuato dalla security Telecom, quando lui ne era il presidente (2002-2006).

** Cesare Geronzi oggi è presidente di MEDIOBANCA, il maggior gruppo BANCARIO INDUSTRIALE italiano con diramazioni in tutti i settori chiave dell'economia nazionale. PLURIMPUTATO nei crack CIRIO E PARMALAT, scalpita per il passaggio a LEGGE DEL PROCESSO MORTO PER USCIRNE PULITO BIANCO CANDEGGINA.

*** Colaninno. Ex Presidente Telecom durante il governo BIPARTIZAN DALEMA del 1999-2000, governo che diede inizio alle liberalizzazioni-svendita dell'ossatura econimica statale italiana. Compro' con la tecnica del LEVERAGE BUY-OUT la Telecom. Dopo due anni cedette l'azienda pesantemente indebitata a Provera che sostanzialmente fini' di distruggerla fino al settembre 2006. Nel 2008 viene chiamato da Berlusconi a "salvare" ALITALIA. Non ci fu nessun salvataggio: sfruttando la LEGGE MARZANO SUI FALLIMENTI la compagnia fu semplicemente spaccata. La parte in perdita fu messa a carico dello stato, il rimanente consegnato a Colaninno meno il 25% consegnato ad AIR FRANCE per soli 300 milioni di euro !!!

Il PD ormai e' in corsa per scomparire. Da IL FATTO leggiamo: "C’e' un che di pervicacemente odioso nel comportamento degli elettori pugliesi del Pd. Alle primarie di cinque anni fa D’Alema ordina di votare Boccia e loro votano Vendola al 51%. Ora D’Alema riordina di votare Boccia e loro rivotano Vendola, ma al 75%. Percentuale che a Gallipoli, casa D’Alema, sale all’80 e a Fasano, casa Latorre, all’85. Piu' passa il tempo e meno gli elettori capiscono le alte strategie dell’Attila del Tavoliere. Non che Boccia fosse proprio senza speranze: le ha perse quando D’Alema ha deciso di dargli una mano. In quel preciso istante persino Vendola, con tutte le cazzate che ha fatto in questi ultimi mesi, e' parso uno statista. Quando poi Max ha dichiarato che “Vendola ha fallito come leader” e “io non ho mai perso un’elezione in vita mia”, e' apparso chiaro che Nichi avrebbe stravinto. Quando infine Max ha assicurato a Boccia che, alla peggio, avrebbe “perso bene”, il giovanotto ormai terreo si è visto definitivamente perduto. Infatti, candidato di un partito al 30%, s’e' fatto doppiare da quello di un partito al 2%. Un trionfo.
Qualche schizzinoso osserva che non e' stata una mossa geniale contrapporre a Vendola un candidato gia' sconfitto da Vendola e poi, per giunta, meravigliarsi se ha riperso con Vendola. Ma questa e' gente che non capisce l’intelligenza di Max. Che ora, per cosi' poco, non deve darsi per vinto, anzi, insistere nell’opera di rieducazione delle masse. Magari, fra cinque anni, quando si ripresentera' per la terza volta in Puglia con Boccia al fianco, prendera' solo i voti di un paio di anziane prozie, ma nel frattempo i voti complessivi del Pd saranno scesi a tre: vittoria assicurata col 66%.
L’importante e' continuare a seguire gli amorevoli consigli del Pompiere della Sera, che con i suoi Galli della Loggia, Panebianco, Ostellino, Battista e Franco ha gioiosamente sospinto il Pd verso la proficua alleanza con l’Udc di Casini, Cesa e Cuffaro, infinitamente piu' graditi al popolo del centrosinistra che non, poniamo, un Vendola o un Di Pietro. Da anni questi giganti del pensiero si affannano a invitare il Pd al dialogo con Berlusconi e a metterlo in guardia dall’antiberlusconismo, come se il travaso di voti del Pd all’Idv fosse colpa di Di Pietro e non merito del Pd. Ora finalmente assaggiano il risultato dei loro amorevoli consigli: nel giro di un mese l’Attila di Gallipoli ha trasformato il centrosinistra in un campo di Agramante in una delle poche regioni in cui, nonostante lui, aveva ancora un senso e qualche voto. Ma niente paura: nemmeno le primarie in Puglia serviranno da lezione. E’ gia' pronto l’alibi: non potendo dare la colpa a Di Pietro (che si e' detto pronto a sostenere tutti i candidati indicati dal Pd, purche' gli vengano comunicati prima delle elezioni), il capro espiatorio e' già stato individuato nel sindaco di Bari, Michele Emiliano, che per dar retta a Max e' uscito pure lui con le ossa rotte dal Risiko dalemiano. 
 
Come se alle primarie non votasse la gente, ma le nomenklature. Michele Vietti dell’Udc ha le idee ancora più chiare: “Il Pd o abolisce le primarie, o si suicida” (l’Udc le ha abolite prima ancora di farle, anche perche' verrebbero continuamente interrotte da retate delle forze dell’ordine). Ecco, e' colpa delle primarie: finche' si interpelleranno gli elettori, l’Udc non potra' mai allearsi col Pd. E manco col Pdl, visto che Casini, Cuffaro e Cesa sono molto popolari anche a destra. Massimo Franco, sul Pompiere, concorda: guai se il Pd arguisse dalle primarie che i suoi elettori non vogliono l’Udc, guai se tornasse all’“Unione prodiana gia' bocciata dagli elettori alle politiche del 2008” (in realta' nel 2008 non c’era nessuna Unione prodiana, ma il Pd di Veltroni che l’aveva appena fatta cadere). Ora, sempre col Pompiere nel taschino, Attila e' atteso dalla mission piu' impossible della vita: dopo aver perso tutte le elezioni e averle fatte perdere anche a Boccia e al Pd, deve riuscire a perdere pure la Puglia contro un Carneade scelto da quel genio di Raffaele Fitto. Ma, con un po’ d’impegno, ce la può fare."

Grillo ci ha preso: la sua sponsorizzazione per Vendola ha fruttato, alle primarie PDmenoelle dello snodo nazionale Puglia, la disintegrazione del rivale Boccia sorretto dal duo Dalema-Caltagirone. Per il vertice ottocentesco/mummificato del PDmenoelle autoreferente e' un'altra batosta. Dopo le dimissioni di Del Turco (ex socialista, il solito vizio, ma quelli del PDmenoelle giocano a fotocopiare il PDL...) ex governatore dell'Abruzzo per le tangenti sanita', che e' valsa la perdita amministrativa della regione, dopo le dimissioni dell'ex governatore della Sardegna Soru, che e' valsa la perdita della regione, dopo le dimissioni dell'ex governatore del Lazio Marrazzo per lo scandalo transex che varra' la perdita del Lazio, ecco le dimissioni del sindaco di Bologna per l'uso distorto di soldi pubblici per pagare le vacanze all'amante segretaria. Inesorabilmente il PDmenoelle va scomparendo sia nella geografia amministrativa che in quella elettorale: alla tornata del 2009 è completamente scomparso dall'Isonzo al Ticino, perdendo altresì province ex rosse come Piacenza e Fermo, e comuni ex rossi come Sassuolo e Prato. Il Pdmenoelle e' un partito pieno di domande. Boccia (who is Boccia?) mi chiede se ho mai letto le cose che ha scritto. Lo confesso, non le ho mai lette, ma forse le hanno lette i pugliesi prima delle Primarie. "Pretendo che le famiglie del San Paolo di Bari non paghino nulla e i benestanti come me e Vendola paghino di piu. E, per farlo, occorre aprire le porte della gestione dell'acquedotto pugliese alla competizione tra privati". Chi l'ha detto? Proprio lui, Boccia. E l'alleanza con l'Udc di Caltagirone, possibile candidato alla gestione dell'acquedotto chi l'ha voluta? Sempre lui, Boccia. La Puglia ha preso atto e lo ha mandato a fanculo.
In realta' Boccia e' un falso bersaglio. Il trio delle meraviglie D'Alema, Enrico Letta (il nipote di suo zio Gianni) e Bersani (il portavoce di D'Alema) lo ha mandato allo sbaraglio, come Corrado ai bei tempi della Corrida.
Valium Prodi
chiede chi comanda nel PDmenoelle. Una domanda retorica, lo sanno tutti che comanda Berlusconi. D'Alema, Violante e Fassino sono da tre lustri i suoi migliori alleati. Piu' fedeli della Lega, meno rompicoglioni di Fini, più allineati di Casini. Gli hanno dato tutto: la concessione delle frequenze televisive in cambio dell'uno per cento dei ricavi, non hanno cancellato le leggi ad personam, non sono intervenuti sui conflitti di interesse. Hanno un presidente pidimenoelino che ha firmato con la velocità di Usain Bolt il Lodo Alfano, lo Scudo Fiscale e la lettera di commemorazione di Bottino Craxi che: "Pagò con durezza senza eguali".(Ne hanno ben donde i craxiani: infatti l'abolizione sinistra dell'ex articolo 513 di procedura penale con annessa modifica costituzionale dell'articolo 11 arrivo' "solo" nel 1999...., si, quell'articolo che ha cancellato Tangentopoli...) D'Alema e' stato eletto oggi presidente del Copasir, il premio post primarie di Gianni Letta. Il Pdl non era riuscito a farlo eleggere mister Pesc, responsabile degli esteri per l'Europa, e ha saldato il debito.
Nel Pdmenoelle forse non si sa chi comanda, anche se tutti i sospetti portano alla "Volpe del Tavoliere". Di certo si sa chi NON comanda: gli elettori. Il Pdmenoelle e' in costante competizione con il Pdl, il suo ispiratore, tenta sempre di superarlo nelle politiche sociali e del territorio e qualche volta ci riesce. Gli abitanti della Val di Susa non vogliono la TAV, un mostro che costera' decine di miliardi, sara' finito tra vent'anni, inutile, in quanto il traffico merci e' in costante diminuzione da un decennio. La TAV distruggera' la Valle e ingrassera' partiti e costruttori. Domenica 40.000 persone hanno protestato pacificamente (
volantino). Bresso e il lombrosiano Chiamparino hanno organizzato a Torino una contro manifestazione del Si Tav con poche centinaia di duri e puri del cemento. Il Pdl non si e' fatto vedere e Bossi ha dichiarato che la Tav e' forse inutile. Se il Pdl costruisce tre inceneritori in Liguria, il Pdmenoelle ne fa otto in Emilia Romagna. E' una continua rincorsa. Quando Di Pietro lancio' il referendum contro il Lodo Alfano, Topo Gigio Veltroni si dissocio' e gli chiese, perentorio, di rientrare nel recinto razionale e riformista del Pdmenoelle. Il compianto Mike Bongiorno, quando faceva la pubblicita' del prosciutto Rovagnati, si immedesimava a tal punto da diventare lui stesso un prosciutto. Il vertice disconnesso del Pdmenoelle e' andato oltre, per fare l'imitazione del prosciutto Pdl, e' diventato un intero maiale.

 

http://video.google.it/videoplay?docid=6561068664203649137# 

Siamo in un'epoca di forte transito: merci,persone,nazioni,interi sistemi. Anche le idee sono in transito e tendono ad annullarsi. Di fronte a questo annullarsi, all'indomani dell'implosione delle grandi ideologie totalizzanti di stato (liberismo ottocentesco Anglosassone Usa,Gran Bretagna,Canada in primis, poi Giappone-Corea,Taiwan,Singapore, Hong Khong fino al 1997...), nazi-fascismo dell'Europa Centrale [Germania,Italia e relative esportazioni in Sudamerica, Europa Mediterranea -Grecia,Spagna...], comunismo sovietico dell'Europa Orientale- Asia Orientale [ex URSS, Cina Maoista e relative diramazioni in Africa [ Libia,Etiopia/Eritrea,Somalia,Congo] e Sud-Est asiatico [Vietnam,Cambogia,Laos], l'assenza viene riempita da un Nuovo Illuminismo basato sul Network telematico, piu' computer collegati insieme collegati come interfaccia delle comuni relazioni personali, che a sua volta ha scavalcato la realta', o rappresentazione della stessa, basata sui mass media classici, ovvero stampa e televisione. E' un Nuovo Illuminismo non piu' enciclopedico, ovvero insegnato da persone colte , come nel settecento, allo scopo di rendere di massa una cultura fino ad allora elitaria, ma interattivo, ovvero acquisito motu proprio, senza l'ausilio di un "dotto", ma trasmesso via network. In questa virtualizzazione massificata si crea una realta' parallela, che corre attraverso i cavi oceanici intercontinentali ed i fili della corrente elettrica e telefonica, alla realta' allo scopo sia di superarla, sia di negarla, sia di distruggerla. C'e' in atto, oggi, in questo momento, uno scontro di realta': quella del novecento, della finanziarizzazione selvaggia e dell'uso dei relativi suoi strumenti a forte impatto (dalle guerre, allo sfruttamento,al dominio dell'elite sia come espressione di una dittatura che come espressione di una maggioranza governativa..), e quella degli anni dieci del XXI secolo, occulta o "superiore", che trasporta gli strumenti del novecento su un piano di fruizione di massa totale, in modo che chiunque puo' diventare dittatore, padrone supremo: una sorta di seconda vita non meno reale della prima. In Italia i "guru" di questa transizione ruotano attorno agli oppositori del regime attualmente esistente basato sulla delega in bianco degli elettori, sempre pi?alieni al sistema, al mandato elettorale, per cui un pugno di persone gestisce l'intera macchina "Stato", che puo' anche non estendersi effettivamente su un determinato territorio ma "funzionare" per propria referenza,  a prescindere dall'origine del proprio potere. Se ascoltate le loro parole, esse sono tutte tese ad un superamento che nei fatti non sussiste ma che ugualmente esiste nella Rete, nel Network. Se ci inoltriamo in questo mondo parallelo scopriamo, ad esempio, un editore particolare: la Societ?Casaleggio Associati di Milano.
Nella prefazione del libro del 2004 ?Web Ergo Sum? scritto da uno dei fondatori della Societ? Gianroberto Casaleggio (che ha dato anche il nome alla ditta), Beppe Grillo,uno dei "guru" del mondo parallelo,  spiega come ha incontrato quello che diventera' il suo editore di fiducia!
Grillo scrive testualmente:
?lo incontrai per la prima volta a Livorno, una sera di aprile, durante il mio spettacolo Black Out. Venne in camerino e comincio' a parlarmi di Rete. Di come potesse cambiare il mondo. (?) Pensai che fosse un genio del male o una sorta di San Francesco (...)  Ebbi, lo confesso, un attimo di esitazione. Strinsi gli occhi. Casaleggio ne approfitto'.
Mi parlo' allora, per spiegarsi meglio, di Calimero il pulcino nero, Gurdjieff (il famoso mago nero, uno dei maestri del cantautore Franco Battiato, ma non solo. E' stato il fondatore DELL'ISTITUTO PER LO SVILUPPO ARMONICO DELL'UOMO. Partendo dal concetto che l'uomo vive in uno stato perenne PROSSIMO AL SONNO,quindi di sostanziale inconsapevolezza di cio' che fa, PER SCAVALCARE QUESTO STATO HA BISOGNO DI ARMONIZZARSI, DI RIDIVENTARE CONSAPEVOLE, IN UN PRIMO MOMENTO ISOLANDOSI ED IN UN SECONDO MOMENTO ENTRANDO IN CONTATTO CON L'ALTRO. Questi passaggi li ricavo' in numerosi viaggi: in Medio Oriente, in India, che lo portano dall'Asia Centrale fino al Tibet (dove assiste al massacro dei tibetani da parte dei britannici a Guru e alla successiva conquista di Lhasa). Il motivo (o la suggestione) che lo spinge a continuare il suo pellegrinaggio per vent'anni e' la ricerca di una misteriosa "Confraternita di Sarmoung", ipoteticamente sviluppatesi nel 2500 a.C. in Babilonia, di cui aveva trovato un riferimento nel 1886.Gurdjieff racconta (in modo romanzato e metaforico) questo periodo della sua vita nel romanzo autobiografico Incontri con uomini straordinari da cui, nel 1978, il regista Peter Brook ricavera' l'omonimo film. Il suo LABORATORIO DI CONSAPEVOLEZZA nasce nel pieno della Guerra Civile Russa a seguito della Rivoluzione del 1917 tra Mosca e San Pietroburgo. Per questo fu costretto a fuggire in Europa e nei pressi di Parigi fondo' la sua comunita' nel 1922. Le difficolta' economiche e la successiva occupazione nazista non lo fermarono, anzi. Riusci'  ad intavolare rapporti con il gruppo dirigente nazista che occupava la capitale francese e sappiamo che una parte dell'elite nazista, Himmler in testa, era assai attratta dalle pratiche esoteriche. Il suo lavoro venne ereditato da Jeanne de Salzmann che dal 1950 inizio' a diffonderlo in tutto il mondo attraverso la The Gurdjieff Foundation ( In Italia si chiama Centro Italiano Studi sull'Uomo). Il sistema di Gurdijeff impasta insieme un dedalo di tradizioni religiose per delle tecniche psicofisiche allo scopo di liberare l'individuo dai condizionamenti, per introdurlo ALLA QUARTA VIA. ), Giorgio Gaber, Galileo Galilei, Anna di York, Kipling (Kipling ?rimasto una figura importante nella cultura popolare anche durante le sue massime punte di sfortuna critica: fu soprattutto importante, in particolare, per la nascita della fantascienza attraverso John W. Campbell e Robert A. Heinlein. Riferimenti a Kipling sono costanti in fantascienza, soprattutto in autori come Poul Anderson.

I suoi scritti sono anche stati usati largamente da Robert Baden-Powell come strumenti pedagogici nello scautismo; in particolar modo il Il libro della giungla ?il testo che fa da sfondo alle attivit?svolte dagli scout pi?piccoli (dagli otto agli undici anni) chiamati lupetti.), Jacques Carelman (che realizz?il catalogo degli oggetti introvabili...)(?)
Tutto fu chiaro, era un pazzo. Pazzo di una pazzia nuova, in cui ogni cosa cambia in meglio grazie alla Rete. (?) Ce n'e' abbastanza per rinchiuderlo.
E' un individuo oggettivamente pericoloso e socialmente utile?[1] Gianroberto Casaleggio (interessato a Gurdjieff!) e' riuscito dove tutti avevano fallito: convertire Grillo a internet!
Da quell?incontro infatti e' nato non solo il blog di Beppe Grillo, ma anche tutti i libri e dvd, come pure e le organizzazioni dei Meet-up!

In soldoni l?immagine mediatica (a 360 gradi) di Grillo viene gestita e controllata dagli esperti della societa' milanese.
Addirittura Gianroberto sarebbe diventato il consigliere numero uno di Grillo, a tal punto che secondo indiscrezioni, e' sua l?idea del V-Day!
[2] Quello che ha sparso nel mondo il verbo o virus del V-Day convincendo, attraverso il suo comico portavoce, centinaia di miglia di persone in Italia.
?Uomo (Gianroberto) sulle orme del Parsifal dichiara di voler ricercare la vera natura degli uomini?.
E cos? ad esempio, per le riunioni da sempre ama immergere il gruppo dirigente nel mondo cavalleresco e spirituale della leggenda di Camelot (alla scoperta di quei luoghi ha persino trascorso una vacanza). Usa una tavola rotonda attorno alla quale fa sedere i suoi manager per ?parlare liberamente?.[3]
Sua e' anche la gestione del sito web dell?amicone di Grillo, l'ex Ministro per le Infrastrutture del secondo governo Prodi, Antonio Di Pietro.[4]
E? arrivato il momento di vedere chi sono questi associati, e soprattutto di cosa si occupano.

La Casaleggio Associati
La Casaleggio Associati, nasce il 22 gennaio 2005 a Milano nei pressi della casa di Alessandro Manzoni, da cinque persone (Enrico Sassoon, Gianroberto Casaleggio, Luca Eleuteri, Davide Casaleggio e Mario Bucchich).[5]
La ?mission? ufficiale dell?azienda ??di sviluppare consulenza strategica di Rete per le aziende e di realizzare Rapporti sull?economia digitale?

L?Affare Webegg Spa
Per capire il quadro generale, rimanendo pero' sempre collegati con la Casaleggio Associati , e' necessario conoscere la Webegg Spa : un gruppo multidisciplinare per la consulenza delle aziende in Rete, controllata per il 59,8 % da I.T. Telecom Spa (controllata a sua volta al 100% da Telecom Italia.
Ci interessa molto perche': 

- Gianroberto Casaleggio e' stato Amministratore Delegato e Direttore Generale della Webegg.[6]
- Luca Eleuteri (socio Casaleggio) tra il 2000 e il 2003 lavorava nella Direzione Generale di Webegg.
[7]
- Mario Cucchich, fino al settembre 2003 e' stato Responsabile Comunicazione e Immagine del Gruppo Webegg.
- Enrico Sasoon entra il 15 gennaio 2001 nel Consiglio di amministrazione di Webegg
- Maurizio Benzi, Marketing di Webegg e stranamente, organizzatore dei Meet-up di Grillo a Milano

Su cinque soci della Casaleggio, ben quattro lavoravano per la Webegg Spa con incarichi molto prestigiosi e importanti!
E poi cos?e' successo?

Tra giugno e agosto 2004, la IT Telecom Spa sigla un accordo con Value Partner Spa per la cessione del pacchetto azionario detenuto in Webegg Spa, pari al 69,8% del suo capitale, al prezzo di 43 milioni di euro, il restante 30,2% ?posseduta da Finsiel (79,5% Telecom Italia).
Value Partners e' la pi?grande societ?di consulenza strategica di origine italiana!

Nel gennaio 2005 quindi dopo pochi mesi, come e' stato detto, i cinque fondano a Milano la Casaleggio Associati.

Questo dato e' molto interessante perch?risulta che gli attuali editori di Beppe Grillo hanno lavorato fino a pochi anni fa, all?interno di una societ?della Telecom Italia, la stessa soggetto di attacchi (certamente giusti) da parte del comico genovese.

L?affare Telecom
Beppe Grillo sta portando avanti da anni una campagna per ?prendersi? (lui, gli editori o qualcun altro?) la Telecom Italia!

Tale strategia e' attuabile se tutti o una buona parte degli azionisti privati delegassero Grillo all?assemblea generale della societ? Ecco perche' dal blog ha chiesto ufficialmente una ?shareaction? (?fatemi godere? dice nel suo appello): ?inviatemi le vostre manifestazioni di interesse attraverso il form del modulo di adesione per consentirmi di valutare la fattibilit?del progetto e tentarne la realizzazione?.
?
Fatemi godere. Rifatevi delle umiliazioni subite in questi anni come utenti e come azionisti. Il cda licenziato dai veri azionisti attraverso un comico. Una cosa mai vista al mondo. (?) Ragazze e ragazzi, dateci dentro. Aderite, aderite, aderite? [8]

Certamente e' ?una cosa mai vista al mondo?, ma la domanda che sorge spontanea e': una volta attuato questo progetto, se mai si realizzera', chi potr?garantire la sicurezza della ditta pi?importante in Italia? Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio o la Casaleggio Associati stessa? Ricordiamo che si tratta della societa' che ha il potere di ascoltare (esattamente quello che e' successo allo stesso Grillo, che per ben 4 anni, e' stato ascoltato e registrato?) tutte le telefonate, leggere tutti i fax e le e-mail sul suolo italiano?
Per qualche miscredente, potrebbe sembrare una manovra occulta per entrare in possesso proprio di questa importantissima azienda...ed e' proprio quello che sta accadendo!
Staremo a vedere, anche se ad oggi sono decine di migliaia le persone che in buona fede, si sono affidate al nuovo "guru delle telecomunicazioni" (futuro amministratore delegato?).

Prometeus: il futuro dei media
Torniamo alla Casaleggio Associati perch?nel loro sito ufficiale (www.casaleggio.it) e' pubblicato nella home page un video molto indicativo e allo stesso tempo inquietante: ?PROMETEUS: IL FUTURO DEI MEDIA? (www.casaleggioassociati.it/thefutureofmedia). Video da non perdere assolutamente!
Si tratta della visione futurista che i soci fondatori della Casaleggio hanno a livello di Media.

Il video inizia dicendo: ?L?Uomo e' Dio, e' ovunque, e' chiunque, conosce ogni cosa. Questo e' il nuovo mondo di Prometeus. Tutto e' iniziato con la Rivoluzione dei media con Internet alla fine del secolo scorso??[9]
La visione continua con: ? la Rete
include e unifica tutto il contenuto: Google compra Microsoft, Amazon compra Yahoo! diventando cosi' i leader mondiali dell?informazione assieme a BBC, CNN e CCTV? La pubblicita' e' scelta dai creatori di contenuti, dagli stessi autori e diventa informazione, confronto, esperienza. Nel 2020 Lawrence Lessing, l?autore di ?Cultura Libera? diventa Ministro della Giustizia degli Stati Uniti e dichiara il copyright illegale. Dispositivi che replicano i cinque sensi sono ormai disponibili nei mondi virtuali. La realta' puo' essere replicata in Second Life. Chiunque ha un Agav (agente-avatar) che cerca informazioni, persone, luoghi nei mondi virtuali. Nel 2022 Google lancia Prometeus l?interfaccia standard degli Agav. Amazon crea Place, un?azienda che replica la realta'. Puoi andare su Marte, alla battaglia di Waterloo, al SuperBowl di persona. E? reale! Nel 2027 Second Life si evolve il Spirit. Le persone diventano chi desiderano e condividono la memoria, le esperienze, le sensazioni. La vendita di memoria diventa una normale attivita' commerciale. Nel 2050 Prometeus compra Place e Spirit. La vita e' virtuale e' il mercato pi? grande del Pianeta. Prometeus finanzia tutte le missioni spaziali alla ricerca di nuovi mondi per i propri clienti, gli avatar terrestri?
Questo progetto chiamato Prometeus, ?la visione di un pazzo da psichiatrizzare quanto prima, o invece si tratta di un piano ben preciso di controllo occulto? Per approfondire tale delicatissimo argomento, vi rimando alla nuovissima dispensa ?Il segreto occulto degli Illuminati?.

Nel video della Casaleggio Associati si pubblicizza Second Life (Seconda Vita), ?un mondo virtuale in 3D aperto a tutti i maggiorenni dove ogni evento della vita pu?essere riprodotto? [10]
Second life e' cio' che tecnicamente viene definito un M.M.O.R.P.G. ovvero un Massive Multiplayer Role Playing Game (Un Videogioco di Ruolo destinato alla Massa): immaginate un videogioco in cui possano partecipare contemporaneamente centinaia di migliaia di giocatori (se non milioni) collegati in rete, ognuno con il proprio personaggio (avatar), con un proprio conto corrente e varie proprieta' mobili ed immobili. Esso e' stato creato dalla Linden Lab, reso disponibile in rete nel 2003, oggi puo' contare quasi 8 milioni di utenti nel mondo (dato di luglio 2007[11]
Poco si sa su questa strana piattaforma, ma nei media si sono gia' iniziati a denunciare episodi alquanto sgradevoli accaduti all?interno di questo ?mondo secondario?, anche se la vera natura estremamente deviante non viene adeguatamente sottolineata! E? un mondo estremamente deleterio e pericoloso per la psiche umana.
Casualmente sia Beppe Grillo (con tanto di avatar) che Antonio di Pietro hanno il loro sito proprio in Second Life...

?Dio e' ovunque, e' chiunque e conosce ogni cosa?, proprio come l?occhio onniveggente della massoneria (il simbolo stampato sul dollaro statunitense), usato dai creativi della Casaleggio alla fine del video.
A proposito di luce, cerchiamo di capire come mai hanno usato un nome cos?particolare per tale progetto: Prometeus!
Certamente deriva da Prometeo,
figlio di Giapete e Climene, che ha sottratto il fuoco (simbolo della luce) agli Dei per riportarlo agli uomini sulla terra (dottrina della gnosi).
Secondo l?occultista russa Helena Petrovna Blavatsky (citata nel libro di G. Galli Hitler e il Nazismo Magico ed in Nazismo la sua visione la sua distruzione di Davide Diotti,pag.50), sotto un altro aspetto, l?allegoria del fuoco (visto come luce iniziatica, ndA) puo' essere letta come un'altra versione della ribellione dell?orgoglioso Lucifero (dal latino LUCIFERUS, composto da ?LUC-EM? = luce, e tema ?FER-RE? = portare, cio?PORTATORE DI LUCE, ndA), precipitato nell?Abisso senza fondo. La maledizione di Zeus a Prometeo e' lo stesso che la maledizione di Dio a Satana![12]
Quindi secondo la maga (indubbiamente nera) Blavatsky, il fuoco o luce portato sulla terra da Prometeo e' l?allegoria del fuoco o luce porta sulla terra da Lucifero!

Ecco spiegato perche' il logo della Prometeus (vedi immagine sopra) e' rappresentato graficamente da una fiamma (luce) che parte dalla lettera O maiuscola, quindi dal Cerchio chiuso (molto usato anche dai circoli satanici per i loro rituali).
Sicuramente la motivazione che ha spinto la Casaleggio a scegliere un nome e logo simili sara' un'altra, magari meno esoterica, pero' la strana coincidenza (per chi ci crede ovviamente) e' interessante!

Nel 2005 la Casaleggio annuncia la partnership con Enamics, una societa' statunitense fondata nel 1999, leader del Business Technology Management (BTM).
La Enamics ha come ?clienti? potentissime corporation del calibro di: Pepsico, JP Morgan, Northrop Grumman, US Department of Tresury (Dipartimento del Tesoro USA), BNP Paribas, American Financial Group,[13] ecc.
Tra queste, quella che piu' c?interessa e' la banca d?affari JP Morgan, perche' rientra nell?impero dei Rockefeller, una delle famiglie che controllano il mondo! Anche i Rockefeller, come i Casaleggio (chiedo venia per la comparazione), ?adorano? l?arte simbolica del Prometeo!

Fondatore della BTM Corporation e' un certo Faisal Hoque, autore di numerosi best seller ed ex dirigente anziano della General Electric (anch?essa del gruppo Rockefeller) e di altre multinazionali!
I partner della BTM tecnology sono ?IBM Tivoli? di New York e ?Future Considerations? di Londra. Questa ultima ha come clienti privati: Coca Cola, Barclaycard, Addax Petroleum, KPMG LLP, ecc. Nel settore pubblico invece
: Carbon Trust
, UNIDO (United Nations Industrial Development Organisation), London Pension Fund Authority (LFPA)[14] ecc.  

E? molto indicativo venire a conoscenza che l?editore di Beppe Grillo (nonostante le giustissime campagne contro l?inquinamento ambientale, le energie alternative, i biocarburanti, l?idrogeno, ecc.) abbia tra i partner proprio quella banca (JP Morgan), che ha interessi economici enormi in ogni dove, e soprattutto nel comparto bancario, energetico e/o petrolifero!

Che fine ha fatto il Signoraggio monetario?
Al Beppone nazionale va il merito di essere stato il primo a denunciare la truffa del Signoraggio monetario (nel tour ?Apocalisse Morbida? del 1998) e la natura privatistica della Banca d?Italia.
In quello spettacolo ha sparato a zero sui banchieri (Fazio, Duisemberg, ecc.), definiti i cavalieri dell?Apocalisse, che controllano le economie planetarie, sottolineando pi?volte come questi signori ?stampano le banconote e le prestano?.

Avete capito bene: stampano denaro e lo prestano ai governi!
Per non parlare del debito pubblico. Dice infatti Grillo: ?e il debito? A chi li dobbiamo due milioni e mezzo di miliardi di lire??

Nonostante questo, da un po? di anni Grillo si rifiuta, o gli e' stato consigliato di non parlarne, di Signoraggio e dei banchieri durante i suoi spettacoli, perche'?
Una spiegazione la fornisce il dottor Antonio Miclavez in una recente intervista video: ?ne ho parlato (si riferisce a Grillo, ndA) circa sei mesi fa e mi ha detto: ?s?e' molto bello, ma questo per la gente e' troppo. Se e' troppo poi la gente si spaventa e non lo capisce perche' e' troppo!?. Uguale Milena Gabanelli (Report su Rai3, ndA)
?[15]
Tralasciamo la Gabanelli per ovvi motivi, ma perch?Grillo che nel 1998 sparava a zero sul Signoraggio, sulla truffa del debito pubblico e sui banchieri, oggi non dice nulla e si limita ad attaccare i politici: semplici camerieri del potere economico? Cosa ?successo nel frattempo? Ha ricevuto pressioni e/o ricatti? Oppure ha cambiato idea? Nessuno lo sa ad eccezione della sua coscienza!

A cosa servono il V-day, il Mastella-day, la petizione per la Forleo o De Magistris, o quella contro Gentiloni, se il vero e unico problema e' la gestione massomafiosa della emissione monetaria che rende interi paesi schiavi del sistema economico, sotto la pressione di un debito inesistente?
Forse serve per dirottare le masse e deviarle verso lidi estremamente funzionali per il Sistema che ci controlla?
Qual e' il senso di scatenarsi per un parlamento pulito (contro i politici pregiudicati), movimentare le masse per assurde liste civiche, quando i controllori della politica sono e rimangono i grandi banchieri internazionali? Quando coloro che emettono la moneta hanno il Potere di far fare le leggi ai burattini in Parlamento, a cosa serve prendersela con la manovalanza? Forse per evitare di tirare in ballo i veri manovratori occulti?

Come disse il giornalista Paolo Barnard in una lettera intitolata ?Considerazioni sul V-day?: ?I nostri personaggi (?) di fatto svuotano l?Io dei loro seguaci impedendogli di divenire singole entit?autonome e potenti, rendendoli (rendendoci) un esercito di anime incapaci, dunque minando la Societ?/ST1:PERSONNAME> Civile organizzata e la speranza che essa rappresenta?[16]
Di persone svuotate del proprio Io ce ne sono gia' abbastanza. E? necessario partire da noi stessi, senza delegare il politico, il Grillo, il Travaglio, la Forleo o la Guzzanti di turno: solo cosi' saremo padroni della nostra vita e potremo conquistare, o meglio, tirare fuori la nostra vera e unica individualita', cioe' l?essenza spirituale.
Se non ritorniamo in possesso della nostra autentica natura, il Potere continuera' a fare sonni tranquilli. ?
Credete veramente - continua Paolo Barnard - che il Potere sia cosi' sciocco e impreparato da poter essere, non dico sconfitto, ma anche solo disturbato da questo sgangherato esercito alla deriva?

Al Potere, le iniziative di Grillo (inconsapevolmente ci auguriamo tutti) - portate avanti grazie alla consulenza di aziende specializzate - fanno estremamente comodo, perche' il vero e unico problema che ha il Potere e' il risveglio della coscienza delle Individualita'. Persone libere di pensare, sentire e agire, indipendentemente dagli insegnamenti e dalle dottrine di un qualsiasi messia o maestro di vita, sono veramente pericolose!
Concludo nella speranza che non siano vere le affermazioni di Dino Risi (che ha diretto Grillo nel film ?Scemo di guerra?) al Corsera, perche' secondo il regista, Grillo e' piu' attore adesso che quando girava film. Non crede affatto a cio' che dice e scrive quotidianamente nel blog!
Speriamo che si sbagli?
Come pure mi auguro che Beppe Grillo dia un segnale di assoluta buona fede riprendendo a parlare, sia nel blog che durante gli spettacoli, di Signoraggio, Poteri forti bancari, Sovranita' monetaria, OGM, ecc.

[1] Blog ufficiale di Beppe Grillo: www.beppegrillo.it/libri.php#web
[2] ?Casaleggio, il guru web di Beppe che ama Parsifal e Adriano Olivetti?, ?Il Corriere della Sera? del 18 settembre 2007,
www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/09_Settembre/18/Casaleggio_guru_web_grillo.shtml
[3] Idem
[4] Idem
[5] Sito ufficiale Casaleggio Associati http://www.casaleggio.it/societa1.asp
[6] ?Key4biz?, quotidiano d?informazione su Telecomunicazioni, Media e Internet?, 27 maggio 2003  www.key4biz.it/Who_is_who/2003/05/Casaleggio_Roberto.html
[7] Sito ufficiale Casaleggio Associati www.casaleggio.it/societa5.asp
[8] Dal blog ufficiale di Beppe Grillo: www.beppegrillo.it/shareaction/
[9] Dal sito ufficiale della Casaleggio Associati www.casaleggioassociati.it/thefutureofmedia
[10] ?Quando una vita non basta: Second Life?, Lorenza Veronese, www.disinformazione.it/second_life.htm
[11] Idem
[12] ? La Dottrina Segreta ?, glossario, di H.P. Blavatsky
[13] Tratto dal sito ufficiale della BTM www.btmcorporation.com/About/
[14] Tratto dal sito ufficiale www.futureconsiderations.com/our-clients_private-sector.html
[15] Video con l?intervista di Antonio Miclavez http://grappaevvinci.wordpress.com/2007/12/04/il-signoraggio-e-beppe-grillo/
[16] ?Considerazione sul V-Day?, Paolo Barnard http://www.disinformazione.it/lettera_paolo_barnard.htm

IL SIGNORAGGIO

Signoraggio.

Una parola che a molti di voi, o meglio, alla quasi totalita' di quelli che visitano questo blog, non dice assolutamente niente.
Beh, il perche' e' presto detto:nessuno, e ripeto, nessuno, ne parla.
La tv, i giornali, le radio e compagnia bella, su questo argomento, tacciono. Persino il Messia Beppe Grillo, da ormai quasi 10 anni, evita questo argomento.

Ma, direte voi, cos'e' questo signoraggio?

Eccovi una risposta esauriente.

(da www.signoraggio.info)

Cos'e' il Signoraggio monetario ?
Ufficialmente non esiste. Nessuno ne parla. Eppure e' un qualcosa che sta facendo sprofondare l'intero pianeta nel debito, giorno dopo giorno, inesorabilmente. Quante volte abbiamo sentito parlare di debito pubblico, commerciale, di debito dei paesi in via di sviluppo, ecc. Ma debito nei confronti di chi ? Cosa lo provoca ? E soprattutto: cos'e' questo Signoraggio ?
Il Signoraggio e' la differenza tra il valore nominale della moneta e il suo costo di produzione.
La moneta, come ogni bene tangibile, ha un suo costo di produzione: per le banconote pensate a carta e inchiostri; per le monete di metallo pensate alle leghe. Ma nonostante cio', la stampa e quindi l'emissione di moneta costa pochissimo, anche perche' dal 15 agosto 1971, Nixon elimino' la convertibilita' delle monete in oro, affossando per sempre gli accordi di Bretton Woods del 1944.
Quindi l'emissione di moneta da oltre trent'anni non ha piu' bisogno di un controvalore in metallo prezioso (oro, argento o rame).
Facciamo un esempio numerico: stampare un biglietto da 100 euro costa, piu' o meno, 5 centesimi di euro (tra carta e inchiostri) ! Una sciocchezza, vero ? Ebbene questa banconota, che costa solamente 0,05 euro, viene ''affittata'' agli Stati al valore nominale, cioe' a 100 euro ! Questa differenza e' il Signoraggio !
La societa' privata che stampa ed emette la moneta in pratica ''guadagna'' per ogni banconota emessa la bellezza di 99,95 euro (tolte le spese di stampa) mentre lo Stato, sempre per ogni banconota, s?indebita di 100 euro ! Sapete qual e' il nome di questa societa' privata che s?incamera il Signoraggio ? Banca Centrale.
Per essere pignoli, allo Stato quella moneta costa ancora di piu' per via del "tasso di sconto" (il costo cioe' del denaro tra Banca Centrale e banca locale) che oggi e' del 2%. Per cui la banconota da 100 euro, allo Stato costa la bellezza di 100 euro + 2 euro (pari al tasso del 2%) e quindi 102 euro !!!
Siamo o non siamo alla follia pura ? Lo Stato paga alla Banca Centrale l?affitto di questa moneta con Titoli di Stato, e pertanto s?indebita in maniera spropositata e continuativa nei suoi confronti.
Noi paghiamo questo debito con le tasse.
Lo Stato in definitiva monetarizza il proprio debito, e questo debito continuera' a crescere giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Nessuno con un simile sistema potra' mai semplicemente pensare di uscire dal debito, figuratevi i Paesi in via di sviluppo.
E se fosse lo Stato a stamparsi la moneta e a tenersi il Signoraggio ? Non esisterebbero piu' le tasse.
Non sarebbe bella una societa' priva di tasse ? Una societa' dove le persone lavorano il minimo indispensabile e non si ammazzano per sopravvivere come accade oggi ? Utopia ? Per qualcuno s? per me si chiama Sovranita' monetaria, quella che ci hanno tolto alcuni frammassoni da molto tempo, e cioe' almeno da quel lontano 27 luglio 1694.

Pretendere di conoscere l?Economia senza conoscere la Moneta, equivale a pretendere di conoscere un?auto senza conoscerne il motore. E senza motore, l?auto non parte. Per questa fondamentale funzione che essa svolge, nella nostra disamina della scienza economica abbiamo ritenuto necessario partire dal concetto di Moneta, ed in particolare dal concetto che pi?di tutti mostra la natura convenzionale del valore monetario: il Signoraggio.

Il Signoraggio e' un concetto che merita di essere approfondito data la sua importanza per ogni societa' i cui scambi sono basati su una Moneta. In sintesi, e' la differenza tra il valore nominale della Moneta ed il suo costo di produzione. Tale differenza, data la natura istituzionale della Moneta, dovrebbe spettare ai cittadini i quali attraverso un organo che li rappresenta dovrebbero emettere la stessa moneta.

E' chiaro il concetto?

Questi simpatici signori producono dal nulla moneta e la rivendono, guadagnandoci l?intero valore nominale (ed anche qualcosa di pi?, agli Stati, che, per far fronte a questo debito, impongono delle tasse.
Ora (parlo per quei pochi eletti che sono riusciti ad arrivare fino a qui) ci terrei a precisare che il signoraggio ?un fenomeno globale, non riferito unicamente all?Italia.

L'unico mezzo per conoscere tutto cio' e' Internet, in quanto i media di tutto il mondo non sembrano avere interesse alcuno a rendere noto il significato di questa parolina magica.
Lo stesso Beppe, che da qualche mese ,acclamato dal popolo come un sommo profeta, ha deciso di non occuparsene piu'.
Nel 1998, il Grillo in un suo spettacolo ne parlava eccome;quindi, i fatti li conosce, e anche piuttosto bene.
Il perche' non ne parli piu' lo si puo' evincere da alcune sue parole:

" Questo per la gente e' troppo. Se e' troppo, la gente si spaventa perche' non lo capisce?.
Quindi questo problema non e' funzionale ai suoi discorsi da piazza, e dunque lo evita.
Aggiungo anche che la parola ''signoraggio'', sul suo blog, e' censurata

LA SVENDITA DI UN INTERO PAESE (2000- 2008)

La notizia di oggi è che l'operazione Alitalia è un grandissimo successo per il governo. Chi l'ha detto? Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che si loda e si imbroda da solo, anche perché dagli esperti ha ricevuto soltanto pernacchie e critiche, per non parlare della stampa e di tutti operazioni internazionali che si misurano sul libero mercato e non sull'italietta autarchica che sta ritornando insieme ai rigurgiti di fascismo giustamente denunciati da Famiglia Cristiana. Non si capisce bene che cosa stia festeggiando questo signore visto che negli utlimi quindici anni è stato Presidente del Consiglio per circa sette, cioè la metà: in questi quindici anni, Alitalia ha perso quindi miliardi di euro di soldi nostri, quindi la metà dei soldi persi è colpa sua, dei suoi governi, e l'altra metà è colpa dei governi di centrosinistra perché la politica ha sempre tenuto le mani su Alitalia e, come vedremo, continuerà a tenercele anche dopo averla fatta fallire innumerevoli volte.
Prodi e Padoa Schioppa, una delle poche cose buone fatte dal governo di centrosinistra, avevano trovato la quadra: erano riusciti a convincere AirFrance a rilevare tutto. Il che avrebbe comportato niente fallimento, niente ricorso alla legge Marzano sulle aziende decotte (LEGGE REALIZZATA NEL 2003, SOTTO IL III GOVERNO D'ASFALTO,PER OVVIARE AI CRACK A CATENA PARMALAT-CIRIO, COME PERFEZIONAMENTO DELLE DUE PRECEDENTI LEGGI PRODI CHE REGOLAMENTAVANO I FALLIMENTI IN ITALIA (1979-1999). QUESTE LEGGI ERANO STATE BOLLATE DALL'UE COME AIUTI DI STATO, ANCHE QUELLA DEL 1999 VOLUTA PER OVVIARE A QUELLA DEL 1979 CHE CONSEGNAVA TUTTI I DECOTTI IN PERDITA ALLO STATO....), nascita di un polo europeo molto grosso, avrebbe compreso AirFrance, KLM e Alitalia, che si sarebbe potuto misurare sui mercati internazionali dove ormai le compagnie aeree sono grandi, consorziate, fondate su alleanze tra più Paesi. Ce la saremmo cavata con 2150 esuberi: questo era il piano che era stato presentato da Messieur Spinetta, e così sarebbe stato se si fosse chiusa la trattativa con i francesi subito, all'inizio della primavera, mentre adesso ne avremo 6-7000, di esuberi, cioè il triplo. L'AirFrance avrebbe pagato un miliardo e settecento milioni per comprarsi le azioni dell'Alitalia e avrebbe investito 750 milioni, in pratica avrebbe sborsato e ci sarebbero arrivati dalla Francia la bellezza di due miliardi e seicento milioni. Ora vedremo che, invece, quei soldi glieli diamo noi. Non solo non li incassiamo, ma li perdiamo. In più sarebbe stata salvata e ristrutturata Malpensa e sarebbe stato potenziato l'aeroporto di Fiumicino. Questo, in sintesi, era ciò che era stato concordato tra il governo Prodi e l'AirFrance e che è saltato perché sono arrivati Berlusconi e suoi lanzichenecchi e perché i sindacati, completamente accecati dal breve periodo, non hanno saputo scegliere tra un piccolo sacrificio oggi e un enorme dissanguamento domani, quello che invece avremo.
Cosa non va in questo nuovo piano che è stato chiamato "Fenice", perché pare quasi l'araba Fenice che risorge dalle sue ceneri - è un truffa naturalmente: sono abilissimi a chiamare le cose con un nome diverso da quello reale per nascondere la realtà -? L'Alitalia viene divisa in due società. La Bad Company, la discarica, rimane a noi, allo Stato, con tutti i debiti. E' una società che contiene debiti. La Good Company, invece, è quella meravigliosa, profumata, balsamica. Quella va ai privati, sedici privati, scelti privatamente con trattativa privata da Berlusconi e dai suoi uomini, che hanno ottime armi per chiedere piccoli favori agli imprenditori in vista di restituirli in grande stile, come vedremo, con vari conflitti di interessi. Quindi noi ci teniamo i debiti e quel poco che vale di Alitalia lo regaliamo ai privati che fanno anche la figura dei salvatori della Patria, dei Cavalieri Bianchi.
La Bad Company, affidata a uno che si chiama Fantozzi perchè si capisca bene qual è il problema, è dunque piena di buchi e li ripianeremo noi. I conti pubblici verranno ulteriormente sfasciati, saranno più in rosso che mai e noi pagheremo progressivamente una "tassa Alitalia" anche se non la chiameranno così, ce la nasconderanno sotto qualche voce strana. Anche perchè Alitalia viene incorporata ad AirOne che a sua volta è piena di buchi. Oltre a non incassare, spenderemo, probabilmente, intorno al miliardo di euro - un terzo dei tagli alla scuola decisi da questo governo - e in più avremo 6-7000 persone per la strada che verranno messe in cassa integrazione a zero ore, avranno vari scivoli, ovviamente pagati con la cassa integrazione sempre con soldi nostri, e alla fine qualcuno verrà licenziato e - questi sono liberisti - vogliono infilare del personale in esubero nelle Poste. Un mese fa ci avevano detto che le Poste sono sovradimensionate e devono ridurre il personale, adesso ci raccontano che il personale delle Poste aumenterà perché arriveranno gli steward, le hostess, forse qualche pilota. Verranno travestiti da postini così risolveremo il problema. Naturalmente pagheremo noi.
La Good Company, quella buona che viene regalata ai privati nell'ambito della famosa usanza tutta italiana di privatizzare gli utili e statalizzare le perdite, è formata da sedici grandi e lungimiranti capitani coraggiosi che, tutti insieme, sono riusciti a mettere da parte la miseria di un miliardo di euro; che non basta, naturalmente, a rilanciare Alitalia. Basti pensare che il prestito ponte, fatto ad aprile dal governo Prodi morente su richiesta del nascente governo Berlusconi, era di 300 milioni e l'Alitalia in tre mesi se li è mangiati. Dove prenderanno questi soldi? Mica li tirano fuori dalle loro tasche: in gran parte arriveranno dalle banche che sono molto coinvolte, come vedremo, in questa cordata. Taglieranno tutto il tagliabile, ridurranno le rotte internazionali, squalificheranno ulteriormente Fiumicino, Malpensa resterà al palo con Bossi, la Moratti e Formigoni che ululeranno alla Luna: mentre prima se la prendevano col governo di centrosinistra adesso gli sarà un po' più difficile prendersela con il loro. In compenso abbiamo una caterva, un groviglio, una giungla di conflitti di interessi perché non c'è solo quello di Berlusconi. Il conflitto di interessi, non risolto da nessuno quando ce l'aveva soltanto lui, adesso è diventato un'epidemia e ce l'hanno in tanti.
Primo conflitto di interessi: abbiamo Carlo Toto, proprietario dell'AirOne, che con 450 milioni di debiti riesce a piazzare il colpo della vita. L'AirOne viene incorporata all'Alitalia, intanto il nipote Daniele è stato candidato ed eletto nel Popolo della Libertà. E' li a vigilare, evidentemente. Abbiamo tre soggetti che sono impegnati in opere pubbliche e sono addirittura pubblici concessionari dello Stato. Lo Stato, in questo conflitto di interessi, li ha convocati facendogli sapere che era bene per loro se aderivano all'appello del Presidente del Consiglio. Sono Salvatore Ligresti, noto immobiliarista, assicuratore, palazzinaro, pregiudicato per Tangentopoli. Marcellino Gavio, un altro che ai tempi di Di Pietro entrava e usciva dalla galera. L'ottimo Marco Tronchetti Provera che dopo aver ridotto come ha ridotto la Telecom è anche lui nel settore immobiliare. In più abbiamo la famiglia Benetton, l'apoteosi del conflitto di interessi perchè è pubblico concessionario per le Autostrade, è gestore, dopo averlo costruito, dell'aeroporto di Fiumicino, e in futuro sarà uno dei proprietari di Alitalia. Come gestore di Fiumicino deciderà lui quali tariffe far pagare all'Alitalia per usare Fiumicino. Tutto in famiglia.
Gli immobiliaristi di cui sopra, e di cui anche sotto come vedremo, sono tutti molto interessati a una colata di miliardi che sta arrivando su Milano e la Lombardia per l'Expo. L'Expo prevedere 16 miliardi freschi per pagare nuove infrastrutture, costruzioni, palazzi, due autostrade, due metropolitane, una tangenziale, una stazione, ferrovie, ecc... indovinate chi si accaparrerà questi lavori? Esattamente coloro che hanno fatto i bravi e hanno accolto l'appello del governo.
Poi abbiamo Francesco Bellavista Caltagirone che con l'ATA ha delle mire su Linate. Abbiamo Emilio Riva, un acciaiere eccezionale supporter di Berlusconi. E abbiamo l'ottima famiglia Marcegaglia: non solo c'è la Emma, che è un'ottima valletta di Berlusconi, che cinge con il suo braccio nelle riunioni di Confindustria come se fosse una Carfagna o una Brambilla qualsiasi, ma abbiamo anche la sua famiglia, il gruppo imprenditoriale Marcegaglia, famoso per condanne e patteggiamenti assortiti da parte del padre e del fratello della signora. Che è presidente di Confindustria, tra l'altro, e quindi tratta per conto di tutti gli industriali con il governo e privatamente si è infilata in questa meravigliosa avventura.
Abbiamo la banca Intesta dell'ottimo banchiere Passera, banchiere di centrosinistra che si è messo subito a vento, e che fungerà con il conflitto di interessi: prima ha fatto l'advisor per trovare la soluzione per Alitalia e poi è entrata nella compagine azionaria della nuova Alitalia, la Good Company.
Abbiamo i fratelli Fratini che sono, anche loro, immobiliaristi toscani, magari interessati a mettere un piedino a Milano in occasione dell'Expo, per prendere la loro fettina di torta.
Abbiamo un certo Davide Maccagnani che è molto interessante: Alberto Statera su Repubblica ha raccontato chi è, uno che produceva missili per testate nucleari e adesso si è riconvertito all'immobiliare. Si presume che avrà anche lui le sue contropartite sotto forma di terreni.
In realtà gli interessi stanno a terra anche se Alitalia dovrebbe volare.
Poi, dulcis in fundo, il presidente dei sedici campioni del Tricolore, che è Roberto Colaninno, che già ha dei meriti storici per avere riempito di debiti, comprandola a debito, la Telecom ai tempi della Merchant Bank D'Alema & C. a Palazzo Chigi, e adesso si propone anche lui per il suo bel conflitto di interessi familiare in quanto suo figlio, Matteo, è ministro ombra dell'industria del Partito Democratico. Così ombra che non ha praticamente proferito verbo di fronte a questo scandalo nazionale perché prima era contrario, naturalmente alla soluzione Berlusconi, poi è arrivato papà. Come si dice "i figli so' piezz 'e core", ma pure i padri! Ha detto "sono un po' in imbarazzo", poi il giorno dopo ha detto "no, non sono per niente in imbarazzo". Insomma, non ha detto niente e soprattutto continua a rimanere ministro molto ombra, diciamo ministro fantasma, dell'industria del Partito Democratico.
Fatto interessante: qualche anno fa furono condannati in primo grado per bancarotta nel crack del Bagaglino Italcase, una brutta e sporca faccenda immobiliare, alcuni big dell'industria e della finanzia italiana come il banchiere Geronzi, Marcegaglia papà - il papà della valletta - e Colaninno Roberto - papà del ministro fantasma. Bene, tutti e tre a vario titolo sono impegnati, dopo la condanna in primo grado, in questa meravigliosa avventura, perché anche Mediobanca si sia mossa dietro le quinte poiché Geronzi sta per diventare il padrone unico della finanza italiana eliminando anche quei pochi controlli che venivano dalla gestione duale della banca che fu di Cuccia. Insomma, questo è il quadro. E' interessante perché probabilmente sono state violate una mezza dozzina di leggi, d'altra parte non ci sarebbe Berlusconi se fossimo tutti in regola con la legge.
Intanto la legge del mercato: vengono addirittura sospese le regole dell'Antitrust e i poteri del garante dell'antitrust perché bisogna dare tempo di consumare tutti questi conflitti di interessi e queste occupazioni del libero mercato. Intanto, il matrimonio Alitalia-AirOne che sgomina qualsiasi concorrenza in Italia soprattutto sulla tratta Milano-Roma. Sarà gestita in monopolio da questa nuova Good Company dove c'è dentro Toto e l'Alitalia. Non ci sarà concorrenza, non si potrebbe e allora si sospendono le regole. Che sarà mai, una più una meno... un piccolo lodo Alfano per la nuova Alitalia non si nega a nessuno. La concorrenza va a farsi benedire: i prezzi quindi li fisserà il monopolista quindi non ci sarà possibilità di gare al ribasso. La condizione che ci era stata imposta dalla Commissione Europea, dal governo europeo, per autorizzare il famoso prestito ponte che ha consentito all'Alitalia di fumarsi quegli ultimi 300 milioni di euro, era che l'Alitalia per un anno non si espandesse, restasse esattamente così com'era. Con questo accordo viene violata quella condizione perché Alitalia si mangia AirOne e quindi si espande, altroché! Ben prima di quell'anno che era stato imposto dalla Commissione Europea che quindi, se le parole e gli accordi hanno ancora un senso, dovrebbe condannarci e vietarci questa operazione.
In più viene cambiata un'altra legge italia, la legge Marzano sulle imprese decotte, che dovrà essere modificata perché questi capitani coraggiosi mica entrano in Alitalia rischiand qualcosa: non rischiano niente! Vogliono mettersi preventivamente al riparo dal rischio che qualche creditore o dipendente della vecchia Alitalia si rivalga sulla nuova, cioè chieda loro di sobbarcarsi qualche rischio. Verranno tutelati in tutto e per tutto, saranno inattaccabili, anche loro anche uno scudo spaziale, il loro piccolo Lodo Alfano per cui se qualcuno gli chiede qualcosa fanno finta di niente, dicono "io non so chi sei, mi trovo qua per caso". Nessun rischio di revocatoria o di rivalsa da parte dei creditori e dipendenti. E dove andranno a rivalersi? Naturalmente dalla Bad Company, quella decotta, quella nostra, dello Stato: pagheremo tutto noi. Per cambiare gli ammortizzatori sociali, altra deroga alla legge Marzano perché ci sarà bisogno di risorse per queste 6-7000 persone che finiranno per la strada o alle Poste, come ci è stato raccontato spiritosamente, in quanto non siamo attrezzati per far fronte a questa fiumana di lavoratori in uscita. In più, il governo promette di detassare le aziende che assumono ex dipendenti dell'Alitalia. E' un'altra cosa spettacolare: l'Italia è piena di aziende decotte, di gente che finisce per la strada: quei lavoratori lì si fottono, mentre gli ex-lavoratori Alitalia avranno il privilegio di poter andare da alcune aziende che se li assumeranno avranno riduzioni fiscali. Così: cittadini di serie A e cittadini di serie B.
L'Europa ci tiene d'occhio anche perchè il prestito ponte aveva anche escluso che per un anno la società Alitalia venisse messa in liquidazione in regime concordatario. L'Alitalia aveva dunque garantito di pagare tutti i creditori. Adesso, se la nuova società non li paga, quelli si rivalgono ma non solo. La Good Company dovrà comprarsi tutti gli aerei e gli slot dalla Bad Company - l'attuale Alitalia moribonda - e rifare tutti i contratti dei dipendenti o almeno di quelli che terrà con sé. Quanto pagherà tutti questi beni la Good alla Bad? Se li pagassero per quello che valgono sulla carta, la vecchia Alitalia probabilmente avrebbe i soldi per onorare i suoi debiti, circa 2-2.5 miliardi di euro. Naturalmente, visto l'aria che tira, se i nuovi proprietari tirano fuori un miliardo di euro per comprare quella roba è già tanto. Quindi, la vecchia Alitalia rimarrà in profondo rosso, non avrà i soldi per pagare i creditori, e i creditori da chi andranno? Non potendo andare dalla Good che è immunizzata andranno dal governo che dovrà tirare fuori i soldi. A questo punto ci arriva addosso l'Europa perché se lo Stato paga i debiti di un'azienda si configura come aiuto di Stato. Questo è vietato perché, altrimenti, tutte le altre aziende d'Europa si incazzano e dicono "perchè noi dobbiamo andare avanti con le nostre gambe e se non ce la facciamo falliamo mentre in Italia lo Stato interviene a rabboccare quando i conti delle sue società sono in rosso?". Ci arriverà addosso una procedura di infrazione, con condanna, con multa che aggraverà ancora la spesa di questa operazione folle e faraonica. In più, la nuova Alitalia, dato che sarà l'unico soggetto solvibile dovrà sobbarcarsi, allora sì, tutti i debiti che lo Stato non poteva pagare. Dovrà pagare tutti i creditori e rimborsare quei trecento milioni di prestito ponte allo Stato, visto che la Bad Company è dello Stato. Lo Stato non può restituirsi i soldi da solo, sarebbe una partita di giro.
Come avete visto Berlusconi ha risolto brillantemente anche l'emergenza Alitalia con lo stesso sistema con cui dice di aver risolto l'emergenza monnezza a Napoli: nascondendo il pattume sotto il tappeto. Che succederà in futuro? Questi 16 capitani coraggiosi devono rimanere fermi per cinque anni. Dopo cinque anni possono rivendere le loro quote della Good Company. Secondo voi che cosa fanno? Sono 16 soggetti nessuno dei quali ha il minimo interesse e il minimo background per occuparsi di voli. Non gliene frega niente dell'Alitalia, gliene importa in virtù delle contropartite. Prenderanno le loro quote e le venderanno a quello che sta per diventare il partner industriale, quello che sa come si fa a volare, che sarà AirFrance se vincerà Tremonti o Lufthansa se vincerà Gianni Letta che ha gestito questa operazione. Entro il 2013 questi possono rivendere. E che faranno? Svenderanno, come si sa, ai francesi o ai tedeschi, così i francesi dell'AirFrance si prenderanno la compagnia italiana, che diventerà compagnia francese - non ci sarà più nessuna bandierina da nessuna parte, è tutto finto che questa sia una cordata italiana - a condizioni migliori di quanto se l'avrebbero presa se si fosse dato retta a Prodi e Padoa Schioppa. Pagheranno quattro lire invece che due miliardi e seicento milioni che si erano impegnati a pagare. La prenderanno anche molto più snella perché non ci saranno più i dipendenti in esubero e i debiti da cui li avremo liberati a spese nostre. Questa sì è la svendita di Alitalia ai francesi e agli stranieri, mentre quella di Prodi non lo era. Avremo così una compagnia francese che si chiamerà Alitalia e che probabilmente raschierà via molto presto il simbolino dalle ali degli aerei.
Ci resta comunque una consolazione in tutto questo: in questi cinque anni potranno continuare a fare il bello e il cattivo tempo in Alitalia: potranno continuare a metterci il naso, avendo portato loro questi imprenditori. Faranno fare a questi imprenditori più o meno quello che vorranno, sono tutti imprenditori assistiti o amici dei politici, nel solco di quella tradizione per la quale Alitalia è sempre rimasta in rosso: che la gestivano con criteri politici e non manageriali.
Pensate soltanto che un mese fa il governo Berlusconi ha stanziato un milione di euro per ripristinare l'imprescindibile volo Roma-Albenga tanto caro al ministro Scajola che sta a 30 km da Albenga, cioè Imperia, e ci tiene ad atterrare con l'aereo nel cortile di casa.E' meglio che rimanga ancora un po' in mani italiane perchè la gestiscono così, un po' come il vecchio ministro Nicolazzi gestiva le Autostrade e si faceva fare lo svincolo a Gattico, proprio sotto casa sua, nella famosa autostrada Roma-Gattico.
Ci resta un'altra consolazione, cioè il fatto che ritorna il comunismo: Berlusconi che convoca imprenditori, cambia leggi, organizza cordate, il governo che dirige gli affari dell'impresa privata, sistema debiti, sposta dipendenti, fa piani quinquennali, ecc. ricorda tanto la grande Unione Sovietica di Stalin, di Breznev, di Cernienko. Il modello Putin sta entrando in Italia e sta tornando il dirigismo, la pianificazione sovietica. Il Cavaliere, che non sa e non ha mai saputo cosa sia il libero mercato, ripristina, se Dio vuole, l'industria di Stato. L'ultimo vero comunista è lui. Passate parola."
Marco Travaglio

Nota:LEVERAGE BUY OUT

Il leveraged buyout o LBO è una particolare tipologia di operazione di acquisizione di una società(Private equity), che prevede la creazione di una società-veicolo distinta dagli investitori finanziari e dalla figura dello sponsor, che è l'intemediario finanziario alla ricerca di imprese target (la società da acquisire, di solito non quotata in borsa), in genere un fondo private equity.

Nella Newco affluiscono le risorse finanziarie attraverso equity, debito senior e debito junior. Nella fase successiva si può verificare che:

1) La NewCo conferisce gli asset nella società target e quindi riceve partecipazioni della stessa (schema Opennheimer).

2) Si ha una fusione per incorporazione tra società target (in genere incorporante) e NewCo (incorporata),secondo lo schema Kkr.

Tale operazione può avere come investitori: - Management della società (Managemet buyout) - Management di altre società (Management buyin) - Lavoratori della società (Workers buyout) e permette di entrare nella compagine sociale non solo attraverso capitale di rischio, ma anche tramite indebitamento finanziario.

Il debito contratto viene generalmente poi ripagato o con i flussi di cassa generati dall'impresa acquisita o vendendo rami dell'azienda (o business unit non strategiche). In questo secondo caso si parla anche di break-up.

Non vi è dubbio che la nuova società avrà un indebitamento finanziario maggiore, quindi tale strumento si dovrebbe applicare con società target caratterizzate da un basso grado di leva finanziaria, e con un'alta capacità di produrre cash flow(contante), proprio perché la nuova società dovrà essere in grado di ripagare gli oneri finanziari aggiuntivi.

Fino al 2003 vi era un espresso divieto di porre in essere operazioni di Lbo, poiché strumento di aggiramento per interposta persona (Newco) del divieto di sottoscrizione di azioni proprie (art.2357 c.c.) e del divieto di assistenza finanziaria per la sottoscrizione o l'acquisto di azioni proprie.

Di fatto la Newco è una scatola vuota priva di capacità di produrre reddito, ma modi di sbagliata applicazione di tale strumento nel caso italiano, in particolare, vi è da dire che tale strumento applicato nella giusta maniera (qui entra in gioco il ruolo importante della consulenza dell'advisor) può garantire dei vantaggi legati al miglioramento della corporate governance, e, nel caso per esempio del Mbo e Wbo, di poter condividere il rischio di impresa con soggetti dipendenti della società stessa.

Il leveraged buyout è stato espressamente reso lecito nell'ordinamento giuridico italiano a seguito della riforma del diritto societario del 2003, la quale ha permesso di superare i dubbi di legittimità che venivano sollevati sulla base del divieto, contenuto nel primo comma dell'art. 2358 c.c. che inibisce alle società di accordare prestiti o concedere finanziamenti per l'acquisto di proprie azioni.(…succede quando sei in forte perdita e non riesci a piazzare la tua “carta straccia”…teniamo presente che nel 2003 era all’opera il secondo governo “Champion Chips”)

La riforma ha però subordinato la liceità della operazione all'adempimento di alcuni oneri. In particolare, gli amministratori delle società interessate all'operazione dovranno predisporre un piano economico e finanziario, confortato da una relazione di esperti che ne attesti la ragionevolezza, nel quale devono essere indicate le fonti delle risorse finanziarie e devono essere descritti gli obiettivi che si intendono raggiungere.

Importante infine è la distinzione tra debito senior (ossia con garanzie e covenant positive e negative) e debito junior. Quest'ultimo viene remunerato dopo il debito senior.

In una operazione corretta di levereged buyout la concessione del debito senior è subordinata ad una serie di condizioni, quali:

- L'obbligo di pagare interessi e capitale nel caso in cui vi sia un esubero di liquidità - Il mantenimento del rapporto Debt/Equity entro un certo valore(in genere 1,75).

Un'impresa può decidere il riacquisto delle proprie azioni, se il prezzo in Borsa è in forte calo. In questo modo, alimenta una domanda che rialza il corso azionario, agisce in controfase rispetto al mercato, comprando mentre la maggioranza degli investitori vende le proprie quote.

Il rialzo del prezzo così ottenuto non è limitato solamente al momento in cui è lanciata la richiesta di acquisto e si manifesta la domanda: diminuendo le azioni in possesso di soggetti terzi, l'impresa diminuisce le azioni da remunerare, e, a parità di utili, il dividendo per azione è più alto, e di conseguenza il prezzo se calcolato in base al profitto atteso e ai fondamentali dell'impresa.

Il riacquisto può anche avere finalità speculative, per creare un prezzo al di sopra della media degli ultimi periodi.

Da questa situazione può trarre vantaggio l'impresa per aumenti di capitale sociale a pagamento, collocando azioni a prezzi molto remunerativi; oppure il management per l'esercizio delle stock option, che danno il diritto di acquistare (donare) ad un prezzo inferiore al valore di mercato.

GLOSSARIO

Le stock option sono opzioni call europee o americane che danno il diritto di acquistare azioni di una società ad un determinato prezzo d'esercizio (detto strike). Le stock option esistono non per tutte le società per azioni, ma solo per quelle quotate.

Nelle opzioni call, tale diritto è esercitato se il prezzo d'esercizio è inferiore al valore corrente dell'azione quotata.

Tuttavia, le stock option sono un caso particolare. Esse sono conferite gratuitamente ai manager e (più raramente) ai dipendenti. Entrambi non pagano alcun prezzo d'acquisto; l'opzione perde ogni valore dopo la scadenza e, dunque, prima della scadenza viene esercitata se il prezzo d'esercizio (strike price) è inferiore al valore di mercato cui è quotata l'azione sottostante.

Se il dipendente/manager non investe in Borsa e non dispone di un portafoglio già diversificato, le azioni conferite direttamente o tramite opzioni esercitate entro la scadenza sono associate al rischio specifico dell'impresa e del settore, oltre a quello non eliminabile legato all'alta volatilità dei titoli azionari anche nel breve termine.

Le opzioni su un titolo azionario sottostante hanno rispetto al conferimento diretto di azioni, un profilo rischio/rendimento più bilanciato e ottimizzato.

Azioni e opzioni vengono distribuite a manager e talora a dipendenti come incentivo ad aumentare la loro produttività.

Il salario è composto di una parte fissa (salario base) e di una parte variabile, della quale le stock option sono una componente prevalente nei salari dei dirigenti.

Le azioni vengono valorizzate ad un prezzo inferiore al prezzo di mercato (la quotazione di borsa al momento della vendita) contro la legge di concentrazione che prevede che qualsiasi scambio di azioni da parte di qualunque soggetto economico, non possa avvenire al di fuori della borsa.

Il conferimento è legittimo poiché il dipendente non paga queste azioni/opzioni. Le azioni in quanto sono un frazionamento della proprietà dell'impresa, come qualunque proprietà, possono essere cedute gratuitamente (donazione) o contro un prezzo (vendita). La legge di concentrazione restringe alla Borsa il luogo della vendita della proprietà d'impresa, ma non da restrizioni alla donazione.

Tuttavia, fornisce un'opportunità di arbitraggio, di un guadagno certo e immediato, rivendendo o esercitando le stesse opzioni in Borsa. Nel caso delle opzioni, l'arbitraggio è possibile se ad esempio il prezzo d'esercizio fissato è inferiore al valore al quale è quotato il titolo il giorno del conferimento dell'opzione, o nei giorni precedenti. La volatilità dei titoli azionari è comunque alta anche nel breve periodo.

L'arbitraggio più evidente è nella rivendita in Borsa di un'opzione che non è costata nulla al lavoratore. Questa alternativa è facilmente prevedibile che sia preferita al trattenimento dell'opzione per esercitarla quando il prezzo del sottostante supera lo strike,(perché spesso e volentieri lo strike,ovvero il prezzo d’esercizio,è superiore al valore dell’azione)specialmente se l'opzione è europea e può essere esercitata e divenire liquida soltanto a scadenza. La rivendita in Borsa ha analoghe commissioni e tassazione, ma è a rischio zero (il derivato ha un ampio mercato e, dunque, un'alta probabilità di vendita) ed è subito liquidabile.

Infatti, per l'opzione il prezzo è stabilito con il modello di Black e Scholes che ipotizzano un moto browniano, una variazione casuale e continua dell'azione sottostante. Tale ipotesi è applicabile per i titoli di Borsa che variano con continuità, ossia che godono di un ampio mercato secondario. Solo su azioni molto contrattate, scambiate quotidianamente in grandi volumi si sviluppa anche un mercato di derivati.

L'arbitraggio non ha però un costo nullo, in termini fiscali e di commissioni per l'esercizio di un'opzione.

COME SI PAGANO LE STOCK OPTION

L'esercizio della stock option impegna l'impresa che può pagare in tre modi:

  1. in denaro, richiedendo un'uscita di cassa per pagare il prezzo d'esercizio.
  2. in azioni cedute al prezzo d'esercizio, con un aumento di capitale "alla pari" (non a pagamento), in cui in particolare le azioni hanno un valore nominale uguale al prezzo d'esercizio dell'opzione.
  3. in azioni cedendo quote di proprietà della società.

Nei primi due casi, l'operazione diminuisce la cassa o accresce la voce del passivo, il capitale sociale, diminuendo gli utili. È visibile in bilancio agli azionisti.

Nel terzo caso, invece, il passaggio di quote non varia la voce del capitale sociale, ma soltanto la sua composizione. Salvo una citazione nella nota integrativa, può sfuggire agli azionisti. Se il conferimento di stock option con questa modalità riguarda migliaia di dipendenti piuttosto che ha una cadenza mensile (anziché annuale), l'entità di azioni della società cedute è rilevante ed è un'informazione price-sensitive non comunicata al mercato.

LA RIVENDITA IN BORSA SENZA ESERCIZIO E L’OPZIONE PUT

In alternativa, senza alcun intervento dell'azienda né contabilità, il dipendente può rivendere in Borsa la stessa opzione senza esercitarla.

Questa è una possibilità di un aumento retributivo a costo zero per l'impresa. L'impresa emette delle opzioni (costo d'emissione nullo). Il dipendente che le riceve in "regalo" non le esercita, non le presenta all'incasso dell'impresa, ma le rivende in Borsa. Il possessore del titolo non esercita l'opzione a scadenza perché non è conveniente (valore dell'azione inferiore al prezzo d'esercizio). Non necessariamente quest'"arricchimento" a costo zero del lavoratore avviene a discapito di qualche soggetto con un flusso finanziario negativo (che ci rimette del denaro). La persona che non esercita l'opzione, può essersi cautelata sottoscrivendo un'opzione di segno opposto (un'opzione put con lo stesso prezzo d'esercizio e scadenza).

QUANDO SI ESERCITA L’OPZIONE

Quando il prezzo dell'azione quotata è maggiore del prezzo d'esercizio (strike) è conveniente esercitare l'opzione. L'azienda dovrà fornire delle azioni; anche qui il flusso non è negativo in quanto il prezzo di vendita (sia lo strike che la quotazione di borsa) non possono essere inferiori al valore nominale dell'azione. Essendo illegale vendere azioni sotto la pari, si possono stipulare opzioni con strike pari o superiore al valore nominale (che non varia nel tempo) delle azioni sottostanti; diversamente il contratto-derivato è nullo.

I RISCHI PER L’AZIENDA

Nel lungo periodo, il flusso di cassa dell'operazione può diventare negativo se si considera che è maggiore il numero di azioni da remunerare con gli utili oppure che il prezzo può essere penalizzato da un calo del dividendo per azione. L'azienda può azzerare tale fenomeno emettendo delle opzioni call di eguale scadenza e strike che incasserà se conveniente a scadenza. Così, le azioni che dovrà cedere al mercato saranno quante quelle di cui rientrerà in possesso, senza cambiare la composizione dell'azionariato dell'impresa. La decisione del conferimento spetta all'Assemblea degli Azionisti, il cui pronunciamento è in generale incerto. Da una parte, può essere restia a dare gratis azioni che da parte loro sono state pagate, e ad aumenti di capitale non a pagamento dai quali l'impresa non incassa un sovraprezzo per finanziare la crescita. Tali aumenti allargano solo il numero di azioni (e di azionisti) fra i quali frazionare i dividendi senza allargare il raggio di attività dell'impresa e accrescere gli utili.

 

PERCHE’ L’OPZIONE??

Al conferimento di stock option e azioni si LEGA una considerazione ideologica ed economica. Le azioni sono "pezzi d'impresa", la proprietà dell'impresa frazionata; un loro possesso da parte dei dipendenti significa la partecipazione del lavoratore alla proprietà dei mezzi di produzione.

La diffusione della partecipazione dai soli dirigenti, ai quadri e ai dipendenti può essere intesa come il passaggio ad un modello di azionariato diffuso, sul modello di una public company americana. Ciò può essere visto come l'impresa che si apre alla società, coinvolgendo nella proprietà un numero crescente di persone.

Infine, è rilevante una considerazione organizzativa. Conferire a manager e dipendenti azioni della società significa allineare il loro interesse personale a quello degli azionisti, ossia massimizzare il valore economico.

Tutte le considerazioni fatte sono valide, se il dipendente e il manager tengono le azioni nel lungo periodo, che equivale a speculare al rialzo e scommettere sul successo dell'impresa. Non valgono, se come prassi, azioni e opzioni vengono subito rivendute.

 

CORPORATE GOVERNANCE

All'interno di un'impresa (corporation) si definisce corporate governance l'insieme di regole, di ogni livello (leggi, regolamenti etc.) che disciplinano la gestione dell'impresa stessa. La corporate governance include anche le relazioni tra i vari attori coinvolti (gli stakeholders, chi detiene un qualunque interesse nella società) e gli obiettivi per cui l'impresa è amministrata. Gli attori principali sono gli azionisti (shareholders), il management e il consiglio di amministrazione (board of directors).

L'interesse per i metodi di corporate governance è cresciuto molto in tempi recenti, soprattutto a causa del crollo di colossi come la società energetica Enron Corporation.

 

PRIVATE EQUITY (ATTIVITA’ DI ACQUISIZIONE FINANZIARIA di SOCIETA’ A DEBITO)

Il private equity è un'attività finanziaria mediante la quale un investitore istituzionale rileva quote di una società sia acquisendo le azioni, che apportando nuovi capitali all'interno di una società (target). Generalmente le società target (come nel caso di Telecom che era,nel 1998,un’azienda pubblica) non sono quotate in borsa, e presentano un'elevata capacità di generare flussi di cassa costanti e altamente prevedibili, ovvero importanti tassi di crescita potenziale. L'investitore si propone di disinvestire nel medio-lungo termine realizzando una plusvalenza dalla vendita della partecipazione azionaria.(Come fece Colaninno nel 2001…)

Gli investimenti in private equity raggruppano un ampio spettro di operazioni, in funzione sia della fase nel ciclo di vita aziendale che l'azienda target attraversa durante l'operazione di private equity, sia della tecnica di investimento usata.

TIPI DI PRIVATE EQUITY

  • Seed capital o Angel Investing - investimenti in fase di start-up e senza fatturato
  • Venture capital - investimenti in società avviate, ma con flussi di cassa negativi e grandi potenzialità di crescita e fabbisogni di cassa per finanziare il lanci dei prodotti o sviluppare il mercato
  • Development Capital - investimenti in società avviate, con flussi di cassa positivi in rapida crescita con fabbisogni di cassa legati allo sviluppo del mercato
  • Management Buyout (MBO) - Management Buyin (MBI) - società medio/grandi dove il management assume un ruolo di imprenditore rilevando assieme ad un Fondo di private equity l'azienda. Si chiamano MBO quelli in cui il management dell'azienda compra e MBI quelli in cui sono manager esterni all'azienda che comprano.
  • Special Situation o fondi di Turnaround - investimenti in aziende in crisi. Si suddividono in Turnaround Operativi e Turnaround Finanziari

 

  • Leveraged buyout (LBO) - Investimenti di MBO/MBI in cui viene usata come technicality una grande quantità di debito per acquistare la società dove in taluni casi l'azienda viene venduta a pezzi per ripagare il debito (i break up)
  • Going Private - Investimenti in Aziende quotate per cui l'investitore di private equity vede un valore nel ritirare l'azienda dal mercato,sistemarla e rifocalizzarla e poi cederla con profitto.
  • Mezzanine Capital - Investimento sotto forma di Debito non garantito con un rendimento extra legato alla profittabilità dell'investimento (l'equity kicker)
  • Fondi di private equity - Investono in Fondi di private equity

I fondi di private equity sono gestiti da gestori professionisti definiti General Partners.

FORMAZIONE DEL FONDO DI PRIVATE EQUITY

Generalmente, i fondi di private equity sono strutturati con particolari architetture societarie specializzate. In America si usano le Limited Partnership, simili alla Società in accomandita per azioni della disciplina italiana. In Italia possono operare sia con strumenti quali le Società Gestione Risparmio (SGR) sia tramite fondi "esteri" (basati in paesi con trattamenti fiscali particolari quali Lussemburgo, Belgio, Olanda, o le Channel Islands inglesi e molte altre).

I General partners di un fondo ottengono i fondi da Investitori Istituzionali che formalizzano il loro investimento diventando dei limited partners, ovvero senza responsabilità oltre a quanto versato. I General partners invece sono responsabili in solido per le attività dei fondi. Quando i General partner identificano un investimento idoneo alle finalità del Fondo, svolgono una serie di analisi e strutturano un processo di due diligence sull'azienda. Al buon esito della Due Diligence i General Partners "chiamano" quote di capitale dagli investitori (le Capital Call) e ciascun investitore la sottoscrive pro-quota.

Tutte le decisioni di investimento, gestione e dismissione sono gestite dai General Partners a volte raccolti assieme agli investitori principali nei Consigli di Amministrazione del Fondo. L'insieme degli investimenti di un fondo di private equity si definisce Investment Portfolio.

 

BUYOUT (MODO DI ACQUISIZIONE SPECIFICO MANAGERIALE)

Un buyout è una operazione di investimento per cui un'azienda è acquisita in gran parte da un gruppo di manager (definito generalemente Management Team) che diventano manager/imprenditori. Il Management Team acquirente viene generalmente affiancato da un financial sponsor, tradizionalmente un fondo di private equity, che fornisce gran parte delle risorse finanziarie per l'operazione.

Le operazioni di buyout si classificano in funzione della provenienza del Management Team

  • Management Buyout (o MBO) - operazione in cui il management esistente acquista l'azienda
  • Management Buyin (o MBI) - operazione in cui un Management Team esterno all'azienda pone in essere l'acquisizione

Se nella operazione MBO/MBI si fa utilizzo di una forte leva finanziaria come tecnicalita' dell'operazione si parla allora di Leveraged management buyout (o LBO o LMBO)- operazione di MBO/MBI con l'utilizzo della leva finanziaria.

MANAGEMENT TEAM BUYOUT

Il management buyout, noto com l'acronimo MBO, è una operazione di acquisizione di azienda da parte di un gruppo di manager interni all'azienda che assumono la figura di manager/imprenditori. Il gruppo di manager acquirenti vengono generalmente affiancati da un financial sponsor, tradizionalmente un fondo di private equity, che fornisce gran parte delle risorse finanziarie per l'operazione.

MANAGEMENT TEAM BUYIN

Il management buyin, noto com l'acronimo MBI, è una operazione di acquisizione di una azienda da parte di un gruppo di manager esterni all'azienda stessa che assumono la figura di manager/imprenditore.

WORKERS BUYOUT

Workers buyout è un'operazione di acquisto di una società che prevede che l'acquisto venga realizzato dai dipendenti dell'impresa target attraverso l'intervento dei fondi pensione ed il ricorso ad un Employee Stock Ownership Plan (ESOP). È una tipologia di operazione diffusa soprattutto negli Stati Uniti.

LEVA FINANZIARIA

Sfruttare la leva finanziaria, in sostanza, vuol dire prendere in prestito dei capitali confidando nella propria capacità di investirli ottenendo un rendimento maggiore del tasso di interesse richiesto dal prestatore. L'uso della leva finanziaria è tipico degli investimenti azionari in prodotti derivati (futures) o i Leverage BuyOut, che consiste nel manovrare una determinata quantità di strumenti finanziari utilizzando un investimento di capitale minimo.

Un caso eclatante di sfruttamento della leva finanziaria (intesa nel senso della ragioneria e della finanza aziendale) è dato dagli hedge fund. Questi soggetti economici spesso utilizzano valori della leva finanziaria assai elevati, anche superiori a mille — ossia, l'indebitamento finanziario netto di un hedge fund è spesso mille volte superiore al suo patrimonio netto.[

“Eni, entra il fondo di Gheddafi Sì di Roma alla proposta libica

Accordo per l' ingresso nel capitale del Lybian Energy Fund L' istituto di Tripoli potrebbe diventare il secondo azionista della compagnia dopo il ministero del Tesoro

MILANO - La Libia rompe gli indugi. Dopo le generiche manifestazioni di interesse verso le aziende del «sistema Italia» - seguite alla mossa a sorpresa su Unicredit - ora prenderà una partecipazione nell' Eni. E questa volta con il consenso del governo di Roma, azionista di riferimento del Cane a sei zampe attraverso il ministero del Tesoro. Le indiscrezioni (come quella di «Milano Finanza») sono state confermate nel pomeriggio di ieri da una nota diffusa da Palazzo Chigi: «Il governo libico - si legge - ha manifestato al governo italiano l' interesse ad acquisire in tempi da definire, compatibilmente con le condizioni di mercato, una partecipazione nel capitale di Eni, a condizione che non vi siano obiezioni da parte delle autorità italiane». Cifre ufficiali non sono state fatte, anche se da ambienti vicini al negoziato si fa rilevare che difficilmente i due governi si sarebbero scomodati per una piccola quota del gruppo di San Donato Milanese. Nella nota si fa riferimento ai vincoli statutari che limitano il diritto di voto al 3% e ai poteri speciali che l' esecutivo italiano ha per difendere i suoi «interessi vitali». Verosimile quindi che il fondo libico - il «Lybian Energy Fund» - possa superare quella soglia, arrivando magari al 5%. Una strategia da attuare in modo progressivo, informandone di volta in volta il governo di Roma e l' Eni. Nelle vesti di secondo azionista la Libia, tra più di due anni, potrebbe in teoria anche ambire ad entrare nel consiglio di amministrazione. Cosa che le sarebbe consentita dal voto di lista, anche se nelle comunicazioni di ieri si precisa che il governo italiano ha anche preso atto «della dichiarata assenza di qualsiasi intendimento di interferire nella gestione della società». Dopo i recenti sbandamenti di Borsa (ormai l' Eni ha ceduto il 35% dall' inizio dell' anno) il gruppo è sul mercato a prezzi da saldo: una quota dell' 1% della compagnia vale poco più di 610 milioni di euro contro i circa mille di pochi mesi or sono. (QUINDI CASH VERSATO 3050 MILIONI DI EURO,OVVERO 3 MILIARDI DI EURO ALTRO CHE KAKA….) Inoltre, malgrado il calo del petrolio, l' Eni rimane profittevole. Solo pochi giorni fa l' amministratore delegato Paolo Scaroni avrebbe mostrato ai consiglieri del gruppo una serie di slides che dimostrano che anche con un barile a 30 dollari (venerdì il brent è sceso a 40 dollari) i margini economici e la redditività aziendale sarebbero ancora soddisfacenti. Un fatto che dovrebbe essere a conoscenza anche dei libici, che sono ovviamente «pratici» del mestiere e che per di più hanno nell' Eni il primo operatore internazionale presente nel loro paese. Tripoli, a sua volta, è il primo fornitore della compagnia, che dalla Libia ricava un sesto della sua produzione giornaliera di petrolio e gas equivalente, ovvero 300mila barili su 1,8 milioni. Di recente l' Eni ha anche rinnovato per altri 25 anni i contratti di esplorazione e produzione che deteneva, mentre a Bengasi il premier Berlusconi e il leader libico Gheddafi hanno siglato un «patto di amicizia» che ha chiuso il contenzioso coloniale. A ottobre scorso gli istituti finanziari libici erano invece entrati in forze nel capitale Unicredit: la Central Bank of Lybia, la Lybian Investment Authority e la Lybian Foreign Bank avevano comunicato a sorpresa di essere saliti al 4,23% della banca di Alessandro Profumo. Negoziati erano anche stati avviati per acquistare titoli Telecom. Ma i libici, si dice, avrebbero preferito investire in un business a loro familiare, come l' energia, e non in una scommessa imprenditoriale come quella telefonica. A «frenare l' entusiasmo», però, provvede Stefano Saglia, presidente della Commissione Lavoro della Camera. «L' ingresso libico è un fatto storico - dice - il governo vigili con attenzione». Stefano Agnoli 30 37,8%

LINK: http://archiviostorico.corriere.it/2008/dicembre/07/Eni_entra_fondo_Gheddafi_Roma_co_9_081207015.shtml

UNICREDIT/ I fondi libici entrano nella banca di Profumo. Cosa c’è dietro a questa manovra?

Gianluigi Da Rold

lunedì 20 ottobre 2008

La sorpresa è arrivata nell’after hours di giovedì 16 ottobre, quando il titolo di Unicredit ha cominciato a rimbalzare positivamente dopo aver passato un’altra giornata drammatica, scendendo del 13% e fissando il suo valore di pochi centesimi sopra i due euro. Solamente un anno mezzo fa, un’azione Unicredit sfiorava i 7 euro e mezzo di valore.

 

A mercato chiuso di giovedì arrivavano i primi comunicati ufficiali. Le banche del Colonnello Gheddafi erano salite nel capitale della banca di piazza Cordusio da una cifra marginale, collegata alla vecchia Capitalia, a una partecipazione del 4,23%, diventando così i secondi azionisti. Pochi hanno sottolineato che, in questo caso, la partecipazione da finanziaria diventa strategica. Piuttosto si faceva notare, da parte del management di Unicredit e poi da tanti altri, l’attrattività del vecchio istituto di credito, del nobile Credito Italiano (banca di riferimento della Fiat, che ne possedeva il 10%), diventato in tempi di globalizzazione Unicredit dopo una grande espansione in Germania, Austria, Polonia e la fusione con Capitalia.

 

Soddisfazione apparente generalizzata, anche se due giorni prima il presidente della Consob, Lamberto Cardia, aveva parlato di “rischio Opa” per l’Italia e, il giorno prima, da Bruxelles, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva ribadito lo stesso concetto, mettendo tutti in guardia sull’arrivo dei Fondi sovrani in un mercato dove le aziende italiane sono sotto quotate per la tempesta finanziaria in atto da ormai un anno.

 

Ma si sa, il colonnello di Tripoli è un amico, fin dalla sua ascesa al potere nel 1968, probabilmente anche aiutato dai servizi italiani. Ed è sempre stato attento ai rapporti economici con l’Italia, come nel 1976, quando intervenne a “ossigenare” le casse senza fiato della Fiat e poi ne uscì, su pressione degli americani che avevano collocato la Libia nella lista degli “stati canaglia”, con una ricca plusvalenza. Anche i “missili di Pantelleria” e altre questioni collegate ai rapporti con Malta non hanno mai incrinato nel profondo i rapporti tra l’ex colonizzato e la vecchia Italia coloniale. Troppo importante il petrolio e il gas del Colonnello, troppo necessarie le sue “royalties” che vengono dal greggio più leggero, quasi naturalmente raffinato, del mondo. In fondo Gheddafi è sempre, con più del 7%, un azionista della Juventus e recentemente, sotto la sua grande tenda, molti italiani importanti hanno discusso di tutto e di più. In definitiva, “pecunia non olet”.

 

Però, qualche problemino esiste e vale la pena di scandagliarlo. Innanzitutto c’è da osservare che è probabile che presto i Fondi sovrani libici diventeranno i primi azionisti di Unicredit, attestandosi su una quota del 5% magari di poco superiore alla Fondazione Cariverona e poi facendo il loro ingresso in Consiglio di amministrazione e con un riconoscimento significativo nella governance della banca. In più Unicredit ha un quota significativa in Mediobanca e in Generali, su cui a questo punto si dovrà pure ragionare.

 

Ma più in generale, occorre anche vedere che cosa provocherà, negli assetti della finanza italiana, questa mossa che pare targata da un asse preferenziale tra piazza Cordusio a Milano e via Nazionale a Roma, dove ha sede la Banca d’Italia. Tutto questo potrebbe anche non essere motivo di grande soddisfazione sia per l’attuale governance di Mediobanca, sia per il ministero dell’Economia. Proviamo a comprenderne il perché.

 

Vale la pena di ricostruire quello che è accaduto, cercare di formulare ipotesi e capire quello che potrà accadere. È da mesi che si parla delle difficoltà di Unicredit e del suo amministratore delegato, Alessandro Profumo, l’alfiere dei McKinsay-boys in Italia. Ma tutto scivola via nell’informazione italiana, anche il grande affare dei derivati, e quindi si parla soprattutto della bolla immobiliare, dei subprime che intossicano Wall Street. Il fatto è che la crisi subisce un’accelerazione drammatica il 16 settembre, quando i dirigenti di Lehman Brothers portano i libri in tribunale per il fallimento e gli impiegati lasciano le loro sedi con gli scatoloni. Lunedì 29 settembre, da New York la crisi deflagra in tutta Europa: è un “black-monday”, con il primo grande ribasso, e alla Borsa di Milano Unicredit comincia la prima delle tre settimane di passione.

 

Al termine della prima di quelle tre settimane, l’amministratore delegato di Unicredit sembra incerto nelle sue comunicazioni. Parla di “crisi sottovalutata”, di “non necessità di aumento di capitale” , di “solidità e di liquidità della banca”, mentre già viene convocato un consiglio di amministrazione straordinario, di domenica, che decide un aumento di capitale di 6,6 miliardi di euro con la partecipazioni delle Fondazioni presenti in Unicredit e un intervento anche di Mediobanca e Generali.

 

Ma il titolo continua a scendere. Alessandro Profumo è deciso a non lasciare, malgrado le voci di sue dimissioni. Resta sulla “plancia di comando”, proseguendo nella sua linea irremovibile, ben difesa dai media italiani, così come quando aveva deciso la non partecipazione di Unicredit a Telco (la holding di Telecom Italia) e così come aveva fronteggiato (solo all’inizio di settembre) il cambio di governance (l’abbandono del duale e il ritorno al tradizionale) di Mediobanca. C’è solo il terribile Financial Times on-line che “rompe le uova nel paniere”, sferrando un attacco inconsueto alla strategia dell’amministratore delegato di Unicredit con un’affermazione tutta da decifrare: c’è qualche cosa di più profondo in quella banca.

 

Venerdì 10 ottobre, stando alle indiscrezioni, è una giornata particolarmente difficile per Unicredit. La banca avrebbe problemi di liquidità e scarica su Bankitalia un miliardo e ottocento milioni di euro di “titoli problematici”. Niente di particolare, in fondo in questo periodo, dato che la celebre Ubs ha scaricato robaccia per 60 miliardi di franchi svizzeri sul governo di Berna e ha già operato una svalutazione di 40 miliardi di franchi svizzeri.

 

Ma i problemi di Unicredit sembrano tanti. Alcune voci parlano con inquietudine di quello che “c’è dentro” alle filiali tedesche, polacche e austriache di Unicredit e c’è chi arriva a parlare di “import-export” di tossicità tra Italia e Germania. Anche se la posizione dell’amministratore delegato non è messa in discussione da nessuno, sia dagli amici, sia da quelli che amici non sono: “Profumo è come la cuspide di una cattedrale gotica. Se va via lui viene giù tutta la banca”.

 

A questo punto si aprono scenari e interpretazioni da Italia rinascimentale, anche se siamo nell’anno del Signore 2008. Conviene a tutti transennare la cuspide, magari fino a primavera 2009, per poi regolare i conti nel futuro assetto di potere? Difficile sapere la verità, che in questo caso presenta varie facce. Seguiamo per un momento solo la cronaca.

 

I libici arrivano dopo che Profumo ha informato il Governatore Mario Draghi e, a cose fatte, il sottosegretario Gianni Letta. Ma nella situazione di emergenza attuale, dopo le conferenze stampa unificate, con Berlusconi, Draghi e Giulio Tremonti, è proprio appropriato non informare anche il ministro per l’Economia? C’è chi parla, anche se non si sa se la voce sia veramente credibile, di un Tremonti “furioso”. E avere di fronte, in questi tempi, il ministro dell’Economia può essere un rischio sia per il management di piazza Cordusio e forse anche per le autorità di via Nazionale.

 

Ma c’è chi interpreta il tutto come frutto di un’induzione, o sarebbe meglio dire di un trappolone, perpetrato dagli avversari di Profumo, con il “tocco finale” del Colonnello di Tripoli. Bisognerebbe infatti capire bene chi ha cavalcato, nelle tre settimane di passione, al momento giusto, l’ondata ribassista su Unicredit (è passato di mano il 10% del capitale) magari per assestare il colpo di grazia alla “cuspide della cattedrale”. Per ora le ricerche sul “short selling” si sono rivelate, ufficialmente, evanescenti. Si parla di Londra come luogo e della francese Chevreux come attore. Indizi incerti per immaginare un’operazione di “andata e ritorno” come si diceva in Piazza Affari ai tempi della “grida” fatta da alcuni anti-profumiani.

 

Il problema è ora attendere i prossimi giorni e vedere se il titolo reagirà ancora bene, così come è avvenuto dopo l’annuncio libico. Ma non c’è dubbio che sapremo solo a primavera, dopo altri mesi di passione, se Profumo è un “drago” o un amministratore delegato “commissariato”.

LINK: http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=7337

 

LA LIBIA DENTRO TELECOM+5 MILIARDI DI DOLLARI A FONDO PERSO

da Dagospia.com Ai piani alti di Telecom spira un vento caldo e secco simile allo scirocco che viene dall'Africa dove lo chiamano ghibli. È il vento delle notizie che si sono infittite all'improvviso ieri sera quando si è sparsa la voce di un possibile ingresso di capitali libici dentro Telecom Italia. Qualcosa era trapelato all'indomani della visita di Berlusconi a Tripoli e qualche cenno aveva fatto il quotidiano 'ItaliaOggi', indicando che oltre a petrolio, gas e cemento, nell'agenda dei colloqui era entrato anche il tema delle telecomunicazioni. Sotto la tenda del leader libico sembra che i dossier siano stati numerosi e che tra questi uno in particolare sia stato discusso dal Cavaliere di Palazzo Chigi con grande calore. Nei confronti di Mohammar Gheddafi il premier italiano ha allargato i cordoni della borsa in maniera generosa mettendo sul piatto 5 miliardi di dollari per i prossimi 25 anni insieme alla 'Venere di Cirene' trafugata dagli italiani nel 1913. C'è di più, perché Berlusconi ha fatto anche uno strappo nella politica estera firmando un accordo di cooperazione che esclude l'uso delle basi Nato italiane in caso di attacco alla Libia. Tanta generosità si spiega con la voglia di risarcire Tripoli per "le profonde ferite provocate dalla colonizzazione italiana ?, ma adesso saltano fuori dei risvolti del tutto inediti su ciò che è avvenuto sotto la tenda di Gheddafi dove alla fine è stata intonata "O' sole mio ?, un pezzo forte del repertorio berlusconiano. A Dagospia risulta infatti che la missione di Berlusconi del 30 agosto è stata preparata (e condotta in prima persona) da un advisor d'eccezione che è legato al Cavaliere da un profondo sodalizio. Si tratta di Tarak Ben Ammar, il produttore cinetelevisivo franco-tunisino che - oltre a "rappresentare ? affaristicamente Berlusconi nel mondo - ha le mani in pasta nei media, siede nei salotti di Mediobanca e di Generali con un robusto pacchetto di azioni francesi. L'amico Tarak è un uomo che divide il suo tempo tra Parigi, Roma, Milano e la Costa Smeralda dove ha fatto man bassa di alberghi e di immobili. Secondo le ultime indiscrezioni raccolte tra gli uscieri di TelecomItalia che seguono con ansia le peripezie di Bebè Bernabè, l'advisor Tarak sarebbe riuscito a convincere - tramiti i figli del colonnello Gheddafi - il governo libico a investire (si sussurra) 3 miliardi di dollari dentro Telecom. Se queste notizie sull'intervento di capitali libici (parzialmente riprese dai giornali di oggi) sono vere dentro l'azienda di Galateri e Bernabè si apre un conflitto internazionale. Da una parte si trovano gli spagnoli di Telefonica con il loro 42,3% pagato a prezzi vertiginosi; dall'altra i libici che potrebbero ripetere con un blitz l'operazione condotta nel '76 dentro la Fiat per acquistare il 9% del capitale. (Vogliamo aggiungere, tanto per pompare l'italianità, che la telefonia italiana parla già arabo con il faraone di Wind, Sawiris). Di fronte a questo scenario Cesar Alierta, il tosto aragonese che fu scelto da Aznar per pilotare Telefonica, si troverebbe di fronte a un bivio. Due settimane fa è venuto in Italia per quella che è stata definita una visita di routine. La spedizione è iniziata a Milano dove guarda caso, oltre a Telecom, ci sono anche Mediobanca e Cesarone Geronzi che dentro piazzetta Cuccia ha come alleati più forti Tarak e il suo amico francese Bollorè. Il giorno dopo Alierta è sceso a Roma e ha cercato di fiutare il vento della politica, ma Gianni Letta, Giulietto Tremonti, Claudio Scajola e perfino il modesto sottosegretario Valducci, l'hanno invitato a togliersi dalla testa l'idea di piantare la bandiera di Telecom a Madrid. Come nel caso Alitalia questa bandiera deve rimanere italiana perché "Silvio lo vuole! ?............ E Silvio lo vuole davvero perché sembra che l'eventuale ingresso dei libici in Telecom non sia altro che il primo passo per realizzare quel grande disegno di fusione con Mediaset di cui si sussurra da tempo. Il progetto prevede di mettere insieme la forza di un gestore telefonico dotato di una rete intoccabile,ovvero di un monopolio, con la corazzata,monopolista grazie alla truffaldina Legge Gasparri, che produce contenuti digitali e informazione. Stamane nel corso di un convegno organizzato da Alberto Tripi, l'imprenditore che in Confindustria rappresenta le aziende di telecomunicazioni e informatica, Oscar Cicchetti, braccio destro di Bernabè, ha parlato del futuro dei contenuti digitali, ma si è ben guardato dal fare alcun cenno al progetto 'Mediacom' che vedrebbe camminare sottobraccio Telecom e Mediaset. Probabilmente nemmeno Cicchetti sa esattamente che cosa sta bollendo sotto i capelli tormentati di Berlusconi. Le notizie sono ancora confuse: si parla di 3 miliardi di dollari investiti da Gheddafi, mentre altri dicono che l'ingresso in Telecom si fermerebbe all'acquisto iniziale di un 2-3% (ipotesi entrambe sulle quali sembra che il secondogenito di Gheddafi, Sayf al-Islam, sia contrario). A questo punto il quesito rimbalza in casa degli spagnoli che preso atto delle barriere...

 

LINK: http://m.ilrestodelcarlino.it/ilcarlinom/post/300?url=fff5f9fc-5fff-402e-f3f6-2af1f4631bfb

 


 

 

I

 

banche non sono mai in crisi

banchevideo.jpg
Chi ha causato la crisi? Le banche. Chi guadagna dalla crisi? Le banche. Unicredit e Banca Intesa San Paolo hanno fatto delle semestrali fantastiche. Come avranno mai fatto con tutta questa crisi in giro? Il correntista che deposita i suoi risparmi sul conto ottiene di interesse dallo 0,1 allo 0,5% nei casi piu' fortunati. Se chiede di piu' la risposta e' sempre la stessa: "E' colpa dell'Euribor!". Se lo stesso correntista chiede un prestito il tasso di interesse diventa un numero a piacere tra l' 8 e il 10%. In questo caso l'Euribor non c'entra nulla. L'Italia e' il Paese dei monopoli, quello bancario e' forse il peggiore!

 
 
   
   
   
   
LA PRIMA PAGINA, la pagina delle notizie oggettive, dell'informazione gratuita da parte del giornalismo autonomo NON omologato destore
LA SECONDA PAGINA, l'approfondimento a partire dallo sport piu' amato in Italia, fino alle analisi economico-sociali della nostra epoca  
L'ARCHIVIO,ovvero l'insieme storico delle notizie della nostra prima pagina  
INFORMAZIONI MARKETING, tutto sul marketing on line, sulla sua forza, sulla sua capacita' di traino economico nell'economia globalizzata

TRADEMARK, prospetti statistici, valorizzazione delle provvigioni, di chi lavora nel marketing di affiliazione

destore
INFORMAZIONI MARKETING 2  
   
   
   
  2010: CALCIOPOLI E DINTORNI, chi si ricorda dello scandalo più gigantesco della storia del calcio?
   
LA CONTROINFORMAZIONE DELL'INTERNOTIZIE  a cura della redazione
CALCIO,stagione 2009-2010, fino alla 26a giornata, quella che ha consegnato il titolo al merdaset...

 

CALCIO,stagione 2008-2009

 
 
 

 

     calcio stagione 2007-2008  
     calciopoli  
     calcio competition  
     calcio 52  
     calcio marcio  
 CALCIO,STAGIONE 2005-2006  
 CALCIO, STAGIONE 2005-2006  
 CALCIO, STAGIONE 2005-2006  
   
   
LA PAGINA CULTURALE

 

 

 

 
 

 

 

   
   
   
FIANCHEGGIATORI L'INFORMANTE
  LANDING NOTICE DUE
   
   
 

Iscriviti al
MoVimento 5 Stelle

Nome:
Cognome:

 

Iscriviti al MoVimento 5 Stelle
Nome: Cognome:


 

E' disponibile DemoCRAZYa2009, diario politico di un anno italiano, di Marco Travaglio. Acquista la tua copia.

 


 

Scarica il Volantino Facebook
Supporta l'iniziativa
"Dove eravate,
32 dipendenti infedeli?
"
su Facebook
Scarica il programma del Movimento 5 Stelle
Copia e incolla il codice:

Bersani_e_il_senso.jpg
I

 

 

 

Berlusconi_Messina.jpg
 

Napolitano_e_un_cittadino.jpg
 

 
 

 

 




 
 

 

 
 
 

L'INTERNOTIZIE NEL MERCATO AMERICANO

 
Aste
   
     
     
1&1 Internet

 
   
   

LINK di riferimento:

www.internazionalesite.tk ; La Vetrina di Davide Diotti

 

 

 

 

IL NETWORK:   La Vetrina dell'autore ; MARKETSITE TV.135 ; EPHOR (Ebay) ;DADAR GULF (KINGOLOTTO );MIXER ORG (ebay-Meetic) ;TELCOM (ebay-Barclaycard); KECE (meetic-Ebay-Direct) ; CONTATTI-SUPEREVA/INDIPENDENTE MEDIA CENTER (bidplaza-trovolavoro, eBAY,Direct ,Quote,Affinity,The Club,Zero9) (ZANOX:Bonprix,ConTe,ING,Register.it,ZAnox); MARKETSITE.NET.KAOZ (Ebay-Bidplaza); ELECTRADIV X (Ebay-Quixa-match Point-Direct-Kingolotto-Lottomatica - CLICKAR); INTER-HOSTO (Ebay-Match Point-Kingolotto- Clickar);ORGANIZER (Ebay-Meetic); KULTURA (Ebay [TD] Affinity,Tradera[CJ]; NOTIZIE ON LINE.TRADE (Ebay,Bol.Com,Yoox,BonPrix,Oliviero,Zanox,Bidoo,Better,Unicredit,eDreams,Lastminute); BWINDER (Match Point- Kingolotto- Clickar);INTERNAZIONALEtrade (Nencini-Zanox-oliviero-Agos-Lastminute-Blinko Gold-Bonprix-Dialogo-Citibank-DVD-Edreams-UNICREDIT-Gazzatown-Infostrada-Dialogo-Puntogioco24-register.it-Unieuro-Yoox-Zurich-Lovegame-Asteclick-BE2-free shop-e plaza-SKY8 ); INDIPENDENTE MEDIA CENTER (bONPRIX- ConTE-register.it-Zanox- Kelkoo- unicredit); TERRASHARE ( Asteclick - BE"-Bonprix-Dialogo-Edreams-DVD-Eplaza-Fineco-Infostrada-ING-Kingolotto-Love games-zanox-ZURICH );INTERNAZIONALE TK ( ing- zanox- BE2- asteclick - free shop- e plaza- KINGOLOTTO- SKY8- Dialogo- Infostrada- Kelkoo- ING- CONTE - Citibank - Unicredit- Zurich- oliviero- E dreams. The club- Better- Fineco- yoox- gazzatown- puntogioco24- lastminute- UNIEURO );COMPETITION ( Zanox - Bon Prix- Better - kelkoo - Unicredit )


Web Analytics
 
Web Analytics
      

 

nguage="JavaScript" SRC="http://codice.shinystat.it/cgi-bin/getcod.cgi?USER=obermann">